Insegnante derisa ad Alessandria
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Insegnante derisa ad Alessandria
Promemoria primo messaggio :
Preside "Qualcuno poi ha ripreso con il cellulare mettendo in rete le immagini, le stesse poi tolte dai social“
e genitori "è assolutamente falso che filmati dell’accaduto siano stati postati sui social”
forniscono dettagli sulla vicenda...
Sono senza parole. Tutto e il contrario di tutto. Indifesi e Indifendibili.
Scrivo per dare un senso ad una azione che fra le mura scolastiche è ridotta ad uno dei tanti imprevisti del mestiere.
Perchè ci si scaglia contro chi maltratta un animale ma si tace quando è una persona.
Scrivo perchè credo che quella Insegnante, un po' debole, fragile, non sia capitata lì per caso ma per farci aprire questi benedetti occhi.
Scrivo perchè l'umiliazione provata da questa persona non sia cancellata con un colpo di spugna, giustificando ancora una volta quelli che non solo pensano di offendere un debole ma lo mettono in pratica e non lo fanno di notte in contesti disagiati o per fame ma alla luce del sole, per noia, con la pancia piena e il cuore vuoto.
Scrivere... forse non serve, forse ho sbagliato sezione, forse non mi sono presentato e forse ho sbagliato un congiuntivo, ma almeno non mi sono voltato dall'altra parte come chi mi ha detto o ha pensato: "forse non era adatta a fare l'insegnante..."
Perdonate lo sfogo...
Preside "Qualcuno poi ha ripreso con il cellulare mettendo in rete le immagini, le stesse poi tolte dai social“
e genitori "è assolutamente falso che filmati dell’accaduto siano stati postati sui social”
forniscono dettagli sulla vicenda...
Sono senza parole. Tutto e il contrario di tutto. Indifesi e Indifendibili.
Scrivo per dare un senso ad una azione che fra le mura scolastiche è ridotta ad uno dei tanti imprevisti del mestiere.
Perchè ci si scaglia contro chi maltratta un animale ma si tace quando è una persona.
Scrivo perchè credo che quella Insegnante, un po' debole, fragile, non sia capitata lì per caso ma per farci aprire questi benedetti occhi.
Scrivo perchè l'umiliazione provata da questa persona non sia cancellata con un colpo di spugna, giustificando ancora una volta quelli che non solo pensano di offendere un debole ma lo mettono in pratica e non lo fanno di notte in contesti disagiati o per fame ma alla luce del sole, per noia, con la pancia piena e il cuore vuoto.
Scrivere... forse non serve, forse ho sbagliato sezione, forse non mi sono presentato e forse ho sbagliato un congiuntivo, ma almeno non mi sono voltato dall'altra parte come chi mi ha detto o ha pensato: "forse non era adatta a fare l'insegnante..."
Perdonate lo sfogo...
Ultima modifica di Douarec il Gio Mar 29, 2018 8:23 pm - modificato 1 volta.
Douarec- Messaggi : 34
Data d'iscrizione : 04.07.16
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
Secondo me no . ma l'avrà sicuramente saputo prima che il video fosse messo su internet e avrà dato al compagno sicuramente l'approvazione . Sull'atteggiamento del collega Io penso questo: nella scuola dove se un ragazzo è maleducato e violento viene definito come BES , se il collega avesse raccontato l'accaduto , ci sarebbe stato sicuramente qualcuno che avrebbe avuto la bella idea di fare un bel PDP Al soggetto trovando la scusa di compatirlo, e di giustificarlo alla bisogna . Quindi il collega sarebbe stato ben rimproverato per non aver capito i reali il problemi del fanciullo. E allora avrà pensato di farsi i granc###u suoi. C'ha pensato lo sveltone del compagno a far emergere la veritàfranco71 ha scritto:Ma il bullo, secondo voi, sapeva di essere ripreso nelle sue gesta?
Sono dettagli che comunque inquadrano meglio l'episodio.
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
Per prevenire accuse di panegirici, buonismo et similia tengo a precisare una cosa: qualora, dopo la preannunciata bocciatura, ci fosse un ricorso legale, il giudice del TAR non sarà chiamato a giudicare quello che lo studente ha combinato, non sarà chiamato a giudicare quello che il consiglio di istituto ha deliberato, non sarà chiamato a giudicare quello che il consiglio di classe ha deciso dopo 5 ore di riunione ad aprile.
