Neuropsichiatra e didattica
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Ire
Scuola70
Venturina
7 partecipanti
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Neuropsichiatra e didattica
Quanto conta ciò che dice il neuropsichiatra in merito alla didattica, al di là delle indicazioni general generiche?
Questi specialisti vedono se va bene i ragazzi 1 volta all'anno, manco si ricordano chi siano...
Questi specialisti vedono se va bene i ragazzi 1 volta all'anno, manco si ricordano chi siano...
Venturina- Messaggi : 274
Data d'iscrizione : 04.03.20
Re: Neuropsichiatra e didattica
Non solo, ma fanno una cosa ancora peggiore secondo me: ETICHETTANO i ragazzi e li medicalizzano con le loro diagnosi. Per cui il ragazzo dev'essere per forza etichettato come DOP (e non va punito perché è disturbato), come autistico ad alto/medio funzionamento (ed allora ogni sua azione dipende dalla patologia, ma non è proprio detto che sia così.....), questo impedisce però di vedere la persona per quello che realmente è, perché si vede solo la patologia e non la persona.
Scuola70- Messaggi : 1434
Data d'iscrizione : 28.02.14
Re: Neuropsichiatra e didattica
In sede di GLO conta quel tanto che basta da dover essere preso in considerazione, verbalizzato, analizzato e discusso. Stessa cosa per l'eventuale parere contrario del docente.
Re: Neuropsichiatra e didattica
Il neuropsichiatra non ha competenze didattiche. Quella è competenza dell'insegnante. Semmai deve dare indicazioni sulle modalità di apprendimento del ragazzo, in base alla sua patologia se il medico da pareri didattici Voi iniziate a fare diagnosi
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Neuropsichiatra e didattica
Perchè bisogna sempre lavorare l'un contro l'altro armati? se il neuropsichiatra esprime un parere o un suggerimento su una modalità didattica potrebbe aver avuto una idea che il docente non ha avuto. Non potrebbe valutarla e farla propria se la ritenesse utile? In caso contrario non potrebbe spiegare il perchè non ritenga utile o fattibile quanto suggerito. La stessa cosa il npi nelle sue decisioni terapeutiche dovrebbe ascoltare quello che dicono gli insegnanti perchè potrebbe ricavarne informazioni utili. Se poi le trovasse ininfluenti dovrebbe spiegare il perchè in modo che gli insegnanti, convinti, si possano concentrare su altro. Non lo fanno i NPI? Cominci a farlo chi ha testa per farlo. Si esportino buobne prassi invece di guerre di categoria. Ne beneficia l'alunno, il docente e anche il npi
Re: Neuropsichiatra e didattica
Perché, come dice Venturina, questi professionisti i ragazzi li vedono una una volta l'anno, nella mia regione non li vedono mai, nemmeno per fare il profilo di funzionamento, che fanno solamente mettendo delle crocette sulla base delle carte portate dai genitori. Del resto questo problema nel mio caso non c'è. Saranno almeno 7-8 anni che non vedo più un neuropsichiatra.
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Neuropsichiatra e didattica
Quindi a priori tu decidi che non sappiano nulla di didattica che non possono avere idee brillanti che al docente non erano passate per la testa e suggerisci che i neuropsichiatri non ne sanno nulla e se si permettono i docenti si pongano in maniera conflittuale minacciando di mettersi a fare diagnosi? Bel modo di lavorare!
Re: Neuropsichiatra e didattica
Non ti permettere, di minacciare denuncia sono capace anch'io non solo tu. Stai molto attenta a come ti rivolgi a me.
Qui non si parla a Priori Qui si sta dicendo che un medico si permette di entrare in un campo che non è suo Ovvero la didattica in riferimento ad un ragazzo che vede se va tutto bene una volta l'anno e che quindi non conosce.
Qui non si parla a Priori Qui si sta dicendo che un medico si permette di entrare in un campo che non è suo Ovvero la didattica in riferimento ad un ragazzo che vede se va tutto bene una volta l'anno e che quindi non conosce.
