Scuola in presenza solo per alunni BES

Promemoria primo messaggio :

Nella bozza del decreto firmato questa notte, nelle zone rosse c’è la sospensione delle attività didattiche tranne che per alunni disabili e dsa, che frequenterebbero in presenza.
Ecco in un attimo sono state istituite le classi differenziali dell’era pre Falcucci.

Sarebbe il caso di raccogliere qui le prime notizie su come si stanno organizzando di fatto le scuole. Da me è un caos fin da oggi, perché, come opportunamente rilevava frankenstin, non tutti gli alunni hanno la copertura di 18 ore. Ecco quello che succede in pratica: alunna con 12 ore di sostegno verrà a scuola solo 3 giorni per 4 ore con orario totalmente stravolto rispetto alla classe, le restanti ore collegata da sola da casa....

[quote="lucetta10"]Che gli alunni svantaggiati abbiano sofferto di più durante il lockdown e che la scuola non sia stata in grado di raggiungere i BES, non per colpa sua ma per limiti evidenti, è un dato innegabile.
Una soluzione ad hoc questa volta andava trovata o almeno tentata. Mi rimane il dubbio che possa essere questa, ma che il tema esista non si può negare, al di là di singoli esempi virtuosi [/quote]

Lucetta, concordo e, forse per la prima volta, quoto in pieno il tuo intervento

[quote="frantzisca"]APRITE TUTTO E FATE TORNARE GLI ALUNNI IN CLASSE. Umiliante fare lezione ai banchi e alle sedie, ma i sindacati che fanno? A quando il braccialetto elettronico?[/quote]

Capisco la tua posizione, ma allora non si dovrebbero fare più test e tamponi, considerarla una semplice influenza: questo è convivere con il virus. Ma fare "apri e chiudi", classi che vanno e vengono non appena si scova un caso o un contatto non credo sia didatticamente la scelta migliore. E non significa convivere con il virus se poi si va in isolamento per un solo caso... Apertura totale o dad totale.

Capisco la tua posizione, ma allora non si dovrebbero fare più test e tamponi, considerarla una semplice influenza: questo è convivere con il virus. Ma fare "apri e chiudi", classi che vanno e vengono non appena si scova un caso o un contatto non credo sia didatticamente la scelta migliore. E non significa convivere con il virus se poi si va in isolamento per un solo caso... Apertura totale o dad totale.[/quote]

La mia è chiaramente una provocazione. Anche oggi a scuola: tutte le classi a casa, manca la connessione. Fino a ieri ho usato i miei strumenti (pc e modem), l'altro giorno avevo anche il ricevimento on line con i genitori.
Adesso BASTA. Ho annullato le lezioni a distanza e mi sono dedicata allo studio, diligentemente dalle aule in cui avrei dovuto fare lezione.

Sono d'accordo con te... non so quanto si possa reggere così...

Certo che tra classi prime in presenza (noi ne abbiamo 15), alunni BES a scuola e docenti tutti in presenza non so che senso abbia la zona rossa. Navighiamo miseramente a vista.

[quote="carla75"]Scusate ma a me se viene un dubbio. Leggendo attentamente il testo definitivo del dpcm mi pare di aver capito che ai fini dell'inclusione non è detto che possa entrare solamente il ragazzo disabile ma eventualmente anche i compagni di classe[/quote]
E in effetti non sbagliavo. Nella nota esplicativa di oggi Bruschi parla di eventuali gruppi di compagni che possono anche ruotare intorno alla figura del ragazzo disabile. In pratica in una scuola come la mia dove vi è un ragazzo disabile grave per ogni classe potrebbe anche entrare metà scuola. Siamo alla follia pura in una situazione pandemica peggio di quella che avevamo a marzo. Compagni che possono anche turnare: quindi persone che si alternano in classe di un ragazzo fragile, che non porta nemmeno la mascherina. E la tracciabilità con cui ci hanno rotto da settembre... In pratica è come se entrasse tutta la scuola ma a giorni alterni. Mi piacerebbe cambiare paese...

che vi dicevo? l'unico modo per "garantire" in qualche modo il diritto di inclusione abbinato a questa normativa che permette ai bes di seguire da scuola è quello di non lasciarli soli ma in compagnia di qualche compagno..... che poi questo vada a cozzare con tutto il protocollo anti covid va da sè....,,

che vi dicevo? l'unico modo per "garantire" in qualche modo il diritto di inclusione abbinato a questa normativa che permette ai bes di seguire da scuola è quello di non lasciarli soli ma in compagnia di qualche compagno..... che poi questo vada a cozzare con tutto il protocollo anti covid va da sè....,,

[quote="frantzisca"]La mia è chiaramente una provocazione. Anche oggi a scuola: tutte le classi a casa, manca la connessione. Fino a ieri ho usato i miei strumenti (pc e modem), l'altro giorno avevo anche il ricevimento on line con i genitori.
Adesso BASTA. Ho annullato le lezioni a distanza e mi sono dedicata allo studio, diligentemente dalle aule in cui avrei dovuto fare lezione.[/quote]

Io invece ritengo che sia stato un significativo errore quello di accettare inizialmente di usare i mezzi propri, e poi di colpo cambiare idea. L'unico modo per uscire indenni da queste dinamiche è quello di non esserci mai entrati.

