strategie da adottare DSA
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Ire
angie
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strategie da adottare DSA
Promemoria primo messaggio :
Sono docente curriculare, in classe ho un alunno DSA, certificato da poco, mi è stato chiesto di mettere per iscritto le strategie che intendo adottare, per quanto concerne l'italiano non ho problemi, ma circa la storia ho qualche difficoltà, avrei pensato a testi semplificati, schemi, mappe..... Avete da suggerirmi qualcosa? Suppongo che ogni docente sia tenuto a redigere una sorta di dichiarazione, che va inclusa nel PEI? Come va redatta? Mi date qualche consiglio?
Grazie
Sono docente curriculare, in classe ho un alunno DSA, certificato da poco, mi è stato chiesto di mettere per iscritto le strategie che intendo adottare, per quanto concerne l'italiano non ho problemi, ma circa la storia ho qualche difficoltà, avrei pensato a testi semplificati, schemi, mappe..... Avete da suggerirmi qualcosa? Suppongo che ogni docente sia tenuto a redigere una sorta di dichiarazione, che va inclusa nel PEI? Come va redatta? Mi date qualche consiglio?
Grazie
angie- Messaggi : 2687
Data d'iscrizione : 01.10.09
Re: strategie da adottare DSA
Cara Forza, fai una domanda da un milione di dollari.
Proviamo a vedere:
sappiamo benissimo che ci si trova spesso davanti a questa incomprensibile presa di posizione dei ragazzi, vuoi perché non vogliono far vedere ai compagni di essere diversi, vuoi perché rifiutano la loro condizione di persona con dsa.
Questi sono i veri ragazzini BES, nel significato più profondo della definizione.
Con loro bisogna attivarsi, diventare capaci di empatia e di eliminare le nostre convinzioni di persone già mature. Bisogna lavorare a stretto contatto con la famiglia, accogliendo ed assecondando nella prima fase il bisogno del ragazzo.
Dal canto suo la famiglia deve necessariamente aiutarlo ad accettarsi rivolgendosi ad uno psicologo, i famigliari infatti sono troppo coinvolti nella sofferenza e nell’insofferenza verso questo rifiuto e non sarebbero in grado di portarlo a superare la difficoltà- E’ indispensabile l’intervento obbiettivo ed esterno.
La scuola deve considerare che nella quasi totalità delle evenienze (tranne forse una, di cui parliamo dopo) gli strumenti compensativi non fanno altro che pulire i lavori dei ragazzi ma non risolvono i problemi (perché è impossibile, hanno una particolare caratteristica neurobiologica che non cambierà)
Mi spiego
Un disortografico, usando il correttore, presenta un lavoro senza errori grazie al programma, lui gli errori li fa
Un discalculico grazie alla calcolatrice non fa errori nelle operazioni, ma la sua mente continua a farli
Un disgrafico grazie al programma di video scrittura, scrive chiaramente, ma la sua grafia rimane pessima.
E via dicendo.
In questa fase il docente deve chiudere gli occhi, a questi errori ed aprire altri canali per valutare l’apprendimento del ragazzo. Lo interroghi, valuti la partecipazione, faccia giochi insomma cerchi di vedere se il ragazzo sa anche se le prestazioni sono qualitativamente formalmente scarse.
Il discorso degli audiolibri è un po’ diverso, una volta accettati, il ragazzo si sente abbandonato.
Ricordiamo BES
“mi danno un libro che io ascolto e mi lasciano solo, ma io non sono capace di stare solo “
Togliamo gli audiolibri, sempre in una prima fase, e chiediamo a mamma, papà, nonna, nonno, chi può insomma, di studiare con lui, di leggere con lui e per lui. Fino a quando non se la sentirà di fare da solo.
Con questo tipo di attenzioni, con queste rassicurazioni arriverà presto il momento in cui il desiderio di crescere e di affrancarsi avrà il sopravvento sulla paura.
Solo tanto amore, tanta accoglienza, tanta professionalità servono in questi casi.
Proviamo a vedere:
sappiamo benissimo che ci si trova spesso davanti a questa incomprensibile presa di posizione dei ragazzi, vuoi perché non vogliono far vedere ai compagni di essere diversi, vuoi perché rifiutano la loro condizione di persona con dsa.
Questi sono i veri ragazzini BES, nel significato più profondo della definizione.
Con loro bisogna attivarsi, diventare capaci di empatia e di eliminare le nostre convinzioni di persone già mature. Bisogna lavorare a stretto contatto con la famiglia, accogliendo ed assecondando nella prima fase il bisogno del ragazzo.
Dal canto suo la famiglia deve necessariamente aiutarlo ad accettarsi rivolgendosi ad uno psicologo, i famigliari infatti sono troppo coinvolti nella sofferenza e nell’insofferenza verso questo rifiuto e non sarebbero in grado di portarlo a superare la difficoltà- E’ indispensabile l’intervento obbiettivo ed esterno.
La scuola deve considerare che nella quasi totalità delle evenienze (tranne forse una, di cui parliamo dopo) gli strumenti compensativi non fanno altro che pulire i lavori dei ragazzi ma non risolvono i problemi (perché è impossibile, hanno una particolare caratteristica neurobiologica che non cambierà)
Mi spiego
Un disortografico, usando il correttore, presenta un lavoro senza errori grazie al programma, lui gli errori li fa
Un discalculico grazie alla calcolatrice non fa errori nelle operazioni, ma la sua mente continua a farli
Un disgrafico grazie al programma di video scrittura, scrive chiaramente, ma la sua grafia rimane pessima.
E via dicendo.
In questa fase il docente deve chiudere gli occhi, a questi errori ed aprire altri canali per valutare l’apprendimento del ragazzo. Lo interroghi, valuti la partecipazione, faccia giochi insomma cerchi di vedere se il ragazzo sa anche se le prestazioni sono qualitativamente formalmente scarse.
Il discorso degli audiolibri è un po’ diverso, una volta accettati, il ragazzo si sente abbandonato.
Ricordiamo BES
“mi danno un libro che io ascolto e mi lasciano solo, ma io non sono capace di stare solo “
Togliamo gli audiolibri, sempre in una prima fase, e chiediamo a mamma, papà, nonna, nonno, chi può insomma, di studiare con lui, di leggere con lui e per lui. Fino a quando non se la sentirà di fare da solo.
Con questo tipo di attenzioni, con queste rassicurazioni arriverà presto il momento in cui il desiderio di crescere e di affrancarsi avrà il sopravvento sulla paura.
Solo tanto amore, tanta accoglienza, tanta professionalità servono in questi casi.
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