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Tendenza alla medicalizzazione di massa!

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Messaggio Da moonia Mer Dic 11, 2013 2:38 pm

Promemoria primo messaggio :

Seguo 5 ore alla settimana un ragazzino con L.104, 1° media.
L'insegnante di lettere mi ha fatto uscire qualche giorno fa con lui e altri 4 ragazzini della classe per somministrare 2 prove MT sulla comprensione a tutti e 5.
A mio avviso erano troppo difficili (ed. GiuntiO.S. 2006). Troppo decisamente per un ragazzino di 1° media.
Notare che due di questi sono stranieri anche se hanno fatto gran parte delle elementari in Italia.
Le prove sono andate così così, su 15 domande ne hanno sbagliate la metà e perl'altra prova su 10 domande ne hanno sbagliete 2 o 3.

Sono rimasta sconvolta nel sentire la docente dire che secondo lei sono da L.104.
Andando male a scuola vuole mandarli a fare le prove...
Le ho fatto rilevare che alcuni di essi sono stranieri e che, anche se hanno fatto gran parte delle elementari qui, magari a casa parlano un'altra lingua, che magari il testo era troppo difficile (parole come "bislacco", "or sono")! Lei mi ha detto che vuole mandarli comunque.

Perchè molti docenti tendono sempre a medicalizzare tutti? perchè tendono a voler far passare tutti per malati?

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Messaggio Da barbalalla Dom Dic 15, 2013 12:41 am

Paniscus è proprio vero che la scuola è fuori dal mondo... diagnosi o no, i ragazzi che hanno qualche problema (in più rispetto alle difficoltà comuni a tutti) sono facilmente individuabili. Se - ribadisco - lavori da più di dieci anni ti sarai accorto anche tu che i casi sono aumentati. Sai pure che tante volte il problema c'è e la diagnosi no, per opposizione delle famiglie. Quindi a quelli diagnosticati devi aggiungere anche quelli che non lo sono.

Mutazioni genetiche? certo. Sollecitate da fattori ambientali.

Per esempio. Da un trafiletto di "Optima" - dicembre 2013 (rivista in distribuzione gratuita in farmacia):
OMS: ALLARME AVVELENAMENTO DA PIOMBO
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha invitato a far attenzione a questo metallo che si può trovare in casa, nei mobili, nelle vernici e addirittura nei giocattoli. Si stima che per l'esposizione a questo metallo ogni anno vi siano 600mila nuovi casi di bambini con disabilità (di cui il 99% vive in Paesi a basso e medio reddito) e 143mila morti l'anno.

Ridicolo che non si faccia riferimento soprattutto alle emissioni...

Ora non chiedermi cosa c'entra con i problemi dei bambini, ché il discorso diventa complicato.




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Messaggio Da Ire Dom Dic 15, 2013 10:06 am

paniscus ha scritto:Ah, quindi la diagnosi è auspicabile non in base al fatto che sia veritiera o no, ma in base al fatto che "è utile a risolvere problemi in casa"...


Quando hai voglia di provocare lo fai bene, eh, Lisa?

Parliamo il solito linguaggio o stiamo parlando io di fichi tu di lenzuola?

E' evidente che i problemi in casa che si risolvono con la diagnosi non sono quelli economici, o di ristrutturazione o di conflitti tra i genitori. Stiamo parlando di problemi portati da un ragazzo che va male a scuola senza che non se ne capisca il perchè. Figurati, non siete preparati voi, esperti di didattica, come possono essere preparate le famiglie?

Nonostante questo capita nella maggioranza dei casi che la famiglia vedendo problemi incomprensibili cerchi spiegazioni e si rivolga a qualcuno per averle e che poi vada a scuola, dagli "esperti" a dire: guardi che mio figlio ha un disturbo di apprendimento (e spesso verrebbe anche da dire:  ma come ha potuto, lei, esperto, non accorgersene?)

Perdonami, ci sono momenti in cui le cose si affrontano bene, altri in cui si affrontano con meno tranquillità e oggi è uno di quelli, mi sento aggressiva io stessa, immagino come possa percepire tu la mia risposta!

Comunque, pensavo anche ieri sera a quello che hai detto e quello che hai detto stamani me lo conferma:

credo di aver capito che voi insegnanti che ricevete la notizia del dsa di un ragazzo non avete idea di come nasce in casa l'idea di intraprendere il percorso diagnostico. Dei problemi enormi che si accumulano in famiglia, delle tensioni che destabilizzano e tutto a causa di un cattivo rendimento scolastico.

