Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
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Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
Promemoria primo messaggio :
Ho una serie di classi, in cui faccio una sola ora a settimana e ho messo alcune insufficienze, mi è stato fatto intendere che avrei dovuto dare 6 a tutti... è normale?
Ho una serie di classi, in cui faccio una sola ora a settimana e ho messo alcune insufficienze, mi è stato fatto intendere che avrei dovuto dare 6 a tutti... è normale?
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
[quote="paniscus_2.1"][quote="Cozza"]io veramente alle medie ho visto mettere 4 e 5 anche a religione e ad alternativa. [/quote]
A religione e ad alternativa esistono i voti numerici?[/quote]
A voce lo dicono. Poi scrivono non suff!
A religione e ad alternativa esistono i voti numerici?[/quote]
A voce lo dicono. Poi scrivono non suff!
Cozza- Messaggi : 10689
Data d'iscrizione : 08.11.10
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
@ franco71: scusami ma per una questione di riservatezza preferisco evitare di scrivere in questa conversazione cosa insegno.
@ paniscus: condivido pienamente.
@ paniscus: condivido pienamente.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
[quote="lucetta10"]
Secondo tema: la scuola dell'autonomia si lega in uno scambio "virtuoso" con il territorio e la scuola democratica promuove la partecipazione di tutte le componenti della comunità educante. Si chieda allora alle famiglie in quanti sarebbero disposti a iscrivere i figli in una scuola siffatta, in una società globalizzata che rimane competitiva e che falcidia i giovani come mosche. [/quote]
Tutti quelli che già adesso corrono a iscriverli alle scuole che hanno fama di essere più facili, più "accoglienti" e meno richiedenti, che sono TANTI.
Tutti quelli che già alle elementari fanno la guerra contro i compiti a casa, contro le regole di comportamento, o contro qualsiasi cenno di annotazione negativa, e che poi alle superiori consentono al figlio di cambiare scuola come si cambiano i calzini, anche per ragioni futilissime.
(negli ultimi tre o quattro anni il viavai di trasferimenti, non solo da un anno all'altro ma anche in corso di anno scolastico in qualsiasi stagione, si è intensificato vertiginosamente: basta che uno dica che "non si trova bene con la classe" o che "si sente preso di mira" da un unico professore su 10, e gli fanno fare il giro delle sette chiese, senza limiti)
E la cosa notevole è che non lo fanno necessariamente per "iperprotettività" morbosa e soffocante (perché poi sono gli stessi che consentono tranquillamente ai figli libertà personali estreme, fuori dal controllo familiare), ma semplicemente perché loro stessi non hanno in testa il concetto della pianificazione a lungo termine.
A me pare che tu sottovaluti l'enorme diffusione (avvenuta peraltro in tempi molto brevi) di atteggiamento adolescenziale tra i 40enni e 50enni.
Per moltissime famiglie, la scelta della scuola non si fa pensando a un percorso coerente che dura parecchi anni e che ha obiettivi razionali riguardo alla preparazione futura... ma si fa in base a sensazioni di pelle, impressioni estetiche e giudizio istintivo su quanto un certo istituto sembra un ambiente in cui "ci si sente a proprio agio", in cui "si sta bene", ci si sente soddisfatti e gratificati, e in cui non si corre il rischio della sia pur minima delusione o contrarietà. Tutta roba immediata ed effimera, sia chiaro, NON risultati concreti a lungo termine.
Il figliolo si è messo a piangere in classe perché ha preso un'insufficienza al compito di matematica? Bene, andiamo immediatamente a cercare un'altra scuola "meno stressante" in cui non dovrà più capitargli di piangere in classe (cioè, una scuola in cui l'insufficienza non gliela danno). E così via. La scuola è solo un ambiente in cui il proprio figlio deve stare più rilassato possibile, e gravato di meno richieste possibile di fatica e impegno. E in cui gli deve essere consentito liberamente di "realizzarsi" esprimendo le proprie vere individuali potenzialità, e non quelle richieste dalla scuola.
