Le criticità del sostegno alle superiori. Spunti, critiche, pareri.
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Le criticità del sostegno alle superiori. Spunti, critiche, pareri.
Che lo stato italiano impieghi tante risorse per i ragazzi certificati è encomiabile, tuttavia vorrei aprire un dibattito sull'attuale struttura del sostegno. Farò le mie considerazioni in ordine sparso... premetto che sono un insegnante di sostegno anch'io e che questa non è una provocazione, ma solo un'occasione di discussione e riflessione.
1) La questione dell'area. E' la questione sovrana... sia che si sostenga l'area unica alle superiori che il contrario si hanno valide ragioni: nel primo caso si vorrebbero evitare sperequazioni tra le aree accettando una situazione che è comunque già in essere (di fatto, necessariamente, chiunque deve occuparsi di tutto), nel secondo caso invece si mira a mantenere nel docente una competenza in ciò che assiste (per quanto in ogni caso le aree sono troppo vaste, si pensi alla AD03).
2) Integrazione o didattica speciale? La formula dell'integrazione, tanto nobile quanto velleitaria, non può a mio avviso essere applicata in modo proficuo in tutti i casi. A volte a mio avviso sarebbe preferibile avere un docente con una preparazione specifica che possa affiancare, alla didattica in classe, una didattica in centri specializzati, come accade ancora nelle quattro scuole speciali ancora funzionanti... questo va inteso a mio avviso nel senso che il sostegno polivalente non può essere una valida strada sempre e comunque, ma che occorre fare un attento studio di ogni singola situazione. Casi limite: un docente di sostegno polivalente che assiste un ragazzo senza residuo uditivo senza conoscere la LIS? un docente di sostegno che assiste un ragazzo autistico violento?
3) Compresenza, Convalutazione... Realmente il sostegno riesce ad essere sempre insegnante di classe? Nei casi in cui debba assistere a un caso violento, come può contemporaneamente porsi come riferimento per la didattica di tutta la classe? Inoltre, i due docenti (sos e curricolare) sono pronti, pur essendo passati già 40 anni, a una didattica di classe condivisa e non solo a una giustapposizione? Questa attiva collaborazione è possibile se un docente è di economia e l'altro di educazione fisica o viceversa?
1) La questione dell'area. E' la questione sovrana... sia che si sostenga l'area unica alle superiori che il contrario si hanno valide ragioni: nel primo caso si vorrebbero evitare sperequazioni tra le aree accettando una situazione che è comunque già in essere (di fatto, necessariamente, chiunque deve occuparsi di tutto), nel secondo caso invece si mira a mantenere nel docente una competenza in ciò che assiste (per quanto in ogni caso le aree sono troppo vaste, si pensi alla AD03).
2) Integrazione o didattica speciale? La formula dell'integrazione, tanto nobile quanto velleitaria, non può a mio avviso essere applicata in modo proficuo in tutti i casi. A volte a mio avviso sarebbe preferibile avere un docente con una preparazione specifica che possa affiancare, alla didattica in classe, una didattica in centri specializzati, come accade ancora nelle quattro scuole speciali ancora funzionanti... questo va inteso a mio avviso nel senso che il sostegno polivalente non può essere una valida strada sempre e comunque, ma che occorre fare un attento studio di ogni singola situazione. Casi limite: un docente di sostegno polivalente che assiste un ragazzo senza residuo uditivo senza conoscere la LIS? un docente di sostegno che assiste un ragazzo autistico violento?
3) Compresenza, Convalutazione... Realmente il sostegno riesce ad essere sempre insegnante di classe? Nei casi in cui debba assistere a un caso violento, come può contemporaneamente porsi come riferimento per la didattica di tutta la classe? Inoltre, i due docenti (sos e curricolare) sono pronti, pur essendo passati già 40 anni, a una didattica di classe condivisa e non solo a una giustapposizione? Questa attiva collaborazione è possibile se un docente è di economia e l'altro di educazione fisica o viceversa?