Ti presento un teatrino che è quasi lo standard:

Ad un certo punto del percorso scolastico, prima o dopo, comincia ad evidenziarsi un calo di rendimento importante, cominciano ad esserci problemi di relazione con i compagni, comincia a diventare insopportabile il rifiuto della scuola e dell'impegno pomeridiano-  Nella completa ignoranza di cosa stia succedendo un genitore che fa? comincia le minacce al figlio, magari pure le sberle, per arrivare alle punizioni, qualche volta agli insulti, alla previsione di disastri nella vita adulta per un essere così incapace di impegnarsi e, ti assicuro, chi più ne ha più ne metta. Si crea un circolo vizioso inimmaginabile di sofferenza per tutti. Non si parla più la stessa lingua, ci si guarda in cagnesco, i genitori si accusano a vicenda di non saper educare il figlio all'impegno.

Possono cominciare, e cominciano, psicosomatizzazioni che portano a veri e propri disturbi. Mal di testa, dolori muscolari, calo delle difese immunitarie.............

Poi, o qualcuno mette la pulce nell'orecchio ai genitori, o qualche genitore più caparbio comincia ad informarsi o il medico di famiglia suggerisce.... insomma, si arriva alla diagnosi di dsa.

Il giorno stesso della restituzione dei test e della pronuncia della frase "c'è un dsa" la tensione si spezza.
Cominciano i sensi di colpa su quanto si sia stati incapaci, su quanto si sia stati ingiusti con il figlio, su quanto abbia sofferto a causa dell'ignoranza del problema.  Si cominciano a vedere i rifiuti in modo diverso, si carica un meccanismo di protezione e di comprensione che avvolge il ragazzo. La famiglia è di nuovo unita.

Ed unita chiede alla scuola la stessa protezione e comprensione verso un ragazzo che ha tutte le potenzialità per riuscire ma che ha bisogno di strumenti per attivarle.

L'errore di partenza, cara Lisa, quando succedono queste cose, è vostro. Voi siete gli esperti che non siete stati in grado di discriminare la svogliatezza dalla difficoltà.

E nonostante la famiglia ve ne parli avete bisogno di una diagnosi per fare il vostro lavoro.

Cosa faccio, io genitore? Non la cerco la diagnosi?   Ma per fortuna sempre di più le informazioni circolano, sempre di più chi ha vissuto questo tipo di esperienza devastante la condivide e induce altre famiglie in difficoltà a rivolgersi a chi sia in grado di dirimere la questione Distratto Somaro Asino Vs Devo Solo Attrezzarmi.

E questo fa aumentare le diagnosi, purtroppo: il fatto che siano neccessarie per poter andare a scuola con gli attrezzi necessari e per poter usarli

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Messaggio Da Cozza Dom Dic 15, 2013 10:22 am

mah...tutto è possibile, certo...
ma ci vedo anche altro.
io vedo come si muovono le loro mani...
penso a come si muovevano le mie alla loro età...o anche solo alla manualità dei miei primi alunni incontrati prima del 2000...son passati anni, tantissimi tra me loro coetanea e loro...ma anche parecchi anni tra loro e le mie prime esperienze come insegnante...
i paragoni, per loro, sono tragici.
praticità, conoscenza delle proprie capacità (pratiche e mentali), approccio alla risoluzione del problema (a volte squisitamente pratico! non sto parlando solo di studio!)... una tragedia.
in terza media non riescono a ritagliare seguendo una linea curva, per incollare ci mettono ore, per capire quali strumenti utilizzare, quando e dove...altra tragedia.
a volte mi sembran tutti in attesa di urgente certificazione!
saranno i giochi differenti...i nativi digitali son messi meglio in ambito informatico e logico-astratto, certo...ma quanto han perso il tutto in resto...
altro discorso è invece il riconoscimento delle varie problematiche che io, sicuramente sbagliando, definisco "minori", volutamente tra virgolette...
ho passato gli 'anta e oggi so, per certo, d'esser discalculica.
da ragazzina ero semplicemente quella che in matematica "non ci capiva una mazza", ero la mezza scema di famiglia...
anni duri, difficili, carriera scolastica più pessima che altalenante (esami a settembre in matematica ogni anno, più una bocciatura, così, tanto per gradire...tutti i cinque anni di elementari fatti vomitando appena prima di uscir di casa per andare a scuola...).
se fossi stata alunna ora avrei avuto sostegno....e chissà...magari essendo sicuramente caso non grave, mi sarei un po' "seduta"...
lottare anche contro i propri limiti ed imparare se non a superarli (impossibile in certi casi) imparare almeno ad aggirarli ha fatto, per me, la differenza.
certo...i miei genitori illuminati han capito da soli il mio problema...e io, minorenne, giravo con bancomat a nome del babbo pur di non farmi maneggiare troppo troppi soldi (devo aver perso migliaia di lire nel corso degli anni a causa di resti sbagliati e pagamenti errati...sigh).
le certificazioni attuali anche quando fatte con ragione e senza superficialità o voglia di scantonare...non sempre sono un reale aiuto...questo è sicuramente un dato che non viene mai e ribadisco mai, tenuto presente dai  vari studi... ed è un vero peccato.
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Messaggio Da Ire Dom Dic 15, 2013 10:35 am

