Concorso assurdo

Scusate la mia brutalità, ma è normale che a distanza di quasi 2 mesi dall'inizio degli scritti, le commissioni procedano in ordine così sparso nella valutazione, senza neanche pubblicare avvisi sui tempi presunti di pubblicazione degli esiti nelle regioni (tra cui la Puglia, come nel mio caso) in cui verranno ufficializzati i risultati degli scritti ed in cui si dovrebbero svolgere le prove pratiche e orali?
Io trovo davvero assurdo questo modo di procedere, e si che di concorsi ne ho fatti.
Se questa è la base su cui vengono selezionati i docenti, non ci meravigliamo, poi, che gli studenti escano sempre peggiori...

in realtà una tempistica generale è stata fornita (da 1 a 3 mesi dalle prove scritte)

Ho serie, serissime difficoltà a trovare il nesso tra le manchevolezze organizzative del concorso (e ce ne sono, oh sì!) e i risultati complessivi degli studenti.

Vedo invece un nesso strettissimo tra questi ultimi e
1 - la scarsa conoscenza generale dell'italiano dei docenti
2 - il lamento continuo e incessante su argomenti pretestuosi, rifiutando di accettare le regole anche nei (pochi) casi in cui sono chiare e corrette
3 - la simpatica abitudine tipicamente italiana di non assumersi le proprie responsabilità in caso di errore/sconfitta
4 - la pretesa insindacabile di aver diritto a una cattedra a vita per la semplice ragione che sono laureato

Mi fermo ma ne avrei ancora.

Ovviamente le mie riflessioni non sono dettate solo dal tuo post, nicolo.visaggio, ma da una serie infinita di interventi che costellano questo forum.

Io aggiungerei ancora:

5 - il milione di licenziati nell'ultimo anno

Zero, è un argomento che mi tocca e mi addolora non immagini quanto, ma di nuovo non vedo il nesso con le scarse capacità complessive degli studenti...

Zero Tagliato ha scritto:Io aggiungerei ancora:

5 - il milione di licenziati nell'ultimo anno

Verissimo, mio zio fa parte del milione e passa di licenziati 2012, laureato, da 20 anni lavorava in azienda privata in un campo che con la scuola c'entra come i cavoli a merenda... e non si sogna di "riciclarsi" nel mondo della scuola, a differenza di migliaia e migliaia di licenziati o quasi che ci stanno provando! Molto realisticamente ammette di non essere portato all'insegnamento, di non poter sfruttare una laurea iperstagionata per trasmettere conoscenze e competenze a dei ragazzi in formazione... a differenza di migliaia e migliaia di licenziati o quasi che ci stanno provando! I risultati si vedono, eccome se si vedono, i livelli di apprendimenti e di capacità dei nostri ragazzi sempre più in caduta libera! In troppi vorrebbero il "posto fisso nello Stato" e poi chi si è visto si è visto!

Mi pare sconsiderato, viste le tempistiche, addossare ai licenziati nell'ultimo anno le miserande condizioni del livello medio delle conoscenze degli studenti.

Spiacente per tuo zio, e temo che tutti abbiamo in famiglia casi del genere o anche più delicati, ma temo che coloro che "ci provano" non abbiano (almeno non ancora) nulla a che fare con l'attuale, basso, livello dei risultati.
E a mio avviso fanno comunque bene "a provarci": saranno valutati per le loro competenze - ed è anche per questo che auspico venga messa a punto una valutazione implacabile degli insegnati già di ruolo -, sono convinta che tra i laureati che facevano altro ci siano persone molto più competenti di tanti docenti che ho incontrato nel corso della mia carriera di insegnante.

vadixna ha scritto:...E a mio avviso fanno comunque bene "a provarci": saranno valutati per le loro competenze - ed è anche per questo che auspico venga messa a punto una valutazione implacabile degli insegnati già di ruolo -, sono convinta che tra i laureati che facevano altro ci siano persone molto più competenti di tanti docenti che ho incontrato nel corso della mia carriera di insegnante.

