Videoregistrazione colloquio orale alunna da parte del genitore

Salve a tutti. Durante il colloquio orale di una ragazza di 3^ media, una collega ci ha riferito, a colloquio ultimato, di aver notato che la madre della ragazza, presente all'esame, stava maneggiando il telefonino e, da quanto riferito, il telefono era sulla modalità 'video'(il telefono della collega è lo stesso modello della madre della ragazza). Alla fine, quando la commissione ha invitato tutti ad uscire, la collega ha notato che la madre della ragazza ha premuto il tasto che chiude normalmente la registrazione. Il presidente della commissione esame ha detto che, non essendoci accorti prima, non siamo in errore e che, qualora ci fosse un ricorso (la ragazza è stata ammessa con il 6 ed è uscita con il 6), l'eventuale filmato non potrebbe essere utilizzato per contestare il voto del colloquio (peraltro, votato con 7). E' capitata ad altri una simile situazione?

E' un bene che la commissione non se ne sia accorta, così il gesto non ha rischiato di avere INVOLONTARIAMENTE un valore intimidatorio... meglio ancora sarebbe stato se non se ne fosse accorta nemmeno dopo, così da non essere influenzata nella valutazione

Paolo Santaniello ha scritto:E' un bene che la commissione non se ne sia accorta, così il gesto non ha rischiato di avere INVOLONTARIAMENTE un valore intimidatorio... meglio ancora sarebbe stato se non se ne fosse accorta nemmeno dopo, così da non essere influenzata nella valutazione

Nella scuola in questione so che in passate commissione d'esame , per evitare queste 'bravate', alcuni dei presidenti d'esame con un avviso scritto invitavano tutti coloro che assistevano all'esame a tenere i cellulari spenti e riposti in borsa .C'era un collaboratore scolastico che 'sorvegliava' e faceva allontanare chi non rispettava tale decisione.

Fermo restando che la materia è piuttosto complessa per ipotizzare un eventuale utilizzo del filmato ai fini legali, a mio modesto parere c'è un aspetto non trascurabile da prendere in considerazione: se il filmato non mette in evidenza l'esistenza di una palese irregolarità nella procedura, la sua valenza ai fini di un ricorso è equiparabile a quella di una comica di Laurel & Hardy, ovvero zero.

In sede di ricorso, il tribunale amministrativo non entra nel merito della valutazione formulata dalla commissione sulla base di quanto scaturisce dal filmato del colloquio, se la valutazione è coerente con i criteri stabiliti. In altri termini, se la commissione concorda nell'assegnare un voto di sufficienza all'orale, sulla base dei criteri stabiliti, il giudice amministrativo non può sostituirsi ai commissari esprimendo una propria valutazione della prova sostenuta. Non può affermare "quell'orale è da sette e non da sei", così come non possono affermarlo lo studente, il genitore o chiunque assista al colloquio. Solo la commissione può esprimere una valutazione.

Ammesso pertanto che il filmato possa essere acquisito come prova in sede legale, il tribunale amministrativo può invece entrare nel merito della procedura verificando eventuali irregolarità. Ad esempio, se l'orale deve essere condotto con la commissione al completo (non conosco la procedura nell'esame di terza media) e nel filmato si vede chiaramente che uno dei commissari si è assentato uscendo dall'aula anche per un breve intervallo di tempo durante la prova orale, ci sono gli elementi per annullare la valutazione formulata dalla commissione.

Ergo, a mio parere, se le procedure vengono condotte senza irregolarità e senza vizi di forma, i genitori possono fare tutti i filmati che vogliono perché serviranno solo ad arricchire il loro album multimediale personale.

Detto questo, per quanto prevenute possano essere certe persone, l'ipotesi più probabile è che quel genitore abbia voluto filmare la prova orale della figlia per gli stessi motivi per cui filmerebbe il suo primo approccio con la bicicletta, la prima performance di danza classica, lo spegnimento delle candeline al compimento del 14 anno d'età.

gian ha scritto:Fermo restando che la materia è piuttosto complessa per ipotizzare un eventuale utilizzo del filmato ai fini legali, a mio modesto parere c'è un aspetto non trascurabile da prendere in considerazione: se il filmato non mette in evidenza l'esistenza di una palese irregolarità nella procedura, la sua valenza ai fini di un ricorso è equiparabile a quella di una comica di Laurel & Hardy, ovvero zero.

In sede di ricorso, il tribunale amministrativo non entra nel merito della valutazione formulata dalla commissione sulla base di quanto scaturisce dal filmato del colloquio, se la valutazione è coerente con i criteri stabiliti. In altri termini, se la commissione concorda nell'assegnare un voto di sufficienza all'orale, sulla base dei criteri stabiliti, il giudice amministrativo non può sostituirsi ai commissari esprimendo una propria valutazione della prova sostenuta. Non può affermare "quell'orale è da sette e non da sei", così come non possono affermarlo lo studente, il genitore o chiunque assista al colloquio. Solo la commissione può esprimere una valutazione.