Dovrà solo basarsi su quello che il consiglio di classe ha discusso nel momento in cui ha decretato il 5 in condotta.
Dovrà solo basarsi su quello che il consiglio di classe ha discusso nel momento in cui ha decretato il 5 in condotta.
Tiria- Messaggi : 755
Data d'iscrizione : 21.06.17
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
giobbe ha scritto:
L'umiliazione del collega e la conseguente perdita della sua dignità nasce nel momento in cui non denuncia immediatamente, all'interno della sua scuola, questi comportamenti delinquenziali dei suoi alunni.
Se oggi molti episodi, anche datati, vengono alla ribalta è proprio grazie alla loro diffusione sui social.
Le domande che mi faccio e vi faccio è perché questi docenti subiscono in silenzio? Perché troppo volte la scuola sottovaluta tali episodi? Perché troppe volte i docenti che si lamentano vengano tacciati di incapacità dai suoi stessi colleghi?
Se il collega "immortalato" dal video non fa nulla è perché, per esperienza, sa che non servirà a nulla. Sa che la sua nota passerà inosservata, che se pretende un provvedimento il DS gli dirà che non sa tenere la classe.
Perché questa è la dirigenza scolastica attuale, in molti casi. Ho un DS che sistematicamente propone meno giorni di sospensione di quanti ne chiede il cdc, oltre a inventarsi capriole per svuotarle di significato.
Ultima modifica di mac67 il Sab Apr 21, 2018 8:26 pm - modificato 1 volta.
mac67- Messaggi : 7123
Data d'iscrizione : 09.04.12
Località : Pianeta Terra
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
Possono parlare solo gli insegnanti in servizio? Questa è bella. Non conoscerò direttamente come si comportano oggi gli alunni in classe ma ho una conoscenza approfondita di legislazione scolastica di cui ne vado fiero. Era solo questo l'appunto che sollevavo al collega di Lucca. Per il resto ha fatto benissimo a non reagire minimamente.lucetta10 ha scritto:
Non mi stupisco più di quanti leoni da tastiera girino su questo forum... perfino pensionati che in aula non ci sono più da tempo e che forse dovrebbero manifestare certezze meno granitiche...
Un problema di sempre, molto diffuso nella scuola, è che molti non conoscono la legislazione scolastica e fanno troppe cose in modo arbitrario.
Purtroppo non hai capito nulla di quello che ho scritto.lucetta10 ha scritto:Vediamo allora: la scuola degli "ignavi".
Te lo rispiego. Il docente, a prescindere dalla sua indole, è TENUTO a riferire episodi di una simile gravità. E' tenuto per legge, altrimenti è omissivo di un suo preciso dovere. Per riferire al DS quello che è accaduto non occorre essere un domatore di leoni, va bene anche una mezzacartuccia con il pacemaker.
Chi sono gli ignavi? Sono quei colleghi che una volta accertata una cosa del genere tendono subito a minimizzare se non a "denigrare" a loro volta il collega. E guarda che di colleghi pusillanimi ce ne sono tanti.
Ospite- Ospite
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
L'assurdità di tutte queste vicende risiede nella minore tutela del docente nel momento in cui svolge il proprio lavoro.
Paradossalmente, per questa specie involuta (e cornuta, mazziata, ecc...) di pubblico ufficiale, trovarsi tra le mura di un plesso scolastico espone direttamente a veri e propri soprusi perché, maledizione - dobbiamo dirlo - all'atto pratico in questo degrado i ruoli si invertono. I teppistelli lo hanno capito da tempo e ne approfittano.
L'ultimo articolo che rilancia la discussione
https://www.orizzontescuola.it/violenza-ai-docenti-serra-succede-solo-al-professionale-e-al-tecnico-questione-di-ceto-sociale/
forse generalizza fin troppo, ma non credo si distanzi molto da certe, specifiche realtà.
Nella posizione del docente - pubblico ufficiale, calato suo malgrado in determinati contesti è davvero difficilissimo districarsi.