Non può studiare a casa perché ha tre pomeriggi alla settimana impegnati con gli allenamenti di pallavolo e altri due con le prove del gruppo musicale? Bene, la scuola deve promuoverlo lo stesso, perché per lui la pallavolo e la musica sono più importanti dello studio, e la scuola deve rispettare questa sua nobile diversità individuale. E così via di nuovo.
Tanto, si pensa che abbia ancora davanti a sé un tempo lunghissimo, praticamente infinito, prima di doversi responsabilizzare sul serio. E anhe i genitori, non solo il ragazzo, pensano davvero che la cosa si possa rinviare indefinitamente.
Lo so che questa descrizione può sembrare un po' macchiettistica, ma la tendenza esiste. E non dico affatto che le famiglie siano tutte così, ma quando comincia ad esserci una "massa critica" significativa di famiglie che ragionano csì, l'effetto si sente.
Secondo tema: la scuola dell'autonomia si lega in uno scambio "virtuoso" con il territorio e la scuola democratica promuove la partecipazione di tutte le componenti della comunità educante. Si chieda allora alle famiglie in quanti sarebbero disposti a iscrivere i figli in una scuola siffatta, in una società globalizzata che rimane competitiva e che falcidia i giovani come mosche. [/quote]
Tutti quelli che già adesso corrono a iscriverli alle scuole che hanno fama di essere più facili, più "accoglienti" e meno richiedenti, che sono TANTI.
Tutti quelli che già alle elementari fanno la guerra contro i compiti a casa, contro le regole di comportamento, o contro qualsiasi cenno di annotazione negativa, e che poi alle superiori consentono al figlio di cambiare scuola come si cambiano i calzini, anche per ragioni futilissime.
(negli ultimi tre o quattro anni il viavai di trasferimenti, non solo da un anno all'altro ma anche in corso di anno scolastico in qualsiasi stagione, si è intensificato vertiginosamente: basta che uno dica che "non si trova bene con la classe" o che "si sente preso di mira" da un unico professore su 10, e gli fanno fare il giro delle sette chiese, senza limiti)
E la cosa notevole è che non lo fanno necessariamente per "iperprotettività" morbosa e soffocante (perché poi sono gli stessi che consentono tranquillamente ai figli libertà personali estreme, fuori dal controllo familiare), ma semplicemente perché loro stessi non hanno in testa il concetto della pianificazione a lungo termine.
A me pare che tu sottovaluti l'enorme diffusione (avvenuta peraltro in tempi molto brevi) di atteggiamento adolescenziale tra i 40enni e 50enni.
Per moltissime famiglie, la scelta della scuola non si fa pensando a un percorso coerente che dura parecchi anni e che ha obiettivi razionali riguardo alla preparazione futura... ma si fa in base a sensazioni di pelle, impressioni estetiche e giudizio istintivo su quanto un certo istituto sembra un ambiente in cui "ci si sente a proprio agio", in cui "si sta bene", ci si sente soddisfatti e gratificati, e in cui non si corre il rischio della sia pur minima delusione o contrarietà. Tutta roba immediata ed effimera, sia chiaro, NON risultati concreti a lungo termine.
Il figliolo si è messo a piangere in classe perché ha preso un'insufficienza al compito di matematica? Bene, andiamo immediatamente a cercare un'altra scuola "meno stressante" in cui non dovrà più capitargli di piangere in classe (cioè, una scuola in cui l'insufficienza non gliela danno). E così via. La scuola è solo un ambiente in cui il proprio figlio deve stare più rilassato possibile, e gravato di meno richieste possibile di fatica e impegno. E in cui gli deve essere consentito liberamente di "realizzarsi" esprimendo le proprie vere individuali potenzialità, e non quelle richieste dalla scuola.
Non può studiare a casa perché ha tre pomeriggi alla settimana impegnati con gli allenamenti di pallavolo e altri due con le prove del gruppo musicale? Bene, la scuola deve promuoverlo lo stesso, perché per lui la pallavolo e la musica sono più importanti dello studio, e la scuola deve rispettare questa sua nobile diversità individuale. E così via di nuovo.