Ammesso pertanto che il filmato possa essere acquisito come prova in sede legale, il tribunale amministrativo può invece entrare nel merito della procedura verificando eventuali irregolarità. Ad esempio, se l'orale deve essere condotto con la commissione al completo (non conosco la procedura nell'esame di terza media) e nel filmato si vede chiaramente che uno dei commissari si è assentato uscendo dall'aula anche per un breve intervallo di tempo durante la prova orale, ci sono gli elementi per annullare la valutazione formulata dalla commissione.

Ergo, a mio parere, se le procedure vengono condotte senza irregolarità e senza vizi di forma, i genitori possono fare tutti i filmati che vogliono perché serviranno solo ad arricchire il loro album multimediale personale.

Detto questo, per quanto prevenute possano essere certe persone, l'ipotesi più probabile è che quel genitore abbia voluto filmare la prova orale della figlia per gli stessi motivi per cui filmerebbe il suo primo approccio con la bicicletta, la prima performance di danza classica, lo spegnimento delle candeline al compimento del 14 anno d'età.

Piacerebbe pensarlo ma , conoscendo il genitore in questione, dubito che possa essere quello il reale motivo del presunto video.

proporrei, per i prossimi esami, un bel cartello con "divieto di utilizzo di cellulari in aula".

Achille piè veloce ha scritto:Piacerebbe pensarlo ma , conoscendo il genitore in questione, dubito che possa essere quello il reale motivo del presunto video.

Anche ammesso che sia così, non dimentichiamoci che gli italiani sono campioni del "lei non sa chi sono io", "la denunZio", "parli con il mio avvocato". Salvo poi inchinarsi a 90° di fronte a chicchessia. Solo nella scuola si percepisce questo miraggio del ricorso facile e gratuito contro le angherie diffuse a tappeto degli insegnanti, forse perché sui giornali finiscono le sentenze più clamorose.
Quanti ricorsi minacciati vengono veramente avviati? E quanti di questi giungono a termine? Sarebbe interessante conoscere qualche numero e prendere le misure al baubau del ricorso.
Ergo, lascia che si sbrodoli nell'idea di avervi in pugno. Se avete condotto il vostro lavoro con serietà e correttezza, con ogni probabilità si cuocerà a fuoco lento nel suo stesso brodo o, meno probabilmente, sprecherà il suo tempo e i suoi soldi in una causa persa. Certo, c'è anche la probabilità minima che possa vincere un'ipotetica causa fondata sull'arrampicata sul vetro, ma se dovessimo dar retta alle possibilità più remote dovremmo prendere in considerazione l'ipotesi di non uscire più di casa per evitare di essere travolti da un elefante scappato dal circo.

gian ha scritto:

Achille piè veloce ha scritto:Piacerebbe pensarlo ma , conoscendo il genitore in questione, dubito che possa essere quello il reale motivo del presunto video.

Anche ammesso che sia così, non dimentichiamoci che gli italiani sono campioni del "lei non sa chi sono io", "la denunZio", "parli con il mio avvocato". Salvo poi inchinarsi a 90° di fronte a chicchessia. Solo nella scuola si percepisce questo miraggio del ricorso facile e gratuito contro le angherie diffuse a tappeto degli insegnanti, forse perché sui giornali finiscono le sentenze più clamorose.
Quanti ricorsi minacciati vengono veramente avviati? E quanti di questi giungono a termine? Sarebbe interessante conoscere qualche numero e prendere le misure al baubau del ricorso.
Ergo, lascia che si sbrodoli nell'idea di avervi in pugno. Se avete condotto il vostro lavoro con serietà e correttezza, con ogni probabilità si cuocerà a fuoco lento nel suo stesso brodo o, meno probabilmente, sprecherà il suo tempo e i suoi soldi in una causa persa. Certo, c'è anche la probabilità minima che possa vincere un'ipotetica causa fondata sull'arrampicata sul vetro, ma se dovessimo dar retta alle possibilità più remote dovremmo prendere in considerazione l'ipotesi di non uscire più di casa per evitare di essere travolti da un elefante scappato dal circo.

Condivido pienamente quanto detto. I criteri di valutazione dell'intero esame (prove scritte e colloquio) sono stati applicati con la serenità dovuta , in ogni singolo caso. Mi auguro che le colleghe più navigate non entrino in paranoia (io ed il collega di tecnologia già da ieri abbiamo minimizzato il tutto ma alcune si erano agitate notevolmente, forse perché memori di esperienze passate).

Gli esiti di un ricorso sarebbero velleitari e incerti, ma l'effetto PSICOLOGICO di "intimidire" la commissione è immediato, gratis e sicuro.