Storia ai professionali; com'è la situazione?
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L'ALTRO POLO
Dolciniano
ginestra
elirpe
8 partecipanti
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Storia ai professionali; com'è la situazione?
Qualcuno ha esperienza diretta di come sia cambiato l'insegnamento della Storia ai professionali? Se non ho frainteso si è passato scandalosamente ad avere una sola ora a settimana e volevo capire concretamente come venga impostata in quel caso la didattica.
elirpe- Messaggi : 1127
Data d'iscrizione : 02.08.17
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
La Riforma punta allo sviluppo di competenze attraverso attività laboratoriali e attività didattiche interdisciplinari da strutturare in Unità di Apprendimento. In tal direzione deve mutare il ruolo dei dipartimenti che chiaramente sono chiamati a coprogettare, definire le competenze da valutare, stilare opportuni strumenti di valutazione...il Consiglio di Classe deve impostare le strategie didattiche personalizzando gli apprendimenti e lavorare dando rilievo alla interdisciplinarietà.
Una riforma superlativa, non chiaramente e completamente compresa da docenti e ds.
Tanti colleghi non hanno letto né il decreto legislativo n.61 del 2017, né le successive note e linee guida pur lavorando sul professionale.
Insomma...una bella sfida per tutti.
Una riforma superlativa, non chiaramente e completamente compresa da docenti e ds.
Tanti colleghi non hanno letto né il decreto legislativo n.61 del 2017, né le successive note e linee guida pur lavorando sul professionale.
Insomma...una bella sfida per tutti.
ginestra- Messaggi : 475
Data d'iscrizione : 22.09.11
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
[quote="ginestra"]La Riforma punta allo sviluppo di competenze attraverso attività laboratoriali e attività didattiche interdisciplinari da strutturare in Unità di Apprendimento. In tal direzione deve mutare il ruolo dei dipartimenti che chiaramente sono chiamati a coprogettare, definire le competenze da valutare, stilare opportuni strumenti di valutazione...il Consiglio di Classe deve impostare le strategie didattiche personalizzando gli apprendimenti e lavorare dando rilievo alla interdisciplinarietà.
Una riforma superlativa, non chiaramente e completamente compresa da docenti e ds.
Tanti colleghi non hanno letto né il decreto legislativo n.61 del 2017, né le successive note e linee guida pur lavorando sul professionale.
Insomma...una bella sfida per tutti.[/quote]
Buongiorno,
visto che sei bene informata ti formulo alcune domande pratiche:
1. Tali unità laboratoriali e interdisciplinari mantengono il criterio cronologico della Storia, per intenderci, prima un'unità laboratoriale e interdisciplinare sul Neolitico, poi sulla Mesopotamia, ecc...?
2. Al netto delle attività laboratoriali e interdisciplinari dedicate a Storia, quante ore sono dedicate alla Storia ogni settimana, non considerando la materia assieme all'Asse Storico Sociale, ma in sè e per sè?
3. Come diventa il rapporto con il libro di testo? Esso è già strutturato in modo interdisciplinare e laboratoriale o mantiene il criterio cronologico?
4. Essendo la Storia una materia orale, come si riescono ad assegnare due valutazioni a Quadrimestre?
Una riforma superlativa, non chiaramente e completamente compresa da docenti e ds.
Tanti colleghi non hanno letto né il decreto legislativo n.61 del 2017, né le successive note e linee guida pur lavorando sul professionale.
Insomma...una bella sfida per tutti.[/quote]
Buongiorno,
visto che sei bene informata ti formulo alcune domande pratiche:
1. Tali unità laboratoriali e interdisciplinari mantengono il criterio cronologico della Storia, per intenderci, prima un'unità laboratoriale e interdisciplinare sul Neolitico, poi sulla Mesopotamia, ecc...?
2. Al netto delle attività laboratoriali e interdisciplinari dedicate a Storia, quante ore sono dedicate alla Storia ogni settimana, non considerando la materia assieme all'Asse Storico Sociale, ma in sè e per sè?
3. Come diventa il rapporto con il libro di testo? Esso è già strutturato in modo interdisciplinare e laboratoriale o mantiene il criterio cronologico?
4. Essendo la Storia una materia orale, come si riescono ad assegnare due valutazioni a Quadrimestre?
elirpe- Messaggi : 1127
Data d'iscrizione : 02.08.17
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
Sí ma, elirpe, tu, se sei A-19, non dovresti porti il problema...
L'ALTRO POLO- Messaggi : 10398
Data d'iscrizione : 24.01.14
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
[quote="L'ALTRO POLO"]Sí ma, elirpe, tu, se sei A-19, non dovresti porti il problema...[/quote]
Non mi riguarda direttamente, ma non per questo il tema non mi interessa, considera che quando lavoravo all'Alberghiero ero in costante compresenza con gli insegnanti di Storia e nonostante moltissime difficoltà alcuni riuscivano a seguire un programma organico e strutturato (benchè molto semplificato) e vorrei capire se questa riforma consente ancora di fare ciò.
