Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
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eliana78
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Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Promemoria primo messaggio :
Mi trovo alla mia prima esperienza come insegnante di sostegno. Ieri ho partecipato allo scrutinio della classe di uno dei miei alunni (una prima superiore): si tratta di un ragazzino con grossi problemi comportamentali, a cui non interessa nulla o quasi della scuola, che non porta quaderni e libri e che si assenta almeno 4 giorni su 6. In moltissime materie non ha neanche una verifica scritta, perché sempre assente, i voti orali sono inesistenti. Nonostante ciò, segue una programmazione ministeriale per obiettivi minimi e ha pochissime ore di sostegno.
Il lavoro che sto facendo con lui è soprattutto quello di insegnargli a vivere in un contesto sociale, a rispettare le regole e a prendersi le sue responsabilità.
Durante lo scrutinio alcuni colleghi hanno proposto per lui dei voti sufficienti, basati semplicemente sul fatto che "il ragazzo ha il sostegno". A questo punto mi sono alzata e ho pregato i colleghi di dare al ragazzo i voti che merita e di non regalargli la sufficienza. Ho detto che se avessi visto da parte sua impegno e senso di responsabilità, avrei potuto anche essere d'accordo con quei voti, ma data la situazione....no! In seguito a questo mio intervento, i 6 sono diventati 4...alcuni anche 3.
A questo punto mi chiedo: sono stata una pazza? Ho sbagliato? Rischio di essere ripresa dalla dirigenza?
Tengo a precisare inoltre che nella stessa classe c'è un altro ragazzino con obiettivi minimi seguito da una mia collega. Lui studia e si impegna moltissimo, nonostante i suoi problemi si fa interrogare, prende appunti e fa sempre i compiti a casa. Mi sembra assurdo che vengano messi sullo stesso piano. Mi sembra soprattutto molto demotivante per quest'altro ragazzino.
Il mio ruolo è quello di difendere il ragazzo ad ogni costo, o quello di insegnargli che bisogna impegnarsi per raggiungere il massimo che si può raggiungere, in base alle proprie capacità?
Mi trovo alla mia prima esperienza come insegnante di sostegno. Ieri ho partecipato allo scrutinio della classe di uno dei miei alunni (una prima superiore): si tratta di un ragazzino con grossi problemi comportamentali, a cui non interessa nulla o quasi della scuola, che non porta quaderni e libri e che si assenta almeno 4 giorni su 6. In moltissime materie non ha neanche una verifica scritta, perché sempre assente, i voti orali sono inesistenti. Nonostante ciò, segue una programmazione ministeriale per obiettivi minimi e ha pochissime ore di sostegno.
Il lavoro che sto facendo con lui è soprattutto quello di insegnargli a vivere in un contesto sociale, a rispettare le regole e a prendersi le sue responsabilità.
Durante lo scrutinio alcuni colleghi hanno proposto per lui dei voti sufficienti, basati semplicemente sul fatto che "il ragazzo ha il sostegno". A questo punto mi sono alzata e ho pregato i colleghi di dare al ragazzo i voti che merita e di non regalargli la sufficienza. Ho detto che se avessi visto da parte sua impegno e senso di responsabilità, avrei potuto anche essere d'accordo con quei voti, ma data la situazione....no! In seguito a questo mio intervento, i 6 sono diventati 4...alcuni anche 3.
A questo punto mi chiedo: sono stata una pazza? Ho sbagliato? Rischio di essere ripresa dalla dirigenza?
Tengo a precisare inoltre che nella stessa classe c'è un altro ragazzino con obiettivi minimi seguito da una mia collega. Lui studia e si impegna moltissimo, nonostante i suoi problemi si fa interrogare, prende appunti e fa sempre i compiti a casa. Mi sembra assurdo che vengano messi sullo stesso piano. Mi sembra soprattutto molto demotivante per quest'altro ragazzino.
Il mio ruolo è quello di difendere il ragazzo ad ogni costo, o quello di insegnargli che bisogna impegnarsi per raggiungere il massimo che si può raggiungere, in base alle proprie capacità?
eliana78- Messaggi : 80
Data d'iscrizione : 30.08.11
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
paniscus ha scritto:Davide ha scritto:Fedup non do 6 a prescindere da tutto, do 6 perchè in ognuno di noi ci sono potenzialità che mi rendono un NON INSUFFICIENTE. Bisogna trovarle.