tellina, è vero.

Ma il mondo cambia.

Una volta per fare la maestra elementare ti bastavano le magistrali ora serve una serie infinita di titoli oltre che la laurea.

Il mondo globalizzato, la concorrenza con cervelli di altri paesi, l'evoluzione che ci distruggerà dopo averci fatto diventare rachitici con grossi cervelli e pollicione, tutto questo non consente più, non rende più accettabile il semplice "somaro in matematica farà altro" proprio non è possibile.

Bene? Male? Così è e dobbiamo adeguarci obtorto collo, pure.


Da discalculica irrecuperabile (e lo so naturalmente ora) ho fatto una vita splendida dal mio punto di vista:

sei fratelli tutti che ricoprono cariche dall'alto all'altissimo del mondo istituzionale, tutti iperlaureati ipermasterizzati, iper iper iper e io che trenta quarant'anni fa sembravo scema (magari lo sono, eh ;-) )

Nessuna laurea, fatti un po' la scuola che vuoi, andrai a lavorare se non hai voglia di studiare, ah, hai preso 3 in matematica? uffa! vuoi andare a ripetizione?

In qualche modo, non so come, mi sono diplomata. Ho cancellato dalla mia vita la matematica riconoscendo con curioso divertimento i salti mortali incredibili messi in atto dalla mia mente solo per capire quanto nastro mi sarebbe servito per fare il giro dell'orlo di una gonna.

Poi ho indirizzato i miei interessi altrove, non sono nessuno, non sono niente ma nella vita ho fatto e faccio tanto.

E chi se ne frega se sono discalculica?
Adesso quando c'è un conto da fare mi rilasso e dico agli altri di farlo per me e mi diverto pure un sacco a vederli calcolare e ad attendere il risultato.

Nel mondo di oggi questo non sarebbe stato possibile.

Il mondo di oggi mi avrebbe vista come una handicappata grave.

E visto che handicappata grave non sono. Nel mondo di oggi io avrei avuto bisogno della diagnosi per dire che ero solo dsa-

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Messaggio Da dami Dom Dic 15, 2013 11:11 am

tellina ha scritto:
ho passato gli 'anta e oggi so, per certo, d'esser discalculica.
da ragazzina ero semplicemente quella che in matematica "non ci capiva una mazza", ero la mezza scema di famiglia...
anni duri, difficili, carriera scolastica più pessima che altalenante (esami a settembre in matematica ogni anno, più una bocciatura, così, tanto per gradire...tutti i cinque anni di elementari fatti vomitando appena prima di uscir di casa per andare a scuola...).
se fossi stata alunna ora avrei avuto sostegno....e chissà...magari essendo sicuramente caso non grave, mi sarei un po' "seduta"...