Non mi riguarda direttamente, ma non per questo il tema non mi interessa, considera che quando lavoravo all'Alberghiero ero in costante compresenza con gli insegnanti di Storia e nonostante moltissime difficoltà alcuni riuscivano a seguire un programma organico e strutturato (benchè molto semplificato) e vorrei capire se questa riforma consente ancora di fare ciò.
elirpe- Messaggi : 1127
Data d'iscrizione : 02.08.17
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
Ti stimo davvero tanto. E non è ironia
L'ALTRO POLO- Messaggi : 10398
Data d'iscrizione : 24.01.14
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
[quote="ginestra"]La Riforma punta allo sviluppo di competenze attraverso attività laboratoriali e attività didattiche interdisciplinari da strutturare in Unità di Apprendimento. In tal direzione deve mutare il ruolo dei dipartimenti che chiaramente sono chiamati a coprogettare, definire le competenze da valutare, stilare opportuni strumenti di valutazione...il Consiglio di Classe deve impostare le strategie didattiche personalizzando gli apprendimenti e lavorare dando rilievo alla interdisciplinarietà.
Una riforma superlativa, non chiaramente e completamente compresa da docenti e ds.
Tanti colleghi non hanno letto né il decreto legislativo n.61 del 2017, né le successive note e linee guida pur lavorando sul professionale.
Insomma...una bella sfida per tutti.[/quote]
Una riforma superlativa?
Se il/la collega lavora in un professionale deve essersi perso/a qualcosa come ad esempio la introduzione del PFI, del tutor , della personalizzazione, tutti carichi di lavoro aggiuntivi a parità di retribuzione.
Per non parlare del nuovo quadro orario, impostato su il primo biennio in cui comunque si devono scegliere discipline (per esempio quelle dell'area delle scienze integrate) a discapito di altre . In questo modo sembra che il MIUR dia agli organi collegiali chissà quale autonomia di scelta, in realtà si sceglie solo se tagliare il braccio destro o quello sinistro.
L'effetto collaterale, non l'ultimo, è che le discipline si sono ridotte a coriandoli che non possono avere alcuna efficacia educativa.Ma cosa dico discipline, non esistono più! Ci sono gli insegnamenti che sono aggregati per assi culturali,tranne quello matematico che invece,chissà perchè, viaggia da solo . Storia nel biennio è diventata un coriandolo di un'ora , come geografia, come altre discipline che, a seconda degli indirizzi, sono state ridotte ai minimi termini.
Unico dato positivo l'aumento significativo delle ore di Laboratorio, anche in compresenza. Infatti le uniche risorse aggiuntive servono a coprire le cattedre degli insegnanti tecnico pratici. In compenso sono sensibilmente calate le cattedre dei docenti di area comune. Leggere la relazione tecnica di accompagnamento al decreto legislativo n.61 del 2017, per verificare se nel complesso le risorse sono state tolte o aggiunte.
Stefano Ragazzi
Una riforma superlativa, non chiaramente e completamente compresa da docenti e ds.
Tanti colleghi non hanno letto né il decreto legislativo n.61 del 2017, né le successive note e linee guida pur lavorando sul professionale.
Insomma...una bella sfida per tutti.[/quote]
Una riforma superlativa?
Se il/la collega lavora in un professionale deve essersi perso/a qualcosa come ad esempio la introduzione del PFI, del tutor , della personalizzazione, tutti carichi di lavoro aggiuntivi a parità di retribuzione.
Per non parlare del nuovo quadro orario, impostato su il primo biennio in cui comunque si devono scegliere discipline (per esempio quelle dell'area delle scienze integrate) a discapito di altre . In questo modo sembra che il MIUR dia agli organi collegiali chissà quale autonomia di scelta, in realtà si sceglie solo se tagliare il braccio destro o quello sinistro.
L'effetto collaterale, non l'ultimo, è che le discipline si sono ridotte a coriandoli che non possono avere alcuna efficacia educativa.Ma cosa dico discipline, non esistono più! Ci sono gli insegnamenti che sono aggregati per assi culturali,tranne quello matematico che invece,chissà perchè, viaggia da solo . Storia nel biennio è diventata un coriandolo di un'ora , come geografia, come altre discipline che, a seconda degli indirizzi, sono state ridotte ai minimi termini.
Unico dato positivo l'aumento significativo delle ore di Laboratorio, anche in compresenza. Infatti le uniche risorse aggiuntive servono a coprire le cattedre degli insegnanti tecnico pratici. In compenso sono sensibilmente calate le cattedre dei docenti di area comune. Leggere la relazione tecnica di accompagnamento al decreto legislativo n.61 del 2017, per verificare se nel complesso le risorse sono state tolte o aggiunte.
Stefano Ragazzi
stefanoragazzi- Messaggi : 54
Data d'iscrizione : 27.12.14
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
Ciao Stefano.
Sì certo lavoro in un istituto professionale; mi sono cimentata con gli altri colleghi della commissione didattica nel definire i quadri orari biennio e triennio discussi in collegio docenti. Non é superlativo scegliere discipline (soprattutto di indirizzo) in linea con le esigenze e peculiarità del territorio?
Non è superlativo lavorare confrontandosi con il comitato tecnico scientifico?
Chiudo gli occhi e immagino tutti i miei colleghi che personalizzano gli apprendimenti dei miei studenti (12 su 21 con bisogni educativi speciali).
Chiudo gli occhi e immagino le classi aperte, la progettazione didattica per assi, l' interdisciplinarietà, i laboratori...che spettacolo! Più superlativo di così...
Riapro gli occhi e la realtà è tristemente diversa. E io coordinatrice di una prima professionale sono sempre alla ricerca di iniziative per coinvolgere i colleghi nella realizzazione di uda interdisciplinari (spesso alla prima esperienza o che comunque non hanno letto nulla in merito alla riforma).
