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diventare idr?
Promemoria primo messaggio :
Parla un'Idr di scuola materna ,ancora per poco:
sono nuova del forum ma, in cerca su internet di qualcuno che condividesse il mio stesso stato d'animo, mi sono imbattuta in questo spazio, dove ho trovato, in una precedemte discussione, alcuni idr (non ricordo bene i loro nomi) che grazie al cielo hanno espresso chiaramente un pensiero che ha creato dentro di me un conflitto tale negli ultimi tempi, da portarmi alla decisione di finire questo anno scolastico e passare definitivamente nelle graduatorie di terza fascia dove, per altro, sono già iscritta. Sono felice di aver letto che altre persone siano arrivate a pensarla come me, perchè sono entrata in una profonda prostrazione emotiva e cominciavo a credere di avere io qualcosa che non va.
Non posso pretendere di parlare a nome di tutti gli Idr d'Italia e non voglio assolutamente svilire l'operato o le convinzioni di quanti svolgono questo lavoro con passione e determinazione, ma dal momento che leggo di persone che, prese dal bisogno di lavorare in tempi brevi ( com'è successo a me 7 anni fa), stanno pensando di scegliere questo canale "preferenziale", ci tengo a dire che devono essere pronte a mettere da parte molta, molta dignità.
Io personalmente, oggi come oggi, non consiglierei mai a nessuno di intraprendere questa strada e se fossi stata meno ingenua, anni fa, e magari meno inguaiata economicamente, mi sarei risparmiata tante frustrazioni e tante mortificazioni, oltre che tante crisi esistenziali, della serie " sono io o sono loro?"
Io ritengo che l'ora di religione , nel caso di specie alla materna, così come viene fatta oggi, ovvero 1 ora e mezza alla settimana su 16 sezioni, sia totalmente priva di dignità.
A parte il fatto che in un momento in cui si sta tagliando anche sulla carta igienica( mancherà poco che ci chiederanno di portarcela da casa)e l'ora di religione può benissimo essere considerata superflua, se proprio si vuole che ci sia, per mantenere viva una tradizione che comunque appartiene al nostro paese, allora dovrebbe essere riorganizzata TOTALMENTE, perchè così com'è, secondo me, è solo una presa di giro per tutti: per i bambini, per le loro famiglie ( alcune delle quali ci tengono veramente che si faccia religione), per le colleghe che a volte fanno orari ad hoc apposta per noi ( almeno questo è il mio caso in certi plessi) e soprattutto...per NOI che dobbiamo sforzarci di insegnarla!
Io in certe classi non riesco a fare un bel nulla, perchè è obbiettivamente impossibile riuscirci, in altre far colorare qualche disegno e far cantare qualce canzone non mi sembra un contributo così speciale, da giustificare il fatto che lo Stato versi uno stipendio apposta per qualcuno che si limiti a fare ciò.
Ho tentato più e più volte di riadattare la mia programmazione, il mio metodo, i miei strumenti didattici, ma la conclusione è sempre la stessa...ed io non sono una pelandrona! Ho preso molto seriamente il mio lavoro, finchè non mi sono resa conto che era un non senso. Da allora ho perso slancio e motivazione e ho cominciato a starci davvero molto male.
Sono stanca dei soprusi, delle guerre che mi tocca fare a settembre per la formulazione dell'orario, che comprende sempre i bisogni di tutti tranne i miei; e io devo abbozzare ogni volta, perchè altrimenti quelle colleghe, se vogliono, durante l'anno mi rendono la vita impossibile.
Sono stanca degli sguardi perplessi dei genitori, quando mi affidano i loro figli la mattina all'arrivo (come biasimarli, visto che non mi conoscono? E come potrebbero visto che ci sono solo un'ora alla settimana?!); stanca di avere le stesse precise responsabilità delle altre, quando è evidente a tutti che conto meno di una moneta falsa.
Sono anche stanca che il mio stile di vita si possa riflettere sul lavoro ( se volessi separarmi da mio marito? E' un puro esempio!).
Sono anche stanca della tracotanza del nostro nuovo direttore dell'ufficio scuola, che ci tratta come pezze per piedi da quando è arrivato e pensa che si sia tutte di sua proprietà.
La lista potrebbe diventare infinita, ma la sostanza è che se fossi in chi ci tiene a diventare Idr, pensando così di semplificarsi la vita, ci penserei due volte.
Vorrà pur dire qualcosa se da uno stipendio praticamente sicuro che posso continuare a prendere finchè durerà la "manna", preferisco buttarmi nell'incerto mare delle supplenze, io che ho solo 56 punti e che ho delle spese fisse mensili come chiunque abbia una famiglia ( mio marito è un operaio!)?!
Torno a dire che con questo intervento non voglio sminuire il lavoro di nessuno e che questo mio è da prendere alla stregua di uno sfogo, nella speranza di creare un dibattivo civile e costruttivo e niente di più e magari di trovare un po' di solidarietà.
Parla un'Idr di scuola materna ,ancora per poco:
sono nuova del forum ma, in cerca su internet di qualcuno che condividesse il mio stesso stato d'animo, mi sono imbattuta in questo spazio, dove ho trovato, in una precedemte discussione, alcuni idr (non ricordo bene i loro nomi) che grazie al cielo hanno espresso chiaramente un pensiero che ha creato dentro di me un conflitto tale negli ultimi tempi, da portarmi alla decisione di finire questo anno scolastico e passare definitivamente nelle graduatorie di terza fascia dove, per altro, sono già iscritta. Sono felice di aver letto che altre persone siano arrivate a pensarla come me, perchè sono entrata in una profonda prostrazione emotiva e cominciavo a credere di avere io qualcosa che non va.