Guarda che come alunni con DSA non si ha più il sostegno da qualche anno, a meno che tu non intenda genericamente un aiuto dalle insegnanti di classe, con predisposizione di un piano personalizzato e misure didattiche individualizzate di compensazione, verifiche semplificate, orali piuttosto che scritte, ecc....
Tornando a monte, non credo che nessuno si opponga a certificare le varie patologie o disturbi esistenti che si fondano su evidenze incontrovertibili...
Il discorso iniziale si riferiva però a quei casi in cui è evidente che le insegnanti di classe cercano delle scappatoie "mediche" per non mettere in discussione il proprio operato e magari trovano operatori medico-sanitari condiscendenti che "legittimano" le loro richieste di aiuto...
Io ho visto portare a scuola dalle famiglie certificazioni di dislessia in prima alla primaria per bambini che già in seconda tornavano ad andar bene in lingua italiana. Forse se in questi casi le insegnanti avessero mostrato più comprensione delle differenze nei tempi di apprendimento dei bambini, non ci sarebbe stato bisogno di ricorrere a queste "scorciatoie".
Immagino che una vera dislessia non si risolva nel giro di un paio di anni... E con che coraggio dichiararla a fine prima?
Sono convinta che il lavoro degli insegnanti di sostegno serva nei casi gravi, per i casi più lievi ho delle perplessità: in primo luogo non mi piacciono gli etichettamenti, soprattutto quando si tratta di dichiarare un bambino in stato di handicap... Chi fa sostegno sa quanto sia umiliante per un bambino a tutti gli effetti normale il vedersi affibbiato un insegnante di sostegno. Avere un insegnante di sostegno rende diversi, anche se non lo si è.
Io da sempre penso che nelle classi con BES servirebbe l'azione congiunta di più insegnanti di classe per un certo numero di ore a settimana (le vecchie compresenze che, invece di incrementarle, si sono premurati a sopprimere). Solo quando c'è parità tra gli insegnanti che devono aiutare i bambini si possono progettare veri percorsi alternativi di apprendimento.
La figura dell'insegnante di sostegno è, per me, obsoleta: non funziona, perché per vari motivi l'insegnante di sostegno non ha potere all'interno della classe (non solo perché tra gli insegnanti di sostegno si trova il maggior numero di precari, bensì perché la storia della contitolarità sulla classe e delle programmazioni in comune sono una buffonata burocratica; le insegnanti di classe fanno in classe ciò che vogliono e nel modo che vogliono, oltreché nei tempi che vogliono: solo qualche insegnante "illuminato" è disposto a sentire dei suggerimenti da qualcuno che ha competenze di didattica speciale, che potrebbero tornare utili anche per l'insegnamento agli alunni normodotati...).
Per recuperare i bambini in difficoltà ci vuole tempo e metodo: non basta (e non serve, secondo me) certificarli...


Ultima modifica di dami il Dom Dic 15, 2013 11:15 am - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Cozza Dom Dic 15, 2013 11:13 am

ire...mmmhhhh
eppure nel tuo come nel mio caso... le scelte "scantonanti ed aggiranti" fatte all'epoca hanno la loro importante determinanza anche nel nostro attuale.
i nostri certificati di oggi...non impareranno mai ad arrangiarsi "tanto hanno il dsa" lo dicon loro, lo pensano le loro famiglie, ci si rilassano le loro insegnanti.
perché investire tempo, risorse e fatiche per loro? tanto son segnati.
utilizziamo, al meglio percarità, i mezzi dispensativi, gli aiuti legalmente concessi, i supporti suggeriti...
semplifichiamo loro la vita...oggi.
ma fuori il mondo...dopo...non sarà comunque semplice e semplificato...
e se noi oggi sogghignamo rilassandoci e delegando i conti ad altri (ssssiiiiiiiì anche io  faccio esattamente come te!) ce lo possiam permettere dopo una vita scolastica fatta tutta in salita...ora e solo ora possiam goderci le discese...
ma loro, i nostri alunni certificati, supportati, aiutati, dispensati, coccolati, esentati...
non avran comunque nemmeno la percezione di quelle discese da godersi dopo gli aggiramenti astutamente messi in pratica affinando le altre capacità per colmar le lacune nel calcolo...
continuo a rimaner perplessa riguardo la medicalizzazione di massa...il confine tra necessità reale, percepita e ricercata per viver, tutti, più tranquilli...è un confine difficilissimo da definire...

p.s. dami...direi che la pensiam proprio allo stesso modo...;-)
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Messaggio Da Ire Dom Dic 15, 2013 11:26 am

Il fatto è che oggi, Tellina, se hai un cerottino ti scartano, ti buttano via.

Se non sei perfetto non vali.

Non è colpa tua nè mia.

Non ce la puoi fare se non dimostri in partenza che hai la possibilità di riuscirci.

Come ho detto mille volte, ho lavorato tantissimo per questa 170, insieme ad altri. Ho avuto modo di parlare, di commentare e di suggerire, insieme ad altri, ho avuto modo di entrare in contatto con i parlamentari che l'hanno presentata, che l'hanno preparata. Davvero ci ho messo l'anima. Ma penso sia un insuccesso enorme averlo dovuto fare.