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Neuropsichiatra e didattica
Ire ha scritto:Perchè bisogna sempre lavorare l'un contro l'altro armati? se il neuropsichiatra esprime un parere o un suggerimento su una modalità didattica potrebbe aver avuto una idea che il docente non ha avuto
almeno per un paio di ragioni:
Innanzitutto il GLO, Dio lo benedica, è una équipe multidisciplinare in cui figure diverse con professionalità diverse lavorano integrando le proprie competenze nel bene dell'alunno disabile. Ammettere che queste diverse figure si possano/debbano applicare improvvisando "idee" sulla didattica (un termine francamente ridicolo considerato il contesto, come se in didattica si procedesse per improvvise illuminazioni) contraddice proprio l'esigenza di integrare sfere di competenza differenti. Chi sconfina dunque fa una indebita intromissione in un campo non di sua pertinenza, crea uno squilibrio nel GLO, mette in discussione la competenza altrui e non offre un buon servizio all'alunno, che non ha bisogno di "idee" ma di integrazione tra figure ciascuna competente per la sua parte.
Al GLO sono presenti le famiglie degli alunni, cui andrebbe garantito un parere qualificato. Il neuropsichiatra che se ne esce (e capita molto spesso) con indicazioni di didattica (mai consigli), dà a credere che anche a lui sia ammesso "consigliare", che a tutti in sostanza sia possibile "suggerire", che a tutti possa venire una "idea"... e di questo, d'altra parte, le famiglie sono già tutte convinte, e solo per la didattica.
Questo è notoriamente un paese di allenatori di calcio e ultimamente di virologi, nessuno stupore dunque che con la scuola, che è il campo di applicazione massimo dell'opinionismo del quisque de populo, qualcuno prenda in considerazione l'opportunità di rimanere nel suo! Ci mancherebbe... ma diverso è dire che questo sia un utile contributo
Proprio settimana scorsa, nel corso di un primo incontro con la famiglia, una psicologa (di neuropsichiatri credo di non vederne da almeno una decina di anni) cui avevo appena illustrato le difficoltà di orientamento spazio-temporale del ragazzo esemplificando sulle difficoltà con l'orientamento spaziale sulla carta geografica, si è lanciata a suggerirmi una sua "idea" per l'apprendimento dei punti cardinali che evidentemente non solo non c'entrava nulla con la difficoltà specifica di cui si discuteva, ma nemmeno si mostrava consapevole di cosa fossero i punti cardinali. E parliamo di un concetto di cultura generale... immaginiamoci quando l'idea riguarda il genitivo assoluto, le espressioni, la proiezione ortogonale, la musica dodecafonica... Naturalmente anche questa dottoressa aveva visto una sola volta il ragazzo, ma ha ritenuto comunque legittimo "suggerire" una idea per una difficoltà che non aveva neanche indagato sul piano terapeutico.
Magari sbaglio, ma credo che avrebbe dato un contributo maggiore appuntandosi la difficoltà funzionale riferita dall'insegnante per indagarla poi in base alle sue competenze e aiutare il docente a orientare la didattica consapevole del fatto che la difficoltà è realmente legata alla disabilità o dovuta a carenze di altro tipo che possono invece essere colmate...
ho trovato veramente ridicolo il modo in cui si sia lanciata nella drammatizzazione della lezione per l'apprendimento del Nord/Sud, ma ho trovato invece irritante e inopportuno che questa lezioncina sia stata fatta davanti alla famiglia.
Come ho trovato irritante che per quell'ora abbia fatturato alla famiglia una parcella da terapista per lanciarsi in dieci minuti buoni di lezione di geografia, pure sbagliata
lucetta.10- Messaggi : 720
Data d'iscrizione : 06.02.22
Re: Neuropsichiatra e didattica
lucetta.10 ha scritto:Ire ha scritto:Perchè bisogna sempre lavorare l'un contro l'altro armati? se il neuropsichiatra esprime un parere o un suggerimento su una modalità didattica potrebbe aver avuto una idea che il docente non ha avuto
almeno per un paio di ragioni:
Innanzitutto il GLO, Dio lo benedica, è una équipe multidisciplinare in cui figure diverse con professionalità diverse lavorano integrando le proprie competenze nel bene dell'alunno disabile. Ammettere che queste diverse figure si possano/debbano applicare improvvisando "idee" sulla didattica (un termine francamente ridicolo considerato il contesto, come se in didattica si procedesse per improvvise illuminazioni) contraddice proprio l'esigenza di integrare sfere di competenza differenti. Chi sconfina dunque fa una indebita intromissione in un campo non di sua pertinenza, crea uno squilibrio nel GLO, mette in discussione la competenza altrui e non offre un buon servizio all'alunno, che non ha bisogno di "idee" ma di integrazione tra figure ciascuna competente per la sua parte.