Tanto, si pensa che abbia ancora davanti a sé un tempo lunghissimo, praticamente infinito, prima di doversi responsabilizzare sul serio. E anhe i genitori, non solo il ragazzo, pensano davvero che la cosa si possa rinviare indefinitamente.
Lo so che questa descrizione può sembrare un po' macchiettistica, ma la tendenza esiste. E non dico affatto che le famiglie siano tutte così, ma quando comincia ad esserci una "massa critica" significativa di famiglie che ragionano csì, l'effetto si sente.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
[quote="lucetta10"]Terza e ultima polemica. Il voto sarebbe sostituito da un sistema binario in cui si raggiunge/non raggiunge l'obiettivo. Volete convincermi che il bambino/ragazzino/ragazzo con la pagella NON RAGGIUNTO periodico possa abbattere lo stress da prestazione? Sapete come si risolverebbe? Con l'abolizione del non raggiunto, passando magari per un morbido PARZIALMENTE raggiunto, un GLOBALMENTE raggiunto, un COMPLESSIVAMENTE raggiunto...[/quote]
Mi sembra più o meno lo stesso principio che c'era dietro ai giudizi verbali alle elementari e medie, prima che reintroducessero i voti: lo saprebbero tutti che "NON ANCORA RAGGIUNTO" significa 3 o 4, che "PARZIALMENTE RAGGIUNTO" significa 5 e che "COMPLESSIVAMENTE RAGGIUNTO" significa un 6 risicato, ottenuto per media tra alcuni argomenti svolti benino e altri ignorati del tutto, cioè che l'alunno mantiene ancora delle gravi lacune ma "poggio e buca fa piano".
Mi sembra più o meno lo stesso principio che c'era dietro ai giudizi verbali alle elementari e medie, prima che reintroducessero i voti: lo saprebbero tutti che "NON ANCORA RAGGIUNTO" significa 3 o 4, che "PARZIALMENTE RAGGIUNTO" significa 5 e che "COMPLESSIVAMENTE RAGGIUNTO" significa un 6 risicato, ottenuto per media tra alcuni argomenti svolti benino e altri ignorati del tutto, cioè che l'alunno mantiene ancora delle gravi lacune ma "poggio e buca fa piano".
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
poche storie, non c'è insegnamento senza valutazione
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
Al di là di tutto, la frase che dà il titolo al topic é inammissibile, in qualunque disciplina e contesto.
L'ALTRO POLO- Messaggi : 10398
Data d'iscrizione : 24.01.14
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
[quote="Dolciniano"]"Per questioni di riservatezza preferisco non dire cosa insegno"
'Ambe'....come se su 800.000 e fischia insegnanti in tutta italia su un forum in cui agli altri utenti non sono visibili dati personali, età, mail, origine geografica, nulla di nulla, si possa risalire alla tua identità da un semplice nickname o dalla materia insegnata.manco ai tempi di Gladio c era tutta questa paura di essere tracciati e riconosciuti..
Per carità ognuno ha le sue fisse, ma se non si specifica la materia insegnata non ha molto senso porre questioni di quel tipo[/quote]
non serve l'intelligenza artificiale ma un pizzico di intelligenza naturale per risalire all'identità di un utente del forum incrociando vari dati da lui stesso rilevati. Per cui... meno si dice... meglio è
'Ambe'....come se su 800.000 e fischia insegnanti in tutta italia su un forum in cui agli altri utenti non sono visibili dati personali, età, mail, origine geografica, nulla di nulla, si possa risalire alla tua identità da un semplice nickname o dalla materia insegnata.manco ai tempi di Gladio c era tutta questa paura di essere tracciati e riconosciuti..
Per carità ognuno ha le sue fisse, ma se non si specifica la materia insegnata non ha molto senso porre questioni di quel tipo[/quote]
non serve l'intelligenza artificiale ma un pizzico di intelligenza naturale per risalire all'identità di un utente del forum incrociando vari dati da lui stesso rilevati. Per cui... meno si dice... meglio è
herman il lattoniere- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 15.11.17
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
...ma con tutto il da fare concreto che ho, adesso mi metto a googlare sugli altri utenti!