A pochi interessa la riforma dell'istruzione professionale ...è vista solo come un fardello di adempimenti. A me non dispiace, ma il mio superlativo è riferito alla scuola che vorrei ma che purtroppo non è. La Riforma negli intenti è nobile; ad ogni rilettura ne sono affascinata ma se il cambiamento non siamo noi docenti a gestirlo con entusiasmo e credendoci, non riusciremo a "rivoluzionare con gentilezza" un bel nulla. Penso che faccio il lavoro più bello del mondo anche se spesso gli studenti del professionale mi fanno tribolare e in alcune giornate mi sento affaticata. Ma penso anche che questo capitale umano così fragile che ha scelto il professionale , spesso orientato da docenti delle scuole medie, abbia bisogno di un'offerta formativa degna. Tanti diplomati effettivamente sanno fare poco e solo noi possiamo renderli più competenti...
Sì certo lavoro in un istituto professionale; mi sono cimentata con gli altri colleghi della commissione didattica nel definire i quadri orari biennio e triennio discussi in collegio docenti. Non é superlativo scegliere discipline (soprattutto di indirizzo) in linea con le esigenze e peculiarità del territorio?
Non è superlativo lavorare confrontandosi con il comitato tecnico scientifico?
Chiudo gli occhi e immagino tutti i miei colleghi che personalizzano gli apprendimenti dei miei studenti (12 su 21 con bisogni educativi speciali).
Chiudo gli occhi e immagino le classi aperte, la progettazione didattica per assi, l' interdisciplinarietà, i laboratori...che spettacolo! Più superlativo di così...
Riapro gli occhi e la realtà è tristemente diversa. E io coordinatrice di una prima professionale sono sempre alla ricerca di iniziative per coinvolgere i colleghi nella realizzazione di uda interdisciplinari (spesso alla prima esperienza o che comunque non hanno letto nulla in merito alla riforma).
A pochi interessa la riforma dell'istruzione professionale ...è vista solo come un fardello di adempimenti. A me non dispiace, ma il mio superlativo è riferito alla scuola che vorrei ma che purtroppo non è. La Riforma negli intenti è nobile; ad ogni rilettura ne sono affascinata ma se il cambiamento non siamo noi docenti a gestirlo con entusiasmo e credendoci, non riusciremo a "rivoluzionare con gentilezza" un bel nulla. Penso che faccio il lavoro più bello del mondo anche se spesso gli studenti del professionale mi fanno tribolare e in alcune giornate mi sento affaticata. Ma penso anche che questo capitale umano così fragile che ha scelto il professionale , spesso orientato da docenti delle scuole medie, abbia bisogno di un'offerta formativa degna. Tanti diplomati effettivamente sanno fare poco e solo noi possiamo renderli più competenti...
ginestra- Messaggi : 475
Data d'iscrizione : 22.09.11
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
[quote="Dolciniano"]"Solo noi possiamo renderli più competenti "
..anche se gli studenti non fanno nulla?
Curioso poi come in un mondo globalizzato si "approfondiscono le discipline più vicine alle peculiarità del territorio"
Il territorio oggi è il mondo,non i 2km di raggio dalla chiesa del paese..
Vabbe[/quote]
Gli studenti non fanno nulla perché spesso noi docenti siamo monotoni. Proviamo a coinvolgerli, a farli appassionare e vedremo come anche i più 'terribili' tireranno fuori qualcosa di buono. È una sfida che richiede in primis a noi docenti grandi energie, ma è il nostro mestiere, scelto con coraggio come 'mission' non come ripiego.
In merito ad un'offerta formativa rispondente al contesto territoriale proverò ad essere più chiara con due esempi
-Istituto professionale per l'agricoltura in pianura padana potenzierà gli insegnamenti legati alle produzioni zootecniche, all'agricoltura sostenibile
-Istituto professionale per l'agricoltura in zone montane potenzierà gli insegnamenti legati alla selvicoltura e all'assestamento forestale.
I quadri orari proposti dal Miur lasciano alle scuole autonomia e flessibilità di scelta per la strutturazione dell'offerta formativa, tenendo ben chiare le competenze da raggiungere nel percorso di studi.
..anche se gli studenti non fanno nulla?
Curioso poi come in un mondo globalizzato si "approfondiscono le discipline più vicine alle peculiarità del territorio"
Il territorio oggi è il mondo,non i 2km di raggio dalla chiesa del paese..
Vabbe[/quote]
Gli studenti non fanno nulla perché spesso noi docenti siamo monotoni. Proviamo a coinvolgerli, a farli appassionare e vedremo come anche i più 'terribili' tireranno fuori qualcosa di buono. È una sfida che richiede in primis a noi docenti grandi energie, ma è il nostro mestiere, scelto con coraggio come 'mission' non come ripiego.
In merito ad un'offerta formativa rispondente al contesto territoriale proverò ad essere più chiara con due esempi
-Istituto professionale per l'agricoltura in pianura padana potenzierà gli insegnamenti legati alle produzioni zootecniche, all'agricoltura sostenibile
-Istituto professionale per l'agricoltura in zone montane potenzierà gli insegnamenti legati alla selvicoltura e all'assestamento forestale.
