L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
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L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Promemoria primo messaggio :
L’insegnante per le attività di sostegno è un insegnante specializzato assegnato alla classe dell’alunno con disabilità per favorirne il processo di integrazione.
Purtroppo questa frase è frutto di infinite contestazioni e incomprensioni.
Alcune curriculari vorrebbero affidare anche i bambini non H, con qualche difficoltà all'insegnante di sostegno.
Come si deve interpretare correttamente la normativa?
L’insegnante per le attività di sostegno è un insegnante specializzato assegnato alla classe dell’alunno con disabilità per favorirne il processo di integrazione.
Purtroppo questa frase è frutto di infinite contestazioni e incomprensioni.
Alcune curriculari vorrebbero affidare anche i bambini non H, con qualche difficoltà all'insegnante di sostegno.
Come si deve interpretare correttamente la normativa?
Ellie*- Messaggi : 654
Data d'iscrizione : 02.12.17
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Torno sull'argomento.
Quando gli insegnanti suggeriscono all'insegnante di sostegno di portare fuori i bambini con più difficoltà oltre al proprio, stanno facendo cosa buona e giusta o semplicemente si stanno sbolognando il problema?
Quando gli insegnanti suggeriscono all'insegnante di sostegno di portare fuori i bambini con più difficoltà oltre al proprio, stanno facendo cosa buona e giusta o semplicemente si stanno sbolognando il problema?
Ellie*- Messaggi : 654
Data d'iscrizione : 02.12.17
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Come ribadito il lavoro di piccolo gruppo dovrebbe essere fatto in ottica di favorire l'alunno H. Il fatto che l'insegnante di sostegno sia di classe implica che ha responsabilità e peso uguale a quello curricolare e che nel possibile cerca di aiutare la classe per favorire l'inclusione.
Ovviamente il tutto va declinato alla singola casistica.
Ci sono H con deficit minimo, buona autonomia, pochi problemi di natura comportamentale. In quel caso l'insegnante di sostegno può (e deve, secondo me) fare il possibile per aiutare la classe.
Teniamo a mente che se i PDP vengono redatti dai singoli docenti curricolari senza gruppi di lavoro e il PEI invece è affidato all'insegnante di sostegno e relativo gruppo di lavoro allora vi è una implicita delimitazione del campo di lavoro e intervento dell'insegnante di sostegno.
Tornando alle casistiche, ogni H è un caso a sé. Abitualmente i problemi sorgono quando a fronte di un deficit cognitivo minimo vi sono forti problemi comportamentali (adhd, oppositivi provocatori, fortissime insicurezze, turette più o meno accentuata), in quel caso ho notato come si tenda a sottovalutare la componente comportamentale e quindi optare per favorire un lavoro di piccolo gruppo, non inteso nel senso che ho già delineato precedentemente ma come formazione statica di allievi e allieve che ricadono sotto la categoria BES (che ricordo è un ombrello che raccoglie sotto di sé H, DSA, problematiche socio economiche e culturali) ma non sotto la 104, in questo caso le cose diventano molto complicate perché allievi/e con componenti comportamentali problematiche richiedono lo stesso focus e attenzione dedicato a coloro che sono H con deficit cognitivi medio alti.
Al di là delle parole e delle teorie questo tipo di casi richiedono un impegno continuo e idealmente esclusivo perché il rapporto uno a uno diventa un mezzo che permette la costruzione di un rapporto efficace nella gestione della problematica in questione, l'insegnante impara quali sono le leve e gli stimoli che funzionano, quali siano gli atteggiamenti contro produttivi se non deleteri, l'allievo/a pian piano inizia a sviluppare fiducia e ad accettare l'intervento esterno dell'insegnante di sostegno e la sua mediazione con i/le curricolari.
Questo tipo di dinamica salta in modo più o meno accentuato con l'attenzione dell'insegnante di sostegno dispersa tra più allievi e allieve ognuno dei quali o delle quali ha le proprie caratteristiche personali e problematiche che possono anche sovrapporsi.