Non posso pretendere di parlare a nome di tutti gli Idr d'Italia e non voglio assolutamente svilire l'operato o le convinzioni di quanti svolgono questo lavoro con passione e determinazione, ma dal momento che leggo di persone che, prese dal bisogno di lavorare in tempi brevi ( com'è successo a me 7 anni fa), stanno pensando di scegliere questo canale "preferenziale", ci tengo a dire che devono essere pronte a mettere da parte molta, molta dignità.
Io personalmente, oggi come oggi, non consiglierei mai a nessuno di intraprendere questa strada e se fossi stata meno ingenua, anni fa, e magari meno inguaiata economicamente, mi sarei risparmiata tante frustrazioni e tante mortificazioni, oltre che tante crisi esistenziali, della serie " sono io o sono loro?"
Io ritengo che l'ora di religione , nel caso di specie alla materna, così come viene fatta oggi, ovvero 1 ora e mezza alla settimana su 16 sezioni, sia totalmente priva di dignità.
A parte il fatto che in un momento in cui si sta tagliando anche sulla carta igienica( mancherà poco che ci chiederanno di portarcela da casa)e l'ora di religione può benissimo essere considerata superflua, se proprio si vuole che ci sia, per mantenere viva una tradizione che comunque appartiene al nostro paese, allora dovrebbe essere riorganizzata TOTALMENTE, perchè così com'è, secondo me, è solo una presa di giro per tutti: per i bambini, per le loro famiglie ( alcune delle quali ci tengono veramente che si faccia religione), per le colleghe che a volte fanno orari ad hoc apposta per noi ( almeno questo è il mio caso in certi plessi) e soprattutto...per NOI che dobbiamo sforzarci di insegnarla!
Io in certe classi non riesco a fare un bel nulla, perchè è obbiettivamente impossibile riuscirci, in altre far colorare qualche disegno e far cantare qualce canzone non mi sembra un contributo così speciale, da giustificare il fatto che lo Stato versi uno stipendio apposta per qualcuno che si limiti a fare ciò.
Ho tentato più e più volte di riadattare la mia programmazione, il mio metodo, i miei strumenti didattici, ma la conclusione è sempre la stessa...ed io non sono una pelandrona! Ho preso molto seriamente il mio lavoro, finchè non mi sono resa conto che era un non senso. Da allora ho perso slancio e motivazione e ho cominciato a starci davvero molto male.
Sono stanca dei soprusi, delle guerre che mi tocca fare a settembre per la formulazione dell'orario, che comprende sempre i bisogni di tutti tranne i miei; e io devo abbozzare ogni volta, perchè altrimenti quelle colleghe, se vogliono, durante l'anno mi rendono la vita impossibile.
Sono stanca degli sguardi perplessi dei genitori, quando mi affidano i loro figli la mattina all'arrivo (come biasimarli, visto che non mi conoscono? E come potrebbero visto che ci sono solo un'ora alla settimana?!); stanca di avere le stesse precise responsabilità delle altre, quando è evidente a tutti che conto meno di una moneta falsa.
Sono anche stanca che il mio stile di vita si possa riflettere sul lavoro ( se volessi separarmi da mio marito? E' un puro esempio!).
Sono anche stanca della tracotanza del nostro nuovo direttore dell'ufficio scuola, che ci tratta come pezze per piedi da quando è arrivato e pensa che si sia tutte di sua proprietà.
La lista potrebbe diventare infinita, ma la sostanza è che se fossi in chi ci tiene a diventare Idr, pensando così di semplificarsi la vita, ci penserei due volte.
Vorrà pur dire qualcosa se da uno stipendio praticamente sicuro che posso continuare a prendere finchè durerà la "manna", preferisco buttarmi nell'incerto mare delle supplenze, io che ho solo 56 punti e che ho delle spese fisse mensili come chiunque abbia una famiglia ( mio marito è un operaio!)?!
Torno a dire che con questo intervento non voglio sminuire il lavoro di nessuno e che questo mio è da prendere alla stregua di uno sfogo, nella speranza di creare un dibattivo civile e costruttivo e niente di più e magari di trovare un po' di solidarietà.
fufa78- Messaggi : 21
Data d'iscrizione : 26.01.12
Re: diventare idr?
Non capisco: si sarebbero cancellati simultaneamente stefania risotti e enrico draghi? mi spiacerebbe parecchio, visto che in particolare enrico mi è stato moltissimo d'aiuto per far chiarezza sulla figura dell'idr...davvero un gran peccato se fosse vero!
insegnare1974- Messaggi : 657
Data d'iscrizione : 29.09.10
Re: diventare idr?
Non proprio simultaneamente, perché Stefania Risotto ha ancora risposto a me sul forum. Poco dopo però è apparsa la scritta "ospite" anche per lei.insegnare1974 ha scritto:Non capisco: si sarebbero cancellati simultaneamente stefania risotti e enrico draghi? mi spiacerebbe parecchio, visto che in particolare enrico mi è stato moltissimo d'aiuto per far chiarezza sulla figura dell'idr...davvero un gran peccato se fosse vero!
Anche a me Enrico Draghi è stato molto utile.
S.F.- Messaggi : 85
Data d'iscrizione : 09.07.12
Re: diventare idr?
Oh, mamma mia!
Mi serviva tanto Enrico Draghi.
D'altra parte iniziavo a provare un certo fastidio. Tante volte preferivo non intervenire perché vedevo che Enrico Draghi interveniva con la sua pacatezza.
