La Dirigente non risponde
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La Dirigente non risponde
Ciao a tutti. Sto aspettando da settembre la motivazione che ho chiesto per iscritto alla mia Dirigente per la sua mancata concessione nei miei confronti di un giorno di permesso per motivi personali. Sono tornata più volte (tre) a chiedere tale documento, che mi serve per, eventualmente, impugnare il suo provvedimento, qualora risultasse illegittimo. Ma ancora non ho ottenuto quanto credo sia mio diritto avere. Come mi devo comportare ora? Che cosa mi consigliate di fare? Grazie a chi vorrà rispondermi.
Cico- Messaggi : 16
Data d'iscrizione : 24.11.10
Re: La Dirigente non risponde
Cico ha scritto:Ciao a tutti. Sto aspettando da settembre la motivazione che ho chiesto per iscritto alla mia Dirigente per la sua mancata concessione nei miei confronti di un giorno di permesso per motivi personali. Sono tornata più volte (tre) a chiedere tale documento, che mi serve per, eventualmente, impugnare il suo provvedimento, qualora risultasse illegittimo. Ma ancora non ho ottenuto quanto credo sia mio diritto avere. Come mi devo comportare ora? Che cosa mi consigliate di fare? Grazie a chi vorrà rispondermi.
Per il giorno di permesso per motivi familiari e personali non c'è e non può esistere diniego, esso si configura come un diritto e non può assolutamente essere negato per esigenze di servizio o altro.
Quindi non c'è bisogno di aspettare la motivazione per aspettare di capire la sua illegittimità
Paolo1974- Moderatore
- Messaggi : 7575
Data d'iscrizione : 28.09.09
Re: La Dirigente non risponde
Faccio una domanda forse sciocca:
ma i 6 giorni non retribuiti possono essere richiesti anche senza una specifica motivazione e devono essere concessi ?
gugu- Messaggi : 39712
Data d'iscrizione : 28.09.09
Re: La Dirigente non risponde
La dirigente, a voce, mi aveva detto che non mi concedeva quel permesso perchè per quella data era stato indetto uno sciopero e adduceva motivazioni di servizio. Tuttavia la mia richiesta aveva i caratteri dell'improrogabilità e dell'urgenza. Sono stata costretta a scioperare, mio malgrado. Può anche darsi (ma questo sarà da appurare) che l'operato della dirigente sia legittimo, ma quello che credo davvero illegittimo è il suo atteggiamento di non fornirmi la motivazione scritta da me richiesta. Vivo la cosa come una lesione ai miei diritti di lavoratrice e, prima ancora, di persona. Mi avesse almeno convocato per un chiarimento! Nulla di nulla. Ma anche i vostri dirigenti vi trattano così?
Cico- Messaggi : 16
Data d'iscrizione : 24.11.10
Re: La Dirigente non risponde
gugu ha scritto:
Faccio una domanda forse sciocca:
ma i 6 giorni non retribuiti possono essere richiesti anche senza una specifica motivazione e devono essere concessi ?
Per quanto non retribuiti sono sempre "paragonati" e seguono gli stessi criteri dei 3 gg per i docenti a TI.
Quindi devono essere documentati anche con autocertificazione.
Infatti il CCNL prescrive:
7. Al personale docente, educativo ed ATA assunto a tempo determinato, ivi
compreso quello di cui al precedente comma 5, sono concessi permessi non
retribuiti, per la partecipazione a concorsi od esami, nel limite di otto giorni
complessivi per anno scolastico, ivi compresi quelli eventualmente richiesti
per il viaggio. Sono, inoltre, attribuiti permessi non retribuiti, fino ad un
massimo di sei giorni, per i motivi previsti dall’art.15, comma 2.
Cioè l'art dei 3 gg retribuiti
Paolo1974- Moderatore
- Messaggi : 7575
Data d'iscrizione : 28.09.09
Re: La Dirigente non risponde
Cico ha scritto:La dirigente, a voce, mi aveva detto che non mi concedeva quel permesso perchè per quella data era stato indetto uno sciopero e adduceva motivazioni di servizio. Tuttavia la mia richiesta aveva i caratteri dell'improrogabilità e dell'urgenza. Sono stata costretta a scioperare, mio malgrado. Può anche darsi (ma questo sarà da appurare) che l'operato della dirigente sia legittimo, ma quello che credo davvero illegittimo è il suo atteggiamento di non fornirmi la motivazione scritta da me richiesta. Vivo la cosa come una lesione ai miei diritti di lavoratrice e, prima ancora, di persona. Mi avesse almeno convocato per un chiarimento! Nulla di nulla. Ma anche i vostri dirigenti vi trattano così?