Altrimenti ci sarà sempre qualcuno che verrà a contestare il "perché prima lo facevi e adesso non vuoi farlo più?" o il "perché altri colleghi lo fanno e tu invece no?"

[quote="Venturina"]che vi dicevo? l'unico modo per "garantire" in qualche modo il diritto di inclusione abbinato a questa normativa che permette ai bes di seguire da scuola è quello di non lasciarli soli ma in compagnia di qualche compagno..... che poi questo vada a cozzare con tutto il protocollo anti covid va da sè....,, [/quote]

Personalmente trovo stupefacente che un nodo di questa portata venga lasciato alla discrezionalità dei singoli ds. È chiaro che qualunque decisione sarà contestata: o si espongono gli studenti al contagio facendoli frequentare o si nega allo studente bes il diritto all'istruzione. Mi pare un bel ginepraio...

L'idea dei compagni "utilizzati" come strumenti di socializzazione e di inclusione, mi inquieta parecchio.

[quote="paniscus_2.1"][quote="frantzisca"]La mia è chiaramente una provocazione. Anche oggi a scuola: tutte le classi a casa, manca la connessione. Fino a ieri ho usato i miei strumenti (pc e modem), l'altro giorno avevo anche il ricevimento on line con i genitori.
Adesso BASTA. Ho annullato le lezioni a distanza e mi sono dedicata allo studio, diligentemente dalle aule in cui avrei dovuto fare lezione.[/quote]

Io invece ritengo che sia stato un significativo errore quello di accettare inizialmente di usare i mezzi propri, e poi di colpo cambiare idea. L'unico modo per uscire indenni da queste dinamiche è quello di non esserci mai entrati.

Altrimenti ci sarà sempre qualcuno che verrà a contestare il "perché prima lo facevi e adesso non vuoi farlo più?" o il "perché altri colleghi lo fanno e tu invece no?"[/quote]

Hai perfettamente ragione. Riconosco di aver sbagliato.

Con questa norma non solo i disabili sono ancora di più esclusi dalla comunità didattica, dacché molti dsa frequenteranno da casa, ma discrimina pesantemente anche i docenti di sostegno, costretti a svolgere di presenza il servizio che i colleghi prestano in modalità smart, demansionati a badanti. Almeno fossimo preparati a questa pedagogia da classe differenziale! Il mio lavoro di insegnante di sostegno consisterebbe nel facilitare l’inclusione nella classe dei pari e mediare i contenuti multidisciplinari adattandoli il più possibile alle capacità dell’alunno. Non è uno scherzo ripensare l’intervento di sostegno modalità 1:1 in totale solitudine!

Ma se lo studente disabile sta a scuola da solo mentre gli altri seguono da casa, dove sta l'inclusione?

Specialmente se si tratta di un tipo di disailità che gli rende difficile seguire a distanza.

I casi sono tre:

- o il disabile interagisce SOLO con l'insegnante di sostegno e non riesce a seguire niente di quello che gli altri seguono da casa, della lezione dell'insegnante di materia (e allora non è inclusione);

- o il disabile segue da scuola la stessa attività che gli altri seguono da casa, da solo, con la mediazione dell'insegnante di sostegno che gli fa da "interprete" (e allora non è inclusione, lo stesso);

- oppure, il disabile segue da scuola la stessa attività che gli altri seguono da casa, ma non da solo, bensì attorniato da quattro o cinque compagni che si alternano a turno mentre gli altri stanno a casa, con l'unico scopo di "non farlo sentire solo" o di "non farlo sentire troppo diverso dagli altri", e con buona pace dei diritti individuali di questi compagni, che sarebbero USATI come "stumento didattico" per aiutare il disabile , e non certo inclusi in un percorso comune.

Boh...

lo studente disabilel sta in classe e si collega ai compagni.

Dove sarebbe l'inclusione a lasciarlo a casa nell'impossibilità del collegamento?

L'adesione a questa opportunità non è obbligatoria

[quote="Ire"]lo studente disabilel sta in classe e si collega ai compagni.

Dove sarebbe l'inclusione a lasciarlo a casa nell'impossibilità del collegamento?[/quote]

Quindi si assume che i disabili, per il fatto specifico di essere disabili, abbiano anche più problemi tecnici di connessione da casa rispetto agli altri?

Se i problemi tecnici di connessione ci sono, questo potrebbe valere allo stesso modo per il disabile o per il normodotato, non è una caratteristica esclusiva dei disabili.