In casi come questo sarebbe fondamentale la sinergia tra curricolare e sostegno in modo da trovare una situazione ottimale per l'H con deficit cognitivo minimo ma problemi comportamentali marcati e per il resto dei bes.
Ovviamente il tutto va declinato alla singola casistica.
Ci sono H con deficit minimo, buona autonomia, pochi problemi di natura comportamentale. In quel caso l'insegnante di sostegno può (e deve, secondo me) fare il possibile per aiutare la classe.
Teniamo a mente che se i PDP vengono redatti dai singoli docenti curricolari senza gruppi di lavoro e il PEI invece è affidato all'insegnante di sostegno e relativo gruppo di lavoro allora vi è una implicita delimitazione del campo di lavoro e intervento dell'insegnante di sostegno.
Tornando alle casistiche, ogni H è un caso a sé. Abitualmente i problemi sorgono quando a fronte di un deficit cognitivo minimo vi sono forti problemi comportamentali (adhd, oppositivi provocatori, fortissime insicurezze, turette più o meno accentuata), in quel caso ho notato come si tenda a sottovalutare la componente comportamentale e quindi optare per favorire un lavoro di piccolo gruppo, non inteso nel senso che ho già delineato precedentemente ma come formazione statica di allievi e allieve che ricadono sotto la categoria BES (che ricordo è un ombrello che raccoglie sotto di sé H, DSA, problematiche socio economiche e culturali) ma non sotto la 104, in questo caso le cose diventano molto complicate perché allievi/e con componenti comportamentali problematiche richiedono lo stesso focus e attenzione dedicato a coloro che sono H con deficit cognitivi medio alti.
Al di là delle parole e delle teorie questo tipo di casi richiedono un impegno continuo e idealmente esclusivo perché il rapporto uno a uno diventa un mezzo che permette la costruzione di un rapporto efficace nella gestione della problematica in questione, l'insegnante impara quali sono le leve e gli stimoli che funzionano, quali siano gli atteggiamenti contro produttivi se non deleteri, l'allievo/a pian piano inizia a sviluppare fiducia e ad accettare l'intervento esterno dell'insegnante di sostegno e la sua mediazione con i/le curricolari.
Questo tipo di dinamica salta in modo più o meno accentuato con l'attenzione dell'insegnante di sostegno dispersa tra più allievi e allieve ognuno dei quali o delle quali ha le proprie caratteristiche personali e problematiche che possono anche sovrapporsi.
In casi come questo sarebbe fondamentale la sinergia tra curricolare e sostegno in modo da trovare una situazione ottimale per l'H con deficit cognitivo minimo ma problemi comportamentali marcati e per il resto dei bes.
BioMolec- Messaggi : 104
Data d'iscrizione : 25.08.17
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Io non faccio sostegno, ma secondo me il lavoro di piccolo gruppo fuori dalla classe dovrebbe essere accettabile solo se il gruppo è fluido e i compagni cambiano continuamente, e prima o poi a turni ci si ritrovano tutti. Questo consente al ragazzo disabile di comunicare con quei compagni in un contesto più protetto e meno caotico di quello della classe intera, favorendo quindi l'approfondimento di relazioni umane che altrimenti sarebbero state difficili, e contribuisce anche a responsabilizzare gli altri, facendo in modo che conoscano meglio il compagno disabile e riescano a sfatare pregiudizi ed etichette su di lui.
Se invece il piccolo gruppo si riduce a quattro gatti, sempre gli stessi, che a loro volta sono i più fragili della classe e problematici quasi quanto lui, fa proprio l'effetto contrario, ossia crea la percezione che all'interno della classe ci sia un ghetto di alunni "anomali" che per loro natura non possono seguire le attività normali e che devono starsene solo tra di loro, e che questo sia normale. In pratica, ricostruire abusivamente il concetto della classe differenziata.