L'operato del dirigente, ripeto, non può essere legittimo.
Quindi non c'è niente da appurare, Cico. Per i pemessi di cui all'art 15/2 il diniego è illegittimo a prescindere.
Paolo1974- Moderatore
- Messaggi : 7575
Data d'iscrizione : 28.09.09
Re: La Dirigente non risponde
Certo, evito di raccontarti ... ma ti capisco.Cico ha scritto:
Ma anche i vostri dirigenti vi trattano così?
Abry- Messaggi : 582
Data d'iscrizione : 01.03.11
Età : 51
Località : Teramo--- Campobasso
Re: La Dirigente non risponde
Questo ciò che diceva la CGIL già in riferimeneto al CCNL del 2003:
"...Il contratto prevede che a domanda del dipendente "siano attribuiti" 3 giorni di permesso retribuiti l'anno per motivi personali o familiari "documentati anche mediante autocertificazione". Quindi, in base al contratto, l'autocertificazione ha la stessa valenza della documentazione attestante i motivi alla base della richiesta.
Il nuovo contratto 2003, rispetto al precedente del 1999, ha volutamente cambiato 3 dizioni contenute nel precedente:
la prima in cui il "sono concessi" viene cambiato con il "sono attribuiti";
la seconda in cui scompare la vecchia dizione che legava la concessione a "particolari" motivi familiari o personali (l'aggettivo "particolari" non c'è più);
la terza in cui viene cassato l'avverbio "debitamente" in relazione alla documentazione da esibire.
Tutte queste modifiche sono state volutamente (e non casualmente) inserite dalle parti (sindacati e Aran) proprio per rimarcare il diritto pieno per il lavoratore (a condizione solo che documenti o autocertifichi in modo esplicito il motivo) a fruire di tali permessi e per eliminare le precedenti valutazioni "soggettive" in capo al DS, il quale doveva "concedere" (e la concessione di un qualche cosa lascia possibile anche la non concessione) il permesso solo in relazione alla "particolarità" dei motivi (particolarità che sempre lui doveva valutare), i quali dovevano essere "debitamente" documentati (e quindi sempre il DS doveva valutare) da parte del lavoratore. Ora tutto questo non c'è più e quindi non si sono possibili "discrezionalità" esercitabili da parte del DS.
Questo quello che dice la UIL NAZIONALE in riferimento ai permessi:
"...nella sostanza, l’art. 15 del CCNL, anche al comma 2, assegna ( tale era ed è la volontà delle parti), un vero e proprio diritto soggettivo che riviene dalla forma privatistica del CCNL, con una unica condizione, la documentazione, anche attraverso autocertificazione delle motivazioni, anche di natura personale, che sottendono la richiesta.
Vero è, invece, che se la richiesta è riferita ai sei giorni di ferie, di cui all’art 13 comma 9, richiamate dallo stesso art.15 comma 2, solo in tale caso è prevista una autorizzazione preventiva del Dirigente scolastico che ne valuta le condizioni oggettive ( esigenze di servizio) che non producano aggravio per l’Erario".
Questo ciò che dice la GILDA NAZIONALE:
"..i permessi per motivi personali o familiari rappresentano un diritto e non l´oggetto di una concessione. L´unica condizione per attribuirli è rappresentata dall´esplicitazione, tramite autocertificazione o documentazione, della motivazione che è alla base della richiesta.
Ogni elemento di discrezionalità in capo al dirigente scolastico deve ritenersi assente. Nel testo contrattuale (art. 15, comma 2) non si parla di "particolari" motivi, ma solo di motivi; non si parla di richiesta "debitamente" documentata, ma solo di richiesta autocertificata o documentata; non si parla di "concessione" di permesso (una concessione è per definizione discrezionale) ma di "attribuzione" di permesso. Non sono elementi di scarso rilievo, perchè le parti, nell´introdurli, hanno concordemente voluto accentuare il pieno "diritto" ad averli riconosciuti."
Questo è quello che dice l'ARAN (se non lo sapessi, è l'unica "istituzione" a dare le interpretazioni autentiche le quali sono insindacabili) in risposta ad un quesito della UIL NAZIONALE:
"...“…si fa presente che si condividono tutte le argomentazioni della nota stessa e la precisazione che la valutazione delle condizioni oggettive (esigenze di servizio) è necessaria solo quando si chieda di usufruire dei 6 giorni di ferie previsti dallo stesso art. 15, comma 2.