I quadri orari proposti dal Miur lasciano alle scuole autonomia e flessibilità di scelta per la strutturazione dell'offerta formativa, tenendo ben chiare le competenze da raggiungere nel percorso di studi.
ginestra- Messaggi : 475
Data d'iscrizione : 22.09.11
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
[quote="elirpe"][quote="ginestra"]Buongiorno,
visto che sei bene informata ti formulo alcune domande pratiche:
1. Tali unità laboratoriali e interdisciplinari mantengono il criterio cronologico della Storia, per intenderci, prima un'unità laboratoriale e interdisciplinare sul Neolitico, poi sulla Mesopotamia, ecc...?
2. Al netto delle attività laboratoriali e interdisciplinari dedicate a Storia, quante ore sono dedicate alla Storia ogni settimana, non considerando la materia assieme all'Asse Storico Sociale, ma in sè e per sè?
3. Come diventa il rapporto con il libro di testo? Esso è già strutturato in modo interdisciplinare e laboratoriale o mantiene il criterio cronologico?
4. Essendo la Storia una materia orale, come si riescono ad assegnare due valutazioni a Quadrimestre? [/quote]
Ciao Elirpe.
Io non insegno questa disciplina che comunque al biennio prevede un'ora settimanale. Ti consiglio di lavorare facendo riferimento agli obiettivi da raggiungere. Troverai tutte le indicazioni che ti servono negli allegati del decreto della Riforma professionale (vedi Pecup per l'area generale). Chiedi supporto ai tuoi colleghi di dipartimento per la didattica e del consiglio di classe per la progettazione e valutazione delle competenze da inserire nel PFI.
visto che sei bene informata ti formulo alcune domande pratiche:
1. Tali unità laboratoriali e interdisciplinari mantengono il criterio cronologico della Storia, per intenderci, prima un'unità laboratoriale e interdisciplinare sul Neolitico, poi sulla Mesopotamia, ecc...?
2. Al netto delle attività laboratoriali e interdisciplinari dedicate a Storia, quante ore sono dedicate alla Storia ogni settimana, non considerando la materia assieme all'Asse Storico Sociale, ma in sè e per sè?
3. Come diventa il rapporto con il libro di testo? Esso è già strutturato in modo interdisciplinare e laboratoriale o mantiene il criterio cronologico?
4. Essendo la Storia una materia orale, come si riescono ad assegnare due valutazioni a Quadrimestre? [/quote]
Ciao Elirpe.
Io non insegno questa disciplina che comunque al biennio prevede un'ora settimanale. Ti consiglio di lavorare facendo riferimento agli obiettivi da raggiungere. Troverai tutte le indicazioni che ti servono negli allegati del decreto della Riforma professionale (vedi Pecup per l'area generale). Chiedi supporto ai tuoi colleghi di dipartimento per la didattica e del consiglio di classe per la progettazione e valutazione delle competenze da inserire nel PFI.
ginestra- Messaggi : 475
Data d'iscrizione : 22.09.11
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
[quote="ginestra"]Ciao Stefano.
Sì certo lavoro in un istituto professionale; mi sono cimentata con gli altri colleghi della commissione didattica nel definire i quadri orari biennio e triennio discussi in collegio docenti. Non é superlativo scegliere discipline (soprattutto di indirizzo) in linea con le esigenze e peculiarità del territorio?
Non è superlativo lavorare confrontandosi con il comitato tecnico scientifico?
Chiudo gli occhi e immagino tutti i miei colleghi che personalizzano gli apprendimenti dei miei studenti (12 su 21 con bisogni educativi speciali).
Chiudo gli occhi e immagino le classi aperte, la progettazione didattica per assi, l' interdisciplinarietà, i laboratori...che spettacolo! Più superlativo di così...
Riapro gli occhi e la realtà è tristemente diversa. E io coordinatrice di una prima professionale sono sempre alla ricerca di iniziative per coinvolgere i colleghi nella realizzazione di uda interdisciplinari (spesso alla prima esperienza o che comunque non hanno letto nulla in merito alla riforma).
A pochi interessa la riforma dell'istruzione professionale ...è vista solo come un fardello di adempimenti. A me non dispiace, ma il mio superlativo è riferito alla scuola che vorrei ma che purtroppo non è. La Riforma negli intenti è nobile; ad ogni rilettura ne sono affascinata ma se il cambiamento non siamo noi docenti a gestirlo con entusiasmo e credendoci, non riusciremo a "rivoluzionare con gentilezza" un bel nulla. Penso che faccio il lavoro più bello del mondo anche se spesso gli studenti del professionale mi fanno tribolare e in alcune giornate mi sento affaticata. Ma penso anche che questo capitale umano così fragile che ha scelto il professionale , spesso orientato da docenti delle scuole medie, abbia bisogno di un'offerta formativa degna. Tanti diplomati effettivamente sanno fare poco e solo noi possiamo renderli più competenti...[/quote]
Cara Ginestra (è il tuo nome?)
La riforma non è superlativa , è pessima. Quello di cui tu parli non è la riforma ma un'idea di scuola che in parte condivido ma di cui nella riforma non c'è traccia . Perchè gli unici (e ultimi) a credere nella scuola sono rimasti gli insegnanti.
Se il MIUR (e il ceto politico ) da cui dipendiamo credesse davvero nelle riforme che avvia, le sosterebbe finanziariamente . Invece le abbandona alla buona volontà degli insegnanti ch si devono fare carico di ciò che nessuno, in nessun altro contesto lavorativo deve fare : inventarsi metodi e sistemi,approfondire conoscenze, sperimentarli, divulgarli.