Senza contare che, per principio, è scorretto che ore dell'insegnante di sostegno, assegnate individualmente a un certo alunno, vengano di fatto suddivise su più alunni e quindi depotenziate. Se ci fosse qualcun altro che è evidentemente in condizioni di aver bisogno del sostegno, ma non ce l'ha perché la famiglia non vuole, o roba del genere, questo non deve pesare sul diritto al sostegno individuale dell'altro, che invece ce l'ha.
Se invece il piccolo gruppo si riduce a quattro gatti, sempre gli stessi, che a loro volta sono i più fragili della classe e problematici quasi quanto lui, fa proprio l'effetto contrario, ossia crea la percezione che all'interno della classe ci sia un ghetto di alunni "anomali" che per loro natura non possono seguire le attività normali e che devono starsene solo tra di loro, e che questo sia normale. In pratica, ricostruire abusivamente il concetto della classe differenziata.
Senza contare che, per principio, è scorretto che ore dell'insegnante di sostegno, assegnate individualmente a un certo alunno, vengano di fatto suddivise su più alunni e quindi depotenziate. Se ci fosse qualcun altro che è evidentemente in condizioni di aver bisogno del sostegno, ma non ce l'ha perché la famiglia non vuole, o roba del genere, questo non deve pesare sul diritto al sostegno individuale dell'altro, che invece ce l'ha.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Ellie* ha scritto:Torno sull'argomento.
Quando gli insegnanti suggeriscono all'insegnante di sostegno di portare fuori i bambini con più difficoltà oltre al proprio, stanno facendo cosa buona e giusta o semplicemente si stanno sbolognando il problema?
Favorire il processo di integrazione significa che nessuno va fuori dalla classe, si lavora e si cresce insieme, ognuno con le proprie capacità. Nessun buon educatore fa uscire dalla classe i propri alunni , tranne eccezionalmente
ZiaPatty- Messaggi : 396
Data d'iscrizione : 24.06.16
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
E allora come mai io ho avuto questo suggerimento più volte e più volte in diverse realtà ho visto che avveniva (non solo con il bambino H).ZiaPatty ha scritto:Ellie* ha scritto:Torno sull'argomento.
Quando gli insegnanti suggeriscono all'insegnante di sostegno di portare fuori i bambini con più difficoltà oltre al proprio, stanno facendo cosa buona e giusta o semplicemente si stanno sbolognando il problema?
Favorire il processo di integrazione significa che nessuno va fuori dalla classe, si lavora e si cresce insieme, ognuno con le proprie capacità. Nessun buon educatore fa uscire dalla classe i propri alunni , tranne eccezionalmente
Anzi in molti la fanno passare come buona pratica e l'insegnante che non lo fa come sfaticato.
Ellie*- Messaggi : 654
Data d'iscrizione : 02.12.17
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
A volte e in certi casi, far uscire l'alunno dalla classe è a suo vantaggio.
Purtroppo il ritornello è ormai quello di tenere tutti in classe ma a dire il vero, non sempre la classe fa bene all'alunno disabile: fermi al banchetto, mancano tanti strumenti che un'aula attrezzata potrebbe fornire.
Pensiamo agli alunni con autismo nelle sue varie e diverse forme, ai ritardi cognitivi gravi.
Spezzare il lavoro in step e magari intervallare con l'ascolto di una canzone, la visione di un filmato, la manipolazione di materiali, un gioco didattico ecc. serve eccome per il benessere dell'alunno e del suo apprendimento.
La vera ingiustizia è pretendere di stare sempre o quasi in classe, magari ad ascoltare l'analisi del periodo, che per quanto si possa semplificare, è astratta e inutile in tantissimi casi, e rinunciare a progetti stesi ad hoc, collegati comunque a qualche argomento trattato in classe ma che ben si presta anche per coinvolgere l'alunno disabile.
Portare fuori il gruppetto invece ha senso se nel gruppo fa parte l'alunno H e i compagni ruotano.