L'ALTRO POLO- Messaggi : 10398
Data d'iscrizione : 24.01.14
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
[quote="Dolciniano"]Siamo sicuri che il link sulla Montessori non sia stato "liberamente tratto " ed "arrangiato" con un filo di pedagogia contemporanea e fuffodidattica q.b. ?[/quote]
E comunque, paragonare il voto al "sistema di premi e punizioni" è mistificatorio.
Il voto non è né un premio né una punizione, è una DESCRIZIONE dello stato dell'arte sull'apprendimento dello studente. I dettagli su come si debba fare a tirare fuori il voto complessivo da una serie di fattori diversi (conoscenze, competenze, correttezza formale, adeguatezza del linguaggio, e quindi le famose griglie, descrittori, indicatori) possono variare, ma alla fine il voto serve a quello, cioè a indicare una misura e una descrizione del risultato dell'apprendimento. Il concetto di premio e punizione, invece, contiene implicazioni etiche che con il voto non hanno niente a che fare.
Se io a Gigetto metto 4 al compito di matematica, non è certo per "punirlo per essere stato cattivo" a non studiare, o tantomeno perché non studiando ha compiuto un'offesa contro di me, ma è perché il compito è fatto male. Ossia, è pieno di errori o di quesiti lasciati in bianco, e mostra che Gigetto, su quegli argomenti, ha una preparazione insufficiente, che in base ai criteri utilizzati nelle griglie equivale al 4. Io valuto la verifica, non l'attitudine morale di Gigetto, la sua adesione ai valori del dovere, la sua obbedienza a me, o il suo senso dell'orgoglio. Se poi la volta dopo si mette a studiare, recupera anche gli argomenti che non aveva studiato prima, e mi fa un compito che secondo gli stessi criteri vale 9, gli do tranquillamente 9, ma non per "premiarlo di essersi ravveduto", bensì perché il compito è da 9. Sempre il compito, NON Gigetto stesso...
E comunque, paragonare il voto al "sistema di premi e punizioni" è mistificatorio.
Il voto non è né un premio né una punizione, è una DESCRIZIONE dello stato dell'arte sull'apprendimento dello studente. I dettagli su come si debba fare a tirare fuori il voto complessivo da una serie di fattori diversi (conoscenze, competenze, correttezza formale, adeguatezza del linguaggio, e quindi le famose griglie, descrittori, indicatori) possono variare, ma alla fine il voto serve a quello, cioè a indicare una misura e una descrizione del risultato dell'apprendimento. Il concetto di premio e punizione, invece, contiene implicazioni etiche che con il voto non hanno niente a che fare.
Se io a Gigetto metto 4 al compito di matematica, non è certo per "punirlo per essere stato cattivo" a non studiare, o tantomeno perché non studiando ha compiuto un'offesa contro di me, ma è perché il compito è fatto male. Ossia, è pieno di errori o di quesiti lasciati in bianco, e mostra che Gigetto, su quegli argomenti, ha una preparazione insufficiente, che in base ai criteri utilizzati nelle griglie equivale al 4. Io valuto la verifica, non l'attitudine morale di Gigetto, la sua adesione ai valori del dovere, la sua obbedienza a me, o il suo senso dell'orgoglio. Se poi la volta dopo si mette a studiare, recupera anche gli argomenti che non aveva studiato prima, e mi fa un compito che secondo gli stessi criteri vale 9, gli do tranquillamente 9, ma non per "premiarlo di essersi ravveduto", bensì perché il compito è da 9. Sempre il compito, NON Gigetto stesso...
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
Paniscus, d'accordissimo!
Ci si illude che tenendo i ragazzi in una perenne campana di vetro li si riesca a proteggere all'infinito da qualsiasi avversità e "insuccesso". Peccato che non è così, e lo scontro prima o poi arriva; e, se uno non è stato abituato, è ancora più duro.
Se ad esempio portiamo al diploma un alunno, che so, di un enogastronomico, di un iti meccanico a suon di "finti" 6, questo si illuderà di possedere determinate competenze, dato che il diploma l'ha preso. Ma se poi va in cucina, in fabbrica, in officina e non sa muovere un muscolo, tempo un mese e il datore di lavoro l'ha rispedito a casa. Ed ecco quindi il momento in cui farà finalmente i conti con la realtà, dopo anni di finte rassicurazioni.