Quindi, mi ripeto per l'ennesima volta, che differenza ci sarebbe con gli altri? Se tutti sono da considerare sufficienti, solo perché hanno le potenzialità, allora dovrebbe valere anche per quelli senza nessuna disabilità. Ma tu a questa obiezione stai sistematicamente sfuggendo...
Lisa
Sono circa 10 messaggi che scrivo che la differenza tra H e non H esiste eccome. Forse sei tu a non volerla capire o leggere. L'H se non arriva a determinati requisiti è valutato in un modo, il non H se non arriva a determinati requisiti è valutato in maniera profondamente diversa. Non trovo alcun parallelismo. Tu lo trovi, io no. Nel non H puoi addurre scarso impegno, svogliatezza o altro, nel non H come puoi addurlo? Se non ce la fa c'è un motivo che deriva dal suo stato H, se non vogliamo tenerne conto allora è un altro discorso. Qua non stiamo certo convincendo nessuno, ogni docente H, se tu lo sei, decide per i proprio alunni.
Bocciare gli alunni H è possibile, ma anche qua l'orientamento i molti Ds è la grande cautela, si è già letto su Orizzonte Scuola di casi in cui genitori H bocciati facendo ricorso hanno visto riconosciuto dal giudice la promozione. In quel caso avevano ragione i docenti? A quanto pare no vista la decisione di un giudice. Quindi è possibile bocciare chiunque, ma con gli H ci vuole grande cautela, non per paura, ma per non commettere un errore, come detto, con pronunciamento di una sentenza di un tribunale.
Davide- Messaggi : 5243
Data d'iscrizione : 26.03.11
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Visto che mi è stato chiesto, sì, lavoro sul sostegno alle medie, quindi un po' di esperienza è in mio possesso.
Il punto che non funziona del tuo discorso, Davide, è che tutti gli alunni sono diversi. Io ho seguito alunni Down, autistici, con sindromi uniche in letteratura, ritardi mentali da lieve a grave, fino ai blandi disturbi emotivo-affettivi.
Non sono tutti uguali ed è vero che in alcuni è proprio insondabile capire se esiste un impegno volontario o solo indotto dall'esterno (ossia il nostro intervento didattico).
Se ce la fanno oppure no, e se ce la potrebbero fare oppure no, si desume dall'osservazione nel primo mese, leggendo con attenzione la diagnosi, documentandosi, se possibile, sulla sindrome o malattia che sia, consultando i medici, gli psicologi e gli psichiatri che eventualmente lo seguono, e facendosi quindi un quadro (il famigerato PDF) su cui basare la redazione del PEI.
Da qui poi si segue la linea didattica, che nei casi più disperati (ne ho avuti) è davvero poco più che fare il badante...
In altri invece si porta avanti e si sviluppa un piano didattico più articolato, e in cui si evidenzia anche la volontà dell'alunno di fare oppure no.
Condivido con paniscus che spesso e volentieri noi "pieghiamo" i voti in base a criteri non didattici, fra cui evitare i ricorsi delle famiglie ma anche il tuo criterio è molto diffuso (evitare l'ennesima frustrazione all'alunno).
La metto così: se tu scrivi negli obiettivi da raggiungere "conoscere le tabelline fino al 9" e l'alunno non lo fa per svogliatezza e non per incapacità (dopo un po' di anni e di conoscenza delle più svariate sindromi, l'occhio te lo fai!), tu come ti comporti? Lo sproni fino a che non le impara, e onestamente, nelle verifiche, valuti negativamente il suo lavoro, o abbassi le richieste fino ad eliminare quell'obiettivo?
Una revisione del PEI è sempre prevista e prevedibile, e l'esperienza ci insegna come aggiustare il tiro, ma se diventa solo un comodo sistema per evitare rogne e rinunciare a qualsiasi sviluppo didattico dell'alunno, relegandolo in una gabbia cognitiva dorata dove nulla entra e nulla esce, condannato per sempre al limbo scolastico, consiglierei di cambiare mestiere ora e subito.
Il punto che non funziona del tuo discorso, Davide, è che tutti gli alunni sono diversi. Io ho seguito alunni Down, autistici, con sindromi uniche in letteratura, ritardi mentali da lieve a grave, fino ai blandi disturbi emotivo-affettivi.
Non sono tutti uguali ed è vero che in alcuni è proprio insondabile capire se esiste un impegno volontario o solo indotto dall'esterno (ossia il nostro intervento didattico).