Purtroppo il ritornello è ormai quello di tenere tutti in classe ma a dire il vero, non sempre la classe fa bene all'alunno disabile: fermi al banchetto, mancano tanti strumenti che un'aula attrezzata potrebbe fornire.
Pensiamo agli alunni con autismo nelle sue varie e diverse forme, ai ritardi cognitivi gravi.
Spezzare il lavoro in step e magari intervallare con l'ascolto di una canzone, la visione di un filmato, la manipolazione di materiali, un gioco didattico ecc. serve eccome per il benessere dell'alunno e del suo apprendimento.
La vera ingiustizia è pretendere di stare sempre o quasi in classe, magari ad ascoltare l'analisi del periodo, che per quanto si possa semplificare, è astratta e inutile in tantissimi casi, e rinunciare a progetti stesi ad hoc, collegati comunque a qualche argomento trattato in classe ma che ben si presta anche per coinvolgere l'alunno disabile.
Portare fuori il gruppetto invece ha senso se nel gruppo fa parte l'alunno H e i compagni ruotano.
Venturina- Messaggi : 274
Data d'iscrizione : 04.03.20
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Il ritornello del "bisogna tenerlo in classe il più possibile" muore tristemente in prima superiore, quando gli alunni più gravi vengono mandati in istituti professionali che in genere accolgono numerosi studenti H e li coinvolgono, a parte, in attività pratiche, perché le ore di sostegno vengono ridotte all'osso e in classe si ripropongono i problemi che c'erano alle medie, ma in forma più accentuata.
Venturina- Messaggi : 274
Data d'iscrizione : 04.03.20
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Assolutamente d'accordo con Meri.
I compagni di classe di un alunno H hanno un diritto al sostegno pari a zero, esattamente come pari a zero è il diritto al sostegno degli alunni di una classe in cui l'insegnante di sostegno non è presente. In entrambi i casi il diritto è PARI A ZERO per ovvi motivi: NON HANNO LA 104.
Solo e soltanto gli alunni con 104 hanno diritto all'insegnante di sostegno ed è davvero triste dover spiegare cose così ovvie. L'insegnante di sostegno è assegnato alla classe per favorire l'apprendimento e l'inclusione dell'alunno h (non l'apprendimento di tutti gli alunni della classe!) e non può essere distolto da questo compito per nessun motivo, come per fortuna chiarisce la normativa. Non esiste inclusione senza classe, per qs è assegnato alla classe, altrimenti saremmo ancora nelle scuole speciali. Le ore di sostegno, invece, NON SONO ASSEGNATE NE' ALLA CLASSE NE' ALL'INSEGNANTE DI SOSTEGNO ma all'alunno H dalla Asl tramite il Ds che poi le smista tra i vari alunni H della scuola. Sono un suo diritto esclusivo. Come dice Mary, la famiglia si è sbattuta parecchio per averle e se un domani venissero diminuite, come spesso accade per motivi di risparmio economico, solo qs famiglia dovrà sbattersi per evitarlo, non le famiglie dei compagni di classe.
PS: ovvio che vorremmo aiutarli tutti i ragazzi in difficoltà, ovvio che a volte (A VOLTE) il piccolo gruppo può essere una soluzione funzionale all'apprendimento e all'inclusione dell'alunno H, ovvio che vorremmo sostenere i colleghi curricolari etc. etc. etc. ma dare a chi non ha diritto togliendo a chi lo ha è profondamente INGIUSTO. Da parte mia ho sempre trovato genitori di alunni H molto vigili su questo ed io a posto loro farei la stessa identica cosa
PPS: dalle Linee Guida all.B al D.L n.182 del 28/12/2020: " ... In particolare, quando si chiede di aumentare le ore di sostegno assegnate, è indispensabile motivare la proposta non solo descrivendo i bisogni, ma anche dimostrando che effettivamente le ore assegnate sono state utilizzate in modo adeguato, con interventi attivati rigorosamente sull’alunno/a, con risorse concentrate dove effettivamente, in base alla progettazione del PEI, sono maggiori le esigenze, escludendo categoricamente impieghi impropri come l’uso della risorsa sostegno per attività di supporto destinate genericamente a tutta la classe senza nessun riferimento agli obiettivi del singolo PEI, o per altre esigenze della scuola non immediatamente riferibili all’alunno/a titolare del PEI, quali ad esempio la possibilità di sostituire docenti assenti"
I compagni di classe di un alunno H hanno un diritto al sostegno pari a zero, esattamente come pari a zero è il diritto al sostegno degli alunni di una classe in cui l'insegnante di sostegno non è presente. In entrambi i casi il diritto è PARI A ZERO per ovvi motivi: NON HANNO LA 104.
