Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
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Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
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Inizio io:
5^ Scienze Applicate, 30 alunni/e
16 Ingegneria
10 Mediche e paramediche
1 Storia
1 Economia
2 Mondo del Lavoro
Da voi com'è la situazione?
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Da voi com'è la situazione?
elirpe- Messaggi : 1127
Data d'iscrizione : 02.08.17
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
Lucetta: però mi sembra che tu abbia messo insieme due situazioni diverse.
Il bilinguismo è una cosa, e l'essere semplicemente di madrelingua non italiana e dover imparare l'italiano come L2 è un'altra.
Poi alcune problematiche saranno presenti in entrambi i casi, ma non mi sembra che siano due situazioni uguali.
Sono perfettamente d'accordo che il bilinguismo, quello vero, è complessivamente un vantaggio, ma appunto deve essere un bilinguismo vero,
cioè quello del figlio di una coppia mista che ha sempre continuato a usare entrambe le lingue in famiglia fin dall'inizio,
oppure del figlio di due stranieri ma nato in Italia e che si è fatto tutto il percorso scolastico in Italia fin dalla materna o addirittura dall'asilo nido.
Il ragazzo filippino o bengalese arrivato in Italia a 8-9 anni dopo aver già iniziato la scolarizzazione al suo paese, e con genitori che a loro volta devono arrangiarsi a imparare l'italiano da zero, NON E' un caso di bilinguismo. Forse portà diventarlo, gradualmente nel tempo, ma non lo si può trattare come tale. Anche il figlio adottivo di una coppia di italiani, che però arriva dalla Russia o dal Vietnam quando ha già 5 o 6 anni, non è un caso di bilinguismo (anzi, semmai si evolve nella direzione opposta, cioè tende ad accantonare e dimenticare del tutto la lingua di origine, ma non impara l'italiano allo stesso modo di un madrelingua effettivo).
Il bilinguismo è una cosa, e l'essere semplicemente di madrelingua non italiana e dover imparare l'italiano come L2 è un'altra.
Poi alcune problematiche saranno presenti in entrambi i casi, ma non mi sembra che siano due situazioni uguali.
Sono perfettamente d'accordo che il bilinguismo, quello vero, è complessivamente un vantaggio, ma appunto deve essere un bilinguismo vero,
cioè quello del figlio di una coppia mista che ha sempre continuato a usare entrambe le lingue in famiglia fin dall'inizio,
oppure del figlio di due stranieri ma nato in Italia e che si è fatto tutto il percorso scolastico in Italia fin dalla materna o addirittura dall'asilo nido.
Il ragazzo filippino o bengalese arrivato in Italia a 8-9 anni dopo aver già iniziato la scolarizzazione al suo paese, e con genitori che a loro volta devono arrangiarsi a imparare l'italiano da zero, NON E' un caso di bilinguismo. Forse portà diventarlo, gradualmente nel tempo, ma non lo si può trattare come tale. Anche il figlio adottivo di una coppia di italiani, che però arriva dalla Russia o dal Vietnam quando ha già 5 o 6 anni, non è un caso di bilinguismo (anzi, semmai si evolve nella direzione opposta, cioè tende ad accantonare e dimenticare del tutto la lingua di origine, ma non impara l'italiano allo stesso modo di un madrelingua effettivo).
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
[quote="lucetta10"]Vallo a spiegare ad esempio all'editoria, che ormai stampa di prassi opuscoli semplificati per DSA e stranieri accomunandoli nell'area dello svantaggio e con le stesse identiche strategie, che sono poi spesso dispensative e quindi bloccano l'apprendimento linguistico negli studenti L2!
L'insegnamento dell'italiano come L1 o come L2 è assolutamente diverso e su questo gli insegnanti sono largamente impreparati, e anche ieri ero dello stesso parere e l'ho anche scritto.
Si tratta di un tema terzo e diverso.
In contesto L2, la valutazione dovrebbe essere quella che per gli italiani si mette in atto per le lingue straniere, con diversa valutazione dell'errore, che va naturalmente corretto ma calibrato al livello di competenza linguistica (ad esempio l'ipercorrettismo in un apprendente L2 non è un errore grave, anzi, dimostra che la norma è stata compresa) e diverse strategie di insegnamento (i metodi comunicativi per esempio). Va da sé che questo vale per l'ora di italiano come quella di matematica o ginnastica.