Se ce la fanno oppure no, e se ce la potrebbero fare oppure no, si desume dall'osservazione nel primo mese, leggendo con attenzione la diagnosi, documentandosi, se possibile, sulla sindrome o malattia che sia, consultando i medici, gli psicologi e gli psichiatri che eventualmente lo seguono, e facendosi quindi un quadro (il famigerato PDF) su cui basare la redazione del PEI.
Da qui poi si segue la linea didattica, che nei casi più disperati (ne ho avuti) è davvero poco più che fare il badante...
In altri invece si porta avanti e si sviluppa un piano didattico più articolato, e in cui si evidenzia anche la volontà dell'alunno di fare oppure no.
Condivido con paniscus che spesso e volentieri noi "pieghiamo" i voti in base a criteri non didattici, fra cui evitare i ricorsi delle famiglie ma anche il tuo criterio è molto diffuso (evitare l'ennesima frustrazione all'alunno).
La metto così: se tu scrivi negli obiettivi da raggiungere "conoscere le tabelline fino al 9" e l'alunno non lo fa per svogliatezza e non per incapacità (dopo un po' di anni e di conoscenza delle più svariate sindromi, l'occhio te lo fai!), tu come ti comporti? Lo sproni fino a che non le impara, e onestamente, nelle verifiche, valuti negativamente il suo lavoro, o abbassi le richieste fino ad eliminare quell'obiettivo?
Una revisione del PEI è sempre prevista e prevedibile, e l'esperienza ci insegna come aggiustare il tiro, ma se diventa solo un comodo sistema per evitare rogne e rinunciare a qualsiasi sviluppo didattico dell'alunno, relegandolo in una gabbia cognitiva dorata dove nulla entra e nulla esce, condannato per sempre al limbo scolastico, consiglierei di cambiare mestiere ora e subito.
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Leggo le tue parole con interesse, sul piano didattico ineccepibili, ma come ultima cosa mi permetto di dire che io non consiglierei mai a nessun collega di cambiare lavoro. Non posso permettermi di giudicare un mio collega, ma questa è la mia opinione personalissima. A giudicare lo può fare forse un DS o un funzionario di USP, a consigliare di cambiare mestiere, beh, secondo me non può farlo proprio nessuno. Con questo ringrazio molto tutti quelli che sono intervenuti.
Davide
Davide
Davide- Messaggi : 5243
Data d'iscrizione : 26.03.11
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Pensa che nella scuola invece è una pratica esistente: si chiama richiesta di valutazione di inidoneità all'insegnamento... normalmente è il docente stesso che la chiede (e per gravi motivi medici: qui chiaramente parliamo di situazioni diverse), ma a volte (e in una scuola mi è capitato) si è in qualche modo convinto il collega che era meglio se si fosse occupato di altro...
Il consiglio è solo per dire che purtroppo possiamo fare danni anche con i migliori propositi: l'inferno non è forse lastricato di buone intenzioni?
Il consiglio è solo per dire che purtroppo possiamo fare danni anche con i migliori propositi: l'inferno non è forse lastricato di buone intenzioni?
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Scusa Davide ma mi pare che il tuo discorso sia un pò del tipo "da scemo lo prendo e da scemo lo lascio, tanto più di così non può fare"...
Io dai miei alunni pretendo il massimo, in base alle loro potenzialità.
Se mi rendo conto che l'alunno PUO' dare un tot, pretendo che quel tot lo faccia, perchè può farlo. E se, sebbene gli siano stati forniti tutti gli strumenti per farcela, non raggiunge gli obiettivi, allora il bel voto certo non glielo do..
Trovo una mancanza di rispetto incredibile dire "Gli do 6 comunque", perchè dimostra che tu non punti al far raggiungere il massimo che possono fare ai tuoi alunni, ma solo a dargli il contentino del 6 perchè poverini, loro sono così...è un atteggiamento paternalistico che non li stimola e non li aiuta, secondo me.
Quest'anno ho un alunno che a livello cognitivo ha potenzialità enormi, ma a causa di problemi comportamentali e prassici è sempre stato trattato come il piccolino e il pagliaccetto della situazione, nessuno da lui ha mai preteso più di tanto...era la mascotte della classe, quello da coccolare e di cui ridere bonariamente quando ne combinava una delle sue, perchè "lui poverino è così"...