Penso, spero e lavoro affinchè non siano necessarie diagnosi. Anche in questo sto mettendo l'anima, parlando, informando, discutendo, avanzando e retrocedendo. Ma ora è necessaria fino a quando non si creerà una nuova consapevolezza delle umane diversità fisiologiche, una nuova cultura sociale e scolastica.

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Messaggio Da Cozza Dom Dic 15, 2013 11:46 am

eh ma ire...
-se non sei perfetto non vali-
vero...
ma etichettando con facilità...si va a definire imperfetti ragazzini che son solo non tanto diversamente abili...ma proprio diversamente disabili.
dici che han solo la sfortuna di vivere il momento di passaggio? sarà...mi fido, ne so pochissimo.
ma loro questo momento di passaggio lo pagheranno per tutta la vita...
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Messaggio Da Ire Dom Dic 15, 2013 11:59 am

Ho prove contrarie, per fortuna, Tellina.

E guarda, non sono in disaccordo con te.

Prendo solo atto della realtà. Siamo tutti più fragili.
Siamo tutti più legati alle macchine
siamo tutti più dipendenti.

Non riusciamo certo ad invertire la tendenza non facendo diagnosi di BES.

Non in questo momento, almeno.

Un ragazzino senza diagnosi considerato stupido quando stupido non è, non riceve incoraggiamento e aiuto da parte di un docente. Riceve solo l'etichetta di quello che: ha sbagliato scuola, non ce la farà mai o è un disgraziato sfaccendato e che non può ricevere più tempo perchè è ingiusto per gli altri (senza dire che non viene in mente a nessuno di provare a proporre le cose in modo diverso - ma vado ot sull'ot)

Sono troppe le tensioni sociali a partire dalla famiglia, dagli amici, dai nonni per arrivare agli illustri professori, è quasi disumano pensare che qualcuno, soprattutto un ragazzo, creda tanto in se stesso da dire: ti dimostro che ce la faccio. Fanculo non so fare il conto dell'orlo ma compro dieci metri di nastro, faccio il giro della gonna e il nastro che mi rimane lo userò dopo..

Adesso non si può. Le richieste e le aspettative di una volta erano meno pressanti.

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Messaggio Da Ire Dom Dic 15, 2013 12:03 pm

dami ha scritto:Per recuperare i bambini in difficoltà ci vuole tempo e metodo: non basta (e non serve, secondo me) certificarli..
.


assolutamente d'accordo con tutto il tuo post.

Il fatto è, che per quanto riguarda quello che ho riportato qui, se non li certifichi nessuno si mette a cercare di recuperarli :-(


Se leggi più sopra, Laura 70 ha detto, nel suo pieno diritto secondo normativa, che fino a che la ragazza non sarà certificata farà le verifiche come gli altri.

E allora? Ci mangiamo la coda, no? :-(

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Messaggio Da Ire Dom Dic 15, 2013 12:35 pm

paniscus ha scritto:25, la maggioranza "non sappia tenere la matita in mano", non sappia andare a dritto con un taglio di forbici, non sappia seguire una curva???? (e questo è confermato anche da insegnanti di materie PRATICHE a vari livelli, nelle scuole tecniche e professionali, all'alberghiero hanno difficoltà a sbucciare una mela, al corso per periti edili hanno difficoltà a mettere in bolla una livella!)

per ora rispondo a questo, perchè la risposta è proprio evidente e soprattutto perchè la domanda è evidenziata.
Poi leggo con calma il resto e cerco di confrontarmi con te.

In sostanza l'ho detto prima.

Siamo sempre più dipendenti dalle macchine, inventano e ci vendono sempre di più forbici che tagliano da sole, e tagliano dritte perchè hanno il raggio laser che le indirizza, droni che mettono in bolla da soli, computer sapientino che già a tre anni abituano i bimbi a digitare sulla tastiera.

Poi, chi eri, tu che avevi raccontato che quella mamma era andata a scuola con la polizia perchè avevano fatto usare le forbici al figlio?

Capisci Lisa?

Ancora ripeto. Probabilmente non è un bene, ma è così. The day after riusciremo a recuperare la capacità di accendere il fuoco con i legnetti.

