Riforma valutazione secondaria di I grado

Salve,
Ci sono indiscrezioni ministeriali circa l'estensione alla scuola secondaria di primo grado della riforma sulla valutazione introdotta alla Primaria da questo anno scolastico? Se ne parlava mesi fa durante gli incontri di formazione webinar.

Ma speriamo di no. Anche perché il continuo balletto sulla valutazione di per sé è un fattore di confusione e destabilizzazione. So però che alcuni geni del pedagogicamente corretto vorrebbero che anche la scuola media usasse i descrittori A,B,C,D: la scusa è che "un 4 o un 5 incasellano l'alunno in un voto e mortificano la sua voglia di migliorare, mentre una D certifica che l'alunno è a un livello "iniziale" senza stigmatizzarlo".
Il problema non è tanto quello di far corrispondere alla "A" un 9-10, alla "B" un 8  e così via, ma quello che neanche tanto surrettiziamente si sta facendo di tutto per attuare una controriforma che metta al centro le maledettissime "competenze", che non si sa bene cosa siano ma che mirano a destrutturare la nostra scuola delle noiose "conoscenze". E' vero che ci sono ancora colleghi, fortunatamente pochi, che insegnano come cinquant'anni fa, ma non si può per questo buttare a mare la scuola delineata dalla costituzione come strumento di emancipazione sociale e passare a una scuola anti-emancipativa, piegata agli interessi dell'economia e del mondo del lavoro, in cui le opportunità esistenziali non sono mai pari e soprattutto vengono create al di fuori del mondo della scuola e del sistema delle discipline. Detto in soldoni si sta tentando di costruire una scuola in cui la conoscenza, la cultura, gli strumenti per una comprensione critica del reale siano l'ultimo dei problemi, mentre contano le conoscenze (quelle che ti fanno svoltare), le esperienze (quelle che ti fai se hai i soldi e la situazione familiare giusta), le competenze (ovvero la flessibilità sul lavoro e la scarsa propensione a "rompere le palle")

e mettiamoci anche la mancanza totale di idee riguardo alla scuola e alla soluzione dei suoi problemi (alcuni atavici), che porta sempre a battere la strada facile dell'ultimo segmento, della valutazione o dell'esame, come se fossero parti a sé, svincolate dalla didattica...

Un intervento occasionale e isolato soltanto sulla valutazione parte da un presupposto già di per sé privo di senso in didattica: per la scuola primaria ha significato l'ennesimo incomodo burocratico, privo di ricadute e incomprensibile ai più.

Sorvoliamo poi sulla tempistica assolutamente inappropriata: si emettono circolari per invitare paternamente a tener conto delle difficoltà dei ragazzi nella valutazione finale, e contemporaneamente si avviano due "riforme" (con tanto di sperimentazione) assolutamente inessenziali, la valutazione e l'educazione civica, nell'anno pandemico