Bè, quando mi son resa conto delle potenzialità enormi di questo bambino, l'ho messo sotto col lavoro...ci sono giorni in cui gli faccio "sputare sangue", e se non fa bene cose che so benissimo essere in grado di fare...rifà tutto il compito da capo, e non lo faccio alzare finchè non ha finito! Ma sapete cosa vi dico?? Che nelle ultime verifiche (non differenziate, ma UGUALI a quelle dei compagni) è stato il migliore di tutti! La mia collega era a bocca aperta.
E la cosa più bella è che lui è contento, la mamma dice che ora non vede l'ora di venire a scuola perchè adesso "io sono bravo come gli altri!". La sua autostima e la sua motivazione sono cresciute a livelli esponenziali...
Saremmo riusciti a raggiungere questi risultati se anzichè pretendere il massimo, gli avessimo regalato tutto, continuando a trattarlo come il poverino della situazione, da cui poveretto, non possiamo pretendere più di tanto??
Se io credo nei miei alunni, faccio in modo che diano il loro massimo.
Io dai miei alunni pretendo il massimo, in base alle loro potenzialità.
Se mi rendo conto che l'alunno PUO' dare un tot, pretendo che quel tot lo faccia, perchè può farlo. E se, sebbene gli siano stati forniti tutti gli strumenti per farcela, non raggiunge gli obiettivi, allora il bel voto certo non glielo do..
Trovo una mancanza di rispetto incredibile dire "Gli do 6 comunque", perchè dimostra che tu non punti al far raggiungere il massimo che possono fare ai tuoi alunni, ma solo a dargli il contentino del 6 perchè poverini, loro sono così...è un atteggiamento paternalistico che non li stimola e non li aiuta, secondo me.
Quest'anno ho un alunno che a livello cognitivo ha potenzialità enormi, ma a causa di problemi comportamentali e prassici è sempre stato trattato come il piccolino e il pagliaccetto della situazione, nessuno da lui ha mai preteso più di tanto...era la mascotte della classe, quello da coccolare e di cui ridere bonariamente quando ne combinava una delle sue, perchè "lui poverino è così"...
Bè, quando mi son resa conto delle potenzialità enormi di questo bambino, l'ho messo sotto col lavoro...ci sono giorni in cui gli faccio "sputare sangue", e se non fa bene cose che so benissimo essere in grado di fare...rifà tutto il compito da capo, e non lo faccio alzare finchè non ha finito! Ma sapete cosa vi dico?? Che nelle ultime verifiche (non differenziate, ma UGUALI a quelle dei compagni) è stato il migliore di tutti! La mia collega era a bocca aperta.
E la cosa più bella è che lui è contento, la mamma dice che ora non vede l'ora di venire a scuola perchè adesso "io sono bravo come gli altri!". La sua autostima e la sua motivazione sono cresciute a livelli esponenziali...
Saremmo riusciti a raggiungere questi risultati se anzichè pretendere il massimo, gli avessimo regalato tutto, continuando a trattarlo come il poverino della situazione, da cui poveretto, non possiamo pretendere più di tanto??
Se io credo nei miei alunni, faccio in modo che diano il loro massimo.
tata matilda- Messaggi : 566
Data d'iscrizione : 25.10.11
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Ti ringrazio tata matilda: hai espresso perfettamente cosa intendevo dire. Forse non riuscivo a esprimerlo bene, ma è appunto questo il nocciolo della questione.
Il tuo alunno è passato da "perché non riesco a fare come gli altri (nonostante i 6 fittizi)" a "ora sono bravo come gli altri (e i 6, i 7, gli 8 me li sono meritati io e non sono una concessione)".
L'handicap spesso è solo negli occhi di chi guarda...
Il tuo alunno è passato da "perché non riesco a fare come gli altri (nonostante i 6 fittizi)" a "ora sono bravo come gli altri (e i 6, i 7, gli 8 me li sono meritati io e non sono una concessione)".
L'handicap spesso è solo negli occhi di chi guarda...
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Lo sapete, parlo da esterna, da assolutamente ignara (dicono ed è quasi vero) di tutte le regole burocratiche della scuola. Ma parlo da persona che ha una esperienza diretta con un H piuttosto grave, talmente diretta da poter dire che si tratta di un famigliare. Allora mi permetto di parlare perchè onestamente della burocrazia e della giustizia nei confronti dei non H non me ne importa un fico secco. E il parallelismo che viene fatto qui mi fa molto arrabbiare.