Ci si ritrova meno garantiti, meno tutelati e più a rischio di ricadute in caso di "reazione" di qualsiasi genere. Anche avviare il lungo corso dei provvedimenti disciplinari previsti diventa una fatica spesso non ripagata con solidarietà rispetto e stima da colleghi e dirigente. Le possibili denunce, le difese, gli eventuali risarcimenti non scattano secondo automatismi previsti da apposite normative.
In tutto questo i ragazzini tirano la corda sempre il più possibile, azzardano al rilancio, esagerano ogni giorno di più con alcuni docenti, consapevoli che per loro alcune ricadute disciplinari potrebbero esserci, ma che in ogni caso la posizione più delicata resta quella dell'adulto in aula.
"Tenere la classe", quando non è una classe ma un covo di fancazzisti smartphonemuniti, che della lezione non sa cosa farsene, è diventata una roba che all'interno di una scuola non dovrebbe essere. In passato era inconcepibile, oggi semplicemente e tristemente... si cerca di resistere!
Paradossalmente, per questa specie involuta (e cornuta, mazziata, ecc...) di pubblico ufficiale, trovarsi tra le mura di un plesso scolastico espone direttamente a veri e propri soprusi perché, maledizione - dobbiamo dirlo - all'atto pratico in questo degrado i ruoli si invertono. I teppistelli lo hanno capito da tempo e ne approfittano.
L'ultimo articolo che rilancia la discussione
https://www.orizzontescuola.it/violenza-ai-docenti-serra-succede-solo-al-professionale-e-al-tecnico-questione-di-ceto-sociale/
forse generalizza fin troppo, ma non credo si distanzi molto da certe, specifiche realtà.
Nella posizione del docente - pubblico ufficiale, calato suo malgrado in determinati contesti è davvero difficilissimo districarsi.
Ci si ritrova meno garantiti, meno tutelati e più a rischio di ricadute in caso di "reazione" di qualsiasi genere. Anche avviare il lungo corso dei provvedimenti disciplinari previsti diventa una fatica spesso non ripagata con solidarietà rispetto e stima da colleghi e dirigente. Le possibili denunce, le difese, gli eventuali risarcimenti non scattano secondo automatismi previsti da apposite normative.
In tutto questo i ragazzini tirano la corda sempre il più possibile, azzardano al rilancio, esagerano ogni giorno di più con alcuni docenti, consapevoli che per loro alcune ricadute disciplinari potrebbero esserci, ma che in ogni caso la posizione più delicata resta quella dell'adulto in aula.
"Tenere la classe", quando non è una classe ma un covo di fancazzisti smartphonemuniti, che della lezione non sa cosa farsene, è diventata una roba che all'interno di una scuola non dovrebbe essere. In passato era inconcepibile, oggi semplicemente e tristemente... si cerca di resistere!
Ciccio.8- Messaggi : 3319
Data d'iscrizione : 24.02.15
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
Nei filmati si sente una ragazzina che ride di gusto. Se va male, BOCCIATA!
Ospite- Ospite
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
Michele Serra, giornalista di "Repubblica", è stato criticato e accusato di razzismo (da quale pulpito!) da Salvini perché ha detto che tali episodi estremamente gravi non si verificano nei licei scientifici e classici, poiché l'educazione e la padronanza dei gesti è direttamente proporzionale al ceto sociale.
Ora, non ha detto forse qualcosa che in grande misura è vera? E' chiaro che la diretta proporzionalità di cui parla è forse solo in parte vera, esistono anche i figli di papà arroganti e viziati, ma non credo che sia una teoria così campata in aria, infatti l'arretratezza e il degrado sociale sono da sempre un fertile humus per il crimine e la devianza sociale.
Ora, non ha detto forse qualcosa che in grande misura è vera? E' chiaro che la diretta proporzionalità di cui parla è forse solo in parte vera, esistono anche i figli di papà arroganti e viziati, ma non credo che sia una teoria così campata in aria, infatti l'arretratezza e il degrado sociale sono da sempre un fertile humus per il crimine e la devianza sociale.
