Gara d'appalto per viaggio di istruzione

Buonasera colleghi!
Ho bisogno di una informazione e non so in quale sezione postare esattamente la mia domanda.

Il mio istituto ha programmato un viaggio d'istruzione che dovrebbe svolgersi a ridosso delle vacanze di Pasqua. Abbiamo richiesto un preventivo per un totale di 40 alunni  per 3 giorni. Lo scorso venerdì la FS dei viaggi d'istruzione ha aperto le buste e determinato, con la commissione viaggi, il vincitore.
Come spesso capita, il numero di alunni è variato. La nostra DSGA vorrebbe richiedere una nuova gara mentre la FS dice che basterebbe accordarsi con l'agenzia di viaggio.
Chi ha ragione e c'è una normativa che regola il corretto comportamento?
Grazie.

apparto???

Ma pensate a far lezione,che siete insegnanti non impiegati delle agenzie viaggi!!?!!!

A parte l'APPARTO, è possibile che ci sia una funzione strumentale apposta per i viaggi di istruzione?

La vostra dsga è folle, basta adeguare la cifra accordandosi con la ditta aggiudicataria, visto che la variazione del numero di alunni sicuramente non ha comportato pregiudizio in fase di selezione (come sarebbe potuto succedere invece passando da 40 a 200 alunni) ì. Inoltre non si tratta di una gara di appalto ma di una semplice manifestazione d'interesse... stiamo parlando di 7-8.000 euro, robetta.
Può darsi che la dsga voglia rifare una gara perché non ha vinto la sua ditta favorita.

La nostra DSGA fa opposizione da molto tempo su molte cose. Questa è solo l'ultima di una lunga serie.
Se ci fosse una normativa, oltre il buon senso che pare non serva, potremmo argomentare meglio le ragioni.
Stamani c'erano solo urla tra lei e il nostro primo collaboratore (che accompagna i ragazzi della sua classe)

[quote="Befree2"]Ma pensate a far lezione,che siete insegnanti non impiegati delle agenzie viaggi!!?!!![/quoto
Che eleganza! Evidentemente stai solo in classe a far lezione. Non per scelta, secondo me.

per royalstefano:

cosa ci sarebbe di male, se un insegnante preferisce stare in classe a fare lezione piuttosto che organizzare viaggi e vacanze? E per quale motivo non sarebbe credibile che lo faccia per scelta?

"Piuttosto che organizzare viaggi e vacanze". Mah!

Potresti per favore rispondere alla domanda più seria?

Ossia: per quale motivo, se un insegnante non vuole occuparsi di gite e viaggi e preferisce lavorare in classe, si dovrebbe concludere che "non lo faccia per scelta"?

A quale altro motivo attribuisci questa cosa?

Assumi che qualsiasi insegnante dovrebbe essere interessato ad andare in gita, e non vedere l'ora di farlo... e che quindi, quelli che non ci vanno, è solo perchè sono dei poveri sfigati così antipatici che non glielo chiede mai nessuno, e stanno in classe a rosicare dall'invidia?

Personalmente, è da 15 anni che non faccio gite di più giorni, per scelta consapevole. Le visite didattiche in orario di scuola, o le uscite dalla mattina alla sera, quelle sì, ma i viaggi con pernottamento fuori no. Eppure è da 15 anni che ogni anno qualcuno continua a chiedermelo, sia studenti che colleghi, senza nessuna preclusione, e senza aver dato segno di capire che con me, su questo argomento, di trippa per gatti ce n'è pochina.

Io dico (gentilmente, ma fermamente) di no, lasciando intendere che non c'è verso di farmi sentire in colpa, perché proprio non mi ci sento... e nessuno si è mai sognato di farmi la fronda o di minacciare rappresaglie per questo, o di rispettarmi di meno.

Da che cosa si dovrebbe dedurre che "non è una scelta"?

paniscus_2.1 ha scritto:Potresti per favore rispondere alla domanda più seria?

Ossia: per quale motivo, se un insegnante non vuole occuparsi di gite e viaggi e preferisce lavorare in classe, si dovrebbe concludere che "non lo faccia per scelta"?

A quale altro motivo attribuisci questa cosa?

Assumi che qualsiasi insegnante dovrebbe essere interessato ad andare in gita, e non vedere l'ora di farlo... e che quindi, quelli che non ci vanno, è solo perchè sono dei poveri sfigati così antipatici che non glielo chiede mai nessuno, e stanno in classe a rosicare dall'invidia?