Non posso non approvare e quotare.

Se si diventasse insegnanti per scelta divina non ci sarebbe bisogno ne del concorso e ne delle commissioni.

vadixna ha scritto:Ho serie, serissime difficoltà a trovare il nesso tra le manchevolezze organizzative del concorso (e ce ne sono, oh sì!) e i risultati complessivi degli studenti.

...

Condivido il contenuto del resto del tuo intervento, però ritengo che non avere dei tempi certi, almeno a livello di scadenze intermedie, significhi considerare i concorrenti come una massa di persone ebeti come le mucche davanti al treno, senza altri aspetti della vita da organizzare (accetto o non accetto una chiamata di lavoro? provo ad avere un figlio? posso prenotare un weekend o 1 settimana in vacanza?) si riverberi, necessariamente, sulla stessa considerazione che tu concorrente hai di te, e dunque del posto a cui potresti accedere.
E considera che io non insegno più, ora, l'ho fatto una decina di anni fa, e quando i miei amici già insegnanti (interessati o meno al concorso) hanno saputo che vi partecipavo, mi hanno tutti sconsigliato di entrare in questo mondo, per la disorganizzazione e per la mancanza di attenzione all'aspetto umano dei docenti che loro mi dicono regnare nella scuola. Devo dargli ragione, a questo punto.
Ed è una cosa tristissima: non si insegna per sbarcare il lunario, ma se il concorso diventa una navigazione in un oceano incerto, l'entusiasmo iniziale si affievolisce...

nicolo.visaggio ha scritto:Scusate la mia brutalità, ma è normale che a distanza di quasi 2 mesi dall'inizio degli scritti, le commissioni procedano in ordine così sparso nella valutazione, senza neanche pubblicare avvisi sui tempi presunti di pubblicazione degli esiti nelle regioni (tra cui la Puglia, come nel mio caso) in cui verranno ufficializzati i risultati degli scritti ed in cui si dovrebbero svolgere le prove pratiche e orali?
Io trovo davvero assurdo questo modo di procedere, e si che di concorsi ne ho fatti.
Se questa è la base su cui vengono selezionati i docenti, non ci meravigliamo, poi, che gli studenti escano sempre peggiori...

Ehm... in tutti i concorsi accade questo.

vadixna ha scritto:Ho serie, serissime difficoltà a trovare il nesso tra le manchevolezze organizzative del concorso (e ce ne sono, oh sì!) e i risultati complessivi degli studenti.

Vedo invece un nesso strettissimo tra questi ultimi e
1 - la scarsa conoscenza generale dell'italiano dei docenti
2 - il lamento continuo e incessante su argomenti pretestuosi, rifiutando di accettare le regole anche nei (pochi) casi in cui sono chiare e corrette
3 - la simpatica abitudine tipicamente italiana di non assumersi le proprie responsabilità in caso di errore/sconfitta
4 - la pretesa insindacabile di aver diritto a una cattedra a vita per la semplice ragione che sono laureato

Mi fermo ma ne avrei ancora.

Ovviamente le mie riflessioni non sono dettate solo dal tuo post, nicolo.visaggio, ma da una serie infinita di interventi che costellano questo forum.

Sono oltremodo lieta di scoprire di non essere l'unica a provare disgusto per questo atteggiamento lamentevole e autoassolutorio della stragrande maggioranza dei docenti italiani. Non ho mai capito se la loro ignoranza, spesso animalesca, sia una causa o un effetto di questo continuo "chiagnere e fottere", che è francamente molto più che irritante. Avevo espresso la stessa opinione (lo ammetto, con molta meno diplomazia rispetto a Vadixna e un uso assai più ristretto del politically correct) in un precedente thread, che è stato brutalmente chiuso dagli amministratori.
Cercando stavolta di non eccedere (ma certi interventi mi danno l'orticaria e non sono sempre in grado di dissimulare il prurito), vorrei aggiungere qualcosa all'argomento, sottoponendo quanto segue all'attenzione del forum.