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Messaggio Da carla75 Dom Dic 15, 2013 4:03 pm

Il discorso di Ire e' giustissimo. nella societa' moderna se non sei perfetto non vali. Ma allora mi chiedo: una scuola che coccola tutti cosa  e quali aspettative crea? cosa fara' il ragazzo, al quale e' stato detto se non sai fare questo o quello non fa niente io non te lo valuto, quando uscira' nel mondo reale che e' solo per i perfetti? non e' meglio invece dire al ragazzo che se non sa fare una cosa magari puo' imparare a farne un'altra, che so magari un dignitosissimo mestiere?

anche tu Ire in tutta onestà, da discalculica irrecuperabile ti sentiresti di fare calcoli strutturali per una casa o di redigere un bilancio societario? eppure un geometra e un ragioniere questo devono fare. e lo dobbiamo certificare noi docenti, perché le normative sull'integrazione le fanno ma i titoli di studio restano.
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Messaggio Da carla75 Dom Dic 15, 2013 5:49 pm

farm80 ha scritto:Scusate vorrei fare una domanda: se ho un bambino in classe che non riesce a leggere,è lento, non comprende il messaggio del testo etc.....mi dovrò a un certo punto chiedere "Perchè"? Se vedo che nonostante gli esercizi e le ripetizioni etc...non ci sono miglioramenti, mi dovrò chiedere il motivo??? Come fanno certe persone a pensare che sia giusto insistere se vantaggi non ce ne sono!!!! Non dovrebbe servire nessuna certificazione, nessun DSA, resta un bambino che ha un problema e che va aiutato... che, poi, per imparare la storia usi un sintetizzatore vocale quale male sarebbe (DSA o meno)??? Che male fa se per studiare usa le mappe di sintesi???...Voi mi direte ma perché dovrebbe avere avere la vita facile?? Io risponderei: e perché no? se riesce ad imparare e a capire la storia come gli altri, che male c'è??? Non sarebbe meno perfetto... Imparerebbe solo ad usare i metodi per lui più congeniali per apprendere in situazione...L'importante è che raggiunga gli stessi obiettivi degli altri. Perché certificare per forza un bambino come DSA? Ha diritto ad un PDP senza dover andare per forza dallo specialista....

Vedi Farm, quello che tu dici e' sacrosanto. solo che noi partiamo da presupposti diversi. Tu mi dici che l'alunno deve raggiungere gli obiettivi e questo non fa una piega e alle elementari, ma anche alle medie si puo' e si deve fare. poi arriviamo all'ibrida scuola superiore, obbligatoria solo i primi due anni e dove i docenti pero' delle domande se le devono fare obbligatoriamente. SA esporre l'economia aziendale bene. ma cosa faccio davanti ad un ragazzo talmente discalculico che, calcolatrice alla mano e formule davanti agli occhi, non e' in grado di risolvere un esercizio? glielo detto cosi' facciamo finta che fara' il ragioniere e siamo tutti contenti? e cosa faccio quando il ragazzo dislessico si rifiuta di usare computer, sintesi vocale, mappe perché non vuole far sapere agli altri i suoi problemi? Lo Stato mi chiede se questo ragazzo ha le competenze per fare un certo lavoro e io non ho nemmeno gli strumenti per valutarlo. ma ovviamente mai bocciare!

poi scusami ma l'ultima frase non l'ho proprio capita!
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Messaggio Da giovanna onnis Dom Dic 15, 2013 6:35 pm

Ire ha scritto:
paniscus ha scritto:Scusa, ma che abbiano LACUNE vuol dire automaticamente che abbiano handicap, o che abbiano disfunzioni di apprendimento? E graziearcavolo, così è facilissimo: dichiariamo disabili o disturbati tutti quelli che "vanno male a scuola", per qualsiasi motivo, e siamo a posto!

su questo sono d'accordo

Io sono ancora in attesa di una risposta comprensibile alla mia domanda precedente: per quale motivo, in pochi anni, dovrebbero essere aumentati i casi (NON le diagnosi, ma proprio i CASI oggettivi) di handicap, di DSA o di ritardi cognitivi?


Non so di H o di ritardi cognitivi. So di dsa.
Non sono aumentati i casi, Lisa, sono successe due cose:
Si fanno indagini che non si facevano e si cerca di evitare l'abbandono scolastico che prima non era questo grosso problema.


Che cosa sarebbe successo alla specie umana, in soli 10 anni, per regredire così tanto?????
?