Personalmente, è da 15 anni che non faccio gite di più giorni, per scelta consapevole. Le visite didattiche in orario di scuola, o le uscite dalla mattina alla sera, quelle sì, ma i viaggi con pernottamento fuori no. Eppure è da 15 anni che ogni anno qualcuno continua a chiedermelo, sia studenti che colleghi, senza nessuna preclusione, e senza aver dato segno di capire che con me, su questo argomento, di trippa per gatti ce n'è pochina.

Io dico (gentilmente, ma fermamente) di no, lasciando intendere che non c'è verso di farmi sentire in colpa, perché proprio non mi ci sento... e nessuno si è mai sognato di farmi la fronda o di minacciare rappresaglie per questo, o di rispettarmi di meno.

Da che cosa si dovrebbe dedurre che "non è una scelta"?

Hai centrato il punto. Il più delle volte è così. Pensa solo al livore che sprigionano nei confronti di collaboratori, fiduciari, Funzioni S, Staff, ecc.

giardia ha scritto:La nostra DSGA fa opposizione da molto tempo su molte cose. Questa è solo l'ultima di una lunga serie.
Se ci fosse una normativa, oltre il buon senso che pare non serva, potremmo argomentare meglio le ragioni.
Stamani c'erano solo urla tra lei e il nostro primo collaboratore (che accompagna i ragazzi della sua classe)

È successo alla "mia" classe: semplicemente l'agenzia di viaggi ha comunicato che, dato che diminuiva il numero, ogni studente avrebbe dovuto aggiungere X euro.

Si, è quello che si fa solitamente.

royalstefano ha scritto:  

Assumi che qualsiasi insegnante dovrebbe essere interessato ad andare in gita, e non vedere l'ora di farlo... e che quindi, quelli che non ci vanno, è solo perchè sono dei poveri sfigati così antipatici che non glielo chiede mai nessuno, e stanno in classe a rosicare dall'invidia?

Hai centrato il punto. Il più delle volte è così. Pensa solo al livore che sprigionano nei confronti di collaboratori, fiduciari, Funzioni S, Staff, ecc.

Ma ti rendi conto del livore che stai sprigionando TU?

Con lo stesso identico tono di pregiudizio e di disprezzo, ti si potrebbe rispondere pari pari che invece, quelli che sono sempre pronti ad andare volentieri in tutte le gite possibili, sono i lavativi che hanno voglia di stare in classe il meno possibile, o i furbetti che tengono molto a comprarsi la simpatia degli studenti e delle famiglie facendo gli amiconi e gli intrattenitori invece che gli insegnanti.

Io non vado in gita perché non mi sento tutelata dalla legge riguardo alle enormi responsabilità che questo comporta, anche in situazioni oggettivamente incontrollabili, che non sono normate da leggi chiare e precise, che potrebbero essere intepretate in mille modi diversi e potrebbero avere esiti totalmente imprevedibili, a seconda del parere del singolo giudice o della trascrizione di un cavillo di forma. SOLO per questo. Non perché non mi piacciano le gite, non perché nessuno me le proponga (anzi, ripeto che ogni anno continuano a provarci, anche se dico sempre di no), e non perché sia una provinciale contraria ai viaggi, o una bacchettona contraria ai divertimenti.

Semplicemente, mi limito a fare l'insegnante, e non aspiro a improvvisarmi guida turistica, animatrice di colonie infantili o adolescenziali, o custode notturna.

Nonostante le richieste, io non vado in gita, neppure gite di un giorno, neppure uscite che prevedano un minimo allungamento del mio orario. Questo da oltre 10 anni, per i seguenti motivi:
1) la responsabilità è eccessiva e le tutele inesistenti;
2) non voglio fare ore extra, per di più non retribuite;
3) ho di meglio da fare che star dietro ad adolescenti per giornate intere;
4) voglio dormire di notte;
5) posso viaggiare per conto mio e non ho bisogno di andare in giro con la scuola;
6) preferisco trascorrere il pomeriggio con i miei figli piuttosto che con i figli degli altri.
Caro royalstefano, per me gli sfigati sono quelli che accettano di accompagnare.