Ospite- Ospite
Re: Le criticità del sostegno alle superiori. Spunti, critiche, pareri.
Premetto che per vocazione insegno nella secondaria di I grado e non passerò mai a quella di II.
Già nel mio ordine di scuola ho le mie difficoltà ad affrontare materie per le quali non sono portata (un caso su tutte: Matematica), che non mi piacciono e che rispetto ai tempi in cui le ho studiate a scuola si sono evolute e quindi complicate.
Mi chiedo: se dovessi insegnare in uno scientifico, io che in Matematica e Fisica non sono mai stata particolarmente brillante in un liceo classico, come potrei aiutare l'alunno con disabilità se io per prima non sarei in grado di capire le discipline?
Perché essere docenti di sostegno non significa sapere tutto di tutto, nonostante ciò che pensano i colleghi curricolari.
Alla mediazione fra docente disciplinare e discente io non credo più. "L'alunno dva è tuo e te lo devi gestire tu": questo è il "sugo della storia".
Quindi secondo me l'abolizione delle aree è un errore macroscopico, che pagheranno i ragazzi.
Poi sono anche dell'idea - ne ho già parlato in un topic di un paio di settimane fa - che per i casi davvero gravi si debba tornare alle scuole speciali.
Già nel mio ordine di scuola ho le mie difficoltà ad affrontare materie per le quali non sono portata (un caso su tutte: Matematica), che non mi piacciono e che rispetto ai tempi in cui le ho studiate a scuola si sono evolute e quindi complicate.
Mi chiedo: se dovessi insegnare in uno scientifico, io che in Matematica e Fisica non sono mai stata particolarmente brillante in un liceo classico, come potrei aiutare l'alunno con disabilità se io per prima non sarei in grado di capire le discipline?
Perché essere docenti di sostegno non significa sapere tutto di tutto, nonostante ciò che pensano i colleghi curricolari.
Alla mediazione fra docente disciplinare e discente io non credo più. "L'alunno dva è tuo e te lo devi gestire tu": questo è il "sugo della storia".
Quindi secondo me l'abolizione delle aree è un errore macroscopico, che pagheranno i ragazzi.
Poi sono anche dell'idea - ne ho già parlato in un topic di un paio di settimane fa - che per i casi davvero gravi si debba tornare alle scuole speciali.
Fedup- Messaggi : 580
Data d'iscrizione : 15.09.10
Re: Le criticità del sostegno alle superiori. Spunti, critiche, pareri.
Infatti, è un enorme problema, io in particolare quando ho affrontato la matematica di quarta ho fatto davvero fatica... in quel caso la docente era del tutto disinteressato al ragazzo (obiettivo minimo) e faceva ironia sulla mia incapacità di capire cose che le sembravano elementari.Fedup ha scritto:Premetto che per vocazione insegno nella secondaria di I grado e non passerò mai a quella di II.
Già nel mio ordine di scuola ho le mie difficoltà ad affrontare materie per le quali non sono portata (un caso su tutte: Matematica), che non mi piacciono e che rispetto ai tempi in cui le ho studiate a scuola si sono evolute e quindi complicate.
Mi chiedo: se dovessi insegnare in uno scientifico, io che in Matematica e Fisica non sono mai stata particolarmente brillante in un liceo classico, come potrei aiutare l'alunno con disabilità se io per prima non sarei in grado di capire le discipline?
Perché essere docenti di sostegno non significa sapere tutto di tutto, nonostante ciò che pensano i colleghi curricolari.
Alla mediazione fra docente disciplinare e discente io non credo più. "L'alunno dva è tuo e te lo devi gestire tu": questo è il "sugo della storia".
Quindi secondo me l'abolizione delle aree è un errore macroscopico, che pagheranno i ragazzi.
Poi sono anche dell'idea - ne ho già parlato in un topic di un paio di settimane fa - che per i casi davvero gravi si debba tornare alle scuole speciali.
Ospite- Ospite
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