Mi è capitato quest'anno di partecipare al concorso per l'assunzione di docenti in Canton Ticino. Questo concorso si tiene in Svizzera tutti gli anni e serve ad assumere i docenti a tempo determinato e indeterminato che verranno utilizzati nel corso del successivo anno scolastico (in Svizzera non esiste il sistema delle graduatorie). Da anni tutto fila liscio, senza il minimo intoppo nelle periodiche procedure concorsuali. Credete che ciò sia dovuto alla maggior correttezza e precisione organizzativa degli svizzeri rispetto agli italiani?
Disilludetevi.
Infatti, nel concorso annuale svizzero:

1) Il bando non contiene la minima indicazione riguardo ai tempi, al numero, alla progressione o alla tipologia delle prove concorsuali che i candidati dovranno affrontare. Anzi, per dirla tutta, non dice nemmeno che siano previste delle prove (tanto che, all'inizio, avevo creduto che il "concorso" consistesse in una semplice valutazione dei titoli inviati per la richiesta);

2) Si viene a conoscenza del fatto che vi sono delle prove scritte e orali da superare soltanto quando (e se) si riceve la lettera di convocazione. Non tutti vengono convocati dopo aver fatto richiesta e da Bellinzona non si sentono minimamente obbligati a giustificare le proprie decisioni (lo fanno soltanto, con molta gentilezza, dietro richiesta telefonica dell'interessato);

3) Nessuno conosce i nomi dei commissari preposti alla valutazione delle prove e a nessuno interessa (si viene a conoscenza del nome del capo commissione, e solo del suo, soltanto quando si riceve la lettera di convocazione);

4) Non esistono griglie di valutazione pubbliche (e nemmeno personali, per quel che ne so) e tutto il concorso si fonda - come del resto è ovvio - sulla discrezionalità e soggettività valutativa dei commissari. A nessuno ciò appare come violazione inaccettabile di chissà quale diritto;

5) Ovviamente i tempi di correzione delle prove scritte sono rimessi alla più ampia discrezionalità dei commissari, ai quali viene posto l'unico limite di osservare tempi di lavoro che consentano un'apertura senza intoppi del successivo anno scolastico; le autorità scolastiche non si sognano nemmeno di comunicare in anticipo i tempi previsti per la correzione degli elaborati, né i concorrenti si sognano di strepitare e inveire contro gli déi affinché tali tempi vengano affrettati;

6) Quest'anno, la lettera di convocazione mi è arrivata all'inizio di marzo. Mi si avvertiva che la prova scritta si sarebbe tenuta il 23 aprile.
Una settimana dopo, mi arriva una rettifica: la prova è stata anticipata di quasi un mese e si terrà il 28 marzo. Ho ricevuto la lettera di rettifica il 26 marzo, praticamente avevo appena il tempo di fare le valigie e partire per Lugano.
Se questo fosse accaduto in Italia, si sarebbero levati pianti ed alte strida dei partecipanti lesi nell'onore, il Ministero sarebbe stato sommerso dai ricorsi Anief, tutti si sarebbero azzuffati per via legale, il concorso si sarebbe protratto per secoli e i docenti del 2013-2014 sarebbero stati reclutati a caso da questa o quella graduatoria, oppure sostituiti con bidelli e docenti di sostegno precettati sotto il tiro delle rivoltelle.
Invece nessuno ha protestato, nessuno ha lagnato, nessuno ha fatto ricorso e così tutto si è potuto svolgere regolarmente e con anticipo rispetto ai tempi prestabiliti.