Il tutto se ci si decide una buona volta a formarsi e a liberarsi da questo insopportabile pregiudizio dello svantaggio (variamente declinato in termini pietistici o classisti come testimoniate un po' tutti), che vale per gli stranieri in Italia, ma mai per i figli dei signorotti nelle scuole fichette bilingue con rette stellari![/quote]
Quegli opuscoli io nemmeno li guardo. Preciso che non ho mai avuto stranieri neoarrivati in Italia, per i quali serve probabilmente una didattica diversa. Parlo di ragazzi che abitano in Italia da anni, magari hanno frequentato tutte le scuole in Italia, parlano italiano in un modo tale che nessuno li distinguerebbe dagli italiani, se non per il nome o perché i genitori quando vengono al ricevimento hanno maggiori difficoltà, eppure il problema dello scritto c'è, ma a complicare le cose c'è solo per alcuni, ma non per altri. Non puoi valutare come nelle lingue straniere perché quelle lingue normalmente hanno difficoltà anche a parlarle. E comunque quando hai un contesto classe non puoi fare due didattiche diverse e non puoi neanche valutare in modo così diverso, altrimenti la cosa diventa evidente e nessuno (né gli italiani né gli stranieri) lo accetterebbe.
La formazione? Sappiamo benissimo cosa sono i corsi di aggiornamento che ci sono proposti: abbassare gli obiettivi, dispensare, valutare in modo diverso. Grazie, sono capace di farlo da solo, ma questo, come dici giustamente, non risolve il problema, ma lo aggrava. Dare la colpa agli insegnanti che non sono abbastanza formati per affrontare queste situazioni (che poi sono una diversa dall'altra perché se in una classe hai dieci studenti stranieri avrai probabilmente dieci situazioni diverse) mi sembra ingiusto.
L'insegnamento dell'italiano come L1 o come L2 è assolutamente diverso e su questo gli insegnanti sono largamente impreparati, e anche ieri ero dello stesso parere e l'ho anche scritto.
Si tratta di un tema terzo e diverso.
In contesto L2, la valutazione dovrebbe essere quella che per gli italiani si mette in atto per le lingue straniere, con diversa valutazione dell'errore, che va naturalmente corretto ma calibrato al livello di competenza linguistica (ad esempio l'ipercorrettismo in un apprendente L2 non è un errore grave, anzi, dimostra che la norma è stata compresa) e diverse strategie di insegnamento (i metodi comunicativi per esempio). Va da sé che questo vale per l'ora di italiano come quella di matematica o ginnastica.
Il tutto se ci si decide una buona volta a formarsi e a liberarsi da questo insopportabile pregiudizio dello svantaggio (variamente declinato in termini pietistici o classisti come testimoniate un po' tutti), che vale per gli stranieri in Italia, ma mai per i figli dei signorotti nelle scuole fichette bilingue con rette stellari![/quote]
Quegli opuscoli io nemmeno li guardo. Preciso che non ho mai avuto stranieri neoarrivati in Italia, per i quali serve probabilmente una didattica diversa. Parlo di ragazzi che abitano in Italia da anni, magari hanno frequentato tutte le scuole in Italia, parlano italiano in un modo tale che nessuno li distinguerebbe dagli italiani, se non per il nome o perché i genitori quando vengono al ricevimento hanno maggiori difficoltà, eppure il problema dello scritto c'è, ma a complicare le cose c'è solo per alcuni, ma non per altri. Non puoi valutare come nelle lingue straniere perché quelle lingue normalmente hanno difficoltà anche a parlarle. E comunque quando hai un contesto classe non puoi fare due didattiche diverse e non puoi neanche valutare in modo così diverso, altrimenti la cosa diventa evidente e nessuno (né gli italiani né gli stranieri) lo accetterebbe.
La formazione? Sappiamo benissimo cosa sono i corsi di aggiornamento che ci sono proposti: abbassare gli obiettivi, dispensare, valutare in modo diverso. Grazie, sono capace di farlo da solo, ma questo, come dici giustamente, non risolve il problema, ma lo aggrava. Dare la colpa agli insegnanti che non sono abbastanza formati per affrontare queste situazioni (che poi sono una diversa dall'altra perché se in una classe hai dieci studenti stranieri avrai probabilmente dieci situazioni diverse) mi sembra ingiusto.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
Magari fossero solo le doppie; è tutta la struttura della frase che non sta in piedi e a volte rende quello che scrivono non solo scorretto, ma incomprensibile.
Sui Dsa ci siamo formati, ma secondo me non abbiamo risolto molto neanche lì; comunque evitiamo di andare ulteriormente off-topic.
Sui Dsa ci siamo formati, ma secondo me non abbiamo risolto molto neanche lì; comunque evitiamo di andare ulteriormente off-topic.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
[quote="Dec"][quote="lucetta10"]Vallo a spiegare ad esempio all'editoria, che ormai stampa di prassi opuscoli semplificati per DSA e stranieri accomunandoli nell'area dello svantaggio e con le stesse identiche strategie, che sono poi spesso dispensative e quindi bloccano l'apprendimento linguistico negli studenti L2!
[/quote]
Quegli opuscoli io nemmeno li guardo. [/quote]
Ecco, stavo per dirlo anch'io.
Se si vuole tentare di opporre un argine al dilagare di pubblicazioni-fuffa, basta NON adottarle, NON considerarle e NON usarle.
