Alunno adhd nullafacente

salve a tutti,
ho un alunno di terza media con diagnosi e pei per disturbo dell'attenzione e iperattività (che in realtà mascherano una situazione familiare catastrofica). Con i suoi tempi e i suoi modi nei primi due anni ha comunque lavorato, dimostrando anche una certa intelligenza e raggiungendo buoni risultati didattici. Quest'anno, anche per la mancata assegnazione dell'AEC che lo segue da anni e per il cambio del docente di sostegno, ha deciso che nella mia disciplina non avrebbe fatto nulla. Oltre a disturbare la lezione e i compagni non esegue né l'attività laboratoriale né studia a casa; fa qualcosa, un 10% di quanto potrebbe, solo se guidato con continui incoraggiamenti e rimproveri dal professore di sostegno. Poiché non raggiunge gli obiettivi minimi previsti dal PEI nella disciplina, ho iniziato a segnalare il suo rendimento con delle insufficienze. Con lui non funziona né la linea morbida, che scambia come autorizzazione a disturbare e non fare nulla, né la linea dura. Cosa fareste al posto mio?

A me è capitato un caso simile (ma di altra disabilità) in cui l'alunno, sempre in terza, anziché migliorare nel tempo ha dato evidenti segni di regressione mentre al contempo aumentavano gli episodi di escandescenza in classe o di aggressività di fronte a situazioni di conflitto o di impegno.
Nel tuo caso, da ciò che evidenzi, questo è dovuto -anche- al fatto che non ha più le figure di riferimento che evidentemente lo tranquillizzavano da un lato , e lo motivavano maggiormente dall'altra alla partecipazione, dunque credo che tu debba in ogni caso tenerne conto quando segnali le insufficienze.

Nel caso di cui sono stata testimone, non esisteva neppure questa attenuante, ma considerando la sua situazione, anche dal punto di vista familiare, e le poche prospettive in caso di non ammissione,  ho pensato di non mostrarmi eccessivamente rigida. I colleghi del sostegno hanno lavorato per lui, in molti casi, forse sbagliando. Io, nella mia materia mi sono fermata alla sufficienza stretta. Ma sai che penso, ogni caso è a sé...la relazione con i compagni di classe era molto forte, e da un punto di vista emotivo il ragazzo ne avrebbe risentito non poco. Non posso dare consigli in generale, ho poca competenza (cmq, gli obiettivi si possono modificare, non sono immutabili, andrebbero però discussi in cdc e con la famiglia).

Gli alunni ADHD hanno come dovreste sapere un handicap (del resto si parla di PEI), ma  il problema è molto più serio di quanto pensiate, la situazione familiare c'entra meno di quanto si creda e secondo me (ma molti studi lo confermano) non è affatto la causa del disturbo, il guasto è nelle funzioni esecutive della corteccia prefrontale, il soggetto ADHD non ha sviluppato le sinapsi necessarie per avere un'attenzione e una capacità di pianificazione nella norma. C'è un'alterazione neurobiologica che interferisce con tutto il percorso di apprendimento, in maniera molto più grave di qualsiasi DSA. Quindi è abbastanza normale che sia demotivato a studiare, poiché l'attenzione gli comporta una fatica molto superiore ad un soggetto normodotato, com'è anche comprensibile che abbia reazioni aggressive poiché si sente giudicato per un qualcosa che lui non vorrebbe affatto avere e che lo fa sentire inadeguato, diverso, malato.

Gli ADHD, a meno che non ci siano altre problematiche, generalmente hanno un PDP, non certo un PEI (non parliamo infatti di handicap).

Io davo per pacifico che nel caso riferito dall'autore del thread, il ragazzo iperattivo abbia anche altre problematiche specifiche per le quali viene richiesto il sostegno e la figura AEC; ovvio. Diversamente, dovrei pensare a un thread "tranello", postato con l'intento di stimolare i lettori a trovare l'errore nel testo, al pari di ciò che avveniva in una famosa rivista di enigmistica.

Ho dato anche per scontato che il ragazzo non abbia (o che perlomeno, non siano esclusivi) i problemi di natura neurobiologica riferiti da scuola70, visto che il ragazzo, ormai in terza, negli anni precedenti non dimostrava lo stesso atteggiamento disinteressato, secondo quanto riferisce herman.

Detto ciò, con l'occasione vorrei anche chiedergli se i problemi attuali siano riscontrabili soltanto nella sua materia o se anche in altre discipline si verificano episodi simili; perché già questa è una grande differenza per capire in modo più approfondito la questione.

Non ho certo scritto per scatenare flame o per innescare una caccia all'errore, ma per chiedere consigli.
Devo correggere Big MEC: l'adhd, quando va oltre un certo livello, assume un carattere invalidante e si classifica come disturbo neurologico grave, spesso in comorbilità con altre patologie; in tali casi di adhd grave è prevista l'assegnazione del sostegno, che l'alunno in questione ha almeno dalla prima media.
La tesi di scuola70 è vera solo in parte, in quanto il comportamento e il rendimento dell'alunno sono costantemente peggiorati nel corso dei tre anni, in parte per i mutamenti ormonali dovuti all'adolescenza, in parte per il forte peggioramente del già non semplice quadro familiare, in parte per la diversa efficacia degli insegnanti di sostegno che si sono susseguiti: tutto ciò rende insufficiente una spiegazione solo neurobiologica del disturbo.
Rispondendo a sempreconfusa1: i problemi non ce li ha solo nella mia materia, ma molti colleghi hanno scelto di far finta che tutto vada bene, anche se poi nei corridoi confermano che l'alunno anche con loro non fa niente e disturba. L'atteggiamento oppositivo inoltre ce l'ha anche in altre discipline.