Nella mia scuola è proprio il contrario: sono pochissimi quelli che li vogliono accompagnare in gita, di solito sono quelli più "deboli" convinti dalla moral suasion del preside-manager di turno (precari, supplenti o chi sa di non fare esattamente il proprio dovere) che non sanno dire di no. La maggioranza è perfettamente in linea con le motivazioni di Paniscus e chicca70

Strano.io sono precario,supplente,terza fascia,quindi orgogliosamente il nulla ,eppure al mio NO alle gite nessuno ha da ridire.
Ovviamente escluse le uscite di mezza giornata, quelle possono avere valenza didattica.

Befree2, cosa vuoi che ti dica... Prendo in prestito Manzoni: "il coraggio uno non se lo può dare"

Mi è sempre stato sulle balle Don Abbondio. Mi chiedo perché Manzoni non l abbia fatto morire di peste.
Talmente codardo e pusillanime che anche alla fine, quando tutti i "cattivi " erano stati da tempo caricati dai monatti, ancora evitava a sposare quei due ..che poi, voglio dire, secondo me sul come don rodrigo si invaghi' di Lucia ci sarebbe da fare qualche supposizione.
Renzo? Cervo a primavera.
Tornando al pretucolo,che persona di m....
E così è chi è come lui.

Se non lo conosci già, cerca su youtube: "I Promessi Sposi in 10 minuti". Un fenomeno!

Befree2 ha scritto:
Talmente codardo e pusillanime che anche alla fine, quando tutti i "cattivi " erano stati da tempo caricati dai monatti, ancora evitava a sposare quei due ...
Tornando al pretucolo,che persona di m....
E così è chi è come lui.

La terapia dell'avversione è un trattamento psichiatrico nel quale il paziente viene esposto a due stimoli simultaneamente: uno di questi è lo stimolo o attività che si intende eliminare e l’altro è uno stimolo che provoca un certo disgusto o addirittura dolore fisico.  Va sottolineato che le origini del trattamento si basano negli esperimenti di Pavlov ....

Sono cose che si fanno anche al di fuori di uno studio medico. Ovviamente mutatis mutandis.

chicca70 ha scritto:Nonostante le richieste, io non vado in gita, neppure gite di un giorno, neppure uscite che prevedano un minimo allungamento del mio orario. Questo da oltre 10 anni, per i seguenti motivi:
1) la responsabilità è eccessiva e le tutele inesistenti;
2) non voglio fare ore extra, per di più non retribuite;
3) ho di meglio da fare che star dietro ad adolescenti per giornate intere;
4) voglio dormire di notte;
5) posso viaggiare per conto mio e non ho bisogno di andare in giro con la scuola;
6) preferisco trascorrere il pomeriggio con i miei figli piuttosto che con i figli degli altri.
Caro royalstefano, per me gli sfigati sono quelli che accettano di accompagnare.

https://www.orizzontescuola.it/marijuana-gita-docenti-chiamano-le-forze-dellordine-genitori-corrono-prendersi-figli/

(705)

Straquoto chicca 70...io penso ai figli miei non a quelli degli altri..
Devi però capire, chicca,che la categoria è pregna di individui soli,annoiati, senza impegni familiari, o con moglie o marito i sopportabili, che quindi non vedono l'ora ora di farsi qualche viaggio pagato pur non di non stare a casa da soli.
Ben venga che sta gente accompagni i ragazzi in gita,una settimana,due,un mese, passando le notti in bianco dietro le porte delle camere..
Non ti curar di loro..

Infatti se qualcuno si assume a suo rischio e pericolo la responsabilità degli alunni può pure portarli sulla luna e tornare, problemi suoi. Ricordiamoci sempre che non c'è NIENTE di obbligatorio sull'accompagnamento degli alunni. Inutile piangere e lamentarsi a danno compiuto.

Io però vorrei mettere alcuni puntini sulle i. Faccio parte della schiera "non accompagnatori alle gite" (con eventuale piccola distinzione tra uscite di una giornata e altro) e sono precaria.

Se vogliamo farne un discorso di non tutela e non adeguato riconoscimento delle ore dedicate a tali attività, ben venga. Ma proprio non capisco perché chi sceglie di partecipare a suo rischio e pericolo, e FINANCO chi è solo, senza figli, annoiato e blablabla, e magari con mogli/mariti insopportabili, debba essere definito "sta gente qua, che non sa dire di no" solo perché lo fa.

Come dice Paniscus, basterebbe farlo e non lamentarsi dopo, perché anche ai miei tempi si facevano le gite, non è una innovazione della buonasola, e se limitate di numero, non sono il male assoluto.