[/quote]
Quegli opuscoli io nemmeno li guardo. [/quote]
Ecco, stavo per dirlo anch'io.
Se si vuole tentare di opporre un argine al dilagare di pubblicazioni-fuffa, basta NON adottarle, NON considerarle e NON usarle.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
Te li danno come volumetti aggiuntivi al libro "normale" che si usa con la classe, compresi gli stranieri e i Dsa, ed è vero che spesso sono ridicolmente facili, come se fossero disabili gravi che non sono in grado di capire e fare niente. Ma questo riguarda la grammatica. Il problema che ponevo io era quello della produzione scritta. Penso in particolare ad un ragazzo bravissimo, studioso, che in grammatica era il primo della classe, ma che aveva grosse difficoltà nella scrittura, ma ne ho avuti anche molti altri in situazione simile.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
[quote="lucetta10"][quote="paniscus_2.1"]Se si vuole tentare di opporre un argine al dilagare di pubblicazioni-fuffa, basta NON adottarle, NON considerarle e NON usarle. [/quote]
Il problema è che si capisce che è fuffa se si è formati, altrimenti ci si affida ovviamente agli strumenti a disposizione.
Ecco perchè l'unica soluzione è la formazione[/quote]
Purtroppo la maggioranza della "formazione" che ci viene proposta... è improntata in pieno alla stessa ideologia della fuffa, ed è gstita dai propugnatori accaniti della stessa fuffa.
E allora come se ne esce?
Il problema è che si capisce che è fuffa se si è formati, altrimenti ci si affida ovviamente agli strumenti a disposizione.
Ecco perchè l'unica soluzione è la formazione[/quote]
Purtroppo la maggioranza della "formazione" che ci viene proposta... è improntata in pieno alla stessa ideologia della fuffa, ed è gstita dai propugnatori accaniti della stessa fuffa.
E allora come se ne esce?
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
[quote="paniscus_2.1"][quote="Annaangelaelvira"][quote="pino mugo"]
A distanza di 23 anni due ipotesi: si iscrivono cani e porci ma poi al primo anno c è una scrematura pazzesca, come ai miei tempi.
Oppure il buonismo e l inclusiine hanno infettato anche ingegneria e si tende a ridurreil numero dei respinti, la voce circola ed ecco che anche ingegneria si riempie di vagabondi nullafacenti da aperitivo [/quote]
Ma perché parli sempre per stereotipi?
L’età media dei laureati si è abbassata moltissimo ed è di 25,8 anni totale tra I e II livello
Beh, se è vero che l'età di laurea si è abbassata moltissimo, che gli abbandoni sono diminuiti e che sono diminuiti anche i fuoricorso, vuol dire una cosa sola, che le richieste di studio sono diminuite, che gli esami sono diventati più facili e che il livello di preparazione conseguita è calato.
Non vedo perché definirlo "stereotipo", è una realtà. [/quote]
.
Lo stereotipo era riferito al tipico trentacinquenne parcheggiato in università ad occuparsi di aperitivi.
I dati citati dimostrano appunto che è un fake.
Che la qualità generale sia scaduta l’ho ammesso anch’io.
A distanza di 23 anni due ipotesi: si iscrivono cani e porci ma poi al primo anno c è una scrematura pazzesca, come ai miei tempi.
Oppure il buonismo e l inclusiine hanno infettato anche ingegneria e si tende a ridurreil numero dei respinti, la voce circola ed ecco che anche ingegneria si riempie di vagabondi nullafacenti da aperitivo [/quote]
Ma perché parli sempre per stereotipi?
L’età media dei laureati si è abbassata moltissimo ed è di 25,8 anni totale tra I e II livello
Beh, se è vero che l'età di laurea si è abbassata moltissimo, che gli abbandoni sono diminuiti e che sono diminuiti anche i fuoricorso, vuol dire una cosa sola, che le richieste di studio sono diminuite, che gli esami sono diventati più facili e che il livello di preparazione conseguita è calato.
Non vedo perché definirlo "stereotipo", è una realtà. [/quote]
.
Lo stereotipo era riferito al tipico trentacinquenne parcheggiato in università ad occuparsi di aperitivi.
I dati citati dimostrano appunto che è un fake.
Che la qualità generale sia scaduta l’ho ammesso anch’io.
Annaangelaelvira- Messaggi : 2310
Data d'iscrizione : 03.09.15
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
[quote="herman il lattoniere"][quote="lucetta10"]
...agli alunni con dieci viene generalmente consigliato il classico, a quelli con il nove lo scientifico, a quelli con l'otto il linguistico, a quelli con 7 il tecnico, a quelli con il 6, il 5 o il 4 il professionale.[/quote]
[/quote]
In base a cosa il liceo linguistico è considerato di serie B rispetto allo scientifico? Spesso nascono all'interno del classico o dello scientifico, con i quali condividono i professori. Non so se sia cambiato adesso, ma una volta erano come il liceo al quale erano abbinati + 3 lingue.