Al GLO sono presenti le famiglie degli alunni, cui andrebbe garantito un parere qualificato. Il neuropsichiatra che se ne esce (e capita molto spesso) con indicazioni di didattica (mai consigli), dà a credere che anche a lui sia ammesso "consigliare", che a tutti in sostanza sia possibile "suggerire", che a tutti possa venire una "idea"... e di questo, d'altra parte, le famiglie sono già tutte convinte, e solo per la didattica.
Questo è notoriamente un paese di allenatori di calcio e ultimamente di virologi, nessuno stupore dunque che con la scuola, che è il campo di applicazione massimo dell'opinionismo del quisque de populo, qualcuno prenda in considerazione l'opportunità di rimanere nel suo! Ci mancherebbe... ma diverso è dire che questo sia un utile contributo
Proprio settimana scorsa, nel corso di un primo incontro con la famiglia, una psicologa (di neuropsichiatri credo di non vederne da almeno una decina di anni) cui avevo appena illustrato le difficoltà di orientamento spazio-temporale del ragazzo esemplificando sulle difficoltà con l'orientamento spaziale sulla carta geografica, si è lanciata a suggerirmi una sua "idea" per l'apprendimento dei punti cardinali che evidentemente non solo non c'entrava nulla con la difficoltà specifica di cui si discuteva, ma nemmeno si mostrava consapevole di cosa fossero i punti cardinali. E parliamo di un concetto di cultura generale... immaginiamoci quando l'idea riguarda il genitivo assoluto, le espressioni, la proiezione ortogonale, la musica dodecafonica... Naturalmente anche questa dottoressa aveva visto una sola volta il ragazzo, ma ha ritenuto comunque legittimo "suggerire" una idea per una difficoltà che non aveva neanche indagato sul piano terapeutico.
Magari sbaglio, ma credo che avrebbe dato un contributo maggiore appuntandosi la difficoltà funzionale riferita dall'insegnante per indagarla poi in base alle sue competenze e aiutare il docente a orientare la didattica consapevole del fatto che la difficoltà è realmente legata alla disabilità o dovuta a carenze di altro tipo che possono invece essere colmate...
ho trovato veramente ridicolo il modo in cui si sia lanciata nella drammatizzazione della lezione per l'apprendimento del Nord/Sud, ma ho trovato invece irritante e inopportuno che questa lezioncina sia stata fatta davanti alla famiglia.
Come ho trovato irritante che per quell'ora abbia fatturato alla famiglia una parcella da terapista per lanciarsi in dieci minuti buoni di lezione di geografia, pure sbagliata
Vuoi dire che una volta impostata una modalità didattica non si pensa più? Non si cercano idee, proposte, esperienze per migliorare, adattare alla tipologia di classe o di contesto?
Re: Neuropsichiatra e didattica
Carla75 ha scritto:Pubblica una risposta Icon_post_target Da carla75 il Dom Feb 13, 2022 8:48 am
Perché, come dice Venturina, questi professionisti i ragazzi li vedono una una volta l'anno, nella mia regione non li vedono mai, nemmeno per fare il profilo di funzionamento, che fanno solamente mettendo delle crocette sulla base delle carte portate dai genitori. Del resto questo problema nel mio caso non c'è. Saranno almeno 7-8 anni che non vedo più un neuropsichiatra.
carla75 ha scritto:Non ti permettere, di minacciare denuncia sono capace anch'io non solo tu. Stai molto attenta a come ti rivolgi a me.
Qui non si parla a Priori Qui si sta dicendo che un medico si permette di entrare in un campo che non è suo Ovvero la didattica in riferimento ad un ragazzo che vede se va tutto bene una volta l'anno e che quindi non conosce.