Sì, infatti ho scritto "generalmente". Più che altro rispondevo a Scuola70 che, anche in un altro topic, ha definito gli ADHD portatori di handicap con 104 e PEI senza se e senza ma. Io finora ho avuto solo (tanti) ADHD con PDP, a parte uno con compromissioni neurobiologiche irreversibili e a cui nel tempo è stato riconosciuto il SOS.

Dipende dal livello cognitivo, io ne ho uno che non avrà mai il sostegno perché intelligente sopra la media, secondo le batterie dei test. Non sta attento mai, parla, fa anche versi e coinvolge i compagni più deboli. L'unica via che ho trovato è renderlo il primo protagonista quando iniziamo un'attività (lettura, discussione...), cosa che lo rende impegnato prima e allunga i tempi di attenzione dopo. Non ho risolto del tutto, ma del resto non è possibile.

In presenza di un cdc poco compatto si può fare poco: se altri docenti, pur avendo lo stesso problema non sono disposti a rilevarlo, o a considerarlo come invece tu lo annoti, non ti rimane altro che segnalare il peggioramento nella tua materia, perché difficilmente il pei può essere modificato se non si raggiunge un accordo comune e con la famiglia. Se dovesse avere molte insufficienze, però non si è disposti a darle, non c'è molto da fare.
Ti rimane l'insegnante di sostegno: se ci saranno progressi, grazie al suo aiuto, meglio (a questo proposito potresti anche prevedere un percorso da fare da solo con l'insegnante, se in classe non gli va di lavorare e più che altro disturba); se invece non si riesce a progredire, almeno sarete in due a segnalarlo, per quanto riguarda la tua materia. Comunque l'insegnante di sostegno dovrebbe informare delle problematiche insorte tutto il cdc. L'ha fatto? E' stato verbalizzato qualcosa in merito? Anche i tentativi messi in atto andrebbero sottolineati.

edit: è uscito un doppione; chiedo scusa e cancello.

herman il lattoniere ha scritto:Non ho certo scritto per scatenare flame o per innescare una caccia all'errore, ma per chiedere consigli.
Devo correggere Big MEC: l'adhd, quando va oltre un certo livello, assume un carattere invalidante e si classifica come disturbo neurologico grave, spesso in comorbilità con altre patologie; in tali casi di adhd grave è prevista l'assegnazione del sostegno, che l'alunno in questione ha almeno dalla prima media.
La tesi di scuola70 è vera solo in parte, in quanto il comportamento e il rendimento dell'alunno sono costantemente peggiorati nel corso dei tre anni, in parte per i mutamenti ormonali dovuti all'adolescenza, in parte per il forte peggioramente del già non semplice quadro familiare, in parte per la diversa efficacia degli insegnanti di sostegno che si sono susseguiti: tutto ciò rende insufficiente una spiegazione solo neurobiologica del disturbo.
Rispondendo a sempreconfusa1: i problemi non ce li ha solo nella mia materia, ma molti colleghi hanno scelto di far finta che tutto vada bene, anche se poi nei corridoi confermano che l'alunno anche con loro non fa niente e disturba. L'atteggiamento oppositivo inoltre ce l'ha anche in altre discipline.

E' la NPI dell'ASL di riferimento che fa le valutazioni che tu evidenzi: casi di ADHD anche in comorbilità con altre patologie possono comunque non portare al riconoscimento di "alunno in situazione di handicap" tale da giustificare la richiesta dell'insegnante di sostegno.
Purtroppo non vi sono automatismi e, purtroppo, se vogliamo dirla tutta, nei casi di ADHD l'intervento dovrebbe essere precocissimo (già alla scuola primaria questi bambini cominciano a restare indietro)

ciao vorrei sapere come comportarsi se un bambino scappa dalla classe E LA CLASSE A QUEL PUNTO RIMANE SCOPERTA?

La risposta è molto semplice: non far scappare il bambino, prevenire il problema prima che accada.

se lo afferra diventa subito una maestra mostro su tutti i notiziari e girerà sul web il video virale di lei che con metodo coercitivo ha trattenuto il bimbo in classe

Scuola70 ha scritto:La risposta è molto semplice: non far scappare il bambino, prevenire il problema prima che accada.

Ho l'impressione che sia tu a farla molto semplice.
Ci sono casi e situazioni del tutto imprevedibili ed è facile dire come fai tu, "non far scappare il bambino", come se dipendesse dalla volontà dell'insegnante.
Leila ha posto un problema di non poco conto

e quindi???

Intendo dire che spesso il bambino scappa perché c'è un motivo alla base, un litigio con un compagno o un conflitto con l'insegnante per un rimprovero, un voto negativo, ecc. "Non far scappare il bambino" significa quindi ad esempio non metterlo a lavorare o in vicinanza di banco con il compagno con cui si sa già che spesso è in conflitto, oppure evitare atteggiamenti giudicanti con rimproveri aspri che possano procurargli la reazione di scappare. Se nonostante tutto egli dovesse abbandonare l'aula è necessario secondo me avvertire il personale ATA (bidelli o segreteria), tanto che cosa hanno da fare di così vitale e importante? Lascino per un attimo la sedia o le scartoffie per riportare l'alunno in classe!