Questi sono compiti che nell'organizzazione di qualunque attività (pubblica, come la giustizia, la sanità o privata) sono affidati a persone diverse. Invece gli insegnanti italiani devono fare tutto. E aggiungo, sempre a quel prezzo. Inoltre vi sono degli aspetti che sono diventati capisaldi di una apparente innovazione ma che non hanno nulla di nuovo: le classi aperte, le uda sono vecchie come me.
Alcune come le classi aperte organizzate per livello, sono considerate contro producenti e classificate agli ultimi posti per efficacia.
Meglio sarebbe poter dividere le classi in piccoli gruppi , ma per farlo servono docenti e naturalmente risorse.
In quanto a scegliere le discipline, il tuo esempio è formulato su un aspetto che non è quello che avevo indicato.
Nel mio istituto ci sono 5 indirizzi di Manutenzione e assistenza tecnica e quindi in ognuno si sono fatte scelte diverse e adeguate al territorio . Sono le materie di area comune e quelle di scienze integrate a essere state massacrate .
Ma dice bene il collega che ritiene che il nostro territorio sia il mondo : nella mia scuola ci sono circa 400 studenti stranieri , probabilmente altrettanti italiani di seconda generazione e qualcuno ha un progetto di vita sul "territorio" ma molti altri pensano di rientrare. Come mi ha detto una mia alunna: avevate promesso di darci un'istruzione , e adesso?
Stefano Ragazzi
Sì certo lavoro in un istituto professionale; mi sono cimentata con gli altri colleghi della commissione didattica nel definire i quadri orari biennio e triennio discussi in collegio docenti. Non é superlativo scegliere discipline (soprattutto di indirizzo) in linea con le esigenze e peculiarità del territorio?
Non è superlativo lavorare confrontandosi con il comitato tecnico scientifico?
Chiudo gli occhi e immagino tutti i miei colleghi che personalizzano gli apprendimenti dei miei studenti (12 su 21 con bisogni educativi speciali).
Chiudo gli occhi e immagino le classi aperte, la progettazione didattica per assi, l' interdisciplinarietà, i laboratori...che spettacolo! Più superlativo di così...
Riapro gli occhi e la realtà è tristemente diversa. E io coordinatrice di una prima professionale sono sempre alla ricerca di iniziative per coinvolgere i colleghi nella realizzazione di uda interdisciplinari (spesso alla prima esperienza o che comunque non hanno letto nulla in merito alla riforma).
A pochi interessa la riforma dell'istruzione professionale ...è vista solo come un fardello di adempimenti. A me non dispiace, ma il mio superlativo è riferito alla scuola che vorrei ma che purtroppo non è. La Riforma negli intenti è nobile; ad ogni rilettura ne sono affascinata ma se il cambiamento non siamo noi docenti a gestirlo con entusiasmo e credendoci, non riusciremo a "rivoluzionare con gentilezza" un bel nulla. Penso che faccio il lavoro più bello del mondo anche se spesso gli studenti del professionale mi fanno tribolare e in alcune giornate mi sento affaticata. Ma penso anche che questo capitale umano così fragile che ha scelto il professionale , spesso orientato da docenti delle scuole medie, abbia bisogno di un'offerta formativa degna. Tanti diplomati effettivamente sanno fare poco e solo noi possiamo renderli più competenti...[/quote]
Cara Ginestra (è il tuo nome?)
La riforma non è superlativa , è pessima. Quello di cui tu parli non è la riforma ma un'idea di scuola che in parte condivido ma di cui nella riforma non c'è traccia . Perchè gli unici (e ultimi) a credere nella scuola sono rimasti gli insegnanti.
Se il MIUR (e il ceto politico ) da cui dipendiamo credesse davvero nelle riforme che avvia, le sosterebbe finanziariamente . Invece le abbandona alla buona volontà degli insegnanti ch si devono fare carico di ciò che nessuno, in nessun altro contesto lavorativo deve fare : inventarsi metodi e sistemi,approfondire conoscenze, sperimentarli, divulgarli.
Questi sono compiti che nell'organizzazione di qualunque attività (pubblica, come la giustizia, la sanità o privata) sono affidati a persone diverse. Invece gli insegnanti italiani devono fare tutto. E aggiungo, sempre a quel prezzo. Inoltre vi sono degli aspetti che sono diventati capisaldi di una apparente innovazione ma che non hanno nulla di nuovo: le classi aperte, le uda sono vecchie come me.
Alcune come le classi aperte organizzate per livello, sono considerate contro producenti e classificate agli ultimi posti per efficacia.
Meglio sarebbe poter dividere le classi in piccoli gruppi , ma per farlo servono docenti e naturalmente risorse.
In quanto a scegliere le discipline, il tuo esempio è formulato su un aspetto che non è quello che avevo indicato.
Nel mio istituto ci sono 5 indirizzi di Manutenzione e assistenza tecnica e quindi in ognuno si sono fatte scelte diverse e adeguate al territorio . Sono le materie di area comune e quelle di scienze integrate a essere state massacrate .
Ma dice bene il collega che ritiene che il nostro territorio sia il mondo : nella mia scuola ci sono circa 400 studenti stranieri , probabilmente altrettanti italiani di seconda generazione e qualcuno ha un progetto di vita sul "territorio" ma molti altri pensano di rientrare. Come mi ha detto una mia alunna: avevate promesso di darci un'istruzione , e adesso?