Se invece i problemi di connessione non ci sono (o comunque sono uguali a quelli che hanno in media anche gli altri), allora lo studente disabile potrebbe "collegarsi ai compagni" anche da casa, non è necessario che lo si mandi in classe da solo per farlo sentire "incluso".

Non è obbligatoria ma non si capisce chi decida se attuarla o no. Nella mia scuola il preside ha deciso che non se ne parla perchè è troppo rischioso. Le famiglie dei dva sono d'accordo ma se non lo fossero cosa succederebbe? Quale dei due legittimi interessi prevarrebbe? Mi sembra una cosa fatta coi piedi.

Io non so che scuole abbiate visto voi, ma in quelle in cui sono stata io, quando c'è un disabile grave, la maggior parte delle ore fa altre attività, altro che stare in classe con i compagni.

[quote="Ellie*"]Io non so che scuole abbiate visto voi, ma in quelle in cui sono stata io, quando c'è un disabile grave, la maggior parte delle ore fa altre attività, altro che stare in classe con i compagni.[/quote]

E allora ammettiamolo esplicitamente, che il provvedimento di garantirgli la scuola in presenza, da solo, mentre i compagni stanno a casa, è solo un modo disperato per toglierlo da casa e far tirare il fiato ai genitori per qualche ora al giorno. Il che è pure un bisogno reale, e una soluzione legittima, ma non vengano a raccontarci che lo si fa per "l'inclusione".

[quote="paniscus_2.1"][quote="Ellie*"]Io non so che scuole abbiate visto voi, ma in quelle in cui sono stata io, quando c'è un disabile grave, la maggior parte delle ore fa altre attività, altro che stare in classe con i compagni.[/quote]

E allora ammettiamolo esplicitamente, che il provvedimento di garantirgli la scuola in presenza, da solo, mentre i compagni stanno a casa, è solo un modo disperato per toglierlo da casa e far tirare il fiato ai genitori per qualche ora al giorno. Il che è pure un bisogno reale, e una soluzione legittima, ma non vengano a raccontarci che lo si fa per "l'inclusione". [/quote]
Senza entrare nel merito del caso specifico che non conosciamo. Ma questo contraddice quanto si dice sul fatto che i disabili siano i più penalizzati dalla didattica a distanza. Un disabile troverà un minimo di giovamento dall'essere seguito da un professionista, un docente di sostegno, sennò a che serve il sostegno così come è stato normato?

[quote="Ellie*"]Io non so che scuole abbiate visto voi, ma in quelle in cui sono stata io, quando c'è un disabile grave, la maggior parte delle ore fa altre attività, altro che stare in classe con i compagni.[/quote]
Nella mia modesta esperienza ho visto solo in modo saltuario l'esigenza di portare l'alunno disabile in altre aule all'interno dell'istituto.

[quote="franco71"]
Nella mia modesta esperienza ho visto solo in modo saltuario l'esigenza di portare l'alunno disabile in altre aule all'interno dell'istituto.[/quote]

Evidentemente sei stato in scuole che rifiutavano l'iscrizione a disabili molto gravi o non scolarizzati.

[quote="frankenstin"][quote="franco71"]
Nella mia modesta esperienza ho visto solo in modo saltuario l'esigenza di portare l'alunno disabile in altre aule all'interno dell'istituto.[/quote]

Evidentemente sei stato in scuole che rifiutavano l'iscrizione a disabili molto gravi o non scolarizzati.[/quote]

Oppure in scuole dove, tradizionalmente, i disabili gravissimi non ci vanno proprio, per scelta delle famiglie, e non perché la scuola li rifiuti.

Va bene che l'effetto finale è quello del cane che si morde la coda, e che un meccanismo amplifica l'altro...

ma se io avessi un figlio disabile grave cercherei di mandarlo in una scuola che è talmente abituata, da anni, ad avere una significativa affluenza di disabili, da avere un organico di sostegno numeroso e stabile, e una serie di prassi consolidate,

piuttosto che in una scuola dove i disabili sono talmente rari (e quei pochi che ci sono, sono quasi tutti casi leggeri, spesso solo disabili fisici ma cognitivamente normali, o con deficit mentali molto lievi) che non esiste nemmeno un posto di sostegno fisso, e ogni anno si deve aspettare una nomina precaria, magari di personale che non ne ha nemmeno i titoli, e che arriva dopo due o tre mesi dall'inizio delle lezioni.

[quote="frankenstin"][quote="franco71"]
Nella mia modesta esperienza ho visto solo in modo saltuario l'esigenza di portare l'alunno disabile in altre aule all'interno dell'istituto.[/quote]

Evidentemente sei stato in scuole che rifiutavano l'iscrizione a disabili molto gravi o non scolarizzati.[/quote]
Quando ho fatto il tirocinio, in un Tecnico, c'era un ragazzo con la sindrome di Down che trovavo regolarmente in classe con la docente di sostegno.