correzione italiano superiori. Basta intromissioni

Promemoria primo messaggio :

Per l'ennesima volta, si realizza la stessa situazione:

L'insegnante di matematica corregge in autonomia e tranquillamente la prova di matematica. E nessuno osa intromettersi.
L'insegnante di inglese corregge in autonomia e tranquillamente la prova di matematica. E nessuno osa intromettersi.
L'insegnante di francese corregge in autonomia e tranquillamente la prova di matematica. E nessuno osa intromettersi.
L'insegnante di topografia corregge in autonomia e tranquillamente la prova di matematica. E nessuno osa intromettersi
L'insegnante di .........

L'insegnante di ITALIANO, invece, corregge con il fiato sul collo di almeno due colleghi che, "per competenza", hanno sempre qualcosa da ridire. In alcuni folli casi si pretende che l'insegnante legga a voce alta il tema, e si fermi quando altri insegnanti lo chiedono. Poi, chiedendo il permesso, prova a formulano un'ipotesi di voto e i colleghi accettano o chiedono altri voti.

Basta, mi sono rotto. E' sempre così.
Per correggete un tema servono competenze dell'insegnante di italiano. E di nessun altro. Come per tutte le altre materie.
Oggi, per l'ennesima volta, una collega ha cominciato a sostenere che i miei voti fossero sbagliati perchè troppo lontani dal voto di presentazione. Alcuni che avevano 6 si sono trovati 14, altri che avevano 9 (DECIMI) si sono trovati 10 (QUINDICESIMI). E allora? Capita anche a voi?
BASTA!!!!!!!!!!!!!!!1

Disillusa ha scritto:Vi racconto cosa succede nella mia commissione:
correzione di italiano con lettura del tema ad alta voce in presenza della sola sottocommissione area linguistica (me inclusa ma insegnando inglese ci può stare, non mi lamento).
correzione della ii prova di matematica fatta dal solo collega della materia perchè gli altri della stessa sottocommissione avevano altro da fare

Questi sono escamotage devianti che capitano talvolta all'interno di una commissione. Ma in questo caso la responsabilità è del presidente, che lo ha permesso (o forse aveva altro da fare...). E' vero che nella maggior parte delle commissioni ci si divida le prove e si proceda in contemporanea, ma è sacrosanto che a correggere una prova scritta si debba essere almeno in due o tre.

MartaC ha scritto:Disillusa purtroppo spesso la cosa accade e dovrebbe essere il presidente a riprendere i commissari che "avevano altro da fare", ma non credo che la situazione sia legata alla materia, quanto alle persone.

+1
chiedo scusa, non mi ero accorto della risposta di Marta a Disillusa

scrivo il mio ultimo intervento.
1- io non mi trovo bene a leggere a voce alta. Leggere a voce alta un tema, per comprenderlo e correggerlo, per me significa correggerlo male.
2- Sono commissario esterno. L'intromissione che sto vivendo è presto detta: Una collega commissaria interna, dopo che io ho corretto da solo i temi, ha avuto da ridire sui voti che ho assegnato. E' entrata nel merito di questioni che non le competono, in particolare trovava sbagliate delle valutazioni. Il motivo? I voti non corrispondevano ai voti di presentazione.
3- Non credo esista alcuna legge che imponga di leggere a voce alta. Se esiste, sono felice di ignorarla. In questa cosa, come in molte altre, preferisco usare la mia testa e non la legge.
4- Quanto all'esperienza in esami di Stato, non credo centri qualcosa. In ogni caso c'è.

Sayonara!

In una commissione c'è un esperto per ogni materia, ma questo non impedisce agli altri di dire la loro.
Tipicamente il commissario interno, non per propria professionalità, ma per esigenze appunto "di parte" chiede di cambiare i voti degli alunni che conosce. E' una pressione che va al di là della partecipazione collegiale alla valutazione, ma che sconfina nella "raccomandazione"! E in tal senso può dare fastidio.

Tuttavia questo fastidio non si deve superare arrocandosi nel proprio feudo-materia e pretendendo l'esclusiva nella valutazione di quella materia, al contrario! Bisogna ALLARGARE a tutta la commissione, incluso presidente e gli altri commissari, la decisione sul voto da attribuire, in modo che esso appartenga a TUTTI.

Quindi ricapitolando: quando correggi devi accettare che i colleghi si intromettano ma probabilmente non lo faranno perchè nessuno ha voglia di lavorare più del necessario. Quando invece bisogna mettere il voto allora la cosa va discussa con TUTTI, quindi non è una intromissione ma una decisione collettiva.