Scuola70- Messaggi : 1434
Data d'iscrizione : 28.02.14
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
seasparrow ha scritto:il problema principale e' l'asimmetria di comportamento: anche i piu' problematici scelgono alcuni insegnanti con i quali si comportano bene e cosi' il fronte insegnanti viene apposta rotto
Verissimo, anche questo fenomeno è rilevante ma sempre poco affrontato nei consigli di classe.
Ciccio.8- Messaggi : 3319
Data d'iscrizione : 24.02.15
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
Scuola70 ha scritto:Michele Serra, giornalista di "Repubblica", è stato criticato e accusato di razzismo (da quale pulpito!) da Salvini perché ha detto che tali episodi estremamente gravi non si verificano nei licei scientifici e classici, poiché l'educazione e la padronanza dei gesti è direttamente proporzionale al ceto sociale.
Ora, non ha detto forse qualcosa che in grande misura è vera? E' chiaro che la diretta proporzionalità di cui parla è forse solo in parte vera, esistono anche i figli di papà arroganti e viziati, ma non credo che sia una teoria così campata in aria, infatti l'arretratezza e il degrado sociale sono da sempre un fertile humus per il crimine e la devianza sociale.
Serra ha anche precisato che, per motivi di spazio, ha semplificato, ovviamente. Ma ritengo che quel che ha detto, nell'Amaca e ancora di più nella replica, sia corretto.
mac67- Messaggi : 7123
Data d'iscrizione : 09.04.12
Località : Pianeta Terra
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
E' vero l'insegnante non è un domatore di leoni e certamente il docente non deve cedere alle provocazioni,però io mi chiedo quanto conti in tutta questa vicenda il fatto che in molti istituti si promuovono studenti solo per non perdere la classe con conseguente perdita di posti nell'organico.lucetta10 ha scritto:giobbe ha scritto:L'umiliazione del collega e la conseguente perdita della sua dignità nasce nel momento in cui non denuncia immediatamente, all'interno della sua scuola, questi comportamenti delinquenziali dei suoi alunni.lucetta10 ha scritto:franco71 ha scritto:Speriamo sia effettivamente vero. Nel caso lo fosse, dimostra che l'uso "didattico" dello smartphone e i social hanno permesso questo (detto con un pò di goliardia). Senza il video ed il tam-tam mediatico l'episodio sarebbe rimasto recluso in un'aula o nella scuola.
Gli alunni in questione sono stati colpiti nel loro lato narcisistico.
Senza il video ed il tam tam mediatico non avremmo avuto la totale umiliazione del collega, non solo di fronte alla classe, non solo di fronte alla scuola, ma, immagino, di fronte alla sua famiglia, alla sua comunità, perfino a noi colleghi digitali di un forum.
Francamente non mi pare sia cosa per cui osannare le magnifiche sorti e progressive
Se oggi molti episodi, anche datati, vengono alla ribalta è proprio grazie alla loro diffusione sui social.
Le domande che mi faccio e vi faccio è perché questi docenti subiscono in silenzio? Perché troppo volte la scuola sottovaluta tali episodi? Perché troppe volte i docenti che si lamentano vengano tacciati di incapacità dai suoi stessi colleghi?
Io sono contro all'uso dello smartphone in classe ma, come il boomerang, quello che viene filmato e portato in rete dai ragazzi gli si rivolta contro. E' proprio grazie a questi filmati che la scuola degli ignavi sta venendo allo scoperto.
Mettiamo le videocamere in classe perché. oggi come oggi, sono l'unica garanzia per i docenti responsabili, che sanno benissimo che non hanno nulla da temere da esse.
Non mi stupisco più di quanti leoni da tastiera girino su questo forum... perfino pensionati che in aula non ci sono più da tempo e che forse dovrebbero manifestare certezze meno granitiche...
Vediamo allora: la scuola degli "ignavi".
Non so tu, ma personalmente non sono stata assunta per fare la domatrice di leoni, non ho il fisico, non ho l'educazione, non ho studiato per questo, non ho e non ho mai avuto, neanche quando l'età avrebbe potuto giustificarlo, la voglia di contrappormi a un branco di 20 sedicenni esaltati che mi minacciano con un casco tra gli schiamazzi, né per la strada, né (men che meno) tra le quattro mura di una scuola. Il filmato mi genera impressione, non sarei voluta essere nelle condizioni del collega, non ho la certezza di dire come avrei reagito, capisco che si sia spaventato, e che poi si sia vergognato, lui, sessantenne uomo fatto, di raccontare/denunciare amabilmente in sala professori di aver subito un'aggressione di quel tipo, che proprio l'umiliazione dell'aggredito cercava di perseguire.