La frase di Lucetta sugli imprenditori del nord est mi sembra piuttosto offensiva. Giustamente i colleghi della zona si sono risentiti!
...agli alunni con dieci viene generalmente consigliato il classico, a quelli con il nove lo scientifico, a quelli con l'otto il linguistico, a quelli con 7 il tecnico, a quelli con il 6, il 5 o il 4 il professionale.[/quote]
[/quote]
In base a cosa il liceo linguistico è considerato di serie B rispetto allo scientifico? Spesso nascono all'interno del classico o dello scientifico, con i quali condividono i professori. Non so se sia cambiato adesso, ma una volta erano come il liceo al quale erano abbinati + 3 lingue.
La frase di Lucetta sugli imprenditori del nord est mi sembra piuttosto offensiva. Giustamente i colleghi della zona si sono risentiti!
Hoffnung2- Messaggi : 2473
Data d'iscrizione : 16.05.14
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
[quote="Hoffnung2"]In base a cosa il liceo linguistico è considerato di serie B rispetto allo scientifico? Spesso nascono all'interno del classico o dello scientifico, con i quali condividono i professori. Non so se sia cambiato adesso, ma una volta erano come il liceo al quale erano abbinati + 3 lingue.[/quote]
Negli ultimi anni, i casi di licei linguistici che sono nati come costola interna di altri licei che prima erano solo classici o scientifici, sono quasi tutti frutto di espedienti improvvisati per scongiurare il calo di iscrizioni o le fughe verso altri istituti (e spesso, purtroppo, sono concepiti appositamente solo come "sezione-discarica" in cui indirizzare quelli che non ce la fanno a reggere il classico o lo scientifico e che aspirano a una scuola più facile, però rimanendo iscritti nello stesso istituto). E la stessa cosa sta avvenendo, più recentemente, con i corsi di scienze umane.
Io non sto dicendo che questo sia giusto, ma di fatto è quasi sempre così, l'automatismo è quello.
PURTROPPO il linguistico è percepito, da più versanti, come una scuola adatta a ragazzine non particolarmente brillanti, che non hanno voglia di fare né greco, né latino né matematica (o di farne il meno possibile) ma che non vogliono mischiarsi con l'ambiente dei tecnici e dei professionali... e che non hanno per niente le idee chiare sulle proprie aspirazioni future, ma pensano che studiare le lingue sia moderno e faccia figo, perché tanto al giorno d'oggi per trovare lavoro si deve per forza andare all'estero (anche a fare lavori modestissimi, e senza fare l'università, ma comunque "fa figo").
Per quello che riguarda il vissuto storico di un passato più lontano, probabilmente la fama "sospetta" del liceo linguistico deriva anche dalla vergognosa situazione clientelare e ideologica in cui era nato originariamente, e che per decenni è stata tollerata da governi e amministrazioni come se niente fosse.
Forse tu sei abbastanza più giovane di me da non ricordartelo, ma io ho fatto in tempo a intercettare gli sciagurati anni in cui i licei linguistici formalmente esistevano, erano riconosciuti dallo stato, ma NON venivano istituiti dallo stato, e quindi ne esistevano solo ed esclusivamente privati e parificati, quasi tutti cattolici.
In pratica, lo stato, negli anni settanta, aveva regolarmente istituito l'ordinamento di liceo linguistico, ma poi non ne aveva fondato nemmeno uno (o forse ne aveva fondati soltanto uno o due in tutta Italia, possibilmente in luoghi periferici e irraggiungibili, questo non lo so) e aveva lasciato il monopolio assoluto di gestire le sezioni di linguistico solo alle scuole private.
Questo, combinato con il fatto innegabile che venisse percepito come un corso di studi prevalentemente "per donne", fece diventare immediatamente il liceo linguistico una mangiatoia privilegiata, soprattutto per l'ambiente delle scuole gestite da ordini religiosi femminili, che cominciavano a sentirsi in crisi per la tendenza al calo di iscrizioni nel vecchio istituto magistrale, che era sempre stato il loro principale cavallo di battaglia precedente. Il che portò inevitabilmente a una selezione sociale e ideologica notevole sull'utenza, considerando anche che l'indirizzo linguistico, giustamente, era associato anche a frequenti scambi culturali, viaggi all'estero e certificazioni di agenzie private, che all'epoca erano molto più costosi che adesso.
Per cui, l'identificazione del liceo linguistico come "scuola adatta a signorine ricche, viziate e spocchiose, che non riuscirebbero mai a reggere né un classico né uno scientifico, ma che hanno i genitori che possono pagare non solo la scuola esclusiva delle suore ma anche i viaggi all'estero" era veramente un topos.
Oggi non ha più ragione di essere, ma per la mia generazione (quella dei nati negli anni settanta e adolescenti negli anni ottanta) il panorama era davvero così...