Ah, non avevo capito che tu stessi parlando del caso specifico di Venturina, che parlassi di qualcuno, nome e cognome, che conosci e di cui hai valutato curricolo professionale e partecipazione effettiva, conoscenza dell'alunno e modo in cui si "intromette" nella didatica.
Se è questo, chiedo scusa. Se non è questo (e da come hai scritto sembrerebbe tu ti rivolgessi ai NPI genericus o almeno genericamente ai NPI della tua regione) stai proprio parlando a Priori
Re: Neuropsichiatra e didattica
Ire ha scritto:lucetta.10 ha scritto:Ire ha scritto:Perchè bisogna sempre lavorare l'un contro l'altro armati? se il neuropsichiatra esprime un parere o un suggerimento su una modalità didattica potrebbe aver avuto una idea che il docente non ha avuto
almeno per un paio di ragioni:
Innanzitutto il GLO, Dio lo benedica, è una équipe multidisciplinare in cui figure diverse con professionalità diverse lavorano integrando le proprie competenze nel bene dell'alunno disabile. Ammettere che queste diverse figure si possano/debbano applicare improvvisando "idee" sulla didattica (un termine francamente ridicolo considerato il contesto, come se in didattica si procedesse per improvvise illuminazioni) contraddice proprio l'esigenza di integrare sfere di competenza differenti. Chi sconfina dunque fa una indebita intromissione in un campo non di sua pertinenza, crea uno squilibrio nel GLO, mette in discussione la competenza altrui e non offre un buon servizio all'alunno, che non ha bisogno di "idee" ma di integrazione tra figure ciascuna competente per la sua parte.
Al GLO sono presenti le famiglie degli alunni, cui andrebbe garantito un parere qualificato. Il neuropsichiatra che se ne esce (e capita molto spesso) con indicazioni di didattica (mai consigli), dà a credere che anche a lui sia ammesso "consigliare", che a tutti in sostanza sia possibile "suggerire", che a tutti possa venire una "idea"... e di questo, d'altra parte, le famiglie sono già tutte convinte, e solo per la didattica.
Questo è notoriamente un paese di allenatori di calcio e ultimamente di virologi, nessuno stupore dunque che con la scuola, che è il campo di applicazione massimo dell'opinionismo del quisque de populo, qualcuno prenda in considerazione l'opportunità di rimanere nel suo! Ci mancherebbe... ma diverso è dire che questo sia un utile contributo
Proprio settimana scorsa, nel corso di un primo incontro con la famiglia, una psicologa (di neuropsichiatri credo di non vederne da almeno una decina di anni) cui avevo appena illustrato le difficoltà di orientamento spazio-temporale del ragazzo esemplificando sulle difficoltà con l'orientamento spaziale sulla carta geografica, si è lanciata a suggerirmi una sua "idea" per l'apprendimento dei punti cardinali che evidentemente non solo non c'entrava nulla con la difficoltà specifica di cui si discuteva, ma nemmeno si mostrava consapevole di cosa fossero i punti cardinali. E parliamo di un concetto di cultura generale... immaginiamoci quando l'idea riguarda il genitivo assoluto, le espressioni, la proiezione ortogonale, la musica dodecafonica... Naturalmente anche questa dottoressa aveva visto una sola volta il ragazzo, ma ha ritenuto comunque legittimo "suggerire" una idea per una difficoltà che non aveva neanche indagato sul piano terapeutico.
Magari sbaglio, ma credo che avrebbe dato un contributo maggiore appuntandosi la difficoltà funzionale riferita dall'insegnante per indagarla poi in base alle sue competenze e aiutare il docente a orientare la didattica consapevole del fatto che la difficoltà è realmente legata alla disabilità o dovuta a carenze di altro tipo che possono invece essere colmate...
ho trovato veramente ridicolo il modo in cui si sia lanciata nella drammatizzazione della lezione per l'apprendimento del Nord/Sud, ma ho trovato invece irritante e inopportuno che questa lezioncina sia stata fatta davanti alla famiglia.