Immagino e compiango il suo disagio a tornare a lavorare dopo che tutti i telegiornali del regno lo hanno mostrato in un tale stato di soggezione. La giustizia è arrivata, proprio perché la giustizia difende i deboli, ed essere deboli non è assolutamente una prerogativa che impedisca di essere un bravo docente (oltre che un brav'uomo), come non lo è essere disabile (come la collega simpaticamente "legata"), o depressa, o fragile. Non si può pretendere che un insegnante abbia prerogative personali che non si legano all'esercizio della sua professione. Gli atteggiamenti di cui discutiamo sono al di fuori della normalità, sono abnormi, e chiunque si permetta giudizi sulla reazione di un insegnante in simili circostanze fa un errore clamoroso.
Si tratta di episodi che vanno trattati come criminalità comune, che non hanno nulla a che vedere con la scuola perché a scuola non si agisce come criminali da strada. Possiamo semmai riflettere sul fatto che trovarsi a scuola non suscita nessun timore, e che la scuola sia ormai come la strada.
Le vittime non hanno, solo perché insegnanti, un maggiore obbligo di compostezza, possono, legittimamente (e più legittimamente semmai, visto che a scuola NON DOVREBBE MAI succedere e la maggior parte degli insegnanti non si augura certo che succeda), intimorirsi, chiudersi in un silenzio spaventato, non riuscire a reagire.
Un dato mi pare impressionante di questa, come di altre discussioni. Ci si domanda "Perché troppe volte i docenti che si lamentano vengano tacciati di incapacità dai suoi stessi colleghi", ma poi si biasima apertamente chi subisce l'aggressione senza contrapporsi efficacemente, chi non denuncia l'aggressione (facendone addirittura dipendere la sua dignità!), in buona sostanza si biasima la vittima, prima troppo debole, poi troppo intimorita.
E alla fine ci si chiede con candore "ma perché non ci ha raccontato tutto?"... noi lo avremmo capito e difeso... quel poveretto cagasotto!
La verità va detta fino in fondo,quando gli studenti vedono che alla fine se la cavano con qualche debito e tutto finisce a tarallucci e vino la faranno sempre più grossa
Ospite- Ospite
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
Il problema principale,specie nei professionali,è che si mettono assieme tutti quegli studenti che già al primo grado andavano male e che hanno zero voglia di studiare.Scuola70 ha scritto:Michele Serra, giornalista di "Repubblica", è stato criticato e accusato di razzismo (da quale pulpito!) da Salvini perché ha detto che tali episodi estremamente gravi non si verificano nei licei scientifici e classici, poiché l'educazione e la padronanza dei gesti è direttamente proporzionale al ceto sociale.
Ora, non ha detto forse qualcosa che in grande misura è vera? E' chiaro che la diretta proporzionalità di cui parla è forse solo in parte vera, esistono anche i figli di papà arroganti e viziati, ma non credo che sia una teoria così campata in aria, infatti l'arretratezza e il degrado sociale sono da sempre un fertile humus per il crimine e la devianza sociale.
In pratica i professionali,l'IPSIA in particolare,sono un posto dove si raccolgono gli studenti più scarsi in assoluto.
Ora,logicamente,mancando totalmente delle basi e non avendo alcuna voglia di aprire un libro,questi in classe si annoiano,le lezioni non le capiscono e quindi finiscono con lo scherzare fra loro,poi siccome sono sempre ragazzi e spesso anche molto maleducati non hanno il senso del limite.
A questo si è aggiunta la scuola dei pedagogisti che dice che è sempre colpa del professore mentre loro,gli studenti,poverini,se sono così è perchè sono demotivati e non ottengono stimoli adeguati dal quel cretino che è in cattedra.
L'insieme di tuttociò oltre alla paura di bocciare troppo e trovarsi perdenti posto sballottati chissà dove ha fatto il resto.