Ci si illude che tenendo i ragazzi in una perenne campana di vetro li si riesca a proteggere all'infinito da qualsiasi avversità e "insuccesso". Peccato che non è così, e lo scontro prima o poi arriva; e, se uno non è stato abituato, è ancora più duro.
Se ad esempio portiamo al diploma un alunno, che so, di un enogastronomico, di un iti meccanico a suon di "finti" 6, questo si illuderà di possedere determinate competenze, dato che il diploma l'ha preso. Ma se poi va in cucina, in fabbrica, in officina e non sa muovere un muscolo, tempo un mese e il datore di lavoro l'ha rispedito a casa. Ed ecco quindi il momento in cui farà finalmente i conti con la realtà, dopo anni di finte rassicurazioni.
mattopris- Messaggi : 1168
Data d'iscrizione : 12.11.19
Età : 36
Località : Treviso
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
[quote="mattopris"]Paniscus, d'accordissimo!
Ci si illude che tenendo i ragazzi in una perenne campana di vetro li si riesca a proteggere all'infinito da qualsiasi avversità e "insuccesso". Peccato che non è così, e lo scontro prima o poi arriva; e, se uno non è stato abituato, è ancora più duro.
Se ad esempio portiamo al diploma un alunno, che so, di un enogastronomico, di un iti meccanico a suon di "finti" 6, questo si illuderà di possedere determinate competenze, dato che il diploma l'ha preso. Ma se poi va in cucina, in fabbrica, in officina e non sa muovere un muscolo, tempo un mese e il datore di lavoro l'ha rispedito a casa. Ed ecco quindi il momento in cui farà finalmente i conti con la realtà, dopo anni di finte rassicurazioni.[/quote]
Ed è esattamente a quel punto che scoppia l'indignazione delle famiglie, che cominciano a strillare: "Ma allora la scuola non gli ha insegnato niente?! L'avevano illuso di essere bravo, perché l'avevano sempre promosso, e poi invece viene fuori che quei voti alti erano finti e che in realtà non ha imparato nulla? Ma come è possibile? Che schifo! E' colpa della scuola! Ci avevano fatto credere che fosse bravo, e invece la nostra fiducia è stata tradita!"
Ovviamente, si tratta in maggioranza delle stesse identiche famiglie che, mentre il figlio stava ancora a scuola, venivano a protestare per ogni insufficienza, e a pretendere la promozione d'ufficio. Con due tecniche diverse, apparentemente opposte, ma nella sostanza uguali. Ci sono le famiglie che pretendono la promozione con arroganza, e quelle che la pretendono con il vittimismo e con il piagnisteo, ma alla fine il succo è quello.
Finché il figlio sta ancora dentro la scuola, i voti finti se li fanno andare bene... poi quando si rendono conto che nel mondo reale là fuori non sono apprezzati, allora tirano fuori l'indignazione perché "hanno scoperto" che i voti erano finti, mentre prima non se n'erano accorti.
Ci si illude che tenendo i ragazzi in una perenne campana di vetro li si riesca a proteggere all'infinito da qualsiasi avversità e "insuccesso". Peccato che non è così, e lo scontro prima o poi arriva; e, se uno non è stato abituato, è ancora più duro.
Se ad esempio portiamo al diploma un alunno, che so, di un enogastronomico, di un iti meccanico a suon di "finti" 6, questo si illuderà di possedere determinate competenze, dato che il diploma l'ha preso. Ma se poi va in cucina, in fabbrica, in officina e non sa muovere un muscolo, tempo un mese e il datore di lavoro l'ha rispedito a casa. Ed ecco quindi il momento in cui farà finalmente i conti con la realtà, dopo anni di finte rassicurazioni.[/quote]
Ed è esattamente a quel punto che scoppia l'indignazione delle famiglie, che cominciano a strillare: "Ma allora la scuola non gli ha insegnato niente?! L'avevano illuso di essere bravo, perché l'avevano sempre promosso, e poi invece viene fuori che quei voti alti erano finti e che in realtà non ha imparato nulla? Ma come è possibile? Che schifo! E' colpa della scuola! Ci avevano fatto credere che fosse bravo, e invece la nostra fiducia è stata tradita!"