Stefano Ragazzi
stefanoragazzi- Messaggi : 54
Data d'iscrizione : 27.12.14
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
Stefano siamo pagati per dar loro un'istruzione e ce la mettiamo tutta.
Hai ragione, può essere utilissimo dividere le classi in piccoli gruppi...la riforma prevede 264 ore di personalizzazione sul biennio che il consiglio di classe deve rendicontare. Facciamolo!
Nel mio istituto professionale lavoriamo utilizzando le compresenze (insegnanti tecnico pratici il cui numero di ore è aumentato con la riforma) e gli insegnanti di potenziamento (per questo sono importanti le scelte del ds), valorizzando queste risorse.
Il collegio docenti ha votato per usare la quota dell'autonomia a favore del pacchetto scienze integrate, per mantenere il monte orario che avevamo ante riforma.
La riforma mi garba perché in linea con la mia idea di scuola; che effettivamente sia difficile da mettere in pratica lo valuto quotidianamente perché noi docenti non siamo abituati a coprogettare ma piuttosto a lavorare per compartimenti stagni ed è un peccato, in barba a quella interdisciplinarietà di cui ci fregiamo solo a parole per abbellire PTOF e RAV.
Se davvero noi docenti ci crediamo, possiamo farcela :-)
Hai ragione, può essere utilissimo dividere le classi in piccoli gruppi...la riforma prevede 264 ore di personalizzazione sul biennio che il consiglio di classe deve rendicontare. Facciamolo!
Nel mio istituto professionale lavoriamo utilizzando le compresenze (insegnanti tecnico pratici il cui numero di ore è aumentato con la riforma) e gli insegnanti di potenziamento (per questo sono importanti le scelte del ds), valorizzando queste risorse.
Il collegio docenti ha votato per usare la quota dell'autonomia a favore del pacchetto scienze integrate, per mantenere il monte orario che avevamo ante riforma.
La riforma mi garba perché in linea con la mia idea di scuola; che effettivamente sia difficile da mettere in pratica lo valuto quotidianamente perché noi docenti non siamo abituati a coprogettare ma piuttosto a lavorare per compartimenti stagni ed è un peccato, in barba a quella interdisciplinarietà di cui ci fregiamo solo a parole per abbellire PTOF e RAV.
Se davvero noi docenti ci crediamo, possiamo farcela :-)
ginestra- Messaggi : 475
Data d'iscrizione : 22.09.11
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
[quote="ginestra"]Gli studenti non fanno nulla perché spesso noi docenti siamo monotoni. Proviamo a coinvolgerli, a farli appassionare [/quote]
I casi sono due: o chi scrive ha ricevuto un indottrinamento totalitario senza speranza (e me ne dispiace), oppure la lancetta del trollometro sta cominciando a vibrare...
I casi sono due: o chi scrive ha ricevuto un indottrinamento totalitario senza speranza (e me ne dispiace), oppure la lancetta del trollometro sta cominciando a vibrare...
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
[quote="paniscus_2.1"][quote="ginestra"]
I casi sono due: o chi scrive ha ricevuto un indottrinamento totalitario senza speranza (e me ne dispiace), oppure la lancetta del trollometro sta cominciando a vibrare... [/quote]
Mi dispiace.
Nessun totalitarismo ha infettato il colore dei miei pensieri.
Sono un vecchio utente...questo sito nel tempo mi ha aiutata in molte 'problematiche scolastiche'.
Ho espresso solo un mio parere su una riforma per me non malvagia. La riflessione sulla monotonia mi spiace ti abbia urtato ma è una riflessione che riguarda anche me.
Non sempre in classe possiamo dare 100 e purtroppo dobbiamo sempre essere sul pezzo (inventarcene sempre 1000 )per provare ad accendere i loro interessi.
Non sono un troll, chiedo scusa.
I casi sono due: o chi scrive ha ricevuto un indottrinamento totalitario senza speranza (e me ne dispiace), oppure la lancetta del trollometro sta cominciando a vibrare... [/quote]
Mi dispiace.
Nessun totalitarismo ha infettato il colore dei miei pensieri.
Sono un vecchio utente...questo sito nel tempo mi ha aiutata in molte 'problematiche scolastiche'.
Ho espresso solo un mio parere su una riforma per me non malvagia. La riflessione sulla monotonia mi spiace ti abbia urtato ma è una riflessione che riguarda anche me.
Non sempre in classe possiamo dare 100 e purtroppo dobbiamo sempre essere sul pezzo (inventarcene sempre 1000 )per provare ad accendere i loro interessi.
Non sono un troll, chiedo scusa.
ginestra- Messaggi : 475
Data d'iscrizione : 22.09.11
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
Anch'io lavoro in un professionale ma per il momento non sono stata ancora investita dalla riforma perché ho le quarte. Da quello che però mi dicono le colleghe l'apprendimento per Uda è diventato praticamente un accozzaglia di argomenti appiccicati tra di loro tentando di avere un filo comune che spesso non si trova. Inoltre gli insegnanti devono valutare un prodotto di gruppo e non si capisce bene come. Non solo, i PFI dovevano servire a veicolare gli alunni verso alternative di istruzioni come centri professionali regionali, che per esempio nella mia regione non ci sono. Per il principio della sussidiarietà dovevano essere le scuole statali a introdurre questi cicli distruzione che avrebbero portato a certificazioni regionali e non diplomi. Ma ovviamente nella mia regione nemmeno l'ombra. In pratica ogni insegnante ha a degli alunni a cui deve fare da tutor Praticamente gratis, Inoltre i dipartimenti consigli durano ore per arzigogolare queste Uda con un aggravio sempre gratis punto in pratica Molti docenti cercano di fare domanda di trasferimento nei tecnici e nei licei. chi può. Ovviamente per tutto ciò non è possibile utilizzare i potenziatori che sono tutti di diritto ed economia, quando il dirigente aveva chiesto insegnanti dell'area professionalizzante, che non sono mai arrivati. Abbiamo anche una di storia dell'arte che una classe di concorso inesistente nell'alberghiero.
