Il docente di sostegno (scuola secondaria di primo grado) é obbligato a dare il proprio numero di cellulare al genitore dell'alunno/a che gli/le é stato affidato/a?

Promemoria primo messaggio :

Vorrei cortesemente sapere quanto ho chiesto nel titolo riguardante questo mio messaggio-quesito. Vi ringrazio.

Eragon, concordo con te al 100%.

Rispetto l'opinione di tutti ma stavolta mi trovate in disaccordo:)

paniscus_2.1 ha scritto:

eragon ha scritto:Non vedo nulla di scandaloso nel fornire il proprio numero di cellulare alla famiglia (sempre che la stessa abbia l'intelligenza di usarlo con giudizio).

Nemmeno io trovo niente di scandaloso nel fatto di fornire il proprio numero di cellulare alla famiglia, per libera scelta consapevole.

Quello che trovo scandaloso è che la cosa sia PRETESA come un obbligo... e che sia suscettibile di critiche, proteste, lamentele e deprecazione se si decide di non farlo.

Io invece credo che i docenti della stessa classe, anzi della stessa scuola, sostegno o no, dovrebbero tenere tutti gli stessi comportamenti nei confronti delle famiglie, non procedere in ordine sparso e ognuno secondo il proprio personale buonsenso.
Dare il proprio numero di cellulare crea, lo si voglia o no, problemi a chi, legittimamente, non intende diffonderlo

lucetta mette in luce un problema molto comune e molto umano.
siamo diversi, abbiamo stili di lavoro e di vita diversi e abbiamo anche posizioni diverse (chi fa sostegno e chi fa materia, alla fine c'è poco da sostenere il contrario...fa quasi due lavori diversi).
ecco perché mi era piaciuta tanto la posizione pubblica di una scuola, non ricordo più chi ne aveva parlato proprio qui dentro: la scuola vieta ai docenti di dare il proprio numero privato ai genitori, scritto così nel regolamento scolastico.
mi piace...e la trovo anche un'ottima motivazione per cavarsi d'impaccio in caso di...casi insistenti.

Cozza ha scritto:lucetta mette in luce un problema molto comune e molto umano.
siamo diversi, abbiamo stili di lavoro e di vita diversi e abbiamo anche posizioni diverse (chi fa sostegno e chi fa materia, alla fine c'è poco da sostenere il contrario...fa quasi due lavori diversi).
ecco perché mi era piaciuta tanto la posizione pubblica di una scuola, non ricordo più chi ne aveva parlato proprio qui dentro: la scuola vieta ai docenti di dare il proprio numero privato ai genitori, scritto così nel regolamento scolastico.
mi piace...e la trovo anche un'ottima motivazione per cavarsi d'impaccio in caso di...casi insistenti.

appoggerei sicuramente una soluzione di questo tipo ma ribadisco che presentarsi compatti e tutti con le stesse regole di comportamento nei confronti delle famiglie è fondamentale

Cozza ha scritto:lucetta mette in luce un problema molto comune e molto umano.
siamo diversi, abbiamo stili di lavoro e di vita diversi e abbiamo anche posizioni diverse (chi fa sostegno e chi fa materia, alla fine c'è poco da sostenere il contrario...fa quasi due lavori diversi).
ecco perché mi era piaciuta tanto la posizione pubblica di una scuola, non ricordo più chi ne aveva parlato proprio qui dentro: la scuola vieta ai docenti di dare il proprio numero privato ai genitori, scritto così nel regolamento scolastico.
mi piace...e la trovo anche un'ottima motivazione per cavarsi d'impaccio in caso di...casi insistenti.

Per fare fronte comune è un'idea, però la scuola può consigliare di non dare il proprio numero privato ai genitori, non vietare. E' una palese violazione delle libertà individuali.
Così come non può obbligare i docenti a dare il proprio numero. Non siamo in carcere dove ci sono evidenti restrizioni sulla libertà personale.

Non vedo invece perché no, evocare il carcere mi pare esagerato.
Al dipendente pubblico è vietato accettare regali e l’amministrazione obbliga a fornirle un recapito, anche queste sono restrizioni della libertà individuale?

"Accettare regali" confrontato a "dare il numero di cellulare". Bizzarro.

Non sono libertà personali? Perché bizzarro? Se si può vietare di accettare qualcosa dall’utenza senza violare diritti perché non si può (non si deve) Prescrivere in un regolamento di non dare il proprio numero all’utenza?
Trovo eccessivo barricarsi dietro la libertà individuale per una norma di comportamento nei confronti dell’utenza

Accettare un regalo è una forma di pagamento e i dipendenti pubblici sono pagati dallo stato. Non dal singolo, in cambio di favori. Mi sembra piuttosto ovvio. I genitori fanno regali per simpatia? Il docente che accetta sarà obiettivo nella valutazione? Rifletti.

lucetta10 ha scritto:Non vedo invece perché no, evocare il carcere mi pare esagerato.
Al dipendente pubblico è vietato accettare regali e l’amministrazione obbliga a fornirle un recapito, anche queste sono restrizioni della libertà individuale?