Io credo che in Svizzera tutto funzioni meglio semplicemente perché esiste rispetto delle regole concorsuali da parte dei concorrenti e fiducia reciproca tra chi deve valutare e chi deve essere valutato. Nessuno si sognerebbe mai di proporre ricorsi per cavilli o semplicemente perché è stato escluso per carenza di titoli. Se si verificano dei contrattempi, essi vengono considerati contrattempi, appunto, non prove di chissà quale malafede o corruzione o incapacità da parte degli organizzatori. Nessuno inveisce, nessun analfabeta incapace di scrivere su un forum un post di cinque righe in forma grammaticalmente corretta ricorre al Tar contro le inenarrabili ingiustizie che ritiene di aver subito da parte di una commissione che lo ha bocciato, considerandolo - a ragion veduta - un somaro. Nessuno si permette di contestare il giudizio delle commissioni; e se lo facesse, non troverebbe nessun tribunale disposto ad avallare le sue recriminazioni.
Detto in parole povere: i cittadini svizzeri si sentono parte di una collettività e in quanto tali svolgono ciascuno, al meglio, il proprio ruolo, senza diffidare del ruolo altrui e senza metterlo in discussione, tanto meno per via giudiziale. Questo fa sì che tutte le istituzioni - tra cui la scuola - funzionino con la dovuta speditezza ed efficacia, nonostante le molte e visibilissime pecche del sistema.
In Italia, invece, ognuno è solo contro tutti gli altri; non esiste nessun senso della collettività; vige il principio dell'io so' io e voi nun siete un cazzo di belliana memoria, del farsi le scarpe a vicenda, del mettersi i bastoni tra le ruote, del non ammettere la propria incapacità ed inadeguatezza ad un determinato ruolo, quand'anche fosse conclamata. Così in Italia un somaro - la cui somaraggine è evidente dalla forma grammaticale e sintattica che utilizza su un forum - può aspirare all'insegnamento e inveire contro il mondo se tale aspirazione viene riportata alla prosaica realtà da una commissione concorsuale; una mandria di parrucchieri, dentisti e massaggiatrici a cottimo può aspirare ad un seggio parlamentare; un genitore cafone si sente in diritto di impartire ad un docente le lezioni di creanza apprese dalla programmazione catodica. Così tutto va lentamente alla rovina, compresi i miserabili che credono di poter costruire il proprio futuro sui berci e sulle piazzate comarili, anziché sull'autodisciplina e sull'intransigenza verso se stessi.
Tacito diceva: singuli pugnant, universi vincuntur.

FRANCY2 ha scritto:

Zero Tagliato ha scritto:Io aggiungerei ancora:

5 - il milione di licenziati nell'ultimo anno

Verissimo, mio zio fa parte del milione e passa di licenziati 2012, laureato, da 20 anni lavorava in azienda privata in un campo che con la scuola c'entra come i cavoli a merenda... e non si sogna di "riciclarsi" nel mondo della scuola, a differenza di migliaia e migliaia di licenziati o quasi che ci stanno provando! Molto realisticamente ammette di non essere portato all'insegnamento, di non poter sfruttare una laurea iperstagionata per trasmettere conoscenze e competenze a dei ragazzi in formazione... a differenza di migliaia e migliaia di licenziati o quasi che ci stanno provando! I risultati si vedono, eccome se si vedono, i livelli di apprendimenti e di capacità dei nostri ragazzi sempre più in caduta libera! In troppi vorrebbero il "posto fisso nello Stato" e poi chi si è visto si è visto!

Questo è un ragionamento che non condivido per nulla,come se la categoria degli insegnanti fosse una casta a parte(casta dei poveri poi,guardando gli stipendi).
Chiunque,in una scuola pubblica,deve poter partecipare ad una selezione pubblica se ne ha i titoli.
Io ti posso dire che una cosa che manca moltissimo nella scuola attuale(e l'ho sperimentato sulla mia pelle da ex studente) è l'approccio pratico,utilissimo per il lavoro in azienda.
Non so cosa facesse tuo zio nè mi interessa saperlo ma credo che se nella scuola arriva chi proviene anche da esperienze pratiche vissute nel mondo delle aziende c'è solo da guadagnarci per gli studenti.
La scuola italiana(e anche l'università) è troppo teorica,la gente esce di lì che magari in teoria sa tutto ma in pratica non sa fare niente e le aziende,specie se medio-piccole,non possono perdere molto tempo nel formarli.
In ogni caso se una persona anche con 20 anni di lavoro in azienda si presenta ad un concorso e dimostra di sapere le cose è giusto che abbia il posto.