Come ho trovato irritante che per quell'ora abbia fatturato alla famiglia una parcella da terapista per lanciarsi in dieci minuti buoni di lezione di geografia, pure sbagliata
Vuoi dire che una volta impostata una modalità didattica non si pensa più? Non si cercano idee, proposte, esperienze per migliorare, adattare alla tipologia di classe o di contesto?
Non mi è chiaro il senso della domanda e cosa c'entri con quello che ho scritto, che rispondeva tra l'altro a una domanda circostanziata che ponevi tu stessa (ma alla quale evidentemente non ti interessa avere una risposta) e seguiva un ragionamento più articolato che la parentesi.
Salvo che, e mi auguro di no, non si sottenda una concezione di glo totalmente fuori da ogni norma è dal principio stesso che lo definisce, come il luogo in cui chiunque possa sparare trovate fondate sull'intuizione del momento o sul film visto la sera prima, quindi anche io possa trovare una "idea" per il logopedista o la fisioterapista e suggerire una terapia, purché mostri buon cuore e dedizione al ragazzino.
La ricerca di "idee" continua a essere una categoria poco sensata, quasi folcloristica, di sicuro non professionale e più adatta forse a una riunione di creativi alla ricerca dello slogan per vendere i formaggini...
Come forse taluni intendono il GLO
Quelli che straparlano di punti cardinali in modo inopportuno in una sede ufficiale e pensano che servano "idee" estemporanee invece di strategie didattiche e professionalità DIVERSE che concorrono ciascuna per la sua parte a un percorso, cercando magari di orientare correttamente anche la famiglia, alla presenza della quale un professionista non butta là "idee" di cui non conosce la sensatezza e fattibilità, tanto per pavoneggiarsi e segnare il territorio con chi non è altrettanto in grado di valutare sensatezza e fattibilità.
Ne racconto al proposito un'altra. Psicoterapeuta di alunno con grave disabilità, tenacemente convinto che il ragazzo (ripeto, grave disabilità) dovesse studiare la letteratura del origini con attenta disamina dell'aspetto retorico. "Idea" più volte ribadita in sede di GLO e data per fattibile dalla famiglia, convinta che il terapista parlasse con criterio... Ovviamente contestata dagli insegnanti, ma la famiglia ha comunque monitorato che l'apprendimento della Scuola siciliana venisse impartito al proprio ragazzo perché "lo ha detto la dottoressa"!
lucetta.10- Messaggi : 720
Data d'iscrizione : 06.02.22
Re: Neuropsichiatra e didattica
Ecco, in riferimento all'ultima parte del tuo discorso lucetta confermi la gravità di quello che sta succedendo ultimamente nei GLO. la programmazione dei contenuti personalizzati del Pei sono di competenza del consiglio di classe. Lo psicologo dovrebbe dare suggerimenti sulle modalità di apprendimento del ragazzo in base alla sua patologia, che poi i docenti (ed in particolare quello di sostegno) devono tradurre in metodologie didattiche sulla base delle osservazioni sistematiche fatte in classe.
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Neuropsichiatra e didattica
Questo presuppone che lo specialista sappia quali siano le modalità di apprendimento dello studente: non sempre è così, come a tutti noi è capitato di sperimentare...
serpina- Messaggi : 1455
Data d'iscrizione : 21.02.13
Re: Neuropsichiatra e didattica
Esatto, e non potendo dare informazioni cliniche su un ragazzo che non conosce inizia a dare suggerimenti sulla didattica. tanto chiunque può fare il virologo, l'allenatore e, ovviamente, l'insegnante.serpina ha scritto:Questo presuppone che lo specialista sappia quali siano le modalità di apprendimento dello studente: non sempre è così, come a tutti noi è capitato di sperimentare...
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Neuropsichiatra e didattica
Però, Carla, scusa se mi permetto, così ci si mette sullo stesso piano.
Non spetta al docente valutare quanto e come un medico debba conoscere un paziente, anche lo vedesse una volta sola all'anno.
Come hai detto prima, ognuno deve fare la sua parte: il neuropsichiatra non deve - ci mancherebbe! - dare suggerimenti didattici (semmai spiegare su quali aspetti dell'apprendimento la patologia possa influire), l'insegnante non deve snobbare il parere clinico.
