Compito di realtà

Promemoria primo messaggio :

Ciao a tutti , non sapevo dove postare questa domanda ... insegno in una scuola media vorrei chiedere se è obbligatorio far fare il compito di realtà agli alunni...

Un saluto a tutti.
Entro nel forum e mi imbatto in una quantità di stimolazioni che mi potrebbe soverchiare ;-)
In questo caso il tema dei compiti di realtà mi intriga proprio. Questa triste gestione della scuola non sa cosa inventarsi per acquisire credibilità e stupire.
Questi compiti di realtà sono ancora i vecchi esercizi che si son sempre fatti, ma questa volta devono essere contestualizzati in modo più "reale" (ecco la gita in treno in un luogo attualissimo che ha il suo sito internet ecc.ecc.).
Va detto però che la realtà è solo quella che ci abbisogna (!?). Quindi paradossalmente un compito di realtà può essere anche la frequentazione di giochi di ruolo svolti al nostro computer. Ciò che caratterizza la realtà è la motivazione che abbiamo verso essa. Se non mi frega nulla della gita a Milanounica la proposta non costituirà un serio banco di prova per misurare la mia predisposizione al compito di realtà!
Il compito di realtà se non smuove la motivazione, non è tale.
Alcuni (molti?) insegnanti  probabilmente confondono la motivazione a svolgere un compito di realtà con la motivazione necessaria per prendere  una buona votazione nello svolgimento del compito stesso.
Ecco il problema!
Questa confusione mina drasticamente il senso dell'andare a scuola.
Per qualcuno il vero compito di realtà è venire a capo dei propri studi (essere promosso). A questo punto, per riuscire nell'impresa, ogni escamotage è utile (copiare, studiare solo per le programmate, ecc), ma le conoscenze (o competenze che dir di voglia) rimangono vaghe se non nulle, al massimo fini a se stesse.

macro ha scritto:Un saluto a tutti.
Entro nel forum e mi imbatto in una quantità di stimolazioni che mi potrebbe soverchiare ;-)
In questo caso il tema dei compiti di realtà mi intriga proprio. Questa triste gestione della scuola non sa cosa inventarsi per acquisire credibilità e stupire.
Questi compiti di realtà sono ancora i vecchi esercizi che si son sempre fatti, ma questa volta devono essere contestualizzati in modo più "reale" (ecco la gita in treno in un luogo attualissimo che ha il suo sito internet ecc.ecc.).


Va detto però che la realtà è solo quella che ci abbisogna (!?). Quindi paradossalmente un compito di realtà può essere anche la frequentazione di giochi di ruolo svolti al nostro computer. Ciò che caratterizza la realtà è la motivazione che abbiamo verso essa. Se non mi frega nulla della gita a Milanounica la proposta non costituirà un serio banco di prova per misurare la mia predisposizione al compito di realtà!
Il compito di realtà se non smuove la motivazione, non è tale.
Alcuni (molti?) insegnanti  probabilmente confondono la motivazione a svolgere un compito di realtà con la motivazione necessaria  per prendere  una buona votazione nello svolgimento del compito stesso.
Ecco il problema!
Questa confusione mina drasticamente il senso dell'andare a scuola.
Per qualcuno il vero compito di realtà è venire a capo dei propri studi (essere promosso). A questo punto, per riuscire nell'impresa, ogni escamotage è utile (copiare, studiare solo per le programmate, ecc), ma le conoscenze (o competenze che dir di voglia) rimangono vaghe se non nulle, al massimo fini a se stesse.

Lo dico anche a te: se i cosiddetti " compiti di realtà " non
ti convincono, puoi benissimo non farli fare, anche se tu fossi l' unico insegnante della scuola a non cogliere le maravigliose opportunità formative che i suddetti compiti realistici rappresentano.A tutt'oggi queste cose non le decidono né i dirigenti né gli organi collegiali( distinzione quasi sempre formale), ma il singolo docente.

[quote="balanzoneXXI"]

macro ha scritto:

Lo dico anche a te: se i cosiddetti " compiti di realtà " non
ti convincono, puoi benissimo non farli fare, anche se tu fossi l' unico insegnante della scuola a non cogliere le maravigliose opportunità formative che i suddetti compiti realistici rappresentano.A tutt'oggi queste cose non le decidono né i dirigenti né gli organi collegiali( distinzione quasi sempre formale), ma il singolo docente.

Sì, sì, non li faccio fare. Ma la mia preoccupazione è che se ne parla e che si perde tempo a teorizzarli o a praticarli.
Non mi basta sapere che si è liberi di farli o non farli.
Con le argomentazioni che ho portato, volevo convincere tutti a non farli.
Anche i terrapiattisti sono liberi di esserlo (solo il fascismo è vietato oggi in Italia).
Ma vuoi vedere che se non porti le giuste argomentazioni un domani devo obbedire a qualche terrapiattista?
Ecco, facevo della prevenzione....

E oggi, comunque, nella scuola, c'è già chi obbedisce alle leggi dei compiti di realtà (tra cui, in parte, la persona che ha avviato questo topic)

" C' e' gia' chi obbedisce alle leggi dei compiti di realta'".

Queste leggi non esistono.

o_O
Ai confini dei compiti di realtà!