E faccio presente che oggi ho una figlia che fa il linguistico (statale, e pure con l'ESABAC francese) ,
quindi assolutamente niente di personale contro. : - )
Negli ultimi anni, i casi di licei linguistici che sono nati come costola interna di altri licei che prima erano solo classici o scientifici, sono quasi tutti frutto di espedienti improvvisati per scongiurare il calo di iscrizioni o le fughe verso altri istituti (e spesso, purtroppo, sono concepiti appositamente solo come "sezione-discarica" in cui indirizzare quelli che non ce la fanno a reggere il classico o lo scientifico e che aspirano a una scuola più facile, però rimanendo iscritti nello stesso istituto). E la stessa cosa sta avvenendo, più recentemente, con i corsi di scienze umane.
Io non sto dicendo che questo sia giusto, ma di fatto è quasi sempre così, l'automatismo è quello.
PURTROPPO il linguistico è percepito, da più versanti, come una scuola adatta a ragazzine non particolarmente brillanti, che non hanno voglia di fare né greco, né latino né matematica (o di farne il meno possibile) ma che non vogliono mischiarsi con l'ambiente dei tecnici e dei professionali... e che non hanno per niente le idee chiare sulle proprie aspirazioni future, ma pensano che studiare le lingue sia moderno e faccia figo, perché tanto al giorno d'oggi per trovare lavoro si deve per forza andare all'estero (anche a fare lavori modestissimi, e senza fare l'università, ma comunque "fa figo").
Per quello che riguarda il vissuto storico di un passato più lontano, probabilmente la fama "sospetta" del liceo linguistico deriva anche dalla vergognosa situazione clientelare e ideologica in cui era nato originariamente, e che per decenni è stata tollerata da governi e amministrazioni come se niente fosse.
Forse tu sei abbastanza più giovane di me da non ricordartelo, ma io ho fatto in tempo a intercettare gli sciagurati anni in cui i licei linguistici formalmente esistevano, erano riconosciuti dallo stato, ma NON venivano istituiti dallo stato, e quindi ne esistevano solo ed esclusivamente privati e parificati, quasi tutti cattolici.
In pratica, lo stato, negli anni settanta, aveva regolarmente istituito l'ordinamento di liceo linguistico, ma poi non ne aveva fondato nemmeno uno (o forse ne aveva fondati soltanto uno o due in tutta Italia, possibilmente in luoghi periferici e irraggiungibili, questo non lo so) e aveva lasciato il monopolio assoluto di gestire le sezioni di linguistico solo alle scuole private.
Questo, combinato con il fatto innegabile che venisse percepito come un corso di studi prevalentemente "per donne", fece diventare immediatamente il liceo linguistico una mangiatoia privilegiata, soprattutto per l'ambiente delle scuole gestite da ordini religiosi femminili, che cominciavano a sentirsi in crisi per la tendenza al calo di iscrizioni nel vecchio istituto magistrale, che era sempre stato il loro principale cavallo di battaglia precedente. Il che portò inevitabilmente a una selezione sociale e ideologica notevole sull'utenza, considerando anche che l'indirizzo linguistico, giustamente, era associato anche a frequenti scambi culturali, viaggi all'estero e certificazioni di agenzie private, che all'epoca erano molto più costosi che adesso.
Per cui, l'identificazione del liceo linguistico come "scuola adatta a signorine ricche, viziate e spocchiose, che non riuscirebbero mai a reggere né un classico né uno scientifico, ma che hanno i genitori che possono pagare non solo la scuola esclusiva delle suore ma anche i viaggi all'estero" era veramente un topos.
Oggi non ha più ragione di essere, ma per la mia generazione (quella dei nati negli anni settanta e adolescenti negli anni ottanta) il panorama era davvero così...
E faccio presente che oggi ho una figlia che fa il linguistico (statale, e pure con l'ESABAC francese) ,
quindi assolutamente niente di personale contro. : - )
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
[quote="paniscus_2.1"][quote="Hoffnung2"]In base a cosa il liceo linguistico è considerato di serie B rispetto allo scientifico? Spesso nascono all'interno del classico o dello scientifico, con i quali condividono i professori. Non so se sia cambiato adesso, ma una volta erano come il liceo al quale erano abbinati + 3 lingue.[/quote]
Negli ultimi anni, i casi di licei linguistici che sono nati come costola interna di altri licei che prima erano solo classici o scientifici, sono quasi tutti frutto di espedienti improvvisati per scongiurare il calo di iscrizioni o le fughe verso altri istituti (e spesso, purtroppo, sono concepiti appositamente solo come "sezione-discarica" in cui indirizzare quelli che non ce la fanno a reggere il classico o lo scientifico e che aspirano a una scuola più facile, però rimanendo iscritti nello stesso istituto). E la stessa cosa sta avvenendo, più recentemente, con i corsi di scienze umane.
Io non sto dicendo che questo sia giusto, ma di fatto è quasi sempre così, l'automatismo è quello.