Un H è un mondo a sè.
Sono d'accordissimo e anche di più che per il loro bene sia indispensabile pretendere il massimo, sia indispensabile alzare anche l'asticella, piano piano, un passettino per volta, per portarli per quanto possibile a vivere pienamente, ma i voti negativi, a cosa servono per loro? Le gratificazioni per loro sono quelle di riuscire a vivere insieme agli altri, di dimostrare in qualche modo di saper fare, di poter leggere anche loro a voce alta in classe, ma non è il brutto voto che li stimola a far meglio o che li fa sentire puniti. Con questi ragazzi, imho, si deve fare un percorso della durata di tutto il corso di studi, interrompendo d'estate per la pausa estiva e riprendendo l'anno successivo. Tutti 10 per loro.
Naturalmente è di H grave che parlo, se invece in accordo con la famiglia e con gli specialisti che seguono l'alunno si ritenesse che un anno in più di percorso scolastico potrebbe portare qualche beneficio, perchè no? benvenga una presa in carico più lunga per loro.
Un H è un mondo a sè.
Sono d'accordissimo e anche di più che per il loro bene sia indispensabile pretendere il massimo, sia indispensabile alzare anche l'asticella, piano piano, un passettino per volta, per portarli per quanto possibile a vivere pienamente, ma i voti negativi, a cosa servono per loro? Le gratificazioni per loro sono quelle di riuscire a vivere insieme agli altri, di dimostrare in qualche modo di saper fare, di poter leggere anche loro a voce alta in classe, ma non è il brutto voto che li stimola a far meglio o che li fa sentire puniti. Con questi ragazzi, imho, si deve fare un percorso della durata di tutto il corso di studi, interrompendo d'estate per la pausa estiva e riprendendo l'anno successivo. Tutti 10 per loro.
Naturalmente è di H grave che parlo, se invece in accordo con la famiglia e con gli specialisti che seguono l'alunno si ritenesse che un anno in più di percorso scolastico potrebbe portare qualche beneficio, perchè no? benvenga una presa in carico più lunga per loro.
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Appunto Ire, è ciò che sto ripetendo fino alla nausea: dipende dalla problematica, e come ho detto anche io ho avuto casi da paura, dove la didattica finiva per essere l'ultimissima delle questioni.
Mi urta che il discorso sia spalmato SU QUALSIASI CASO CERTIFICATO. No, sono tutti diversi, e quindi ci sono casi dove non esiste nemmeno la valutazione (e in tal caso va bene il 6 politico come il 10 politico, a vostra scelta) e altri dove il programma si può fare, differenziato, equivalente, a obiettivi minimi ecc. ecc., e quindi anche la valutazione c'è, e c'è il 4 come c'è il 10 in base agli obiettivi previsti.
Mi urta che il discorso sia spalmato SU QUALSIASI CASO CERTIFICATO. No, sono tutti diversi, e quindi ci sono casi dove non esiste nemmeno la valutazione (e in tal caso va bene il 6 politico come il 10 politico, a vostra scelta) e altri dove il programma si può fare, differenziato, equivalente, a obiettivi minimi ecc. ecc., e quindi anche la valutazione c'è, e c'è il 4 come c'è il 10 in base agli obiettivi previsti.
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Tatamatilda non mi ripeto perchè sarebbe un copia incolla.
Ribadisco di lavorare sulle potenzialità e non sulle incapacità. Il 6 è una valutazione sulle potenzialità trovate nell'alunno H. Sottolineare le potenzialità e non ribadire ciò che non sa fare. Dare un 5 a uno che sa benissimo per sua natura che non è il bravo del gruppo non ha senso, tanto più che è un alunno H. Valuterò la sua potenzialità. L'alunno H per me non è un non sufficiente, io docente H devo trovare la sua potenzialità, è mio dovere, e non posso credere che nulla sappia fare (ovvero voto 5). Molti mettono sullo stesso piano H e non H. La differenza è abissale, il mio punto di vista è meramente indirizzato agli alunni H e non ai non H. Qua si fa confusione tra le 2 cose.
Albith, non trovo nesso tra la richiesta di inidoneità con la tua frase in cui consiglieresti di cambiare mestiere. consigliare a un collega pari tuo di cambiare mestiere...beh mi pare presunzione, a meno che si tratti di un consiglio dato da superiore preposto.