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
P.s. sono convinta che Ginestra non sia un troll punto ma voglio farti notare collega che la legge che impone l'apprendimento per Uda è incostituzionale poiché Lede la libertà di insegnamento di ogni docente. Sta ad ogni docente valutare l'opportunità di una tecnica di tattica rispetto ad un'altra, questo sancisce la Costituzione italiana., è inutile lavorare con tecniche didattiche che presuppongono una collaborazione attiva e fattiva tra persone che a malapena conosco la lingua italiana e le quattro operazioni matematiche. Il problema è che ancora non si capisce dove dobbiamo andare e Qual è la funzione della scuola professionale. Se serve a formare buoni operai settoriali allora smettiamola di dare i diplomi, fondiamo le scuole sulla pratica e sulla alfabetizzazione di base. Allora vanno bene anche le Uda. Se invece dobbiamo formare un popolo sufficientemente colto nella sua generalità, Allora dobbiamo ricominciare a lavorare sui fondamenti culturali in tutti gli ordini di scuola, compreso il professionale, e dare all'aspetto professionalizzante un ruolo importante ma non fondamentale, eventualmente migliorabile dopo il diploma.
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
Franco con la riforma non è più così, assolutamente. La didattica è stata parecchio svilita. In pratica con la personalizzazione, almeno al biennio è quasi impossibile bocciare. Le Uda spesso sono adattamenti forzati con obiettivi quasi da scuola elementare. Ogni scuola poi fa come vuole perché i decreti sono parziali e non chiari. Ora, se lo applichi in Trentino dove le scuole regionali sono una solida realtà per carità, ma dalle Marche in giù è solo una farsa.
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
Ma anche diplomi che danno accesso a pubblici uffici ( basti pensare personale Ata che entra semplicemente con domanda). Io non sono certo contraria a questi tipi di scuola, anzi ben vengano le scuole che tengano i ragazzi lontani dalla strada e insegnino loro qualcosa, anche se poco. Però i percorsi vanno differenziati e anche i titoli. Invece no. Diventa quasi una barzelletta
carla75- Messaggi : 5790
Data d'iscrizione : 26.10.10
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
Io credo che la riforma sia stata concepita proprio perché ci si è resi conto che il professionale é spesso la brutta copia del tecnico...sforniamo diplomati che sono la copia 'in formato ridotto del tecnico' (per dirla con le parole di carla75). Verissimo, e non è questo l'obiettivo del professionale che deve invece servire a rendere davvero competenti in qualcosa i nostri ragazzi.
Dire che le unità di apprendimento sono incostituzionali mi pare follia perché tutti noi da un po' di anni dobbiamo lavorare per competenze, e che le unità didattiche basate solo sulle conoscenze sono superate; la strategia didattica per raggiungere l'obiettivo delle ormai famosissime competenze sta alla nostra libertà di insegnamento.
Io mi aspetto che un diplomato al professionale per l'agricoltura sappia riconoscere piante, potarle, coltivare almeno le specie del territorio. Vi assicuro che non è così e di certo non per colpa degli studenti.
Mi aspetto che uno studente del professionale manutenzione e assistenza tecnica un ascensore sappia ripararlo non che non sappia neanche come é fatto.
Ora che sia difficile lavorare per competenze è chiaro perché siamo abituati ad un'idea dell'ora di lezione di tipo trasmissivo. Io recito, gli alunni devono ascoltare la mia recita...ma gli studenti sono cambiati, purtroppo non riescono a sopportarci a lungo. I miei studenti di alcune classi del professionale non stanno fermi un attimo, come posso pretendere che stiano lì a sentirmi spiegare per due ore? Impossibile. Devono FARE, sviluppare competenze nei laboratori, specialmente con le materie di indirizzo. Solo così potranno (forse) essere più attenti verso altre discipline meno laboratoriali. Se saranno sempre in classe a fare lezioni e zero pratica, addio. Credo non sia questo il senso di una scuola professionale.
In merito ai nostri compensi effettivamente dovremmo essere maggiormente gratificati per quanto facciamo
Comunque io e i miei colleghi lo scorso anno nell'istituto in cui ero in assegnazione provvisoria siamo stati pagati a fine anno per la funzione di tutor.
Rientrata nella scuola di titolarità effettivamente i miei colleghi mi hanno detto che loro non hanno ricevuto nulla; quest'anno vedremo.
Sono convinta che i percorsi vadano differenziati e credo che questo sia l'obiettivo della Riforma, se no davvero diventa tutto una barzelletta.
Dire che le unità di apprendimento sono incostituzionali mi pare follia perché tutti noi da un po' di anni dobbiamo lavorare per competenze, e che le unità didattiche basate solo sulle conoscenze sono superate; la strategia didattica per raggiungere l'obiettivo delle ormai famosissime competenze sta alla nostra libertà di insegnamento.
