"Già che ci siete fate coding !"

Promemoria primo messaggio :

https://www.orizzontescuola.it/coding-in-tutte-le-scuole-di-ogni-ordine-e-grado-formazione-docenti-cambia-approvata-misura-al-decreto-recovery/

“a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026, nelle scuole di ogni ordine e grado si persegue lo sviluppo delle competenze digitali, anche favorendo gli apprendimenti della programmazione informatica (coding), nell’ambito degli insegnamenti esistenti, con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”

Tante parole senza alcun senso pratico se non un genericissimo "già che ci siete fate coding !"

Già perchè non bisogna spendere una lira in più e bisogna farlo mescolato dentro le abituali discipline/attività.

Per le superiori posso capire l'idea: se non si fa informatica ci si inventa un po' di "teoria e pratica degli algoritmi" ad esempio all'interno di matematica; io ad esempio ho presentato l'algoritmo di Euclide al primo anno di un liceo scientifico base (privo di informatica)

A titolo di mera curiosità, chi fa e che cosa nella scuola materna e nella primaria ?

franco71 ha scritto:Una curiosità, sei allo scientifico tradizionale mi pare , usate l'informatica per fare piccoli programmi, ad esempio, per la risoluzione di un'equazione di secondo grado?

Nel mio ci sono quasi un 50% di classi di scienze applicate.
Per la sezione tradizionale abbiamo attività extracurricolari facoltative tipo Arduino e poi se matematica o fisica vogliono fare qualcosa ma rigorosamente come attività di supporto a quello che è previsto per la propria materia tipo qualche elaborazione dati per fisica o qualche algoritmo (Euclide ?) per mate.

Quando ho scritto quelle parole sulle equazioni ero ironico; se vedi algoritmi nella ricetta di una torta (per carità, ci sono, non lo nego) allora li puoi vedere anche nelle equazioni.

Del resto un paio di anni fa facevamo attività come la lotta al cyber bullismo ed ora abbiamo cambiato completamente: facciamo educazione civica e parliamo di lotta al cyber bullismo.

Una delle cose brutte della scuola è che ti obbligano a fare cose che non vorresti fare, una delle cose belle è che sono troppo stupidi per capire che fai quello che vuoi facendogli credere che è quello che ti hanno ordinato.

PONPON ha scritto:Mi sono spiegato male. Le frecce le pianti in questa tavoletta, sul tappeto ci cammina il robot seguendo le frecce piantante.
Col cubetto c’e Il tasto funzione che è Comunque un concetto complicato per chi ha 5anni. Il concetto “if” implementato in che senso? Per così piccoli una sola condizione credo basti (se c’e Il lago non puoi camminare quindi gira a destra; se c’è un mostro o lo sconfiggi o cambi strada. AlL’ultima domanda non saprei bene come rispondere, parli del ciclo dei tre anni dell’infanzia? Le attività sono sempre svolte con molto entusiasmo e mi è anche capitato che arrivassero ad alcune deduzioni da sol*

OK le frecce le pianti sul tappeto ma il robot arrivato sulla freccia a dx gira a dx perchè la "sente" e dunque l'atto del piantarla è stato il comando oppure arrivato lì il bambino pigia un tasto e quello è il comando ? La freccia la legge il robot o il bambino ?

Il lago impone una scelta (una if) ma è il bambino che schiaccia un tasto dx quando il robot arriva lì o a priori è stato istruito il robot e la svolta avviene quando un sensore percepisce "il lago" ?

Io ho fatto aeromodellismo e pilotavo gli aerei, oggi mi incazzo come una iena quando qualcuno si definisce pilota di droni se è semplicemente un pilota di quadricotteri: il cazzitto a 4 eliche è un quadricottero se lo piloti col radiocomando in tempo reale, diventa un drone se è stato installato un progrmma che gli fa seguire una rotta e svolgere un compito in autonomia; voglio capire se il robot è un robot o una macchinina telecomandata a forma di robot.

Per l'ultima domanda mi chiedo se le attività di coding hanno un qualche riscontro pratico, se sono riconoscibili almeno a livello statistico i bambini che l'hanno fatto da quelli che non l'hanno fatto.

I bambini che vengono indotti ad imparare le poesie a memoria ci aspettiamo che sviluppino la memoria e che finiscano con imparare le tabelline più facilmente, quelli che frequentano l'asilo ci aspettiamo che imparino a rispettare le regole sociali e che le maestre elementari si accorgano (a livello statistico) se lo hanno frequentato o se sono stati sempre con nonna.

C’È una tavoletta su cui si incastrano le frecce. Chi programma “pensa” il percorso (a proposito del pensiero astratto che si negava prima), poi mette gli incastri. Quando ha finito schiaccia il tasto che avvia la sequenza e il robot esegue.
Non amo valutare la formazione su basi statistiche, per altro la valutazione all’infanzia non si basa su prove standardizzate, invalsi, quantità e percentuali. A me basta che alla fine dell’anno abbiamo sviluppato la predittività delle azioni che compirà il robot e che organizzino un’azione complessa in più fasi consecutive. Un altro obiettivo fondamentale è capire che ogni aggeggio è stato programmato da un essere umano e che si possono pensare altre “macchine pensanti” di qualsiasi tipo. una visione più attiva della tecnologia. Poi possiamo anche non chiamarlo robot ma chi se ne frega anche.