Non sono d'accordo con Serra perchè anche molti anni fa nei tecnici e ancor di più nei professionali non trovavi i figli di papà,solo che se facevan i bulletti c'erano le punizioni adeguate.
Ospite- Ospite
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
franco71 ha scritto:
In questo tipo di scuole non ti aspetti certo il fior fiore della borghesia, per usare le desuete categorie ottocentesche usate da Serra. però ci sono tantissimi "bravi" ragazzi/e, per i quali certamente lo studio non rappresenta il punto forte ma che non sono assolutamente animali sociali nel senso dispregiativo del termine.
Quoto.
franco71 ha scritto:Purtroppo le situazioni delinquenziali che si creano sono dovute a minoranze che prendono in ostaggio una classe/scuola intera con le conseguenze viste e, per (s)fortuna, il risveglio tardivo della classe docente+DS. Sono necessarie, in prima battuta, delle serie strategie educative per contrastare questi fenomeni, e se queste falliscono si prende atto prima di tutto del fallimento dei ragazzi (con le conseguenze del caso) e poi di quello dei docenti.
Stra-quoto!
Ciccio.8- Messaggi : 3319
Data d'iscrizione : 24.02.15
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
io insegno sia un un tecnico che in un professionale. A volte ho lezione nello stesso giorno nei due. Dal professionale al tecnico sembra di essere su un altro pianeta. Purtroppo. Eppure quei pochi del professionale che sono tranquilli, sono davvero bravi e mi chiedo che di facciano li'. Purtroppo molti di essi col passare dei mesi si lasciano trascinare dagli altri. Un peccato.
marialina- Messaggi : 515
Data d'iscrizione : 21.10.17
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
E comunque, vista la bufera sulle affermazioni di Serra, mi piacerebbe che venisse chiarito che cosa si intenda esattamente per "ceto sociale", e se ci si riferisce in particolare al livello di benessere economico o a quello di formazione culturale, visto che queste due categorie non sono più coincidenti, (casomai qualcuno non se ne fosse ancora accorto).
Perché fino a 20 o 30 anni fa si faceva presto a dire che c'era "la borghesia", che deteneva in esclusiva sia i privilegi del benessere economico, sia quelli della cultura, come se le due cose fossero indissolubili e quasi indistinguibili.
Era realistico (anche se non sempre automatico, al netto dei casi individuali) pensare che avere più soldi volesse dire avere un livello culturale più elevato, svolgere professioni più prestigiose, avere ruoli attivi nella società civiile, e anche vivere in un contesto normato da regole formali e del tutto disabituato alla violenza fisica, alle faide personali e all'illegalità spicciola... mentre essere poveri voleva dire essere ignoranti, rozzi e arretrati, e destinati ad allevare figli con quelle stesse caratteristiche e abitudini.
Ma mi pare che oggi ci sia un significativo scollamento tra le due cose, e che il concetto di "ceto sociale" in termini complessivi non abbia più senso.
Perché la borghesia tradizionale di cui sopra è ridotta a quatto gatti (e non dico che sia un male, eh),
mentre tra le nuove tipologie di famiglie, che hanno prodotto il nostro campionario di alunni, abbiamo sicuramente:
- notevoli percentuali di truzzi madornali che non hanno nemmeno un libro in casa ma che economicamente se la passano benissimo grazie a piccole fortune di attività in proprio andate bene...
- e anche notevoli percentuali di plurilaureati raffinatissimi, che hanno dedicato la vita allo studio e alla cultura, e che educano i loro figli in tal senso, ma che adesso arrancano con modestissimi stipendi da precari a 50 anni (magari anche per non aver voluto cedere a compromessi di corruzione e di lecchinaggio).
Quando si dice che in certe scuole si concentrano i figli delle "famiglie bene", e nelle altre si concentrano i figli delle famiglie di ceto marginale e subalterno, cosa si intende esattamente?
Perché fino a 20 o 30 anni fa si faceva presto a dire che c'era "la borghesia", che deteneva in esclusiva sia i privilegi del benessere economico, sia quelli della cultura, come se le due cose fossero indissolubili e quasi indistinguibili.