PURTROPPO il linguistico è percepito, da più versanti, come una scuola adatta a ragazzine non particolarmente brillanti, che non hanno voglia di fare né greco, né latino né matematica (o di farne il meno possibile) ma che non vogliono mischiarsi con l'ambiente dei tecnici e dei professionali... e che non hanno per niente le idee chiare sulle proprie aspirazioni future, ma pensano che studiare le lingue sia moderno e faccia figo, perché tanto al giorno d'oggi per trovare lavoro si deve per forza andare all'estero (anche a fare lavori modestissimi, e senza fare l'università, ma comunque "fa figo").
Per quello che riguarda il vissuto storico di un passato più lontano, probabilmente la fama "sospetta" del liceo linguistico deriva anche dalla vergognosa situazione clientelare e ideologica in cui era nato originariamente, e che per decenni è stata tollerata da governi e amministrazioni come se niente fosse.
Forse tu sei abbastanza più giovane di me da non ricordartelo, ma io ho fatto in tempo a intercettare gli sciagurati anni in cui i licei linguistici formalmente esistevano, erano riconosciuti dallo stato, ma NON venivano istituiti dallo stato, e quindi ne esistevano solo ed esclusivamente privati e parificati, quasi tutti cattolici.
In pratica, lo stato, negli anni settanta, aveva regolarmente istituito l'ordinamento di liceo linguistico, ma poi non ne aveva fondato nemmeno uno (o forse ne aveva fondati soltanto uno o due in tutta Italia, possibilmente in luoghi periferici e irraggiungibili, questo non lo so) e aveva lasciato il monopolio assoluto di gestire le sezioni di linguistico solo alle scuole private.
Questo, combinato con il fatto innegabile che venisse percepito come un corso di studi prevalentemente "per donne", fece diventare immediatamente il liceo linguistico una mangiatoia privilegiata, soprattutto per l'ambiente delle scuole gestite da ordini religiosi femminili, che cominciavano a sentirsi in crisi per la tendenza al calo di iscrizioni nel vecchio istituto magistrale, che era sempre stato il loro principale cavallo di battaglia precedente. Il che portò inevitabilmente a una selezione sociale e ideologica notevole sull'utenza, considerando anche che l'indirizzo linguistico, giustamente, era associato anche a frequenti scambi culturali, viaggi all'estero e certificazioni di agenzie private, che all'epoca erano molto più costosi che adesso.
Per cui, l'identificazione del liceo linguistico come "scuola adatta a signorine ricche, viziate e spocchiose, che non riuscirebbero mai a reggere né un classico né uno scientifico, ma che hanno i genitori che possono pagare non solo la scuola esclusiva delle suore ma anche i viaggi all'estero" era veramente un topos.
Oggi non ha più ragione di essere, ma per la mia generazione (quella dei nati negli anni settanta e adolescenti negli anni ottanta) il panorama era davvero così...
E faccio presente che oggi ho una figlia che fa il linguistico (statale, e pure con l'ESABAC francese) ,
quindi assolutamente niente di personale contro. : - )[/quote]
Grazie per la panoramica! Sì, sono più giovane, ma questa storia la ricordavo bene. Sarò stata fortunata probabilmente. Il "mio" liceo linguistico gode ancora di ottima fama e non era solo "per signorine spocchiosette" per fortuna! In effetti sul mio attestato di diploma c'è scritto "maturità scientifica" e sotto, minuscolo, "ad indirizzo linguistico". Parliamo di un liceo statale. Ai tempi avevo le idee chiare, volevo studiare come interprete (cosa che ho fatto) e solo dopo, rimanendo costante l'amore per le lingue, ho capito che l'insegnamento era più nelle mie corde.
Se non sbaglio tuo marito è un traduttore, giusto? Sai bene quindi quanto studio c'è dietro. Per qualcuno "basta il traduttore automatico"! E non aggiungo altro.
Negli ultimi anni, i casi di licei linguistici che sono nati come costola interna di altri licei che prima erano solo classici o scientifici, sono quasi tutti frutto di espedienti improvvisati per scongiurare il calo di iscrizioni o le fughe verso altri istituti (e spesso, purtroppo, sono concepiti appositamente solo come "sezione-discarica" in cui indirizzare quelli che non ce la fanno a reggere il classico o lo scientifico e che aspirano a una scuola più facile, però rimanendo iscritti nello stesso istituto). E la stessa cosa sta avvenendo, più recentemente, con i corsi di scienze umane.
Io non sto dicendo che questo sia giusto, ma di fatto è quasi sempre così, l'automatismo è quello.
PURTROPPO il linguistico è percepito, da più versanti, come una scuola adatta a ragazzine non particolarmente brillanti, che non hanno voglia di fare né greco, né latino né matematica (o di farne il meno possibile) ma che non vogliono mischiarsi con l'ambiente dei tecnici e dei professionali... e che non hanno per niente le idee chiare sulle proprie aspirazioni future, ma pensano che studiare le lingue sia moderno e faccia figo, perché tanto al giorno d'oggi per trovare lavoro si deve per forza andare all'estero (anche a fare lavori modestissimi, e senza fare l'università, ma comunque "fa figo").