Solo e soltanto gli alunni con 104 hanno diritto all'insegnante di sostegno ed è davvero triste dover spiegare cose così ovvie. L'insegnante di sostegno è assegnato alla classe per favorire l'apprendimento e l'inclusione dell'alunno h (non l'apprendimento di tutti gli alunni della classe!) e non può essere distolto da questo compito per nessun motivo, come per fortuna chiarisce la normativa. Non esiste inclusione senza classe, per qs è assegnato alla classe, altrimenti saremmo ancora nelle scuole speciali. Le ore di sostegno, invece, NON SONO ASSEGNATE NE' ALLA CLASSE NE' ALL'INSEGNANTE DI SOSTEGNO ma all'alunno H dalla Asl tramite il Ds che poi le smista tra i vari alunni H della scuola. Sono un suo diritto esclusivo. Come dice Mary, la famiglia si è sbattuta parecchio per averle e se un domani venissero diminuite, come spesso accade per motivi di risparmio economico, solo qs famiglia dovrà sbattersi per evitarlo, non le famiglie dei compagni di classe.
PS: ovvio che vorremmo aiutarli tutti i ragazzi in difficoltà, ovvio che a volte (A VOLTE) il piccolo gruppo può essere una soluzione funzionale all'apprendimento e all'inclusione dell'alunno H, ovvio che vorremmo sostenere i colleghi curricolari etc. etc. etc. ma dare a chi non ha diritto togliendo a chi lo ha è profondamente INGIUSTO. Da parte mia ho sempre trovato genitori di alunni H molto vigili su questo ed io a posto loro farei la stessa identica cosa
PPS: dalle Linee Guida all.B al D.L n.182 del 28/12/2020: " ... In particolare, quando si chiede di aumentare le ore di sostegno assegnate, è indispensabile motivare la proposta non solo descrivendo i bisogni, ma anche dimostrando che effettivamente le ore assegnate sono state utilizzate in modo adeguato, con interventi attivati rigorosamente sull’alunno/a, con risorse concentrate dove effettivamente, in base alla progettazione del PEI, sono maggiori le esigenze, escludendo categoricamente impieghi impropri come l’uso della risorsa sostegno per attività di supporto destinate genericamente a tutta la classe senza nessun riferimento agli obiettivi del singolo PEI, o per altre esigenze della scuola non immediatamente riferibili all’alunno/a titolare del PEI, quali ad esempio la possibilità di sostituire docenti assenti"
auroraschool- Messaggi : 56
Data d'iscrizione : 25.09.17
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Solo una precisazione: le ore vengono assegnate alla scuola, è poi il preside a smistarle, anche se appunto vengono assegnate sulla base del GLI e dunque sulle base del GLO.
Ellie*- Messaggi : 654
Data d'iscrizione : 02.12.17
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Si infatti è il preside che le smista assegnandole individualmente agli alunni dva
auroraschool- Messaggi : 56
Data d'iscrizione : 25.09.17
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Ellie* ha scritto:E allora come mai io ho avuto questo suggerimento più volte e più volte in diverse realtà ho visto che avveniva (non solo con il bambino H).ZiaPatty ha scritto:Ellie* ha scritto:Torno sull'argomento.
