Per lalla, Paolo ed esperti: malattia e privacy

Vengo da un anno complesso a livello familiare che si è concluso con una separazione parecchio sofferta. La situazione mi ha portato un forte stress psicofisico e sono in cura da qualche mese con un antidepressivo, seguito anche da uno psicologo.
La cura sta andando bene e in questo momento non avrei problemi a rientrare a lavoro, ma lo specialista mi consiglia di rimanere a riposo almeno un mesetto. Il mio dubbio è la diagnosi. In più di dieci anni di carriera mi sarò assentato sì e no per qualche influenza stagionale, ma una situazione di questo tipo, in ambito scolastico, come dovrei gestirla?
a) il medico curante mi certifica come se nulla fosse che ho un o stato di ansia o di stress psicofisico (qualcuno leggerà tale diagnosi? cosa potrebbe comportarmi?)
b) chiedo un mesetto di aspettativa per motivi personali così non devo render nota a nessuno la diagnosi?
c) vado a lavoro anche se il medico dice che un mesetto di riposo mi gioverebbe?

spiderman ha scritto:Vengo da un anno complesso a livello familiare che si è concluso con una separazione parecchio sofferta. La situazione mi ha portato un forte stress psicofisico e sono in cura da qualche mese con un antidepressivo, seguito anche da uno psicologo.
La cura sta andando bene e in questo momento non avrei problemi a rientrare a lavoro, ma lo specialista mi consiglia di rimanere a riposo almeno un mesetto. Il mio dubbio è la diagnosi. In più di dieci anni di carriera mi sarò assentato sì e no per qualche influenza stagionale, ma una situazione di questo tipo, in ambito scolastico, come dovrei gestirla?
a) il medico curante mi certifica come se nulla fosse che ho un o stato di ansia o di stress psicofisico (qualcuno leggerà tale diagnosi? cosa potrebbe comportarmi?)
b) chiedo un mesetto di aspettativa per motivi personali così non devo render nota a nessuno la diagnosi?
c) vado a lavoro anche se il medico dice che un mesetto di riposo mi gioverebbe?

Il datore di lavoro non legge la parte "personale" del certificato medico. Il dato va nei sistemi telematici dell'INPS, ma non al datore di lavoro (ne sono sicuro al 99%).
Hai diritto alla malattia, prendila (a meno che non ci siano questioni lavorative per cui preferiresti non farlo, o comunque questioni di opportunità).
Non sei un assenteista, fai il tuo lavoro, hai avuto un momento difficile e meglio seguire quello che ti dicono, non ne vale la pena rischiare, prenditi il sicuro.
Ovviamente questo è un parere personale:)

È quel 99per cento che mi lascia nel dubbio. So di non essere un assenteista, in dieci anni sarà la prima vera assenza! Quel che mi rende perplesso è 1) se la preside ha quell un per cento di leggere la diagnosi (gia non le sono granché simpatico) 2) se una diagnosi del genere e il fatto che sia in cura con un farmaco possa avere ripercussioni nella nostra tipologia di lavoro

spiderman ha scritto:È quel 99per cento che mi lascia nel dubbio. So di non essere un assenteista, in dieci anni sarà la prima vera assenza!  Quel che mi rende perplesso è 1) se la preside ha quell un per cento di leggere la diagnosi (gia non le sono granché simpatico) 2) se una diagnosi del genere e il fatto che sia in cura con un farmaco possa avere ripercussioni nella nostra tipologia di lavoro

Sulla tipologia di farmaco: se lo stai già prendendo, ti chiederei "Come ti senti? Te la senti?". Il problema magari può arrivare nel momento in cui dovrai "scalare" la cura.
Sulla questione "privacy" dobbiamo aspettare un parere che sciolga il mio 1% di dubbio.