Non si tratta di regressione. Si tratta di standard diversi da un certo punto di vista e dall'altro di progresso della medicina e della neuropsichiatria che offre opportunità di socializzazione e di frequenza scolastica anche a persone che qualche anno fa non uscivano nemmeno di casa o di casa di cura.
Dai Ire non esagerare, sai benissimo che Paniscus si riferisce non a casi così gravi!! Le sue perplessità sono anche le mie, le condivido e le capisco benissimo!!
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Messaggio Da Cozza Dom Dic 15, 2013 6:48 pm

tra l'altro la definizione di "zona grigia" è chiarissima.
io ho parlato di difficoltà nella definizione della linea di confine tra disturbo grave dell'apprendimento e disturbi, comunque presenti, pesanti e certamente di difficile gestione, ma aggirabili in svariati modi...
se il caso è grave...direi che siam tutti concordi: benvengano certificazioni, sos, dispensativi ecc...
sono i casi grigi il nostro vero problema.
da un lato, umanamente eticamente e professionalmente...richiediamo l'aiuto degli esperti... dall'altro lato temiamo questo aiuto dato a pioggia...o, molto peggio, lo invochiamo perché, diciamocelo serenamente, rende a noi docenti di materia, la vita assai più facile...
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Messaggio Da giovanna onnis Dom Dic 15, 2013 6:52 pm

Ire ha scritto:

Il fatto è, che per quanto riguarda quello che ho riportato qui, se non li certifichi nessuno si mette a cercare di recuperarli :-(

Questo non è vero Ire, non è la normativa sui BES che ci ha fatto "aprire gli occhi" e ci fa guardare con occhi diversi gli studenti con difficoltà, questi c'erano anche prima della normativa e con loro lavoravamo ugualmente calibrando adeguatamente gli interventi e gli obiettivi che rimanevano comunque uguali al resto della classe, come deve essere.
Sei ingiusta sostenendo questo e soprattutto generalizzandolo...può essere vero per una parte di docenti, ma SICURAMENTE non per tutti!!
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Messaggio Da giovanna onnis Dom Dic 15, 2013 7:12 pm

paniscus ha scritto: Quello che non ci arriva proprio, nemmeno faticando il doppio, manifesta chiaramente un problema, ed è giusto che sia sottoposto ad accertamenti, ed eventualmente aiutato. Ma quello che si stava contestando è che adesso ci sia una corsa precipitosa e sproporzionata a diagnosticare come "anomalo" e come "svantaggiato" e come "necessitante di strumenti educativi speciali" anche quello che ci arriva perfettamente da solo, ma con risultati un po' meno brillanti dell'altro... è QUESTO il problema, cavolo, non certo la contestazione dei dsa in sé!

A me spaventa 'sta cosa, che qualsiasi piccola deviazione dalla media (o anche semplicemente qualsiasi stato soggettivo di insoddisfazione o di frustrazione personale, il classico ragazzino che si lamenta perché "a me sembra di studiare tanto ma poi ottengo poco lo stesso", oppure peggio ancora, quando il ragazzo se la fa anche andare bene, ma quella che si lamenta è la famiglia) venga immediatamente patologizzato, schedato e considerato bisognoso di intervento speciale, tutto lì.

Ma vogliamo prendere atto che non siamo tutti identici, e che le differenze individuali sono sacrosante e normali?????
...................................


Ora, niente da dire nel caso che i problemi siano DAVVERO riconducibili a quella caratteristica innata che non può guarire... ma se si comincia ad appiccicare automaticamente la stessa identica diagnosi, in massa, anche a tutti quegli altri casi in cui invece questo non è vero, e in cui il "difetto" potrebbe semplicemente essere corretto con un po' di esercizio, allora la strategia è perdente in partenza, e non solo per il singolo ragazzo, ma per tutta la società nel suo complesso.

Semplicemente, alleviamo generazioni di ignoranti e di incompetenti (nel senso letterale, ossia di "mancanza di conoscenza" e "mancanza di competenze"), bollandoli già in partenza con la sentenza irreversibile che dovranno rassegnarsi a rimanere sempre così, perché la loro ignoranza e incompetenza sono fisiologiche e non possono essere corrette in nessun modo... e che l'unico modo per aiutarli sia quello di evitargli del tutto certe richieste, perché, per natura, sono al di fuori della loro portata.