TotaIrec ha scritto:
Infatti, nel concorso annuale svizzero:

1) Il bando non contiene la minima indicazione riguardo ai tempi, al numero, alla progressione o alla tipologia delle prove concorsuali che i candidati dovranno affrontare. Anzi, per dirla tutta, non dice nemmeno che siano previste delle prove (tanto che, all'inizio, avevo creduto che il "concorso" consistesse in una semplice valutazione dei titoli inviati per la richiesta);

2) Si viene a conoscenza del fatto che vi sono delle prove scritte e orali da superare soltanto quando (e se) si riceve la lettera di convocazione. Non tutti vengono convocati dopo aver fatto richiesta e da Bellinzona non si sentono minimamente obbligati a giustificare le proprie decisioni (lo fanno soltanto, con molta gentilezza, dietro richiesta telefonica dell'interessato);

6) Quest'anno, la lettera di convocazione mi è arrivata all'inizio di marzo. Mi si avvertiva che la prova scritta si sarebbe tenuta il 23 aprile.
Una settimana dopo, mi arriva una rettifica: la prova è stata anticipata di quasi un mese e si terrà il 28 marzo. Ho ricevuto la lettera di rettifica il 26 marzo, praticamente avevo appena il tempo di fare le valigie e partire per Lugano.
Se questo fosse accaduto in Italia, si sarebbero levanti pianti ed alte strida dei partecipanti lesi nell'onore, il Ministero sarebbe stato sommerso dai ricorsi Anief, tutti si sarebbero azzuffati per via legale, il concorso si sarebbe protratto per secoli e i docenti del 2013-2014 sarebbero stati reclutati a caso da questa o quella graduatoria, oppure sostituiti con bidelli e docenti di sostegno precettati sotto il tiro delle rivoltelle.
Invece nessuno ha protestato, nessuno ha lagnato, nessuno ha fatto ricorso e così tutto ha potuto svolgersi regolarmente e con anticipo rispetto ai tempi prestabiliti.

Posto che sono sostanzialmente d'accordo con quanto hai scritto all'inizio e alla fine del post, tessere le lodi di un concorso in cui non si sa nulla sull'esistenza e l'eventuale contenuto delle prove e in cui le stesse vengono anticipate di un mese con preavviso ai candidati inviato 2 giorni prima, francamente, mi sembra un po' troppo.

Il rispetto delle regole, che tu giustamente invochi, deve valere non solo per i concorrenti ma anche per l'amministrazione, che non può fare i suoi porci comodi come mi pare sia avvenuto nel caso svizzero.

Totalrec, Vadixna! In un mondo ideale vi eleggo presidentesse della repubblica! Qualcuno mi potrà dire che non accadrà in la realtà: risponderò come rispose un pensatore di Heidelberg, "tanto peggio per la realtà!".

Dulcamara ha scritto:risponderò come rispose un pensatore di Gottinga, "tanto peggio per la realtà!"

credo fosse di Stoccarda

Athanasius ha scritto:Il rispetto delle regole, che tu giustamente invochi, deve valere non solo per i concorrenti ma anche per l'amministrazione, che non può fare i suoi porci comodi come mi pare sia avvenuto nel caso svizzero.

