Nuova intervista al min. Profumo su Repubblica

Promemoria primo messaggio :

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

Tra le nuove notizie:

Devo anche dire che abbiamo fatto un accordo con l´Inps che ci permetterà di valutare chi fra quei 163 mila iscritti alle vecchie graduatorie ha ancora bisogno di un posto di lavoro nella scuola. Alcuni, nel frattempo, si saranno sistemati altrove».

Il test, che si terrà a inizio dicembre, serve come setaccio. E´ necessario avere un numero di esaminando non superiore ai 60-70 mila per preparare dei buoni orali e dei buoni scritti.

Ah ok, se la tua è accademia già mi rilasso, di punti di vista si può discutere amabilmente (anche e soprattutto se sono diversi), ma troppe persone hanno opinioni solo in base al proprio tornaconto...
Mi scuso se ho alzato i toni.

Faccio fatica a concepire il tizio che lava i cessi e per far ciò rifiuta la supplenza, ad ogni modo...

lilian_gish ha scritto:Ah ok, se la tua è accademia già mi rilasso, di punti di vista si può discutere amabilmente (anche e soprattutto se sono diversi), ma troppe persone hanno opinioni solo in base al proprio tornaconto...
Mi scuso se ho alzato i toni.

Faccio fatica a concepire il tizio che lava i cessi e per far ciò rifiuta la supplenza, ad ogni modo...

Dipende dal coraggio e dalle responsabilità familiari che hai. Puoi ritenere che la supplenza senza garanzie future valga più del cesso sicuro, o il contrario.
Tieni anche conto che lo stipendio dell'insegnante non è molto più alto del lavacessi....purtroppo.

non si cambia una legge dall'oggi al domani. poi, capisco bene che la nostra è una situazione difficile e urgente, ma addirittura pensare di cambiare la costituzione :DDD

provate a portare questo ragionamento al massimo livello di astrazione e generalizzazione possibile (perchè le leggi poi hanno anche un valore estensivo a casi analoghi): sarebbe come dire che chi ha già un lavoro di qualunque tipo non ne può accettare un altro nella pubblica amministrazione. e questo addirittura indipendentemente dagli esiti di un concorso, inammissibile. una graduatoria non è un sistema che ti lega negli anni obbligandoti al lavoro precario in attesa di sistemazione, c'è una libertà di scelta e ponderazione. si sta parlando di lavoro retribuito, non di sussidi di disoccupazione.

Certo, ma infatti Luisa non intendo portare il ragionamento al massimo livello di astrazione... Rimanendo molto concreta ritengo sia una materia disciplinabile con buon senso, valutando tempistiche, tipologie di contratti ed altri fattori. Non ho la soluzione pronta, ma sarebbe ragionevole iniziare a fissare dei punti.

Roberto_R ha scritto:
A certe condizioni lavare cessi è infinitamente meglio che insegnare, con altre condizioni no; con il ruolo si che si smette di lavare cessi.

La gente fa scelte di vita in base alle regole vigenti, rifiuta opportunità,
Con altre regole avrebbe fatto altre scelte ed avrebbe colto quelle stesse opportunità.

Ok, e il sistema dovrebbe adeguarsi alle tue esigenze o tu a quelle del sistema? In tutti gli interventi di questo tenore viene sempre meno il principio che tu tenti di fare il lavoro che ti piace e puoi riuscirci o meno. Se avessimo la macchina del tempo e potessimo tornare all'antica Grecia tutti noi che siamo qui su OS forum saremmo grandi filosofi (quasi tutti, anzi...) e saremmo ricordati nei secoli, ma il mondo cambia. La gente in itagly fallisce e si frustra abbestia perché vuole la comodità di un percorso predefinito e tutelato (posto fisso nella scuola, stato sociale) essendo contemporaneamente libera di fare la propria strada e arrangiarsi (lavare cessi, stato liberale), e non rendendosi conto di vivere, appunto, in itaglia (stato ????, a te l'onore di completare la frase).
A latere, il tuo intervento conferma sempre di più la mia tesi che chi sceglie l'insegnamento per camparci o, come la dici tu "perché in un determinato momento è più conveniente che fare il lavacessi" dovrebbe fare altro nella vita... la professionalità e la crescita individuale e collettiva vengono meno per questo, quando una persona fa il suo lavoro solo per arrivare a fine mese tanto che lo faccia bene o male l'importante è lo stipendio....a dopo, vado a farmi un pò di leve articolari violente fino alle 10,30 in palestra, se qualcuno di voi difensori dei diritti delle massaggiatrici in GM vuole presentarsi continuiamo il dibattito vis a vis, così vi esprimo meglio il concetto di cui sopra a colpi di Kung-Fu..ahahahah;)

Marylin ha scritto: chi sceglie l'insegnamento per camparci o, come la dici tu "perché in un determinato momento è più conveniente che fare il lavacessi" dovrebbe fare altro nella vita... la professionalità e la crescita individuale e collettiva vengono meno per questo, quando una persona fa il suo lavoro solo per arrivare a fine mese tanto che lo faccia bene o male l'importante è lo stipendio....

devo smetterla di quotarti, lo so, ma non posso farci niente :))).