Eppure in questo forum vengono tollerate anche le parolacce. In molti casi ho letto di insegnanti che hanno usato parole molto volgari e nessuno ha detto niente.
E poi, non ne posso più di dover sopportare Luca PS. In qualunque argomento lui mette dentro "gli idr guadagnano di più". E nessuno fa mai osservazioni.
Enrico Draghi era uno che non polemizzava, spiegava le sue ragioni con calma. Le sue osservazioni erano molto utili. In particolare, mi è servito molto il suo forum sulla didattica delle religioni.
Credo che anche io lascerò il forum.
Mi serviva tanto Enrico Draghi.
D'altra parte iniziavo a provare un certo fastidio. Tante volte preferivo non intervenire perché vedevo che Enrico Draghi interveniva con la sua pacatezza.
Eppure in questo forum vengono tollerate anche le parolacce. In molti casi ho letto di insegnanti che hanno usato parole molto volgari e nessuno ha detto niente.
E poi, non ne posso più di dover sopportare Luca PS. In qualunque argomento lui mette dentro "gli idr guadagnano di più". E nessuno fa mai osservazioni.
Enrico Draghi era uno che non polemizzava, spiegava le sue ragioni con calma. Le sue osservazioni erano molto utili. In particolare, mi è servito molto il suo forum sulla didattica delle religioni.
Credo che anche io lascerò il forum.
Ospite- Ospite
Re: diventare idr?
Liberi di fare come credete.Ospite ha scritto:Oh, mamma mia!
Mi serviva tanto Enrico Draghi.
D'altra parte iniziavo a provare un certo fastidio. Tante volte preferivo non intervenire perché vedevo che Enrico Draghi interveniva con la sua pacatezza.
Eppure in questo forum vengono tollerate anche le parolacce. In molti casi ho letto di insegnanti che hanno usato parole molto volgari e nessuno ha detto niente.
Volevo lasciare la risposta a Lalla, ma questo non è vero. Qualche maleducato purtroppo c'è dappertutto, ma non è vero che questo è un forum dove vengono tollerate le parolacce e nessuno dice niente. Io sono sempre intervenuto quando ho letto, anche a costo di passare per bacchettone. Forse non vi siete accorti di come si discute in altri forum.
E poi, non ne posso più di dover sopportare Luca PS. In qualunque argomento lui mette dentro "gli idr guadagnano di più". E nessuno fa mai osservazioni.
Anche questo non è vero. Sono intervenuto più volte (e anche altri moderatori) per cercare di contenere gli eccessi di Luca PS, poi mi sembrava che con Enrico avessero trovato un modo per comunicare e scherzare anche insieme, perciò non vedevo il motivo di intervenire.
Enrico Draghi era uno che non polemizzava, spiegava le sue ragioni con calma.
Sono d'accordo.
Le sue osservazioni erano molto utili. In particolare, mi è servito molto il suo forum sulla didattica delle religioni.
Credo che anche io lascerò il forum.
Dec- Moderatore
- Messaggi : 88150
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: diventare idr?
Resto perplessa e dispiaciuta della sua "scomparsa".
Mi auguro che Enrico Draghi - col suo nick inconfondibile e non con altri - leggendo i messaggi di stima finora rivoltigli, decida di rientrare in questo forum per continuare a fare i suoi interventi, sempre educati, equilibrati e da "mutuo soccorso".
Per quel che mi riguarda, l'ho sempre considerato un po' il saggio consigliere - e anche un po' il moderatore (per carità, non me me vogliano i veri moderatori dell'intero forum!) - di tutta la sezione "Riforme" di OrizzonteScuola.
Da lode la sua obiettività e la sua schiettezza su un tema così caldo come quello della posizione degli idr nella scuola.
Mi auguro che Enrico Draghi - col suo nick inconfondibile e non con altri - leggendo i messaggi di stima finora rivoltigli, decida di rientrare in questo forum per continuare a fare i suoi interventi, sempre educati, equilibrati e da "mutuo soccorso".
Per quel che mi riguarda, l'ho sempre considerato un po' il saggio consigliere - e anche un po' il moderatore (per carità, non me me vogliano i veri moderatori dell'intero forum!) - di tutta la sezione "Riforme" di OrizzonteScuola.
Da lode la sua obiettività e la sua schiettezza su un tema così caldo come quello della posizione degli idr nella scuola.
insegnare1974- Messaggi : 657
Data d'iscrizione : 29.09.10
Re: diventare idr?
Come posso dimettermi?
Autore: Incampo, Nicola Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it E-mail: nicola.incampo@culturacattolica.it
sabato 20 ottobre 2012
Domanda
Gentile prof. Nicola Incampo, le scrivo per chiederle come comportarmi per retrocedere nel servizio ad anno scolastico ormai iniziato. Sono stata irc per 8 anni alla scuola primaria e, da due mesi, lo sono alla scuola superiore. Nonostante il grande impegno necessario, trovo positivo l'incontro avvenuto con l'alunno di questa età. Tuttavia ho maturato (può immaginare con quanto travaglio e difficoltà) la decisione di "uscire dall'insegnamento scolastico". Ne ho parlato con l'Ufficio Scuola che non approva questa mia scelta e mi propone alternative che continuano a farmi restare nella scuola. Comprendo come la missione educativa trovi nella scuola il canale privilegiato, ma purtroppo non mi è possibile continuare garantendo professionalità e dedizione, come è stato sinora. Come posso dimettermi rispettando le normative vigenti? A quali condizioni posso farlo? A chi indirizzare eventuale lettera? La ringrazio fin d'ora per ogni tipo di indicazione.
Risposta
Io ti consiglierei di non dimetterti, ma di non presentarti a scuola e farti così licenziare.