Cito da una fonte, che a sua volta cita norme:
Il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici di cui al D.P.R. n. 62 del 16 aprile 2013 e del precedente D.M. 28 novembre 2000, concede al pubblico funzionario la facoltà di accettare regalie definite come di "modico" valore, ovvero il cui valore complessivo sia contenuto al di sotto della soglia di euro 150
Quindi in assoluto non è vero che sia vietato accettare regali ...
Se vale il principio della libertà ma anche quello dell'incorrutibilità del dipendente, non poteva essere altrimenti: un compromesso
Anche il discorso del recapito, non implica che io debba dare il mio cellulare, oggi lo diamo per scontato, anche perchè "tutti" lo possiedono ed agevola le comunicazioni. Il recapito di casa è in teoria sufficiente (in pratica no).
Sono dell'idea (ovvia) che i regolamenti scolastici devono essere coerenti con le norme superiori. E spesso nemmeno ci riescono, vedi il divieto di fumo, regolamentato, ma che spesso è disatteso.
(ps ma il ragazzo con le trecce blu che fine ha fatto?)

io l'ho dato e me ne sono pentita per un anno...

Non sono un'esperta di legge, ma secondo me l'imposizione di "non dare il proprio numero di cellulare agli utenti" non regge giuridicamente.

Il datore di lavoro (non solo la scuola, ma qualsiasi altro ente pubblico o privato) potrebbe entrare nel merito solo se si trattasse di un numero di telefono aziendale, fornito dal datore di lavoro stesso e con il vincolo di usarlo solo per determinati scopi e non altri... ma ci mancherebbe pure che  il datore di lavoro potesse sindacare su cosa facciamo noi con i nostri numeri di telefono privati che sono intestati a noi   che paghiamo noi. Il numero di telefono privato lo si dà a chi vuole, non sta al datore di lavoro decidere quali contatti privati sono legittimi e quali no!

Oltretutto, come si farebbe a evitarlo, nel caso che il docente conoscesse già quella famiglia da molto prima di sapere che il figlio sarebbe andato nella sua scuola, e i numeri di telefono se li fossero già scambiati da anni? In piccoli centri di provincia, o in quartieri abbastanza compatti nelle grandi città, mi sembra una cosa comunissima! E specialmente nel caso che si abbiano figli della stessa età degli studenti, è facilissimo che ci si possa essere conosciuti quando i figli erano piccoli, e sono andati insieme nello stesso asilo, nella stessa piscina o nello stesso parco giochi...

Cosa fa, il DS, impone agli interessati di cancellare il numero di telefono dell'altro? E magari vieta pure di parcheggiare la macchina troppo vicino alla casa della famiglia conosciuta, o di frequentare la stessa palestra o la stessa parrocchia? Ridicolo!

L'argomentazione che "dare il proprio numero mette in difficoltà i colleghi che invece non vogliono darlo" non sta in piedi.

E' esattamente il contrario: chi sceglie di dare il suo numero lo fa a proprio rischio e pericolo e se ne smazza le responsabilità... chi sceglie di non darlo, sta bene così, e non può ricevere contestazioni o pressioni per questo.

Piuttosto, io mi preoccuperei del fatto che ormai, la maggior parte della gente (di qualsiasi età) trova normale la condivisione libera di qualsiasi contatto di chiunque, e quindi non si fa scrupoli a spifferare numeri di telefono ALTRUI a chiunque, sia come atto volontario, sia come semplice automatismo che fa parte dell'iscrizione a gruppi e liste di messaggerie varie, in totale inconsapevolezza delle conseguenze.

L'unica volta che mi è successo che uno di questi intelligentissimi colleghi si è permesso di dare il mio numero privato alla madre di un alunno senza consultarmi prima, l'ho minacciato di denuncia, ma intanto il mio numero gliel'aveva già dato.

Visto che esiste una notevole percentuale di nostri colleghi che trova normale stare iscritto su centinaia di gruppi whatsapp insieme a studenti, a genitori e a infiniti sottogruppi di colleghi, è inevitabile che i numeri girino all'infinito...

Lola78 ha scritto:No, nessun obbligo. Non l'ho mai dato tranne lo scorso anno nel quale fui costretta dalla referente e non lo darò mai più, la madre mi chiamava la domenica mattina per lamentarsi della figlia e pure alle 10 e 11 di sera, un incubo.

Se non c' e' nessun obbligo la referente non poteva costringerti

balanzoneXXI ha scritto:

Lola78 ha scritto:No, nessun obbligo. Non l'ho mai dato tranne lo scorso anno nel quale fui costretta dalla referente e non lo darò mai più, la madre mi chiamava la domenica mattina per lamentarsi della figlia e pure alle 10 e 11 di sera, un incubo.

Se non c' e' nessun obbligo la referente non poteva costringerti

bastava non risponderle quando ti chiamava a ore disumane...e soprattutto al di fuori dell' orario di servizio...

paniscus_2.1 ha scritto:

Lola78 ha scritto:No, nessun obbligo. Non l'ho mai dato tranne lo scorso anno nel quale fui costretta dalla referente e non lo darò mai più

Sei consapevole che la referente non aveva nessun titolo per "obbligarti" e che quindi hai dato il numero per scelta tua?

Infatti l' asserzione appare carente a livello di logica elementare.Forse la collega intendeva dire : " io non volevo dare il mio numero , ma la referente ha insistito molto e siccome e' la mia superiore non ho voluto contrariarla".
Ebbene si' , ci sono ancora docenti che ritengono i collaboratori del dild gerarchicamente superiori agli altri colleghi.Ovviamente , non e' così.
Cio' premesso, nemmeno il ds puo' obbligare un suo insegnante a fornire il proprio numero privato alle famiglie degli alunni.

E' spesso scandalosa la partecipazione di alcuni colleghi a gruppi classe con alunni e genitori. L'uso disinvolto dei social è una piaga che mina la serietà del corpo docente o almeno di numerosi insegnanti.