Purtroppo come genitore negli anni ho visto di tutto. Alcune uscite da parte degli insegnanti, purtroppo anche di sostegno, me le porterò dietro tutta la vita. Ma sono casi. Nella vita i tuttologi e gli incompetenti sono ovunque, è normale. Li trovi tra i medici e gli psicologi, tra gli insegnanti, tra i genitori, anche sul forum di OS... ;-)
Non spetta al docente valutare quanto e come un medico debba conoscere un paziente, anche lo vedesse una volta sola all'anno.
Come hai detto prima, ognuno deve fare la sua parte: il neuropsichiatra non deve - ci mancherebbe! - dare suggerimenti didattici (semmai spiegare su quali aspetti dell'apprendimento la patologia possa influire), l'insegnante non deve snobbare il parere clinico.
Purtroppo come genitore negli anni ho visto di tutto. Alcune uscite da parte degli insegnanti, purtroppo anche di sostegno, me le porterò dietro tutta la vita. Ma sono casi. Nella vita i tuttologi e gli incompetenti sono ovunque, è normale. Li trovi tra i medici e gli psicologi, tra gli insegnanti, tra i genitori, anche sul forum di OS... ;-)
Stefania Biancani- Messaggi : 7010
Data d'iscrizione : 01.07.16
Re: Neuropsichiatra e didattica
Stefania Biancani ha scritto:Però, Carla, scusa se mi permetto, così ci si mette sullo stesso piano.
Non spetta al docente valutare quanto e come un medico debba conoscere un paziente, anche lo vedesse una volta sola all'anno.
Come hai detto prima, ognuno deve fare la sua parte: il neuropsichiatra non deve - ci mancherebbe! - dare suggerimenti didattici (semmai spiegare su quali aspetti dell'apprendimento la patologia possa influire), l'insegnante non deve snobbare il parere clinico.
Purtroppo come genitore negli anni ho visto di tutto. Alcune uscite da parte degli insegnanti, purtroppo anche di sostegno, me le porterò dietro tutta la vita. Ma sono casi. Nella vita i tuttologi e gli incompetenti sono ovunque, è normale. Li trovi tra i medici e gli psicologi, tra gli insegnanti, tra i genitori, anche sul forum di OS... ;-)
giustissimo il principio, ma neanche un luminare avallerebbe l'ipotesi che sia sufficiente una volta l'anno per una diagnosi seria.
Il dato è oggettivo e non nel merito della professionalità dei singoli, si tratta di una stortura del sistema: la professionalità non agìta non è utile!
Si tratta semmai della denuncia, purtroppo, di un disservizio sulle spalle degli alunni, spesso subìto dagli stessi neuropsichiatri
lucetta.10- Messaggi : 720
Data d'iscrizione : 06.02.22
Re: Neuropsichiatra e didattica
lucetta.10 ha scritto:Stefania Biancani ha scritto:Però, Carla, scusa se mi permetto, così ci si mette sullo stesso piano.
Non spetta al docente valutare quanto e come un medico debba conoscere un paziente, anche lo vedesse una volta sola all'anno.
Come hai detto prima, ognuno deve fare la sua parte: il neuropsichiatra non deve - ci mancherebbe! - dare suggerimenti didattici (semmai spiegare su quali aspetti dell'apprendimento la patologia possa influire), l'insegnante non deve snobbare il parere clinico.
Purtroppo come genitore negli anni ho visto di tutto. Alcune uscite da parte degli insegnanti, purtroppo anche di sostegno, me le porterò dietro tutta la vita. Ma sono casi. Nella vita i tuttologi e gli incompetenti sono ovunque, è normale. Li trovi tra i medici e gli psicologi, tra gli insegnanti, tra i genitori, anche sul forum di OS... ;-)
giustissimo il principio, ma neanche un luminare avallerebbe l'ipotesi che sia sufficiente una volta l'anno per una diagnosi seria.
Il dato è oggettivo e non nel merito della professionalità dei singoli, si tratta di una stortura del sistema: la professionalità non agìta non è utile!
Si tratta semmai della denuncia, purtroppo, di un disservizio sulle spalle degli alunni, spesso subìto dagli stessi neuropsichiatri
Ah, che il sistema (sanitario, scolastico, ... genitoriale) presenti un bel po' di storture è innegabile, purtroppo.