Quello che mi dà fastidio è che praticamente non ci sia modo per distinguere i casi di impossibilità oggettiva di guarire e di correggere (diciamo, con termine grossolano, i DSA "veri") da quelli che invece non lo sono: 'sti famosi test non possono individuare le cause (ma mi sembra che ci sia una volontà esplicità di NON approfondire le cause, perché fa comodo a tutti), guardano solo il risultato finale concreto.

E se uno "è lento a leggere", non frega niente a nessuno di capire se è lento a leggere perché è davvero dislessico, o se è lento a leggere solo perché non si è mai esercitato abbastanza, ma se si esercitasse migliorerebbe.

In ENTRAMBI i casi, vengono buttati allo stesso modo nel calderone di "quelli che hanno il DSA", e che "lo sanno tutti che il DSA non guarisce"... e quindi viene esclusa a priori la possibilità di un eventuale miglioramento con l'esercizio.

E anzi, si ritiene di aggirare il problema diminuendogli ulteriormente le richieste, evitandogli qualsiasi sforzo in più, e facendolo esercitare ancora meno, ANCHE in quei casi in cui la predisposizione strutturale non c'entra niente, e con l'esercizio si migliorerebbe eccome.

Mi sono spiegata meglio?


Ti sei spiegata benissimo Paniscus e, personalmente, condivido tutto!!!
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Messaggio Da barbalalla Lun Dic 16, 2013 9:33 am

Quindi Paniscus, se uno è grave tale rimane, se uno è grave ha quella caratteristica innata da cui non può guarire? Se uno è grave riceve da te sentenza irreversibile e rimane così per sempre perché l'ha già detto un neuropsichiatra anche lui fuori dal mondo? E allora tu che ci stai a fare? Ma l'intervento educativo non andava sempre al di là di quello che dicono le diagnosi? Non vi siete mai accorti che lavorando bene potete ottenere molto di più? Mai sentito parlare di sinapsi?

Chiariamoci sul senso di gravità. Qui parliamo di gravità intellettive. A proposito, del trafiletto che avevo citato ho omesso per errore la parola "intellettive": ogni anno 600mila nuovi casi di bambini proprio con disabilità INTELLETTIVE.

Non stiamo parlando di paraplegici, che non sono aumentati. Parliamo soprattutto di autistici. E l'aumento non è dovuto alle diagnosi. Forse prima (non all'epoca delle scuole speciali, ma prima nel senso di dieci anni fa) c'erano a scuola tanti bambini che urlavano, o non parlavano, sputavano, se ne scappavano e spaccavano tutto? C'erano e non ce ne siamo accorti? Mah! La verità è che non c'erano e se qualcuno c'era si trattava sì di causa propriamente genetiche o di bimbi nati prematuri o con problemi alla nascita (e comunque anche su di loro avresti potuto lavorare bene se fossi andata oltre la diagnosi).

Veniamo ai fattori ambientali, che non volevo approfondire perché non mi sembrava la sede giusta, né sono un esperto, ma mi sono fatto un'idea. E giacché me lo chiedi.... Piombo, mercurio (che trovi in casa, ma soprattutto nell'aria, nelle cose che mangi, nelle amalgame dentarie e in tanto altro ancora..), alluminio, arsenico, etc etc. producono danni neurologici: prima, durante o dopo la nascita, su apparati immunitari geneticamente fragili o che lo sono diventati. I segni clinici generalmente si manifestano tra i 18 e i 24 mesi con encefalopatie che non vengono neppure diagnosticate per aspettare i naturali tempi di crescita. Abbiamo bambini che nel giro di qualche mese possono diventare iperattivi, assenti, aggressivi, autolesionisti, asociali, selettivi, urlano, scalciano, smettono di giocare e stanno male anche fisicamente perché l'apparato immunitario smette di funzionare bene e sono attaccati da tante malattie oppure non sono malati mai!!! Senza intervento educativo il tutto peggiora. Fanno test genetici e risonanze magnetiche e non risulta nulla. Hanno poi la gravità e tu li ritrovi a scuola perché le manifestazioni del disagio sono realmente gravi, non perché sia emerso dagli esami clinici.

La gravità viene data spesso sulla base di osservazioni oggettive, non di test genetici!!!

A seconda del tipo di compromissione abbiamo gradazioni diverse del problema con tutta la gamma di sfumature di casi che vi sarà capitato di trovare a scuola.

Tutto chiaro? O sei ancora in attesa di una risposta? Ti avevo già risposto prima su cosa è successo alla specie umana...rileggi attentamente.

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