Io mi aspetto che un diplomato al professionale per l'agricoltura sappia riconoscere piante, potarle, coltivare almeno le specie del territorio. Vi assicuro che non è così e di certo non per colpa degli studenti.
Mi aspetto che uno studente del professionale manutenzione e assistenza tecnica un ascensore sappia ripararlo non che non sappia neanche come é fatto.
Ora che sia difficile lavorare per competenze è chiaro perché siamo abituati ad un'idea dell'ora di lezione di tipo trasmissivo. Io recito, gli alunni devono ascoltare la mia recita...ma gli studenti sono cambiati, purtroppo non riescono a sopportarci a lungo. I miei studenti di alcune classi del professionale non stanno fermi un attimo, come posso pretendere che stiano lì a sentirmi spiegare per due ore? Impossibile. Devono FARE, sviluppare competenze nei laboratori, specialmente con le materie di indirizzo. Solo così potranno (forse) essere più attenti verso altre discipline meno laboratoriali. Se saranno sempre in classe a fare lezioni e zero pratica, addio. Credo non sia questo il senso di una scuola professionale.
In merito ai nostri compensi effettivamente dovremmo essere maggiormente gratificati per quanto facciamo
Comunque io e i miei colleghi lo scorso anno nell'istituto in cui ero in assegnazione provvisoria siamo stati pagati a fine anno per la funzione di tutor.
Rientrata nella scuola di titolarità effettivamente i miei colleghi mi hanno detto che loro non hanno ricevuto nulla; quest'anno vedremo.
Sono convinta che i percorsi vadano differenziati e credo che questo sia l'obiettivo della Riforma, se no davvero diventa tutto una barzelletta.
ginestra- Messaggi : 475
Data d'iscrizione : 22.09.11
Re: Storia ai professionali; com'è la situazione?
@ Ginestra dove ho scritto che le Uda sono incostituzionali? È meglio leggere prima attentamente e poi rispondere di conseguenza. Semmai io ho detto che l'imposizione delle Uda sono incostituzionali come lo sarebbe qualsiasi imposizione che Lede la libertà di insegnamento, anche nella scelta delle metodologie didattiche da adottare. ti piacciono le Uda? Adottarle! Ma se questa tecnica è così innovativa e funzionale Come mai non è stata imposta in tutti gli istituti superiori? Compresi i licei?
Per quanto riguarda le competenze in uscita di un professionale Ti sbagli di grosso. Su un principio in particolare. Tu pensi che il ragazzo che esce dall'istituto professionale debba saper svolgere una professione specifica, e ti aspetti questo. Ma le competenze in uscita non sono quelle che ti aspetti tu, Sennò il Ministero l'avrebbe chiesto direttamente a te. Il ministero stabilisce per ogni ordine di scuola e Per ogni tipologia, le competenze in uscita per l'acquisizione di quel titolo. Ti invito a leggere le competenze in uscita per i singoli istituti professionali che non sono affatto Cambiati. Così come non sono cambiati i titoli che vengono conferiti. se fosse come dici tu nessuno di noi avrebbe remore. Cosa mi interessa se il ragazzo non sa leggere scrivere e non sa contare se tanto andrà a lavorare davanti ad un tornio e io certifico solo quello? Il ragazzo che non sa leggere e scrivere prende un diploma come uno che fa il liceo classico. potrà iscriversi all'università o fare pubblici concorsi. e non credere che non ci provino. Non parliamo poi dell'aspetto relativo alla regionalizzazione professionale. Le regioni che hanno pressato per la regionalizzazione sono stati l'emilia-romagna, Lombardia e soprattutto il Veneto che hanno già strutture pronte e insegnanti da assumere. noi nelle nostre scuole statali non abbiamo nemmeno i laboratori funzionanti e a norma. Ma di che cosa stiamo parlando?
Per quanto riguarda le competenze in uscita di un professionale Ti sbagli di grosso. Su un principio in particolare. Tu pensi che il ragazzo che esce dall'istituto professionale debba saper svolgere una professione specifica, e ti aspetti questo. Ma le competenze in uscita non sono quelle che ti aspetti tu, Sennò il Ministero l'avrebbe chiesto direttamente a te. Il ministero stabilisce per ogni ordine di scuola e Per ogni tipologia, le competenze in uscita per l'acquisizione di quel titolo. Ti invito a leggere le competenze in uscita per i singoli istituti professionali che non sono affatto Cambiati. Così come non sono cambiati i titoli che vengono conferiti. se fosse come dici tu nessuno di noi avrebbe remore. Cosa mi interessa se il ragazzo non sa leggere scrivere e non sa contare se tanto andrà a lavorare davanti ad un tornio e io certifico solo quello? Il ragazzo che non sa leggere e scrivere prende un diploma come uno che fa il liceo classico. potrà iscriversi all'università o fare pubblici concorsi. e non credere che non ci provino. Non parliamo poi dell'aspetto relativo alla regionalizzazione professionale. Le regioni che hanno pressato per la regionalizzazione sono stati l'emilia-romagna, Lombardia e soprattutto il Veneto che hanno già strutture pronte e insegnanti da assumere. noi nelle nostre scuole statali non abbiamo nemmeno i laboratori funzionanti e a norma. Ma di che cosa stiamo parlando?
Ultima modifica di carla75 il Dom Gen 05, 2020 11:19 am - modificato 1 volta.
carla75- Messaggi : 5790
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