Ribadisco di lavorare sulle potenzialità e non sulle incapacità. Il 6 è una valutazione sulle potenzialità trovate nell'alunno H. Sottolineare le potenzialità e non ribadire ciò che non sa fare. Dare un 5 a uno che sa benissimo per sua natura che non è il bravo del gruppo non ha senso, tanto più che è un alunno H. Valuterò la sua potenzialità. L'alunno H per me non è un non sufficiente, io docente H devo trovare la sua potenzialità, è mio dovere, e non posso credere che nulla sappia fare (ovvero voto 5). Molti mettono sullo stesso piano H e non H. La differenza è abissale, il mio punto di vista è meramente indirizzato agli alunni H e non ai non H. Qua si fa confusione tra le 2 cose.
Albith, non trovo nesso tra la richiesta di inidoneità con la tua frase in cui consiglieresti di cambiare mestiere. consigliare a un collega pari tuo di cambiare mestiere...beh mi pare presunzione, a meno che si tratti di un consiglio dato da superiore preposto.
Davide- Messaggi : 5243
Data d'iscrizione : 26.03.11
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Hai ragione Davide, non mi arrogo nessun diritto di decisione: la mia è un'osservazione personale, e come tale va presa, di fronte a una specifica situazione, nulla di più.
Io la vedo in un modo e tu in un altro, e va benissimo: se tu con la tua impostazione porti un alunno comunque a ottenere il massimo, a portarlo al risultato, anche di autostima, a cui tatamatilda ha portato il suo alunno, va bene anche così.
Io la vedo in un modo e tu in un altro, e va benissimo: se tu con la tua impostazione porti un alunno comunque a ottenere il massimo, a portarlo al risultato, anche di autostima, a cui tatamatilda ha portato il suo alunno, va bene anche così.
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Genitore H non l'avevo ancora sentita :-)
Tuttavia l'uso della H, che sta ovviamente per handicap, è ormai consolidato (GLH = Gruppo di lavoro H è una denominazione ufficiale).
Un significante bisogna usarlo altrimenti non possiamo veicolare il significato: da handicappato si passò a disabile poi a diversamente abile e ora si cercano nuovi termini.
Una simile consunzione del significante avviene solo quando è il significato che si vuole rimuovere dalla coscienza e dal contesto.
Accettiamo una parola per quello che è dato che siamo dei professionisti.
Faccio presente, come esempio, che i sordi esigono di essere chiamati sordi e assolutamente rifiutano "non udente" in quanto si tratta di un'identità data per negazione.
A volte il politicamente corretto è offensivo quanto il più atroce e volgare degli insulti...
Tuttavia l'uso della H, che sta ovviamente per handicap, è ormai consolidato (GLH = Gruppo di lavoro H è una denominazione ufficiale).
Un significante bisogna usarlo altrimenti non possiamo veicolare il significato: da handicappato si passò a disabile poi a diversamente abile e ora si cercano nuovi termini.
Una simile consunzione del significante avviene solo quando è il significato che si vuole rimuovere dalla coscienza e dal contesto.
Accettiamo una parola per quello che è dato che siamo dei professionisti.
Faccio presente, come esempio, che i sordi esigono di essere chiamati sordi e assolutamente rifiutano "non udente" in quanto si tratta di un'identità data per negazione.
A volte il politicamente corretto è offensivo quanto il più atroce e volgare degli insulti...
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
ancora una volta concordo con te albith.
Chi è H non si offende di sentirsi ricordato così dove sia necessario. Si offenderebbe di più nel sapere che chi deve relazionarsi con lui ha problemi con quell'H, in sostanza, che non l'accetta.
Poi c'è una bellissima vignetta dove si vede un professorone davanti ad un ragazzo H. Il professorone si interroga tra sè e sè: disabile, handicappato, diversamente abile.......... Il ragazzo risponde: " veramente mi chiamo Enrico"
Siccome non possiamo chiamare tutti per nome, va benissimo se le situazioni di handicap vengono per brevità e senza disagio chiamat H. persona H.
Chi è H non si offende di sentirsi ricordato così dove sia necessario. Si offenderebbe di più nel sapere che chi deve relazionarsi con lui ha problemi con quell'H, in sostanza, che non l'accetta.