Quando gli insegnanti suggeriscono all'insegnante di sostegno di portare fuori i bambini con più difficoltà oltre al proprio, stanno facendo cosa buona e giusta o semplicemente si stanno sbolognando il problema?
Favorire il processo di integrazione significa che nessuno va fuori dalla classe, si lavora e si cresce insieme, ognuno con le proprie capacità. Nessun buon educatore fa uscire dalla classe i propri alunni , tranne eccezionalmente
Anzi in molti la fanno passare come buona pratica e l'insegnante che non lo fa come sfaticato.
Puoi riferire che studino il termine integrazione, che è il compito principale che abbiamo. Non si integra un alunno fuori dalla classe, da solo. Sfaticato? Un insegnante che fa lavorare l'alunno in classe integrandolo , fa un lavoro doppio, altro che sfaticato
Ultima modifica di ZiaPatty il Mar Apr 12, 2022 9:04 am - modificato 1 volta.
ZiaPatty- Messaggi : 396
Data d'iscrizione : 24.06.16
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Venturina ha scritto:A volte e in certi casi, far uscire l'alunno dalla classe è a suo vantaggio.
Purtroppo il ritornello è ormai quello di tenere tutti in classe ma a dire il vero, non sempre la classe fa bene all'alunno disabile: fermi al banchetto, mancano tanti strumenti che un'aula attrezzata potrebbe fornire.
Pensiamo agli alunni con autismo nelle sue varie e diverse forme, ai ritardi cognitivi gravi.
Spezzare il lavoro in step e magari intervallare con l'ascolto di una canzone, la visione di un filmato, la manipolazione di materiali, un gioco didattico ecc. serve eccome per il benessere dell'alunno e del suo apprendimento.
La vera ingiustizia è pretendere di stare sempre o quasi in classe, magari ad ascoltare l'analisi del periodo, che per quanto si possa semplificare, è astratta e inutile in tantissimi casi, e rinunciare a progetti stesi ad hoc, collegati comunque a qualche argomento trattato in classe ma che ben si presta anche per coinvolgere l'alunno disabile.
Portare fuori il gruppetto invece ha senso se nel gruppo fa parte l'alunno H e i compagni ruotano.
Ho avuto un alunno autistico , ho utilizzato il metodo TEACCH in classe, in un angolo e i compagni erano molto presenti e partecipavano ad alcune attività. Uscivamo quando era necessario anche perchè fuori dalla classe non è che ci fosse chissà cosa, solo il corridoio dove lui era abituato a scorrazzare , prima di me
ZiaPatty- Messaggi : 396
Data d'iscrizione : 24.06.16
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Gli alunni autistici gravi non sono fatti per essere inclusi nell'attuale sistema scolastico, ma andrebbero (sic stantibus rebus) seguiti in centri specializzati con personale qualificato, diverso è il caso dell'autismo con sindrome di Asperger ad alto funzionamento, lì si tratta in molti casi soltanto di disfunzioni relazionali legate all'empatia e all'intelligenza emotiva, ma in quel caso l'inclusione è possibile. Ma in caso di autismo a basso funzionamento la scuola non è attrezzata affatto ed anzi spesso gli insegnanti di sostegno sono i primi a far peggiorare gli autistici scatenando le loro crisi a causa della loro profonda ignoranza di tutto ciò che riguarda la patologia autistica. In molti casi, nel caso di autismo, l'insegnante di sostegno parte dal presupposto che l'alunno sia neurotipico e quindi si rapporta con lui in maniera errata, come si fa appunto con i neurotipici, quindi non conosce come rapportarsi con questo tipo di neurodiversità.
Scuola70- Messaggi : 1434
Data d'iscrizione : 28.02.14
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
Paj ha scritto:Gli insegnanti di sostegno per me andrebbero aboliti subito. Ogni insegnante curricolare va formato per le disabilità e deve lavorare costantemente a contatto con i dva, come fa con gli altri alunni normodotati, così si ottiene l'integrazione e gli studenti non sono ghettizzati...