Per quello che riguarda il vissuto storico di un passato più lontano, probabilmente la fama "sospetta" del liceo linguistico deriva anche dalla vergognosa situazione clientelare e ideologica in cui era nato originariamente, e che per decenni è stata tollerata da governi e amministrazioni come se niente fosse.
Forse tu sei abbastanza più giovane di me da non ricordartelo, ma io ho fatto in tempo a intercettare gli sciagurati anni in cui i licei linguistici formalmente esistevano, erano riconosciuti dallo stato, ma NON venivano istituiti dallo stato, e quindi ne esistevano solo ed esclusivamente privati e parificati, quasi tutti cattolici.
In pratica, lo stato, negli anni settanta, aveva regolarmente istituito l'ordinamento di liceo linguistico, ma poi non ne aveva fondato nemmeno uno (o forse ne aveva fondati soltanto uno o due in tutta Italia, possibilmente in luoghi periferici e irraggiungibili, questo non lo so) e aveva lasciato il monopolio assoluto di gestire le sezioni di linguistico solo alle scuole private.
Questo, combinato con il fatto innegabile che venisse percepito come un corso di studi prevalentemente "per donne", fece diventare immediatamente il liceo linguistico una mangiatoia privilegiata, soprattutto per l'ambiente delle scuole gestite da ordini religiosi femminili, che cominciavano a sentirsi in crisi per la tendenza al calo di iscrizioni nel vecchio istituto magistrale, che era sempre stato il loro principale cavallo di battaglia precedente. Il che portò inevitabilmente a una selezione sociale e ideologica notevole sull'utenza, considerando anche che l'indirizzo linguistico, giustamente, era associato anche a frequenti scambi culturali, viaggi all'estero e certificazioni di agenzie private, che all'epoca erano molto più costosi che adesso.
Per cui, l'identificazione del liceo linguistico come "scuola adatta a signorine ricche, viziate e spocchiose, che non riuscirebbero mai a reggere né un classico né uno scientifico, ma che hanno i genitori che possono pagare non solo la scuola esclusiva delle suore ma anche i viaggi all'estero" era veramente un topos.
Oggi non ha più ragione di essere, ma per la mia generazione (quella dei nati negli anni settanta e adolescenti negli anni ottanta) il panorama era davvero così...
E faccio presente che oggi ho una figlia che fa il linguistico (statale, e pure con l'ESABAC francese) ,
quindi assolutamente niente di personale contro. : - )[/quote]
Grazie per la panoramica! Sì, sono più giovane, ma questa storia la ricordavo bene. Sarò stata fortunata probabilmente. Il "mio" liceo linguistico gode ancora di ottima fama e non era solo "per signorine spocchiosette" per fortuna! In effetti sul mio attestato di diploma c'è scritto "maturità scientifica" e sotto, minuscolo, "ad indirizzo linguistico". Parliamo di un liceo statale. Ai tempi avevo le idee chiare, volevo studiare come interprete (cosa che ho fatto) e solo dopo, rimanendo costante l'amore per le lingue, ho capito che l'insegnamento era più nelle mie corde.
Se non sbaglio tuo marito è un traduttore, giusto? Sai bene quindi quanto studio c'è dietro. Per qualcuno "basta il traduttore automatico"! E non aggiungo altro.
Hoffnung2- Messaggi : 2473
Data d'iscrizione : 16.05.14
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
[quote="paniscus_2.1"]
Per cui, l'identificazione del liceo linguistico come "scuola adatta a signorine ricche, viziate e spocchiose, che non riuscirebbero mai a reggere né un classico né uno scientifico, ma che hanno i genitori che possono pagare non solo la scuola esclusiva delle suore ma anche i viaggi all'estero" era veramente un topos.
Oggi non ha più ragione di essere, ma per la mia generazione (quella dei nati negli anni settanta e adolescenti negli anni ottanta) il panorama era davvero così...
[/quote]
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Confermo!
Per cui, l'identificazione del liceo linguistico come "scuola adatta a signorine ricche, viziate e spocchiose, che non riuscirebbero mai a reggere né un classico né uno scientifico, ma che hanno i genitori che possono pagare non solo la scuola esclusiva delle suore ma anche i viaggi all'estero" era veramente un topos.
Oggi non ha più ragione di essere, ma per la mia generazione (quella dei nati negli anni settanta e adolescenti negli anni ottanta) il panorama era davvero così...
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Confermo!