In ogni caso si ricorda che un rifiuto di concessione per esigenze di servizio deve essere comunicato per iscritto e con una motivazione esplicita e non generica del rifiuto stesso.”
Quindi Cico, l'operato del Dirigente è illegittimo senza bisogno di appurarlo, nel senso che il permesso deve essere attribuito anche se ci sono gli scrutini (il caso diciamo più "estremo"). Non possono essere negati per le cosiddette esigenze di servizio, cosa che invece può avvenire per il giorno di ferie.
"...Il contratto prevede che a domanda del dipendente "siano attribuiti" 3 giorni di permesso retribuiti l'anno per motivi personali o familiari "documentati anche mediante autocertificazione". Quindi, in base al contratto, l'autocertificazione ha la stessa valenza della documentazione attestante i motivi alla base della richiesta.
Il nuovo contratto 2003, rispetto al precedente del 1999, ha volutamente cambiato 3 dizioni contenute nel precedente:
la prima in cui il "sono concessi" viene cambiato con il "sono attribuiti";
la seconda in cui scompare la vecchia dizione che legava la concessione a "particolari" motivi familiari o personali (l'aggettivo "particolari" non c'è più);
la terza in cui viene cassato l'avverbio "debitamente" in relazione alla documentazione da esibire.
Tutte queste modifiche sono state volutamente (e non casualmente) inserite dalle parti (sindacati e Aran) proprio per rimarcare il diritto pieno per il lavoratore (a condizione solo che documenti o autocertifichi in modo esplicito il motivo) a fruire di tali permessi e per eliminare le precedenti valutazioni "soggettive" in capo al DS, il quale doveva "concedere" (e la concessione di un qualche cosa lascia possibile anche la non concessione) il permesso solo in relazione alla "particolarità" dei motivi (particolarità che sempre lui doveva valutare), i quali dovevano essere "debitamente" documentati (e quindi sempre il DS doveva valutare) da parte del lavoratore. Ora tutto questo non c'è più e quindi non si sono possibili "discrezionalità" esercitabili da parte del DS.
Questo quello che dice la UIL NAZIONALE in riferimento ai permessi:
"...nella sostanza, l’art. 15 del CCNL, anche al comma 2, assegna ( tale era ed è la volontà delle parti), un vero e proprio diritto soggettivo che riviene dalla forma privatistica del CCNL, con una unica condizione, la documentazione, anche attraverso autocertificazione delle motivazioni, anche di natura personale, che sottendono la richiesta.
Vero è, invece, che se la richiesta è riferita ai sei giorni di ferie, di cui all’art 13 comma 9, richiamate dallo stesso art.15 comma 2, solo in tale caso è prevista una autorizzazione preventiva del Dirigente scolastico che ne valuta le condizioni oggettive ( esigenze di servizio) che non producano aggravio per l’Erario".
Questo ciò che dice la GILDA NAZIONALE:
"..i permessi per motivi personali o familiari rappresentano un diritto e non l´oggetto di una concessione. L´unica condizione per attribuirli è rappresentata dall´esplicitazione, tramite autocertificazione o documentazione, della motivazione che è alla base della richiesta.
Ogni elemento di discrezionalità in capo al dirigente scolastico deve ritenersi assente. Nel testo contrattuale (art. 15, comma 2) non si parla di "particolari" motivi, ma solo di motivi; non si parla di richiesta "debitamente" documentata, ma solo di richiesta autocertificata o documentata; non si parla di "concessione" di permesso (una concessione è per definizione discrezionale) ma di "attribuzione" di permesso. Non sono elementi di scarso rilievo, perchè le parti, nell´introdurli, hanno concordemente voluto accentuare il pieno "diritto" ad averli riconosciuti."
Questo è quello che dice l'ARAN (se non lo sapessi, è l'unica "istituzione" a dare le interpretazioni autentiche le quali sono insindacabili) in risposta ad un quesito della UIL NAZIONALE:
"...“…si fa presente che si condividono tutte le argomentazioni della nota stessa e la precisazione che la valutazione delle condizioni oggettive (esigenze di servizio) è necessaria solo quando si chieda di usufruire dei 6 giorni di ferie previsti dallo stesso art. 15, comma 2.
In ogni caso si ricorda che un rifiuto di concessione per esigenze di servizio deve essere comunicato per iscritto e con una motivazione esplicita e non generica del rifiuto stesso.”