Ma per favore, chetati... ti rendi conto o no che i disabili non sono tutti uguali, e che esistono anche situazioni materialmente ingestibili da un solo operatore alla volta?
Evidentemente tu conosci solo i casi di disabili lievi, tranquilli, pacifici, e anche con una certa voglia di imparare, per i quali basta proporre una versione leggermente semplificata della programmazione di classe, e tutti sono contenti.
Ma un normale insegnante curricolare, per quanto "formato" sulla disabilità, come dovrebbe riuscire a fare lezione anche agli altri 25 (e magari su argomenti piuttosto avanzati delle superiori) mentre contemporaneamente gestisce un alunno con ritardo mentale gravissimo che non riesce nemmeno a parlare, oppure uno con comportamenti aggressivi, violenti o provocatori? E certo, come no, io faccio una lezione sulle derivate a una quinta superiore, o sulla termodinamica a una quarta, mentre "lavoro costantemente a contatto" con Paolone che scappa dall'aula, picchia i compagni o ribalta i banchi, o con Bastianino che non riesce nemmeno a tenere il collo in posizione eretta nonostante la conformazione speciale della sedia a rotelle fatta su misura per lui, così sono contenti perché si sentono integrati...
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: L'insegnante di sostegno è un insegnante della classe
meri ha scritto:Dunque, si dimentica sempre che un docente di sostegno viene affidato alla classe solo se c'è un alunno con 104. Dunque, E'OVVIO che vada data la precedenza alle SUE ESIGENZE. Naturalmente l'aiuto ad altri ci può scappare ma guai a farlo a scapito dell'alunno H, i cui genitori si sono dati da fare con visite, burocrazie e sbattimenti vari per fargli avere il sostegno. Spesso dovendo anche pagare perché per avere ciò che dovrebbe essere un diritto sancito per legge, e cioè il sostegno per 18 ore (medie e superiori) devono ricorrere al tar pagando un avvocato (vergogna nera che va avanti da anni). E dopo tutto questo, cosa deve pensare un genitore quando viene a sapere che il docente di sostegno viene spesso devoluto a fare altro? Ma insomma.
Condivido, anche se non butterei la cosa sul "pagamento economico" quanto sul diritto dell'alunno con disabilità.
Giustamente ricordi che il docente di sostegno viene assegnato alla classe SOLO se c'è un alunno con 104 ed è per il progetto di vita ed educativo di questo alunno che ciò succede.
Assegnazione alla classe non perchè è più fortuata ma perchè c'è un alunno che richiede una attività specifica, personalizzata, individualizzata. Assegnazione alla classe perchè si deve promuovere l'integrazione, perchè si deve includere sul serio e il docente di sostegno, per favorire questo deve conoscere ogni alunno della classe, deve essere conosciuto da ogni alunno. Ma il suo lavoro è finalizzato all'alunno per cui è lì. In fase di progettazione pei si può senza dubbio prevedere il lavoro a gruppi, la possibilità di uscire a gruppi con l'insegnante di sostegno, i gruppi però non devono essere composti solo da ragazzi in difficoltà e non sempre dalle stesse persone. Si può anche prevedere uno scambio tra il curricolare e il sostegno. Niente vieta che sia il sostegno ad occuparsi della classe mentre il curricolare si occupa di seguire un gruppo fuori dall'aula e cura l'approfondimento o il recupero di qualcosa, Insomma, sì è alla classe ma perchè c'è un lavoro da fare a favore dell'alunno che ha una disabilità (lavoro di cui, indirettamente, usufruiscono anche gli altri, ovviamente)
Penso sempre a quella bellissima PP che recita:
vuoi il mio parcheggio privilegiato? prenditi anche la mia disabilità!
Sono così poche, generalmente, le ore attribuite a sostenere il diritto allo studio di ciascun alunno con 104 che ci manca solo che vengano distribuite a pioggia sulla classe per alleggerire il lavoro del curricolare e permettergli di occuparsi solo dei normoapprendenti o neurotipici.
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