Per ora non mi sento male ma nemmeno in piena forma. Se il medico dice di aspettare a rientrare io lo ascolterei, anche se si trattasse solo di una bronchite. Cio che non mi è chiaro è se diagnosi di questo genere possono portare conseguenze nel nostro lavoro

spiderman ha scritto:Per ora non mi sento male ma nemmeno in piena forma.  Se il medico dice di aspettare a rientrare io lo ascolterei, anche se si trattasse solo di una bronchite. Cio che non mi è chiaro è se diagnosi di questo genere possono portare conseguenze nel nostro lavoro

Non sono un esperto ma alcune cose, per vari motivi, le conosco.
È difficile dire se ci sono conseguenze. Dipende da quali "sintomi" ti porta, nella vita quotidiana e lavorativa. Se il tuo rapporto con gli altri è sereno, ti senti tranquillo, non ci sono problemi. Se invece la situazione in cui sei pregiudica questo allora valuta. E ovviamente valuta con lo specialista, ma questo lo do per scontato.

O forse intendevi conseguenze "legali"?
Se il preside scoprisse il motivo non potrebbe fare niente. Il problema (ma si parla di cose a medio-lungo termine) ci potrebbero essere nel momento in cui ci fosse il dubbio che tu non sia in grado di tenere la classe, etc. Ma non dovresti neanche porti il problema, se vuoi un mio parere.
Se lo specialista ti ha consigliato di stare un mese tranquillo, stai un mese tranquillo. Poi torni, quando te la senti, e vedi come va.
Sono cose delicate e soprattutto personali, è fondamentale capire come ti senti tu.

Se mi sento in grado vado a lavoro, altrimenti il medico stesso non mi ci manda. Un po come quando hai qsiasi altra malattia. Il mio problema è capire se questa diagnosi messa x iscritto mi puo pregiudicare qcosa. Soprattutto in tempi di presidi "sceriffi"

spiderman ha scritto:Se mi sento in grado vado a lavoro, altrimenti il medico stesso non mi ci manda. Un po come quando hai qsiasi altra malattia.  Il mio problema è capire se questa diagnosi messa x iscritto mi puo pregiudicare qcosa. Soprattutto in tempi di presidi "sceriffi"

Io credo di no.
il problema è se la conseguenza della diagnosi è una impossibilità a svolgere il tuo lavoro.

Ma la preside o la segreteria la leggono?? Non c'è nessuno dei moderatori che lo sa per certo?

Non so cosa risponderti.. .
So solo che quando presentai in segreteria il certificato medico che attestava la 104 per mio padre, qui e ovunque, avevano ben specificato fosse obbligatorio solo il modulo con gli "omissis" senza specificata la patologia.
La mia segreteria pretese il modulo in chiaro.
Boh... Non era mica un segreto per quanto mi riguardava... Quindi ammetto di non aver nemmeno insistito.
Con l'aggravarsi della malattia iniziai a prendere tutti i giorni possibili ma la stessa scuola tra ds, vicepreside e colleghi mi venne incontro ben oltre i tre giorni di legge (cambi ora, sostituzioni agli esami, assenze da collegi...)
Mi chiedo ancora (e sia chiaro, non ho certezze e magari sto anche sbagliando di grosso), se mi fossi impuntata sul mantenere segreta la diagnosi (come da tutela di legge) sarei stata poi così, consentitemi, coccolata e tutelata anche a livello umano?
Mah... Non sempre il prossimo aspetta solo di vederci inciampare... A volte offrire fiducia genera fiducia...
In bocca al lupo per tutto

Crepi il lupo! Ma forse non mi sono spiegato. Non è che non mi fido, anzi sono fortunato a stare in un ambiente di lavoro in cui mi trovo bene. Io temo che se mettono nero su bisnco che ho uno stato di depressione et similia, posso avere conseguenze sul lavoro non perché la preside sia cattiva e trami contro di me, ma perché malattie simili possono essere un po come un marchio che ti porta conseguenze nel nostro lavoro.

Il certificato di malattia non arriva alla preside con la diagnosi per cui non farti tutte queste menate e pensa a guarire. Che tu abbia una depessione o le emorroidi lei/lui non lo saprà mai. Curati bene e fallo per te, prenditi il tempo che ti serve per stare meglio e tornare a scuola. In bocca al lupo ciao

Crepi il lupo. grazie Boston