Non perdi l’idoneità e soprattutto non perdi la possibilità di rientrare se lo dovessi ritenere opportuno in futuro.
Autore: Incampo, Nicola Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it E-mail: nicola.incampo@culturacattolica.it
sabato 20 ottobre 2012
Domanda
Gentile prof. Nicola Incampo, le scrivo per chiederle come comportarmi per retrocedere nel servizio ad anno scolastico ormai iniziato. Sono stata irc per 8 anni alla scuola primaria e, da due mesi, lo sono alla scuola superiore. Nonostante il grande impegno necessario, trovo positivo l'incontro avvenuto con l'alunno di questa età. Tuttavia ho maturato (può immaginare con quanto travaglio e difficoltà) la decisione di "uscire dall'insegnamento scolastico". Ne ho parlato con l'Ufficio Scuola che non approva questa mia scelta e mi propone alternative che continuano a farmi restare nella scuola. Comprendo come la missione educativa trovi nella scuola il canale privilegiato, ma purtroppo non mi è possibile continuare garantendo professionalità e dedizione, come è stato sinora. Come posso dimettermi rispettando le normative vigenti? A quali condizioni posso farlo? A chi indirizzare eventuale lettera? La ringrazio fin d'ora per ogni tipo di indicazione.
Risposta
Io ti consiglierei di non dimetterti, ma di non presentarti a scuola e farti così licenziare.
Non perdi l’idoneità e soprattutto non perdi la possibilità di rientrare se lo dovessi ritenere opportuno in futuro.
S.F.- Messaggi : 85
Data d'iscrizione : 09.07.12
Re: diventare idr?
A me sembra assurdo: non è possibile consigliare ad un insegnante di non presentarsi a scuola e di farsi licenziare. Ma non si rischia anche qualche denuncia?
S.F.- Messaggi : 85
Data d'iscrizione : 09.07.12
Re: diventare idr?
Mi dispiace che Enrico - col quale abbiamo avuto scambi di vedute interessanti ed ho avuto modo più volte di esprimere il mio apprezzamento per quel che diceva, puntualizzando sui punti in cui mi trovano d'accordo - abbia deciso di astenersi dall'intervenire. Più verosilmente, spero che abbia deciso di usare un altro nick e che continui ad interventire, così come gli altri colleghi di religione.
Mi dispiacerebbe - ma comprendo: la Storia, nella sua drammaticità, insegna cautela; e la cronaca recente ci informa - se si trattasse di Aventino. Se c'è Aventino pure nel dialogo con un cristiano, con un "vicino", qual sono io (e su temi formali, quale il trattamento economico)... non oso pensare al dialogo con i "lontani"... Più verosimilmente, credo che una parte di IDR (o fors'anche la maggioranza di essi) voglia dialogare ma i rapporti istituzionali e la struttura siano di ostacolo a questo cammino. E chi, tra gli IDR, si astiene dal dialogo o lo rifugge (o accusa l'altro di indebiti attacchi) non lo fa per totale responsabilità personale e piena avvertenza (tota sed non totaliter) ma per condizionamento costrittivo della cultura di appartenenza che ha interiorizzato in determinate modalità.
Perciò comprendo scelte distoniche (per esempio, aventiniane) rispetto a ciò che in coscienza si vorrebbe fare. E' un percorso lungo, che ci supera ma che si compierà, avendo fiducia: già se ne vedono i segnali.
Sicuramente Enrico, per come è intervenuto e per la pacatezza e l'argomentazione, è già a buon punto su questo cammino: che tuttavia, se percorso, non sarà indolore e quindi percorrerlo è una scelta che può - comprensibilmente - anche essere scartata o, quantomeno, percorsa nell'anonimato se le condizioni istituzionali e sociali nelle quali si è inseriti non permettono altre modalità.
Mi dispiacerebbe - ma comprendo: la Storia, nella sua drammaticità, insegna cautela; e la cronaca recente ci informa - se si trattasse di Aventino. Se c'è Aventino pure nel dialogo con un cristiano, con un "vicino", qual sono io (e su temi formali, quale il trattamento economico)... non oso pensare al dialogo con i "lontani"... Più verosimilmente, credo che una parte di IDR (o fors'anche la maggioranza di essi) voglia dialogare ma i rapporti istituzionali e la struttura siano di ostacolo a questo cammino. E chi, tra gli IDR, si astiene dal dialogo o lo rifugge (o accusa l'altro di indebiti attacchi) non lo fa per totale responsabilità personale e piena avvertenza (tota sed non totaliter) ma per condizionamento costrittivo della cultura di appartenenza che ha interiorizzato in determinate modalità.
Perciò comprendo scelte distoniche (per esempio, aventiniane) rispetto a ciò che in coscienza si vorrebbe fare. E' un percorso lungo, che ci supera ma che si compierà, avendo fiducia: già se ne vedono i segnali.
Sicuramente Enrico, per come è intervenuto e per la pacatezza e l'argomentazione, è già a buon punto su questo cammino: che tuttavia, se percorso, non sarà indolore e quindi percorrerlo è una scelta che può - comprensibilmente - anche essere scartata o, quantomeno, percorsa nell'anonimato se le condizioni istituzionali e sociali nelle quali si è inseriti non permettono altre modalità.
LucaPS- Messaggi : 1960
Data d'iscrizione : 08.11.10
Re: diventare idr?