Ovviamente, si tratta in maggioranza delle stesse identiche famiglie che, mentre il figlio stava ancora a scuola, venivano a protestare per ogni insufficienza, e a pretendere la promozione d'ufficio. Con due tecniche diverse, apparentemente opposte, ma nella sostanza uguali. Ci sono le famiglie che pretendono la promozione con arroganza, e quelle che la pretendono con il vittimismo e con il piagnisteo, ma alla fine il succo è quello.
Finché il figlio sta ancora dentro la scuola, i voti finti se li fanno andare bene... poi quando si rendono conto che nel mondo reale là fuori non sono apprezzati, allora tirano fuori l'indignazione perché "hanno scoperto" che i voti erano finti, mentre prima non se n'erano accorti.
Ultima modifica di paniscus_2.1 il Mer Feb 05, 2020 8:03 pm - modificato 1 volta.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
Solo applausi, purtroppo.
mattopris- Messaggi : 1168
Data d'iscrizione : 12.11.19
Età : 36
Località : Treviso
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
Io infatti sono dell’idea che la disoccupazione giovanile sia dovuta anche all’incapacità di reggere le frustrazioni.
hypernova- Messaggi : 2145
Data d'iscrizione : 26.05.14
Re: Se hai poche ore non puoi dare insufficienze
E aggiungo che la cosa non vale solo per la ricerca di lavoro nelle aziende private dopo i diplomi tecnici, ma anche per i test di accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso (che coinvolgono sia diplomati tecnici che quelli dei licei... ma in massima parte, sempre di più, quelli dei licei, visto che ultimamente sono stati chiamati "licei" anche corsi di studio che fino a pochissimi anni fa non esistevano, o che esistevano come tecnici e professionali).
Il ragazzotto/a che ha galleggiato per cinque anni senza infamia e senza lode in un qualsiasi indirizzo di studio a caso, che non ha mai avuto risultati eccellenti ma percepiti come "dignitosi", e che quindi crede di essere bravo per il solo fatto di non essere mai stato bocciato e di essere uscito dalla maturità con un voto intorno all'80... poi fa il test di accesso a a una facoltà a numero chiuso e non lo supera.
E allora rimane sconvolto (lui e la sua famiglia), perché è la prima volta in assoluto che viene "bocciato", mentre era sempre stato abituato per anni all'idea che per lui/lei la bocciatura non potesse esistere, che il superamento automatico di qualsiasi sbarramento fosse DOVUTO, magari con punteggi bassi, ma che fosse dovuto.
Cioè, non concepiscono proprio l'idea di "sbarramento", che si possa essere lasciati fuori da qualche barriera selettiva. Io sono bravo, per tanti anni mi hanno rassicurato che ero bravo, e quindi non si spiega come sia possibile che non abbia passato questa selezione.
Il ragazzotto/a che ha galleggiato per cinque anni senza infamia e senza lode in un qualsiasi indirizzo di studio a caso, che non ha mai avuto risultati eccellenti ma percepiti come "dignitosi", e che quindi crede di essere bravo per il solo fatto di non essere mai stato bocciato e di essere uscito dalla maturità con un voto intorno all'80... poi fa il test di accesso a a una facoltà a numero chiuso e non lo supera.
E allora rimane sconvolto (lui e la sua famiglia), perché è la prima volta in assoluto che viene "bocciato", mentre era sempre stato abituato per anni all'idea che per lui/lei la bocciatura non potesse esistere, che il superamento automatico di qualsiasi sbarramento fosse DOVUTO, magari con punteggi bassi, ma che fosse dovuto.
Cioè, non concepiscono proprio l'idea di "sbarramento", che si possa essere lasciati fuori da qualche barriera selettiva. Io sono bravo, per tanti anni mi hanno rassicurato che ero bravo, e quindi non si spiega come sia possibile che non abbia passato questa selezione.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
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