Era realistico (anche se non sempre automatico, al netto dei casi individuali) pensare che avere più soldi volesse dire avere un livello culturale più elevato, svolgere professioni più prestigiose, avere ruoli attivi nella società civiile, e anche vivere in un contesto normato da regole formali e del tutto disabituato alla violenza fisica, alle faide personali e all'illegalità spicciola... mentre essere poveri voleva dire essere ignoranti, rozzi e arretrati, e destinati ad allevare figli con quelle stesse caratteristiche e abitudini.
Ma mi pare che oggi ci sia un significativo scollamento tra le due cose, e che il concetto di "ceto sociale" in termini complessivi non abbia più senso.
Perché la borghesia tradizionale di cui sopra è ridotta a quatto gatti (e non dico che sia un male, eh),
mentre tra le nuove tipologie di famiglie, che hanno prodotto il nostro campionario di alunni, abbiamo sicuramente:
- notevoli percentuali di truzzi madornali che non hanno nemmeno un libro in casa ma che economicamente se la passano benissimo grazie a piccole fortune di attività in proprio andate bene...
- e anche notevoli percentuali di plurilaureati raffinatissimi, che hanno dedicato la vita allo studio e alla cultura, e che educano i loro figli in tal senso, ma che adesso arrancano con modestissimi stipendi da precari a 50 anni (magari anche per non aver voluto cedere a compromessi di corruzione e di lecchinaggio).
Quando si dice che in certe scuole si concentrano i figli delle "famiglie bene", e nelle altre si concentrano i figli delle famiglie di ceto marginale e subalterno, cosa si intende esattamente?
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
Michele Serra ovviamente sbaglia e riduce tutto a categorie oggi quasi inesistenti.
Oltre ai due esempi di nuove tipologie di famiglie ricordate c'era, come penso ci sia ancora, la categoria dei poco istruiti ma forti di una solida cultura, perché - ricordiamolo - antropologicamente per cultura non si intende solo e soltanto istruzione scolastica ma valori, usi e tradizioni condivise. Un insieme articolato di comportamenti dati come esempio ai propri figli, trasmessi come strumenti educativi utilissimi per instradare verso vite con carriere scolastiche, lavori ed esperienze "migliori".
Purtroppo quello che oggi accade, in certe classi della scuola dell'obbligo sino a 16 anni, è di ritrovarsi ragazzi costretti a frequentare, totalmente disinteressati all'istruzione e, molto più in generale, a questo miglioramento. Anzi... si tratta spesso di giovani che hanno già attraversato diverse difficoltà (non solo scolastiche) con alle spalle genitori assenti o ancora più disinteressati dei figli alle conseguenze future di certi atteggiamenti, se non addirittura essere per loro dei veri e propri cattivi esempi.
Ritorniamo cioè sul discorso tante volte fatto e che ricordavamo anche negli ultimi commenti. Si ritrovano pochi soggetti, che appaiono irrecuperabili e che se anche recuperabili non possono esserlo a cura della scuola in un contesto classe. Perché quello che tali giovani virgulti sono invece in grado di fare, benissimo e velocemente, è guastare l'apprendimento di tanti coetanei così come il lavoro e le giornate dei malcapitati docenti.
Quello che mi preoccupa di più in questi contesti è la "zona grigia" costituita da quei ragazzi che sanno come dovrebbero comportarsi che però, non solo cedono al cazzeggio facile lasciandosi trascinare anche in cose da denuncia, ma persino documentano, filmano, condividono, commentano con allegria questo loro degrado.
Oltre ai due esempi di nuove tipologie di famiglie ricordate c'era, come penso ci sia ancora, la categoria dei poco istruiti ma forti di una solida cultura, perché - ricordiamolo - antropologicamente per cultura non si intende solo e soltanto istruzione scolastica ma valori, usi e tradizioni condivise. Un insieme articolato di comportamenti dati come esempio ai propri figli, trasmessi come strumenti educativi utilissimi per instradare verso vite con carriere scolastiche, lavori ed esperienze "migliori".
