cosa fare se un genitore interviene nella didattica?

Come vi comportereste voi se già nei primi giorni di scuola una mamma vi dice cosa fargli fare e come è andata avanti lei nel programma?

di un bambino con sostegno?

Sì

Probabilmente, visto che hai scritto qui, la cosa ti ha dato fastidio ed è comprensibile.
Forse la mamma ti ha dato l'impressione di volersi sostituire a te o di non aver fiducia nelle tue capacità ed è sicuramente fastidioso.

Prova a pensare che l'ha fatto perchè è preoccupata per suo figlio, perchè magari ha solo voluto darti una mano (in modo poco delicato) indicandoti cosa lei è riuscita a fare e cosa quindi sa che per suo figlio è efficace.
Sul lavoro ci sei tu, sai tu cosa fare e lei, anche se parla, non ha poi la possibilità di metterti i bastoni tra le ruote quando sei a scuola. Forse potresti pensare a quello che ti ha detto e ricavarne suggerimenti operativi per quel particolare alunno. Mediati ed integrati con la tua modalità di lavoro.

Credo che alla base di tutto ci sia una forte non accettazione del problema

Se posso darti un consiglio, essendoci passata prima te, avendo subito minacce ed avendoci rimesso la salute:
se la mamma chiede qualcosa: adeguati.
A furia di pensare che non deve permettersi d'intervenire nella didattica e l'insegnante sei tu, accumulerai solo rabbia, ma non potrai fare nulla. Perchè lei è la massima esperta mondiale di quel bambino.

Sono uscita VIVA da una situazione paradossale solo mettendomi nei panni di una madre che non voleva arrendersi alla disabilità del figlio. Ho cercato di fare del mio meglio e devo dire che, forse il fatto di lavorare nella stessa direzione, ha consentito davvero al bambino di compiere dei progressi.

Ti faccio un grande "In bocca al lupo!"

Fedup ha scritto:Sono uscita VIVA da una situazione paradossale solo mettendomi nei panni di una madre che non voleva arrendersi alla disabilità del figlio. Ho cercato di fare del mio meglio e devo dire che, forse il fatto di lavorare nella stessa direzione, ha consentito davvero al bambino di compiere dei progressi.

Togli quel "forse" e quello che hai scritto, e che hai fatto, è perfetto :-)

Grazie mille per avermi risposto...finora non mi era mai capitata una situazione del genere anzi semmai notavo molto lassismo.spero di saper essere diplomatica e calma

Provaci almeno :-)

Ti posso assicurare che al di là di ogni preparazione professionale e di ogni discorso, un genitore che ha un figlio con problemi si trova molto in difficoltà personale.

Soffre per tante ragioni che vanno dal senso di fallimento di non aver fatto un figlio perfetto al dispiacere di vedere il figlio non in pieno controllo di se stesso e non bene inserito con gli altri alla necessità di proteggere il proprio cucciolo già così colpito dalla vita.

Spesso questo lo porta a non saper dosare i suoi interventi con i terzi che hanno a che fare con il figlio, spesso lo porta a sbagliare.
Se riuscirai a metterti nei loro panni e ad accogliere quello che ti diranno come un loro tentativo anche sbagliato di aiutare il bimbo forse riuscirai ad aprirti verso di loro, a spiegare le tue ragioni, a non sentirti scavalcata e a fare davvero un buon lavoro con il tuo alunno.

Auguri :-)

Grazie...magari vi aggiorno

Ringrazio Ire per i complimenti, ma davvero non sono meritati.
Ho solo cercato di fare del mio meglio, ma devo confessare che a volte non basta.

Stelluccia marina: coraggio!!! E, se hai bisogno, chiedi :-)

Mi avete davvero sollevato il morale...se avrò bisogno sicuramente scriverò ancora

mi fa piacere che ti sia un po' riconciliata con il mondo :-)

@Fedup, non sempre le persone fanno del proprio meglio e non sempre il proprio meglio è qualcosa di fatto almeno bene.

Essere riuscita ad ascoltare la famiglia e a lavorare insieme nonostante i problemi di relazione è indice di un proprio meglio fatto bene. E chi nel proprio meglio fa bene è una persona positiva.

Sono referente per il sostegno alle superiori con 40 alunni certificati: ho visto cose che voi umani......scherzi a parte, la vicenda raccontata qui è identica a quella vissuta da alcuni miei colleghi alle prese con una madre ossessivamente invadente. Per prima cosa dico ai miei colleghi di indirizzare la madre a me direttamente: io le spiego che i docenti di sostegno sono lieti di avere indicazioni che potranno essere integrate nella programmazione che è di competenza del CdC.....ma le indicazioni sono da considerarsi solo come informazioni, seppur importanti, e non possono trasformarsi tout court in azioni, senza una valutazione collegiale. Insomma, prima regola: utilizzare un linguaggio tecnico (anche se nel mio caso non conta molto, visto che la mamma in questione è un docente universitario...sic). Ringraziate per i suggerimenti ma non permettete di far fare le programmazioni direttamente dai genitori.