Il punto - che forse è difficile far intendere ad un italiano - è che in Svizzera non c'è l'idea che l'amministrazione debba sottostare ad una quantità di regole infinite per non essere tacciata di aver fatto "i suoi porci comodi"; né l'idea che l'amministrazione sia un'entità nemica dalla quale il concorrente deve difendersi a mano armata (di ricorsi e cavilli). Nemmeno c'è l'idea che l'amministrazione scolastica abbia il dovere di far fronte al problema della disoccupazione, distribuendo ai diseredati i posti di lavoro che sono andati perduti in altri settori dell'economia. O che essa abbia l'obbligo di soddisfare i sogni e le aspirazioni (legittime, ma spesso irrealistiche) di un esercito di potenziali docenti.
In Svizzera l'amministrazione scolastica si occupa della scuola. Deve garantire che gli istituti abbiano abbastanza docenti, che questi ultimi siano pagati decentemente e in orario, che abbiano a disposizione i materiali per poter svolgere il loro lavoro, che gli edifici siano decorosi e non fatiscenti, che siano dotati delle attrezzature necessarie, eccetera eccetera.
Se riesce a garantire il buon funzionamento della scuola e a tenere il più possibile alto il livello dell'istruzione, sarà considerata una buona amministrazione; e questo a prescindere dal numero dei docenti che, a torto o a ragione, ritengono di essere stati valutati troppo frettolosamente in una prova concorsuale. Si ritiene, insomma, che l'amministrazione debba essere giudicata sulla base dell'efficienza del sistema scolastico che riesce oggettivamente a garantire alla collettività, non sulla base delle recriminazioni e delle lagne di quella parte del corpo insegnante che non ha visto soddisfare le proprie fantasticherie giovanili.

In verità i docenti insoddisfatti (almeno sotto questo punto di vista) sono pochissimi: se non superano il concorso di quest'anno, riprovano l'anno successivo, oppure si rivolgono ad altre scuole pubbliche o private (non ci sono graduatorie, non ci sono precedenze nonniste da rispettare, quindi ognuno può rivolgersi autonomamente alle scuole per essere assunto, competendo con gli altri docenti sulla base delle capacità e delle esperienze effettive e dimostrabili).

Ognuno si attiene al proprio ruolo e non interferisce con quello altrui, nell'interesse dell'efficienza del sistema nel suo complesso. Gli amministratori fanno gli amministratori e non si permettono di pretendere che i docenti suppliscano alle loro carenze (improvvisandosi imbianchini, fabbri, accompagnatori di disabili, magari anche commissari di concorso, gratis o in cambio di cifre ridicole); i concorrenti fanno i concorrenti e non si permettono di suggerire agli amministratori come fare il loro lavoro, magari strepitando, frignando, salendo sui tetti o bloccando intere procedure concorsuali per favorire il proprio lurido interesse personale.

In Italia invece abbiamo amministratori che pretendono di fare i docenti; e soprattutto un'orda barbarica di docenti che pretendono di insegnare agli amministratori come si amministra; e - inutile dirlo - tutti ritengono che la buona amministrazione (o la scuola ideale) coincida con l'avallo alle proprie finalità soggettive. Tutti si sentono onniscienti, tutti si sentono capaci di comandare (magari "pensando con la propria testa", come asseriscono spesso di fare i più decerebrati in assoluto), tutti si sentono CT della Nazionale.
I risultati che si ottengono quando tutti comandano e nessuno ha l'umiltà di limitarsi a ubbidire direi che sono piuttosto lampanti. Forse non c'è neppure bisogno di fare paralleli col sistema svizzero per poterli apprezzare come si conviene.

TotaIrec ha scritto: Ognuno si attiene al proprio ruolo e non interferisce con quello altrui, nell'interesse dell'efficienza del sistema nel suo complesso. Gli amministratori fanno gli amministratori e non si permettono di pretendere che i docenti suppliscano alle loro carenze (improvvisandosi imbianchini, fabbri, accompagnatori di disabili, magari anche commissari di concorso, gratis o in cambio di cifre ridicole); i concorrenti fanno i concorrenti e non si permettono di suggerire agli amministratori come fare il loro lavoro, magari strepitando, frignando, salendo sui tetti o bloccando intere procedure concorsuali per favorire il proprio lurido interesse personale.