Purtroppo quello che oggi accade, in certe classi della scuola dell'obbligo sino a 16 anni, è di ritrovarsi ragazzi costretti a frequentare, totalmente disinteressati all'istruzione e, molto più in generale, a questo miglioramento. Anzi... si tratta spesso di giovani che hanno già attraversato diverse difficoltà (non solo scolastiche) con alle spalle genitori assenti o ancora più disinteressati dei figli alle conseguenze future di certi atteggiamenti, se non addirittura essere per loro dei veri e propri cattivi esempi.
Ritorniamo cioè sul discorso tante volte fatto e che ricordavamo anche negli ultimi commenti. Si ritrovano pochi soggetti, che appaiono irrecuperabili e che se anche recuperabili non possono esserlo a cura della scuola in un contesto classe. Perché quello che tali giovani virgulti sono invece in grado di fare, benissimo e velocemente, è guastare l'apprendimento di tanti coetanei così come il lavoro e le giornate dei malcapitati docenti.
Quello che mi preoccupa di più in questi contesti è la "zona grigia" costituita da quei ragazzi che sanno come dovrebbero comportarsi che però, non solo cedono al cazzeggio facile lasciandosi trascinare anche in cose da denuncia, ma persino documentano, filmano, condividono, commentano con allegria questo loro degrado.
Ciccio.8- Messaggi : 3319
Data d'iscrizione : 24.02.15
Re: Insegnante derisa ad Alessandria
E io quoto la dis-quotatura.c'è un limite a tutto ha scritto:Io disquoto.Ciccio.8 ha scritto:franco71 ha scritto:Purtroppo le situazioni delinquenziali che si creano sono dovute a minoranze che prendono in ostaggio una classe/scuola intera con le conseguenze viste e, per (s)fortuna, il risveglio tardivo della classe docente+DS. Sono necessarie, in prima battuta, delle serie strategie educative per contrastare questi fenomeni, e se queste falliscono si prende atto prima di tutto del fallimento dei ragazzi (con le conseguenze del caso) e poi di quello dei docenti.
Stra-quoto!
Si può parlare di fallimento se il successo era possibile e se non si è raggiunto; la formica fallisce nella sua lotta se viene pestata da un elefante ?
In quello specifico caso chi doveva educare e non lo ha fatto a dovere ? Quel docente ? Quel consiglio di classe ? Tutti i docenti che quel ragazzo ha avuto dall'asilo alle superiori ?
Secondo me i genitori e nessun altro.
Basta caricarci di responsabilità che non abbiamo: dobbiam attuare strategie educative, se gli studenti sono disinteressati è perché non sappiamo catturare l'attenzione...
Questa è la vera rovina della scuola e della società. Il nostro compito è istruire. Fargli imparare quante più nozioni possibile: basta anche con le competenze, che diamine!
Quando ci facevano studiare e lavorare sodo sugli argomenti, sulle nozioni, fregandosene altamente di quanto sapessimo "stare in compagnia", "imparare ad imparare", accendere un PC, ma puntando solo a farci prendere padronanza della disciplina, il diploma quinquennale aveva valore.
Ora il livello di cultura dei nostri studenti in uscita è rovinosamente crollato, e questo è un male per la società, per la capacità produttiva e la competitività delle nostre aziende.
Dobbiamo tornare al nostro vero ruolo: insegnare. Certo che tengo conto delle nuove conoscenze sui DSA, certo che tengo conto degli aspetti psicologici degli studenti, ma solo per favorire un buon clima in classe, per INSEGNARE di più.
Ora invece siamo caricati di 1000 incombenze, tra cui l'educazione, che spetterebbe alla famiglia, e siamo schiacciati da questo fardello che non dovrebbe competerci, ma mette seriamente in discussione il nostro lavoro.
La debolezza della nostra posizione è evidente in questi episodi: se uno di noi facesse gesti paragonabili a quanto hanno fatto questi magnifici esemplari di studenti, verebbe (giustamente) licenziato.
Questi dovrebbero essere ESPULSI da qualsiasi scuola, senza discussioni, senza la necessità di un cdc di 5 ore.
Se li tengano il loro genitori: dovrebbero poter prendere il diploma solo da privatisti. Invece sono sempre lì, e c'è il caso che la facciano franca.
dubitoergosum- Messaggi : 1923
Data d'iscrizione : 04.09.10
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