Ti ringrazio sentitamente per la tua riflessione.LucaPS ha scritto:Mi dispiace che Enrico - col quale abbiamo avuto scambi di vedute interessanti ed ho avuto modo più volte di esprimere il mio apprezzamento per quel che diceva, puntualizzando sui punti in cui mi trovano d'accordo - abbia deciso di astenersi dall'intervenire. Più verosilmente, spero che abbia deciso di usare un altro nick e che continui ad interventire, così come gli altri colleghi di religione.
Mi dispiacerebbe - ma comprendo: la Storia, nella sua drammaticità, insegna cautela; e la cronaca recente ci informa - se si trattasse di Aventino. Se c'è Aventino pure nel dialogo con un cristiano, con un "vicino", qual sono io (e su temi formali, quale il trattamento economico)... non oso pensare al dialogo con i "lontani"... Più verosimilmente, credo che una parte di IDR (o fors'anche la maggioranza di essi) voglia dialogare ma i rapporti istituzionali e la struttura siano di ostacolo a questo cammino. E chi, tra gli IDR, si astiene dal dialogo o lo rifugge (o accusa l'altro di indebiti attacchi) non lo fa per totale responsabilità personale e piena avvertenza (tota sed non totaliter) ma per condizionamento costrittivo della cultura di appartenenza che ha interiorizzato in determinate modalità.
Perciò comprendo scelte distoniche (per esempio, aventiniane) rispetto a ciò che in coscienza si vorrebbe fare. E' un percorso lungo, che ci supera ma che si compierà, avendo fiducia: già se ne vedono i segnali.
Sicuramente Enrico, per come è intervenuto e per la pacatezza e l'argomentazione, è già a buon punto su questo cammino: che tuttavia, se percorso, non sarà indolore e quindi percorrerlo è una scelta che può - comprensibilmente - anche essere scartata o, quantomeno, percorsa nell'anonimato se le condizioni istituzionali e sociali nelle quali si è inseriti non permettono altre modalità.
Ringrazio anche insegnare 1974 e tutti gli altri colleghi.
Grazie!
enrico draghi- Messaggi : 126
Data d'iscrizione : 20.10.12
Re: diventare idr?
Riguardo all'articolo del professor Incampo, le dimissioni vanno sempre presentate al dirigente scolastico. Se una persona non vuole svolgere una professione, non è giusto obbligarla. Nel settore privato cosa accade se una persona non si presenta al lavoro? Viene licenziata. E il suo curriculum ne risente.
Se un idr non si presenta al lavoro facendosi licenziare perde di credibilità come lavoratore. Non presentarsi al lavoro significa costringere i colleghi a trovare delle soluzioni per sostituire il collega che non si è presentato. Un idr, come tutti gli altri insegnanti, deve essere una persona onesta. Se non vuole più insegnare, allora deve cercare un'altra soluzione.
Se un idr non si presenta al lavoro facendosi licenziare perde di credibilità come lavoratore. Non presentarsi al lavoro significa costringere i colleghi a trovare delle soluzioni per sostituire il collega che non si è presentato. Un idr, come tutti gli altri insegnanti, deve essere una persona onesta. Se non vuole più insegnare, allora deve cercare un'altra soluzione.
enrico draghi- Messaggi : 126
Data d'iscrizione : 20.10.12
Re: diventare idr?
Ciaooo!!!enrico draghi ha scritto:Riguardo all'articolo del professor Incampo, le dimissioni vanno sempre presentate al dirigente scolastico. Se una persona non vuole svolgere una professione, non è giusto obbligarla. Nel settore privato cosa accade se una persona non si presenta al lavoro? Viene licenziata. E il suo curriculum ne risente.
Se un idr non si presenta al lavoro facendosi licenziare perde di credibilità come lavoratore. Non presentarsi al lavoro significa costringere i colleghi a trovare delle soluzioni per sostituire il collega che non si è presentato. Un idr, come tutti gli altri insegnanti, deve essere una persona onesta. Se non vuole più insegnare, allora deve cercare un'altra soluzione.
Ero incollata al computer, aspettando di leggere una tua risposta.
Grazie!
Sono perfettamente d'accordo con te.
Non mi sembra corretto consigliare un collega di non presentarsi a scuola per farsi licenziare. Soprattutto mi è piaciuta la frase "Se un idr non si presenta al lavoro facendosi licenziare perde di credibilità come lavoratore."
Ciao!
S.F.- Messaggi : 85
Data d'iscrizione : 09.07.12
Re: diventare idr?
Comicio la giornata con una bella notizia, dunque: EnricoDraghi è tornato.
Ben ritrovato!
Ben ritrovato!
insegnare1974- Messaggi : 657
Data d'iscrizione : 29.09.10
Re: diventare idr?
Ma che cavolo di risposta ha dato Incampo?????
Assurda e vergognosa.
Al massimo uno si dimette per generici motivi personali senza sbandierare un disamore per l'insegnamento, per tenersi aperta la porta del ritorno (con la Curia) perchè lo stato al massimo ti da l'abbandono di supplenza per quell'anno non l'interdizione perpetua.
Assurda e vergognosa.
Al massimo uno si dimette per generici motivi personali senza sbandierare un disamore per l'insegnamento, per tenersi aperta la porta del ritorno (con la Curia) perchè lo stato al massimo ti da l'abbandono di supplenza per quell'anno non l'interdizione perpetua.
Mary M- Messaggi : 1229
Data d'iscrizione : 31.10.11
Re: diventare idr?
Non perché sono privilegiati
Autore: Incampo, Nicola Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it E-mail: nicola.incampo@culturacattolica.it
giovedì 25 ottobre 2012
Domanda
1) È vero che gli insegnanti di religione delle scuole medie percepiscono uno stipendio uguale a quello degli insegnanti di religione delle superiori e quindi hanno uno stipendio più elevato dei loro colleghi delle medie che insegnano italiano o matematica? Se sì, qual è la logica soggiacente?