In Italia invece abbiamo amministratori che pretendono di fare i docenti; e soprattutto un'orda barbarica di docenti che pretendono di insegnare agli amministratori come si amministra; e - inutile dirlo - tutti ritengono che la buona amministrazione (o la scuola ideale) coincida con l'avallo alle proprie finalità soggettive. Tutti si sentono onniscienti, tutti si sentono capaci di comandare (magari "pensando con la propria testa", come asseriscono spesso di fare i più decerebrati in assoluto), tutti si sentono CT della Nazionale.
I risultati che si ottengono quando tutti comandano e nessuno ha l'umiltà di limitarsi a ubbidire direi che sono piuttosto lampanti. Forse non c'è neppure bisogno di fare paralleli col sistema svizzero per poterli apprezzare come si conviene.

Condivido in pieno!

Athanasius ha scritto:

Dulcamara ha scritto:risponderò come rispose un pensatore di Gottinga, "tanto peggio per la realtà!"

credo fosse di Stoccarda

Ehm un piccolo "errore di sbaglio", ora vado a sotterrarmi da qualche parte... Ho corretto con Heidelberg, almeno lì sono sicura avesse insegnato, non ricordavo fosse originario di Stoccarda.

Dulcamara ha scritto:

Athanasius ha scritto:

Dulcamara ha scritto:risponderò come rispose un pensatore di Gottinga, "tanto peggio per la realtà!"

credo fosse di Stoccarda

Ehm un piccolo "errore di sbaglio", ora vado a sotterrarmi da qualche parte... Ho corretto con Heidelberg, almeno lì sono sicura avesse insegnato, non ricordavo fosse originario di Stoccarda.

l'errore più grave in verità era definirlo un "pensatore"

Nel mio concorso ideale, dovrebbe esserci almeno la valutazione di un reale CV, altro che titoli vari, soprattuto per certe classi di concorso.
MA mi adeguo.

Athanasius ha scritto:

Dulcamara ha scritto:

Athanasius ha scritto:

Dulcamara ha scritto:risponderò come rispose un pensatore di Gottinga, "tanto peggio per la realtà!"

credo fosse di Stoccarda

Ehm un piccolo "errore di sbaglio", ora vado a sotterrarmi da qualche parte... Ho corretto con Heidelberg, almeno lì sono sicura avesse insegnato, non ricordavo fosse originario di Stoccarda.

l'errore più grave in verità era definirlo un "pensatore"

Parli a un Hegeliana convinta, non solo un, ma IL pensatore.

Dulcamara ha scritto:

Athanasius ha scritto:

Dulcamara ha scritto:

Athanasius ha scritto:

Dulcamara ha scritto:risponderò come rispose un pensatore di Gottinga, "tanto peggio per la realtà!"

credo fosse di Stoccarda

Ehm un piccolo "errore di sbaglio", ora vado a sotterrarmi da qualche parte... Ho corretto con Heidelberg, almeno lì sono sicura avesse insegnato, non ricordavo fosse originario di Stoccarda.

l'errore più grave in verità era definirlo un "pensatore"

Parli a un Hegeliana convinta, non solo un, ma IL pensatore.

apprendo con orrore che ancora oggi le "vuote e insignificanti chiacchierate" di quel "ciarlatano pesante e stucchevole", autore di una vera e propria "buffonata filosofica" scritta in un "gergo ripugnante e insieme insensato", continuano a corrompere le menti delle persone... ;-)

L'arte di ottenere ragione non è averla. Il caro Arthur ha dedicata qualche paginetta nei manuali di filosofia, il buon Georg interi capitoli. Tanto mi basta.

Dulcamara ha scritto:L'arte di ottenere ragione non è averla. Il caro Arthur ha dedicata qualche paginetta nei manuali di filosofia, il buon Georg interi capitoli. Tanto mi basta.

ma io non volevo "avere ragione", solo scherzare un po'... (è il buon Georg quello che voleva sempre avere ragione, a discapito dei fatti). Ogni insegnante (o aspirante tale) di filosofia ha i suoi filosofi preferiti del resto. Se ti dicessi i miei, probabilmente, inorridiresti...

Scherzavo anche io. La filosofia è bella perché è varia! PS sono una scienziata, ovvero una filosofa con l'ausilio del metodo sperimentale.