Quindi Cico, l'operato del Dirigente è illegittimo senza bisogno di appurarlo, nel senso che il permesso deve essere attribuito anche se ci sono gli scrutini (il caso diciamo più "estremo"). Non possono essere negati per le cosiddette esigenze di servizio, cosa che invece può avvenire per il giorno di ferie.
Paolo1974- Moderatore
- Messaggi : 7575
Data d'iscrizione : 28.09.09
Re: La Dirigente non risponde
Grazie, Paolo: anche io sono convinta di quello che hai detto, perchè ho letto con attenzione il Contratto. Ma sai dirmi come devo fare ora, concretamente, per impugnare il provvedemento della Dirigente? Ho pensato che un primo passo dovesse essere quello di ottenere un documento scritto con la motivazione (che la dirigente non mi fa avere, come ho già detto, da sei mesi!) per poi fare ricorso... al Provveditore? ... al Giudice del Lavoro? Come si procede, in questi casi? Spero che tu sappia aiutarmi!
Cico- Messaggi : 16
Data d'iscrizione : 24.11.10
Re: La Dirigente non risponde
Cico ha scritto:Grazie, Paolo: anche io sono convinta di quello che hai detto, perchè ho letto con attenzione il Contratto. Ma sai dirmi come devo fare ora, concretamente, per impugnare il provvedemento della Dirigente? Ho pensato che un primo passo dovesse essere quello di ottenere un documento scritto con la motivazione (che la dirigente non mi fa avere, come ho già detto, da sei mesi!) per poi fare ricorso... al Provveditore? ... al Giudice del Lavoro? Come si procede, in questi casi? Spero che tu sappia aiutarmi!
Devi rivolgerti ad un sindacato, lì sapranno dirti come procedere.
Io comunque in questi casi, cioè quando ci si rende conto che un diritto viene negato per un permesso, si devono fare subito due cose:
1. Rivogersi alla RSU della scuola;
2. Farsi protocollare le richieste.
Anche se tu non hai ricevuto risposta, dovresti (avresti dovuto) farti protocollare dalla segreteria la richiesta, in mod che hai almeno qualcosa di scritto su cui appoggiarti per un'eventuale azione chiarificatrice.
Paolo1974- Moderatore
- Messaggi : 7575
Data d'iscrizione : 28.09.09
Re: La Dirigente non risponde
Certamente, ho il numero di protocollo di ogni richiesta. L'RSU?!? Buonanotte!!!! Il mio sindacato? In una prima consulenza mi è stato detto.. "Beh.. sai... se tu hai chiesto permesso e poi magari ti si vede al corteo...". Sarebbe questa una risposta che coerentemente può dare un sindacato? Poi mi hanno detto di formulare una richiesta scritta, poi un sollecito, poi un altro ancora...questa volta inviandone una copia per conoscenza al Provveditore e una a loro. Li ho richiamati dopo aver provveduto a ciò (ma solo dopo aver lasciato alla Dirigente dell'altro tempo per un'eventuale risposta) e mi hanno detto che bisognerebbe rivolgersi al Giudice del lavoro, ma che non ne vale la pena perchè dovrei spendere circa mille euro. In sostanza... "veditela tu!!" E come me la devo vedere? Ma lo sai che ora mi delude di più la mancata risposta della Dirigente? Con noi lei è molto fiscale, ma quando è a lei che si chiede qualcosa... D'accordo, lei è il "capo", ma credo di avere la sua stessa importanza come PERSONA!
Cico- Messaggi : 16
Data d'iscrizione : 24.11.10
Re: La Dirigente non risponde
Aggiorno i colleghi. Ho chiamato personalmente l'USP, l'ufficio del vice-dirigente. Mi ha risposto una sua collaboratrice , devo riconoscere molto gentilmente e dedicandomi grande attenzione (mi ha addirittura richiamato a casa, dopo essersi informata presso il suo Dirigente sul mio caso), ma mi ha risposto che, purtroppo, con l"Autonomia" non esiste più una gerarchia a cui fare riferimento e che perciò ogni Dirigente è responsabile del proprio operato e delle proprie scelte. Anche lei mi ha detto, rammaricata, che l'unica strada da percorrere è la causa presso il Giudice del Lavoro. Ma è possibile che noi dipendenti siamo sempre più esposti all'arbitrio dei Dirigenti? Torno a manifestare la mia grande delusione. Ma non mollo.
Cico- Messaggi : 16
Data d'iscrizione : 24.11.10
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