A me (da commissaria di matematica e fisica) qualche anno fa è successo esattamente il contrario, ovvero la collega di italiano che avrebbe volentieri lasciato integralmente a me la correzione dei temi di argomento scientifico-tecnologico "perché lei di scienze non ci capiva niente"... : - )

ecco, quei personaggi meglio perderli che trovarli. Da licenziare in tronco.

idro ha scritto:
2- Sono commissario esterno. L'intromissione che sto vivendo è presto detta: Una collega commissaria interna, dopo che io ho corretto da solo i temi, ha avuto da ridire sui voti che ho assegnato. E' entrata nel merito di questioni che non le competono, in particolare trovava sbagliate delle valutazioni. Il motivo? I voti non corrispondevano ai voti di presentazione.

Se un ragazzo viene presentato con 9 e alla prima prova prende 7-8/15 qualche cosa di strano c'è e io, anche se insegno matematica e fisica, chiederei qualche chiarimento. E questo, sia ben chiaro, non significa sminuire la professionalità del commissario esterno, perché potrebbe anche essere che i voti di presentazione siano stati eccessivamente larghi o che il candidato bravo sia incappato nella classica giornata storta. Come membro di commissione però è mio dovere cercare di capire o comunque giungere alla condivisione di un giudizio sulla prova, a prescindere dal fatto che sia membro interno o esterno. Altrimenti, nella rara ma non irrealistica ipotesi in cui il commissario che corregge le prove sia poco equilibrato nelle valutazioni, bisognerebbe forse lasciarlo fare?

qui stiamo parlando di un'altra realtà:
Il candidato presentato con 8/10 che prende 12/15.
Oppure il candidato presentato con 7 che prende 14/15.

Premetto che non ho mai partecipato agli esami di maturità ed insegno alle medie ma mi chiedo (anche dopo aver letto quasi tutti gli interventi) come è possibile che insegnanti di  materie umanistiche siano in grado di partecipare alla correzione di materie scientifiche del livello di 5° superiore (e viceversa) oppure voi siete in grado di giudicare qualsiasi argomento di qualsiasi materia?

idro ha scritto:qui stiamo parlando di un'altra realtà:
Il candidato presentato con 8/10 che prende 12/15.
Oppure il candidato presentato con 7 che prende 14/15.

Sappiamo che gli elaborati scritti di italiano si prestano a diverse valutazioni, il collega di classe, per quanto si sia attenuto alla griglia, avrà tenuto conto di vari parametri, magari avrò voluto premiare chi in genere scrive meglio, chi studia con assiduità ed impegno anzichè chi occasionalmente produce uno scritto accettabile.

idro ha scritto:qui stiamo parlando di un'altra realtà:
Il candidato presentato con 8/10 che prende 12/15.
Oppure il candidato presentato con 7 che prende 14/15.

Non capisco quale sia il problema. 12/15 penso che corrisponda ad un 7: non capita mai che uno studente che ha la media dell'8 (che poi magari è un 7,5 alzato) prenda un 7? E non capita mai che uno studente che ha la media del 7 prenda un 9 perchè trova una traccia che gli piace e riesce meglio del solito? A me sono capitati entrambi i casi. E i commissari interni non hanno avuto nulla da ridire, anzi hanno concordato sulle valutazioni. Poi è normale che gli interni siano in parte condizionati dal giudizio che hanno maturato negli anni sul ragazzo e gli esterni tendano a considerare di più la prova che fa in quel momento. Credo che chi ha pensato l'esame con una commissione mista di interni ed esterni volesse proprio questo e che il confronto di posizioni, nel rispetto reciproco, possa essere fruttuoso. Comunque, se i voti delle prove dovessero rispecchiare alla perfezione quelli di ammissione, sarebbe inutile fare gli esami.

Dec ha scritto:
Credo che chi ha pensato l'esame con una commissione mista di interni ed esterni volesse proprio questo e che il confronto di posizioni, nel rispetto reciproco, possa essere fruttuoso. Comunque, se i voti delle prove dovessero rispecchiare alla perfezione quelli di ammissione, sarebbe inutile fare gli esami.

standing ovation

Io sono commissario esterno per storia e filosofia e ho corretto la prima prova con la collega di italiano e la collega di francese.. ho dato il mio contributo per il saggio breve di ambito storico-politico e tecnico-scientifico in quanto diversi storici e filosofi erano citati.
Poi alla terza prova la collega di italiano mi ha aiutato nella correzione della domanda aperta di filosofia e insieme abbiamo deciso i voti per la mia disciplina…
Entrambe abbiamo letto le nostre prove a voce alta e con i colleghi di tedesco e inglese (che avevano finito la correzione) abbiamo concordato i voti… La prof. di inglese mi ha fatto leggere la seconda prova di un alunno che si è cimentato nel tema di economia della seconda prova (parlo inglese e francese correttamente quindi mi sono permessa di guardare anche le prove in lingua).
Non vedo davvero dove sia il problema!!
Il concetto di collegialità è proprio questo. E non riguarda affatto solo la disciplina di italiano, riguarda ogni disciplina di cui il commissario esterno abbia competenza. Se idro si sente così minacciato dall' "interferenza" dei suoi colleghi forse è perché non si sente poi così sicuro delle sue conoscenze e competenze...