Più che altro non ritengo proficuo lo schieramento per categorie. Si fa con quel che c'è da ogni parte, e si spera di trovare persone aperte al dialogo (ci metto per primi i genitori). Avercelo, il libretto di istruzioni!
Stefania Biancani- Messaggi : 7010
Data d'iscrizione : 01.07.16
Re: Neuropsichiatra e didattica
Ma infatti si discute proprio di come costruire un clima di collaborazione all'interno del GLO.
Personalmente trovo sia molto più di chiusura e sicuramente poco favorevole alla costruzione di un clima di lavoro sereno e costruttivo, l'invasione di campo non richiesta, che non un sereno confronto in cui ciascuna figura contribuisce per il suo.
Le intromissioni, frequenti, non neghiamolo, dei terapeuti nella sfera della didattica non offrono un buon servizio per primo alle famiglie, che sono le uniche figure non specializzate del GLO e dovrebbero poter capire chiaramente la competenza di ciascun intervento.
Quello che spesso capita è invece che si debba lavorare in classe su ipotesi di didattica suggerite da un terapeuta e subite dall'insegnante perchè avallate anche dalla famiglia, che tende a attribuire al neuropsichiatra una maggiore autorevolezza.
Ipotesi che magari si rivelano spesso mal calibrate e non tengono conto del fatto che la didattica, alla fine, la svolgerà in classe il docente non il neuropsichiatra, e che quindi l'insegnante sarà soggetto attivo della pianificazione didattica e nella valutazione, non un mero compilatore.
Curioso poi che di questo protagonismo del docente nella didattica ci si accorga solo se le cose non vanno, per imputargliene la responsabilità
Personalmente trovo sia molto più di chiusura e sicuramente poco favorevole alla costruzione di un clima di lavoro sereno e costruttivo, l'invasione di campo non richiesta, che non un sereno confronto in cui ciascuna figura contribuisce per il suo.
Le intromissioni, frequenti, non neghiamolo, dei terapeuti nella sfera della didattica non offrono un buon servizio per primo alle famiglie, che sono le uniche figure non specializzate del GLO e dovrebbero poter capire chiaramente la competenza di ciascun intervento.
Quello che spesso capita è invece che si debba lavorare in classe su ipotesi di didattica suggerite da un terapeuta e subite dall'insegnante perchè avallate anche dalla famiglia, che tende a attribuire al neuropsichiatra una maggiore autorevolezza.
Ipotesi che magari si rivelano spesso mal calibrate e non tengono conto del fatto che la didattica, alla fine, la svolgerà in classe il docente non il neuropsichiatra, e che quindi l'insegnante sarà soggetto attivo della pianificazione didattica e nella valutazione, non un mero compilatore.
Curioso poi che di questo protagonismo del docente nella didattica ci si accorga solo se le cose non vanno, per imputargliene la responsabilità
lucetta.10- Messaggi : 720
Data d'iscrizione : 06.02.22
Re: Neuropsichiatra e didattica
Ma magari! E ben vengano i pareri clinici! Sono quelli che i cdc si aspettano. Sono almeno 13 anni che non li sento più.Stefania Biancani ha scritto:Però, Carla, scusa se mi permetto, così ci si mette sullo stesso piano.
Non spetta al docente valutare quanto e come un medico debba conoscere un paziente, anche lo vedesse una volta sola all'anno.
Come hai detto prima, ognuno deve fare la sua parte: il neuropsichiatra non deve - ci mancherebbe! - dare suggerimenti didattici (semmai spiegare su quali aspetti dell'apprendimento la patologia possa influire), l'insegnante non deve snobbare il parere clinico.
Purtroppo come genitore negli anni ho visto di tutto. Alcune uscite da parte degli insegnanti, purtroppo anche di sostegno, me le porterò dietro tutta la vita. Ma sono casi. Nella vita i tuttologi e gli incompetenti sono ovunque, è normale. Li trovi tra i medici e gli psicologi, tra gli insegnanti, tra i genitori, anche sul forum di OS... ;-)
carla75- Messaggi : 5790
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