2) perché si sente spesso dire che gli insegnanti di religione percepiscono stipendi più alti dei loro colleghi?
Grazie.
Risposta
Il trattamento economico degli insegnanti di religione viene normato dal comma 6 dell’articolo 3 del DPR n. 399 del 23.8.1988 che recita “il personale docente di cui all’ultimo comma dell’articolo 53 della legge 11 luglio 1980, n. 312, che si trovi nelle condizioni previste dal comma stesso, ha titolo ad un trattamento economico corrispondente, a secondo del tipo di scuola in cui presta servizio, a quello spettante ai docenti laureati della scuola media superiore ovvero ai docenti della scuola materna o elementare”.
E questo non perché sono privilegiati, ma perché sono gli unici docenti che possono insegnare contemporaneamente nella scuola media e superiore.
Autore: Incampo, Nicola Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it E-mail: nicola.incampo@culturacattolica.it
giovedì 25 ottobre 2012
Domanda
1) È vero che gli insegnanti di religione delle scuole medie percepiscono uno stipendio uguale a quello degli insegnanti di religione delle superiori e quindi hanno uno stipendio più elevato dei loro colleghi delle medie che insegnano italiano o matematica? Se sì, qual è la logica soggiacente?
2) perché si sente spesso dire che gli insegnanti di religione percepiscono stipendi più alti dei loro colleghi?
Grazie.
Risposta
Il trattamento economico degli insegnanti di religione viene normato dal comma 6 dell’articolo 3 del DPR n. 399 del 23.8.1988 che recita “il personale docente di cui all’ultimo comma dell’articolo 53 della legge 11 luglio 1980, n. 312, che si trovi nelle condizioni previste dal comma stesso, ha titolo ad un trattamento economico corrispondente, a secondo del tipo di scuola in cui presta servizio, a quello spettante ai docenti laureati della scuola media superiore ovvero ai docenti della scuola materna o elementare”.
E questo non perché sono privilegiati, ma perché sono gli unici docenti che possono insegnare contemporaneamente nella scuola media e superiore.
S.F.- Messaggi : 85
Data d'iscrizione : 09.07.12
Re: diventare idr?
Le risposte che darei io:
1) E' vero. Qual è la logica? Nessuna.
2) Perché è vero.
Tra l'altro, ci sono idr che insegnano in un solo ordine di scuola.
1) E' vero. Qual è la logica? Nessuna.
2) Perché è vero.
Tra l'altro, ci sono idr che insegnano in un solo ordine di scuola.
S.F.- Messaggi : 85
Data d'iscrizione : 09.07.12
Re: diventare idr?
Cosa mi suggerisce?
Autore: Incampo, Nicola Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it E-mail: nicola.incampo@culturacattolica.it
venerdì 26 ottobre 2012
Domanda
Salve sono un insegnante di religione non di ruolo con incarico annuale. Ho preso regolare servizio il primo di settembre ma il mio stipendio è stato di un euro nel mese di settembre e quello di ottobre promette di essere lo stesso. Ho telefonato alla ragioneria provinciale di *** e mi hanno detto che purtroppo questo è un dato di fatto e che il mio stipendio lo rivedrò in novembre. Possibile che non si abbia il ben che minimo diritto? Come posso risolvere il problema? Io ho delle scadenze di pagamento e dei debiti dati da anni trascorsi ad insegnare in tre paesi diversi dal mio. Come posso imporre una soluzione al problema? Cosa mi suggerisce. Tanti colleghi sono nella mia stessa situazione. La ringrazio per l'attenzione e chiedo scusa per l'Invasione. Cordiali saluti.
Risposta
Di solito la Ragioneria provinciale predispone il pagamento degli stipendi con 60 giorni di anticipo.
Questo significa che lo stipendio di novembre è stato lavorato a settembre.
Da novembre dovrebbe essere tutto regolare.
Autore: Incampo, Nicola Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it E-mail: nicola.incampo@culturacattolica.it
venerdì 26 ottobre 2012
Domanda
Salve sono un insegnante di religione non di ruolo con incarico annuale. Ho preso regolare servizio il primo di settembre ma il mio stipendio è stato di un euro nel mese di settembre e quello di ottobre promette di essere lo stesso. Ho telefonato alla ragioneria provinciale di *** e mi hanno detto che purtroppo questo è un dato di fatto e che il mio stipendio lo rivedrò in novembre. Possibile che non si abbia il ben che minimo diritto? Come posso risolvere il problema? Io ho delle scadenze di pagamento e dei debiti dati da anni trascorsi ad insegnare in tre paesi diversi dal mio. Come posso imporre una soluzione al problema? Cosa mi suggerisce. Tanti colleghi sono nella mia stessa situazione. La ringrazio per l'attenzione e chiedo scusa per l'Invasione. Cordiali saluti.
Risposta
Di solito la Ragioneria provinciale predispone il pagamento degli stipendi con 60 giorni di anticipo.
Questo significa che lo stipendio di novembre è stato lavorato a settembre.
Da novembre dovrebbe essere tutto regolare.
S.F.- Messaggi : 85
Data d'iscrizione : 09.07.12
Re: diventare idr?
Ho chiesto alla banca
Autore: Incampo, Nicola Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it E-mail: nicola.incampo@culturacattolica.it
giovedì 25 ottobre 2012
Domanda
Salve, sono un IdR da 5 anni, sempre con incarico annuale, quest'anno con orario completo. Ho chiesto alla banca un prestito per comprarmi casa ma non me lo concedono perché il mio contratto non è a tempo indeterminato. Che garanzie posso offrire alla banca con il mio contratto? Non potrò mai avere una mia casa con il lavoro che faccio? Grazie.