Ciccio.8- Messaggi : 3319
Data d'iscrizione : 24.02.15
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
[quote="pino mugo"]Chiunque sia oltre il primo anno fuoricorso a mio parere è un parcheggiato..non serve avere35 anni, ne bastano 28. Anche meno. E un' università seria dovrebbe rifiutare l ulteriore iscrizione. [/quote]
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Eeeeccomeseidrasticofratellomiooo
Apri le tue vedute e considera:
- Chi lavora e vuol prendersi la laurea, gestendo al meglio possibile i propri tempi;
- Chi decide di conseguire un altro titolo (spesso lo fanno anche i docenti);
- Altre che ora non mi vengono in mente.
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Eeeeccomeseidrasticofratellomiooo
Apri le tue vedute e considera:
- Chi lavora e vuol prendersi la laurea, gestendo al meglio possibile i propri tempi;
- Chi decide di conseguire un altro titolo (spesso lo fanno anche i docenti);
- Altre che ora non mi vengono in mente.
Ciccio.8- Messaggi : 3319
Data d'iscrizione : 24.02.15
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
[quote="Dec"]
...Preciso che non ho mai avuto stranieri neoarrivati in Italia, per i quali serve probabilmente una didattica diversa...[/quote]
Eeee, strategie che non ti dico!
Per me l'esperienza è durata solo un anno: le ore residue di potenziamento usate per l'alfabetizzazione, in particolare per il professionale. I colleghi con cui sono rimasto in contatto mi raccontano ancora di situazioni sempre nuove e surreali.
Ragazzi unici, comunque, nel bene e nel male.
...Preciso che non ho mai avuto stranieri neoarrivati in Italia, per i quali serve probabilmente una didattica diversa...[/quote]
Eeee, strategie che non ti dico!
Per me l'esperienza è durata solo un anno: le ore residue di potenziamento usate per l'alfabetizzazione, in particolare per il professionale. I colleghi con cui sono rimasto in contatto mi raccontano ancora di situazioni sempre nuove e surreali.
Ragazzi unici, comunque, nel bene e nel male.
Ciccio.8- Messaggi : 3319
Data d'iscrizione : 24.02.15
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
[quote="pino mugo"]Basterebbe inserire i nai nel livello scolastico compatibile non con l eta ma con la conoscenza dell italiano. [/quote]
Quindi, ad esempio, inserire in una prima o seconda elementare un ragazzo che ha già 12 anni?
E in che modo si pensa che questo lo aiuti a imparare davvero?
Quindi, ad esempio, inserire in una prima o seconda elementare un ragazzo che ha già 12 anni?
E in che modo si pensa che questo lo aiuti a imparare davvero?
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
Tra l'altro spiegavo che non è solo un problema di nai, ma anche di ragazzi in Italia da anni che però in famiglia continuano a parlare la loro lingua e probabilmente fanno confusione tra una lingua e l'altra (interferenza linguistica); a questi non si regala niente, ma bisogna prendere atto che nell'italiano scritto alcuni di loro hanno uno svantaggio (uso questa parola che non piace a lucetta perché credo che sia giusta, anche se non tutti gli svantaggi sono uguali) che faticano a colmare e questo porta a dare meno importanza alla correttezza formale per tutti (anche se questo a me dispiace molto e vorrei trovare il modo di far migliorare loro e non accettare invece il peggioramento degli altri).
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
E per tutte le altre materie ti annoi e magari hai problemi a socializzare con i compagni di un'età diversa.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: Progetti di vita dei vostri studenti e studentesse.
[quote]Tra l'altro spiegavo che non è solo un problema di nai, ma anche di ragazzi in Italia da anni che però in famiglia continuano a parlare la loro lingua e probabilmente fanno confusione tra una lingua e l'altra (interferenza linguistica)[/quote]
A me risulta che continuare a parlare in privato la propria lingua di famiglia e mantenerla viva sia positivo, e non certo il contrario.
Se i genitori stranieri si sbattono di sforzi ansiogeni per parlare italiano anche in casa, quando loro stessi non lo padroneggiano correttamente... l'unico risultato è che il figlio viene condizionato da una pronuncia sbagliata (che poi confligge con quella a cui sono esposti a scuola o nelle relazioni private con altri ragazzi), e che viene anche indotto a vergognarsi della sua lingua di origine e ad accantonarla, con la conseguenza di non riuscire più a comunicare con i nonni, gli zii e i cugini rimasti in patria.
A me risulta che continuare a parlare in privato la propria lingua di famiglia e mantenerla viva sia positivo, e non certo il contrario.
Se i genitori stranieri si sbattono di sforzi ansiogeni per parlare italiano anche in casa, quando loro stessi non lo padroneggiano correttamente... l'unico risultato è che il figlio viene condizionato da una pronuncia sbagliata (che poi confligge con quella a cui sono esposti a scuola o nelle relazioni private con altri ragazzi), e che viene anche indotto a vergognarsi della sua lingua di origine e ad accantonarla, con la conseguenza di non riuscire più a comunicare con i nonni, gli zii e i cugini rimasti in patria.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
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