Ho rifiutato un lavoro in banca, a 22 anni. Avevo finito la triennale, mi piaceva studiare lettere, volevo fare la specialistica di lettere, volevo insegnare lettere. Molto lineare:).
I miei (entrambi insegnanti) mi hanno tenuto il muso un anno. Magari li posso anche capire. Attualmente sono precaria (o aspirante insegnante? Non so più cosa sono :-S) e non mi sono mai pentita per un solo istante. Non mi cambierei con la mia amica impiegata + marito devoto + casetta a schiera con mutuo + fine settimana al beauty farm (magari questo sì, glielo invidio, ma vabbè...) per niente al mondo.

Non me la voglio menare, il punto è che... boh, la scuola è anche questo. E' una scelta, va vissuta pienamente, spero sia di più di una scelta di convenienza, tutto qui. E lo dico col massimo rispetto per chi deve optare necessariamente per il lavaggio cessi. Anche per costoro la scuola è, e rimane, qualcosa di più che "un lavoro X comunque migliore del cesso".


(Ma poi perchè dal paraculo con il tempo indeterminato in azienda siamo finiti al cesso? :))

Scusate un attimo, ma in questo modo si ritorna alla solita (insopportabile) retorica della "missione", della "vocazione" e tutto il cucuzzaro, per cui dovrebbe essere degno di insegnare solo chi è disposto a fare anni e anni di sacrificio disinteressato, lavorando gratis o guadagnando talmente poco che non basta per vivere.

Il che, appunto, significa due cose sole: o che uno ha le velleità spirituali di fare l'asceta penitenziale, oppure che ha la possibilità di farsi mantenere da qualcun altro per decenni, e potenzialmente anche per tutta la vita.

In entrambi i casi, sono fatti suoi e non c'è nulla di male.
Ma per quale motivo questi dovrebbero costituire titolo di merito professionale e dovrebbero essere PREMIATI nei criteri di precedenza per l'assunzione?

Invece ogni tanto torna fuori questa discutibilissima storia, secondo cui chi non è disposto a qualsiasi sacrificio e umiliazione pur di riuscire a fare proprio quel lavoro, chi non è disposto a elemosinare, a svendersi e a farsi sfruttare all'infinito pur di ottenerlo, e nel frattempo si guarda anche intorno per cercare altro (semplicemente perché gli serve per vivere, eh)... allora viene accusato di "non essere abbastanza motivato", di "farlo solo per ripiego" e in definitiva di non meritarselo.

Allora non si venga a dire che la lunghezza e la pesantezza della trafila richiesta siano la prova che "siano stati selezionati i migliori": in questo modo, si selezionano solo i più fatalisti e i più masochisti, senza nessuna indicazione sul loro valore professionale. Per non parlare dei semplici demotivati, ai quali non interessa affatto coltivare attivamente una professione, né per la passione e nemmeno per mantenersi, perché appunto li mantiene qualcun altro (e dispiace dirlo, ma in grandissima parte sono donne, che come aspirazione fondamentale hanno quella di fare soprattutto le casalinghe, facendo ogni tanto qualcosina per arrotondare lo stipendio del marito, e per le quali non è un grosso problema rimanere precarie per 20 o 30 anni).

Aho', ma è così strano affermare che TUTTI i lavori (non solo l'insegnante, ma tutti i lavori, compreso il pulire i cessi) dovrebbero come prima cosa garantire un compenso sufficiente a mantenersi in maniera dignitosa? E che l'insegnamento non dovrebbe essere visto né come una missione per la quale si è disposti a tutto, né come un ripiego perché non si è riusciti a fare altro, ma come una normale professione?