Risposta
L’unica cosa che potresti dire è che il tuo contratto è automaticamente confermato di anno in anno in presenza di requisiti e condizioni.
Autore: Incampo, Nicola Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it E-mail: nicola.incampo@culturacattolica.it
giovedì 25 ottobre 2012
Domanda
Salve, sono un IdR da 5 anni, sempre con incarico annuale, quest'anno con orario completo. Ho chiesto alla banca un prestito per comprarmi casa ma non me lo concedono perché il mio contratto non è a tempo indeterminato. Che garanzie posso offrire alla banca con il mio contratto? Non potrò mai avere una mia casa con il lavoro che faccio? Grazie.
Risposta
L’unica cosa che potresti dire è che il tuo contratto è automaticamente confermato di anno in anno in presenza di requisiti e condizioni.
S.F.- Messaggi : 85
Data d'iscrizione : 09.07.12
Re: diventare idr?
Ma gli idr non di ruolo possono chiedere il mutuo?
S.F.- Messaggi : 85
Data d'iscrizione : 09.07.12
Re: diventare idr?
Io so che una collega stava per sposarsi. E' andata in un'agenzia immobiliare e le hanno detto: "Se va in banca le chiederanno di poter vedere dei cedolini. Se lavora a tempo determinato da almeno tre anni dovrebbero concederglielo".S.F. ha scritto:Ma gli idr non di ruolo possono chiedere il mutuo?
Forse la cosa cambia da banca a banca. D'altra parte, come si regolano i precari che insegnano le altre materie? Credo che gli abilitati delle altre materie possano dimostrare di avere una certa sicurezza nell'ottenere un lavoro. Se tutto questo non fosse vero, allora solo il personale di ruolo potrebbe ottenere un mutuo. Altrimenti bisogna cercare un garante che firmi per il precario.
enrico draghi- Messaggi : 126
Data d'iscrizione : 20.10.12
Re: diventare idr?
Per chi insegna da molti anni è possibile chiedere un anticipo sulla liquidazione?
S.F.- Messaggi : 85
Data d'iscrizione : 09.07.12
Re: diventare idr?
Spero di sbagliarmi, ma molte volte non hanno i soldi per pagare le supplenze. Figuriamoci gli anticipi sulla liquidazione.S.F. ha scritto:Per chi insegna da molti anni è possibile chiedere un anticipo sulla liquidazione?
enrico draghi- Messaggi : 126
Data d'iscrizione : 20.10.12
Re: diventare idr?
Abilitazione e idoneità
Autore: Incampo, Nicola Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it E-mail: nicola.incampo@culturacattolica.it
giovedì 25 ottobre 2012
Domanda
Desideravo chiederle se si può esercitare la professione di insegnante di religione senza l'abilitazione e vorrei capire se c'è una differenza tra abilitazione didattica e idoneità. Come si può ottenere l'abilitazione didattica?
Io sono in possesso dei 3 anni di corso di laurea in scienze religiose, più il magistero in scienze religiose. Faccio parte della diocesi di Acireale e mi dicono che questi titoli non bastano più per insegnare. E' vero?
Attendo con ansia una sua risposta. Cordiali Saluti.
Risposta
“….Gli insegnanti di religione non sono soltanto insegnanti incaricati in via generica e di fatto, ma sono in possesso di una speciale abilitazione …..Dunque non semplici incaricati, ma incaricati che sono in possesso di un particolare titolo di abilitazione all’insegnamento religioso….”
E’ la prima, e l’unica, volta che la parola abilitazione, riferita all’insegnante di religione, si trova in un parere del Consiglio di Stato, parere del 4 marzo 1958 a proposito di elettorato attivo e passivo per il consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Infatti con CM n. 301 del 30.11.1974 si afferma che “ …..Ai fini della partecipazione alle elezioni dei rappresentati del personale docente, gli insegnanti di religione, stante la particolare natura del loro rapporto di impiego, sono da considerare come incaricati a tempo indeterminato e pertanto possono esercitare l’elettorato attivo e passivo per l’elezione degli organi collegiali di qualsiasi durata…”.
Come si può notare, per esigenze molto concrete, si stabilisce un’analogia tra l’abilitazione, che si consegue in occasione di un concorso, e l’idoneità all’insegnamento della religione cattolica conferita da un Ordinario Diocesano. Il decreto di idoneità creava l’insegnante di religione, nel senso che era l’unica condizione richiesta dall’autorità scolastica per poter insegnare religione fino all’a.s. 1985/86. Solo a partire dall’a.s. 1986/87 sarà obbligatorio altre al decreto di idoneità anche il titolo di qualificazione professionale, infatti per il rilascio del decreto di idoneità da parte dell’Ordinario Diocesano, la delibera n. 41 della CEI, prevede espressamente il possesso del titolo di qualificazione professionale da parte dell’aspirante. A questo punto è logico porsi le seguenti domande: l’istituto dell’idoneità perché esiste solo per gli insegnanti di religione? Quali esigenze deve difendere? Per chiarire meglio la risposta a queste domande, mi sembra opportuno richiamare prima la norma. Il Codice di Diritto Canonico impone all’Ordinario Diocesano di accertarsi che gli aspiranti all’insegnamento della religione cattolica “… siano eccellenti per retta dottrina, per testimonianza di vita cristiana e per abilità pedagogica" (Can. 804). Non leggiamo però ancora la parola idoneità che troviamo però per la prima volta nel protocollo addizionale dell’Accordo di revisione del Concordato (Legge 121 del 23.3.1985) “…L’insegnamento della religione cattolica …. è impartito…. Da insegnanti riconosciuti idonei dall’autorità ecclesiastica” e al punto 2.5 del DPR n. 751 del 16.12.1985 che afferma “l’insegnamento della religione cattolica è impartito da insegnanti in possesso di idoneità riconosciuta dall’ordinario diocesano e da esso non revocata”. A questo punto la risposta alle domande si può formulare in questi termini: l’istituto dell’idoneità permette di realizzare il principio che è la Chiesa il soggetto cui compete l’insegnamento della religione cattolica, per cui si ha effettivamente tale insegnamento solo quando il docente è in particolare rapporto di comunione e di identità con la comunità ecclesiale. L’insegnante di religione cattolica non solo deve insegnare correttamente il contenuto della religione cattolica, ma deve essere coinvolto in questo contenuto. Questa esigenza sta alla base non solo dell’idoneità, ma anche dell’eventuale revoca, perché il canone 805 prevede espressamente che “E’ diritto dell’Ordinario Diocesano del luogo per la propria diocesi di nominare o di approvare gli insegnanti di religione, e parimenti, se lo richiedano motivi di religione o di costumi, di rimuoverli oppure di esigere che siano rimossi”.
