L'annosa questione del passaggio su materia

Promemoria primo messaggio :

Esistono i numeri di quanti docenti passano ogni anno dal sostegno alla materia? Perché ciò viene mal visto da molti colleghi?
Nei miei pochi anni di insegnamento, ho conosciuto pochissimi docenti di sostegno che avevano più di 45 anni, ancora meno che erano prossimi alla pensione (forse una soltanto quella che più vi si avvicinava). La maggior parte sono giovanissimi o giovani. Poi ne ho conosciuti personalmente un paio che erano passati dal sostegno alla materia (in uno dei due casi secondo me la mia collega sarebbe stata più portata per il sostegno, più che per il lavoro sulla classe).
Lo stato che opinione ha su questa deriva? Mette il vincolo quinquennale e forma periodicamente nuovi specializzati, ma non mi sembra finora che abbia voluto dividere nettamente le carriere (a parte nelle medie e superiori dove ci sono specializzati senza abilitazione, ma è ancora presto per dire se in seguito questa situazione verrà o meno regolarizzata).
Per l'apparato statale è un problema?
E per le famiglie dei bambini H?

A vita?

Finché morte non vi separi dal sostegno xD

O il pensionamento:)
Cerchiamo di essere ottimisti.

Eccomi, passato da sostegno a materia (storia e filosofia) dopo circa 10 anni, di cui cinque di ruolo (ovviamente).

Dal 2016 ho avuto occasione di lavorare su cattedra mista, scambiando le ore con docenti di materia che volevano fare qualche ora di sostegno. Devo dire che è stata la situazione ideale, stavo benissimo, ma troppo dipendeva dal Dirigente Scolastico.

Ho amato lavorare su sostegno, e l'ho fatto bene, a detta di molti (negli ultimi 5 anni ho ricoperto anche la FS per i BES, ho fatto formazione, ecc ecc). Ma non era il genere di lavoro che avrei potuto fare per 18 ore alla settimana. Ad esempio odiavo fare le compresenze nelle mie materie: dovevo continuamente darmi i pizzichi sulla pancia per non intervenire... così alla fine seguivo le materie scientifiche che mi andavano a pennello.

In ogni caso il problema principale non derivava tanto dal tipo di lavoro, nè dalle famiglie, quanto dalla maledetta battuta che ogni anno, ogni nuovo collega che conoscevo, si sentiva in obbligo di fare:
"Ah tu fai sostegno, meno male! Che io ho proprio bisogno di essere sostenuto!"

Battuta che circola anche in altra forma, quando si parla dei genitori:

"Non è l'alunno che ha bisogno del sostegno, ma i genitori!"

Per non parlare di quel collaboratore scolastico che mi chiamava "il ragazzo del sostegno".

Insomma, nella scuola dove ho lavorato negli ultimi anni ero riuscito a costruirmi con fatica l'autorevolezza del ruolo che dovrebbe essere data abbastanza per scontata; ogni volta che arrivava un nuovo docente dovevo ricominciare da capo e, spostandomi di scuola, l'idea di dover di nuovo convincere tutti che non ero un "ragazzo del sostegno" ma un docente plurititolato, mi turbava anzichenò.

Oggi, 6 ore sul sostegno alle mie condizioni (ovvero lavorando con gli obiettivi minimi) le farei volentieri fino a fine carriera.

Vuol dire che hai un aspetto giovanile. Io l'avrei preso come un complimento:)

https://www.tuttoscuola.com/sostegno-quella-scorciatoia-per-il-posto-fisso-e-vicino-a-casa/
Un articolo che tira conclusioni abbastanza pretestuose tirando in ballo la solita questione della "vocazione".