Poi c'è una bellissima vignetta dove si vede un professorone davanti ad un ragazzo H. Il professorone si interroga tra sè e sè: disabile, handicappato, diversamente abile.......... Il ragazzo risponde: " veramente mi chiamo Enrico"
Siccome non possiamo chiamare tutti per nome, va benissimo se le situazioni di handicap vengono per brevità e senza disagio chiamat H. persona H.
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
paniscus ha scritto:Domanda scema: se si va sempre in cerca di termini nuovi, come mai siamo ritornati esattamente al punto di partenza cominciando a usare la sigla H... quando invece tutto il giro di parole precedente era partito proprio dal non voler più usare la parola "handicappato" che pareva brutta?
In realtà adesso è un po' più in uso, o inizia ad esserlo, la sigla DVA.
Ma la domanda da porsi è "perché handicappato è una parola brutta"? Se mi dai una risposta circostanziata possiamo ragionarci su.
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Brutto non è il termine handicappato.
Purtroppo brutto, per chi lo è soprattutto, è che la natura preveda la possibilità che qualcuno sia meno abile di altri.
(ora non filosofeggiamo sul fatto che l'abilità in meno in un ambito molto spesso è compensata da altre - anche se l'argomento è appassionante e posso assolutamente dire che l'amore e la serenità che ci sono vicino agli H sono impareggiabili e che quello che vivono loro quando sono circondati da amore e serenità è ugualmente intenso e grande)
Che lo chiamiamo DVA, H, disabile, persona con ridotta capacità cognitiva, motoria, sensoriale, che lo chiamiamo come vogliamo, questo è il brutto. Non la parola.
Purtroppo brutto, per chi lo è soprattutto, è che la natura preveda la possibilità che qualcuno sia meno abile di altri.
(ora non filosofeggiamo sul fatto che l'abilità in meno in un ambito molto spesso è compensata da altre - anche se l'argomento è appassionante e posso assolutamente dire che l'amore e la serenità che ci sono vicino agli H sono impareggiabili e che quello che vivono loro quando sono circondati da amore e serenità è ugualmente intenso e grande)
Che lo chiamiamo DVA, H, disabile, persona con ridotta capacità cognitiva, motoria, sensoriale, che lo chiamiamo come vogliamo, questo è il brutto. Non la parola.
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Perfetto Ire, però si diceva che è proprio la parola in sé, esteticamente, foneticamente, percettivamente, a essere brutta, e brutto l'uso della sua iniziale per richiamare quella parola.
Io mi aspetto una motivazione estetica e fonetica del perché sia brutta.
Del significato abbiamo già abbondantemente parlato: quello, come lo giri lo giri, non cambia la sua natura.
Io mi aspetto una motivazione estetica e fonetica del perché sia brutta.
Del significato abbiamo già abbondantemente parlato: quello, come lo giri lo giri, non cambia la sua natura.
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Una motivazione estetica e fonetica?
Ossignore, ma non ci può essere una motivazione estetica e fonetica che la renda brutta.
Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace. Dai, non dirmi questo :-)
Ossignore, ma non ci può essere una motivazione estetica e fonetica che la renda brutta.
Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace. Dai, non dirmi questo :-)
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Condividendo in pieno la risposta che ti ha dato Fedup "Bisogna abituare questi ragazzi ad affrontare le difficoltà, non ad eluderle" ti faccio una domanda Davide " Questo ragazzo che a scuola ha avuto sempre il 6 di incoraggiamento per non "mortificarlo", per non fargli affrontare delle difficoltà, secondo te, una volta uscito dalla scuola, nella vita di tutti i giorni, come potrà affrontare le difficoltà che incontrerà se nessuno gliel' ha mai insegnato?"Davide ha scritto:Molti H per loro natura non possono affrontare le difficoltà, sono H, altrimenti non saremmo qui a parlarne. Secondo me il 5, non da chance di mutamento, un 6 ti dice che ce la fai, e forse (certo più del 5) può farti provare a andare avanti. Il 5 non incoraggia, ti marchia a NON SUFFICIENTE, e con gli alunni H bisogna stare molto attenti a dare la sensazione che essi non ce la facciano, potrebbe essere contro producente.
giovanna onnis- Messaggi : 22246
Data d'iscrizione : 15.04.12
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Ire ha scritto:Una motivazione estetica e fonetica?
Ossignore, ma non ci può essere una motivazione estetica e fonetica che la renda brutta.
Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace. Dai, non dirmi questo :-)
No, non ti dico questo, ma ti faccio presente che ciò che è stato affermato è proprio che è BRUTTA, e la bruttezza è un giudizio estetico, non etico.
Quindi vorrei appunto la motivazione di tale giudizio, perché altrimenti, ribadisco, non posso rispondere nel merito, e mi dispiace lasciare in sospeso questo argomento che invece mi interessa moltissimo.
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
giovanna onnis ha scritto:Condividendo in pieno la risposta che ti ha dato Fedup "Bisogna abituare questi ragazzi ad affrontare le difficoltà, non ad eluderle" ti faccio una domanda Davide " Questo ragazzo che a scuola ha avuto sempre il 6 di incoraggiamento per non "mortificarlo", per non fargli affrontare delle difficoltà, secondo te, una volta uscito dalla scuola, nella vita di tutti i giorni, come potrà affrontare le difficoltà che incontrerà se nessuno gliel' ha mai insegnato?"Davide ha scritto:Molti H per loro natura non possono affrontare le difficoltà, sono H, altrimenti non saremmo qui a parlarne. Secondo me il 5, non da chance di mutamento, un 6 ti dice che ce la fai, e forse (certo più del 5) può farti provare a andare avanti. Il 5 non incoraggia, ti marchia a NON SUFFICIENTE, e con gli alunni H bisogna stare molto attenti a dare la sensazione che essi non ce la facciano, potrebbe essere contro producente.
Non credo che il problema sia proprio stato posto.
Dire che per definizione il ragazzo X non può essere non sufficiente, è come dire che la sua condizione è immutabile e non prevede cambiamenti.
Se saprà affrontare la vita, bene. Altrimenti non lo sa fare perché poverino non ci riesce e stop!
Ultima modifica di Albith il Mar Feb 12, 2013 5:01 pm - modificato 1 volta.
Albith- Messaggi : 10621
Data d'iscrizione : 22.08.10
Re: Non ho "sostenuto" l'alunno allo scrutinio
Bravissima Tata Matilda, credo che sia con questo spirito che dovrebbero lavorare tutti gli insegnantri di sostegno!!tata matilda ha scritto:Scusa Davide ma mi pare che il tuo discorso sia un pò del tipo "da scemo lo prendo e da scemo lo lascio, tanto più di così non può fare"...
Io dai miei alunni pretendo il massimo, in base alle loro potenzialità.
Se mi rendo conto che l'alunno PUO' dare un tot, pretendo che quel tot lo faccia, perchè può farlo. E se, sebbene gli siano stati forniti tutti gli strumenti per farcela, non raggiunge gli obiettivi, allora il bel voto certo non glielo do..
Trovo una mancanza di rispetto incredibile dire "Gli do 6 comunque", perchè dimostra che tu non punti al far raggiungere il massimo che possono fare ai tuoi alunni, ma solo a dargli il contentino del 6 perchè poverini, loro sono così...è un atteggiamento paternalistico che non li stimola e non li aiuta, secondo me.
Quest'anno ho un alunno che a livello cognitivo ha potenzialità enormi, ma a causa di problemi comportamentali e prassici è sempre stato trattato come il piccolino e il pagliaccetto della situazione, nessuno da lui ha mai preteso più di tanto...era la mascotte della classe, quello da coccolare e di cui ridere bonariamente quando ne combinava una delle sue, perchè "lui poverino è così"...
Bè, quando mi son resa conto delle potenzialità enormi di questo bambino, l'ho messo sotto col lavoro...ci sono giorni in cui gli faccio "sputare sangue", e se non fa bene cose che so benissimo essere in grado di fare...rifà tutto il compito da capo, e non lo faccio alzare finchè non ha finito! Ma sapete cosa vi dico?? Che nelle ultime verifiche (non differenziate, ma UGUALI a quelle dei compagni) è stato il migliore di tutti! La mia collega era a bocca aperta.
E la cosa più bella è che lui è contento, la mamma dice che ora non vede l'ora di venire a scuola perchè adesso "io sono bravo come gli altri!". La sua autostima e la sua motivazione sono cresciute a livelli esponenziali...
Saremmo riusciti a raggiungere questi risultati se anzichè pretendere il massimo, gli avessimo regalato tutto, continuando a trattarlo come il poverino della situazione, da cui poveretto, non possiamo pretendere più di tanto??
Se io credo nei miei alunni, faccio in modo che diano il loro massimo.
giovanna onnis- Messaggi : 22246
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