Autore: Incampo, Nicola Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it E-mail: nicola.incampo@culturacattolica.it
giovedì 25 ottobre 2012
Domanda
Desideravo chiederle se si può esercitare la professione di insegnante di religione senza l'abilitazione e vorrei capire se c'è una differenza tra abilitazione didattica e idoneità. Come si può ottenere l'abilitazione didattica?
Io sono in possesso dei 3 anni di corso di laurea in scienze religiose, più il magistero in scienze religiose. Faccio parte della diocesi di Acireale e mi dicono che questi titoli non bastano più per insegnare. E' vero?
Attendo con ansia una sua risposta. Cordiali Saluti.
Risposta
“….Gli insegnanti di religione non sono soltanto insegnanti incaricati in via generica e di fatto, ma sono in possesso di una speciale abilitazione …..Dunque non semplici incaricati, ma incaricati che sono in possesso di un particolare titolo di abilitazione all’insegnamento religioso….”
E’ la prima, e l’unica, volta che la parola abilitazione, riferita all’insegnante di religione, si trova in un parere del Consiglio di Stato, parere del 4 marzo 1958 a proposito di elettorato attivo e passivo per il consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Infatti con CM n. 301 del 30.11.1974 si afferma che “ …..Ai fini della partecipazione alle elezioni dei rappresentati del personale docente, gli insegnanti di religione, stante la particolare natura del loro rapporto di impiego, sono da considerare come incaricati a tempo indeterminato e pertanto possono esercitare l’elettorato attivo e passivo per l’elezione degli organi collegiali di qualsiasi durata…”.
Come si può notare, per esigenze molto concrete, si stabilisce un’analogia tra l’abilitazione, che si consegue in occasione di un concorso, e l’idoneità all’insegnamento della religione cattolica conferita da un Ordinario Diocesano. Il decreto di idoneità creava l’insegnante di religione, nel senso che era l’unica condizione richiesta dall’autorità scolastica per poter insegnare religione fino all’a.s. 1985/86. Solo a partire dall’a.s. 1986/87 sarà obbligatorio altre al decreto di idoneità anche il titolo di qualificazione professionale, infatti per il rilascio del decreto di idoneità da parte dell’Ordinario Diocesano, la delibera n. 41 della CEI, prevede espressamente il possesso del titolo di qualificazione professionale da parte dell’aspirante. A questo punto è logico porsi le seguenti domande: l’istituto dell’idoneità perché esiste solo per gli insegnanti di religione? Quali esigenze deve difendere? Per chiarire meglio la risposta a queste domande, mi sembra opportuno richiamare prima la norma. Il Codice di Diritto Canonico impone all’Ordinario Diocesano di accertarsi che gli aspiranti all’insegnamento della religione cattolica “… siano eccellenti per retta dottrina, per testimonianza di vita cristiana e per abilità pedagogica" (Can. 804). Non leggiamo però ancora la parola idoneità che troviamo però per la prima volta nel protocollo addizionale dell’Accordo di revisione del Concordato (Legge 121 del 23.3.1985) “…L’insegnamento della religione cattolica …. è impartito…. Da insegnanti riconosciuti idonei dall’autorità ecclesiastica” e al punto 2.5 del DPR n. 751 del 16.12.1985 che afferma “l’insegnamento della religione cattolica è impartito da insegnanti in possesso di idoneità riconosciuta dall’ordinario diocesano e da esso non revocata”. A questo punto la risposta alle domande si può formulare in questi termini: l’istituto dell’idoneità permette di realizzare il principio che è la Chiesa il soggetto cui compete l’insegnamento della religione cattolica, per cui si ha effettivamente tale insegnamento solo quando il docente è in particolare rapporto di comunione e di identità con la comunità ecclesiale. L’insegnante di religione cattolica non solo deve insegnare correttamente il contenuto della religione cattolica, ma deve essere coinvolto in questo contenuto. Questa esigenza sta alla base non solo dell’idoneità, ma anche dell’eventuale revoca, perché il canone 805 prevede espressamente che “E’ diritto dell’Ordinario Diocesano del luogo per la propria diocesi di nominare o di approvare gli insegnanti di religione, e parimenti, se lo richiedano motivi di religione o di costumi, di rimuoverli oppure di esigere che siano rimossi”.
S.F.- Messaggi : 85
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