Ma perchè dovete portare qualsiasi affermazione all'eccesso? Quale spirito iperbolico vi possiede?
Non mi pare di aver tirato in ballo frustini e gatti a nove code. Ho solo osservato che una professione va scelta con un minimo di entusiasmo, e facendo esame di realtà. Retorica della vocazione? A-s-c-e-t-i-s-m-o p-e-n-i-t-e-n-z-i-a-l-e???
Io ho fatto una scelta, basata su una personale visione. In seguito ho fatto dei sacrifici, magari (lavorato la sera per fare la supplenza di giorno e cose normali del genere), ma anche no, perchè mi stava benissimo ed ero contenta.

E proprio per questo sono decisa e impegnata a far valere i nostri diritti. Perchè non sono disperata, che diamine. L'HO SCELTO!

@paniscus: e l'insopportabile retorica dei "diritti" a tutti i costi dove la mettiamo? Guarda che la posizione che sostengo io é realistica, non retorica. Certo, le professioni "dovrebbero" garantire questo e quest'altro etc.etc... peccato che vivi in un paese dove il lavoro nero è il 6,5% del PIL nazionale (e lì si che si può parlare di diritti da conquistare a ragion veduta, think about it prima di parlare di "diritti negati ai precari della scuola"), dove 7 nuovi contratti su 10 sono a termine, dove tra un pò arriveremo al 40% di under 35 senza lavoro etc.etc. Retorica la mia? Il discorso di chi si riempie la bocca di diritti su diritti e protesta preventivamente su qualsiasi cosa venga dall'alto senza valutarla nel merito oltre ad essere ridicolo nel metodo è cieco nel merito: voi state dibattendo se è meglio la sacher con la panna e lo zucchero a velo o la selva nera quando in cucina mancano la farina e le uova...trovami la retorica ora, se ci riesci...

Marylin ha scritto:@paniscus: e l'insopportabile retorica dei "diritti" a tutti i costi dove la mettiamo? Guarda che la posizione che sostengo io é realistica, non retorica.

Ma guarda che sarà pure retorica, ma non è certo la posizione mia. Se non si fosse capito, io sono FAVOREVOLE ai concorsi, ai quali possano partecipare liberamente tutti, sia quelli che hanno fatto anni di precariato, sia quelli che nel frattempo hanno fatto altro. Semmai, trovo vergognoso che non se ne siano ancora fatti, per tutti questi anni, e che si sia continuato a considerare valide delle graduatorie tanto datate... ma concordo sul fatto che non si può trascinare un malcostume all'infinito solo perché ormai si è già trascinato per un numero sufficiente di anni. Bisognerà prima o poi cominciare a spezzarlo, questo meccanismo perverso?

La retorica sulla missione e sul sacrificio mi riferivo a quelli che sostenevano, addirittura, che uno che si è abilitato anni fa e poi ha rifiutato delle supplenze perché in quel momento stava facendo altro, dovrebbe essere depennato da tutte le graduatorie e non avere più la possibilità di accedere al ruolo, e addirittura dovrebbe pure essere escluso dalla partecipazione ai concorsi, perché rifiutando le supplenze ha dimostrato di non tenerci abbastanza alla scuola.

Ma ripeto la domanda, se uno VUOLE insegnare, ma deve anche portare la pagnotta a casa, e le chiamate per le supplenze sono scarse, non è normale che nel frattempo debba per forza adattarsi a fare anche altri lavori? Se una, in attesa di chiamate per le supplenze, si è messa a fare la commessa, e se guarda caso la chiamano per una supplenza di due mesi proprio in un momento in cui come commessa le hanno appena fatto un contratto di due anni, ha il dovere di dimettersi immediatamente dall'altro lavoro perché altrimenti non sarà mai più considerata degna di insegnare in vita sua? Era questo che non condividevo affatto...

Vedi Paniscus, chi e' di ruolo e chi e' fuori dal sistema non conosce le vicissitudini dei precari. in questi anni, grazie alle regole del salvaprecari, molti docenti, pur di non perdere punteggio, ha dovuto accettare di tutto: tre ore in una scuola, poi 4 in un' altra scuola, magati a 80 Km, rimettendoci stipendio , tempo e dignita'. altri, sempre per effetto del salvaprecari non ha lavorato proprio. c'e' stato anche chi e' partito per fare punteggio con le "code", grazie ai tagli della gelmini, magari dopo anni di servizio nella propria provincia. c'e stato infine chi nel 2007 ha deciso di rimanere in qualche provincia del Nord per tentare il ruolo e nel boom delle assunzioni si e' visto entrare in graduatoria decine di colleghi, grazie alla riapertura delle stesse per effetto dell'incostituzionalita' dellla riforma fioroni. se uno vuole insegnare deve accettare le stesse regole che abbiamo dovuto accettare noi!